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Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica Lazio – Umbria – Abruzzo, applicazione normativa Legge 104, costruttivo confronto con la dirigenza dell’Ufficio

Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica Lazio - Umbria - Abruzzo, applicazione normativa Legge 104, costruttivo confronto con la dirigenza dell'Ufficio

Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica Lazio – Umbria – Abruzzo, applicazione normativa Legge 104, costruttivo confronto con la dirigenza dell’Ufficio

Il Segretario Generale Aggiunto di Roma della CONSAP Gianluca Guerrisi ha incontrato, negli uffici della Questura di Roma,   la dott.ssa Francesca Monaldi, Dirigente del Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica Lazio – Umbria – Abruzzo. Motivo dell’incontro alcune controversie generate dai cambiamenti di orario sull’ordine di servizio di un operatore aggregato dal Servizio al Gabinetto e in possesso dei requisiti di legge ex L. 104  che, come noto, sanciscono le modalità di lavoro, in termini di orario, per assistenza ai soggetti disabili. L’inusuale cambiamento degli orari già programmati per il collega in esame (ben tre cambi turno su sei giornate lavorative) soprattutto articolati dall’Ufficio in tipologia fine turno, stile ordine pubblico, di fatto aveva originato delle oggettive difficoltà nel dipendente che doveva prestare la propria attività lavorativa allo stadio con un 13/fine che notoriamente protrae le 6 ore previste per le incombenze caratteristiche  del tipo di servizio che comunque fa presagire il passaggio delle ore 22.00 quando scatta il quadrante notturno, non previsto per tutti i lavoratori che hanno la Legge 104 riconosciuta (sfortuna loro…!). Appena evidenziato questo disagio nella lettura dei servizi, il collega aveva rappresentato la personale problematica agli Uffici di segreteria del Gabinetto senza avere una confortante e spettante rassicurazione in merito. Chiara la volontà del dipendente di armonizzare il servizio preventivamente al fine di equilibrare le necessità dell’Ufficio con quelle personali regolate dal dettato normativo sull’assistenza dei disabili. Non avendo ricevuto riscontri alla tematica indicata, tra l’altro con modi confacenti allo stile che accomuna gli aspetti deontologici di ogni singolo operatore di Polizia, veniva chiamata in causa la Segreteria Provinciale di Roma della CONSAP che, per addivenire ad un costruttivo e risolutivo confronto, chiedeva e otteneva un brevissimo incontro con la dott.ssa Monaldi che nella circostanza, in presenza di altro funzionario dello stesso Ufficio,  proferiva alla nostra O.S. che presso il Gabinetto “si viene per fare ordine pubblico” e che il collega poteva rimanere con quella turnazione indicata  (il fine…) perché avrebbe avuto il cambio qualora condizioni di servizio lo richiedevano. Terminava brevemente l’incontro in questa maniera, senza minimamente preoccuparsi che il turno andava modificato già il giorno prima e che non doveva riportare quella dicitura (il fine…) che già il fatto di esistere crea comunque condizione di disagio per lo sventurato personale a cui sono riconosciuti i parametri  di Legge 104.
Per professionalità e senso di dovere il collega ha comunque svolto il proprio servizio assegnato, aggravato però dalla situazione psicologica che le condizioni di tempo e luogo potevano minare il diritto all’assistenza al proprio genitore, condizione che si poteva elidere già il giorno prima e valutando che nelle condizioni soggettive il solo fatto di poter alterare un percorso di assistenza è già condizione di disagio per se e per la persona da accudire. Per tale motivo e per comprendere le ragioni di simile atteggiamento, con adeguato e costruttivo comportamento di rispetto e in virtù delle condizioni etiche che contraddistinguono da sempre la CONSAP (checchè ne dica il questore pro-tempore di Roma aduso a firmare superficiali e ridicole note responsive destinate solo a finire nel cestino) si richiedeva un secondo incontro per dimostrare le ragioni del collega e per evitare che per il futuro nascessero altri casi del genere, atteggiamento questo che evidenzia volontà di dialogo e collaborazione e giammai  di chiusura . Il disagio nei fatti si è manifestato e si poteva evitare e compito del sindacato è quello di assistere il personale anche nelle situazioni di disagio quando l’amministrazione applica le procedure amministrative non sempre in maniera impeccabile, come accaduto in specie. Questo il nostro modo di fare sindacato, un modo onesto e determinato con la volontà che i diritti siano applicati nelle forme riconosciute dalle normative vigenti,  per al meglio esercitare i doveri d’ufficio.