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ANGELO VICARI: “BOMBOLETTE AL PEPERONCINO. SI’, MA CON PRUDENZA!…

dr. Angelo Vicari

Pistola elettrica Taser, telecamere individuali, bombolette al peperoncino; messe in campo da parte del Ministero dell’Interno una serie di iniziative/sperimentazioni per dotare la Polizia di strumenti adeguati che possano meglio rendere inoffensivi i malintenzionati, senza dover ricorrere alle armi da fuoco.

Abbiamo forti perplessità sull’adozione della Taser, considerate le esperienze negative di altri Paesi, in particolare per l’uso nei confronti di persone cardiopatiche, mentre sarebbe opportuno l’adozione di telecamere individuali per permettere all’operatore di polizia di poter sempre essere in grado di dimostrare di aver agito nel rispetto della legge.

Siamo favorevoli anche all’adozione delle bombolette al peperoncino, ma con qualche riserva.

Prima di tutto non riusciamo a comprendere come mai si sia deciso di sperimentare/adottare tale strumento solo di recente, cioè dopo la “liberalizzazione” (L. 94/2009, D.M. 103/2011, circolare 6/12/2011). Perché non pensarci prima? Non è che il Ministero vuole dare in dotazione di reparto e/o individuale le bombolette “liberalizzate”? Sarebbe veramente ridicolo far utilizzare alla Polizia uno strumento che abbia le stesse caratteristiche invalidanti di quelli acquistabili liberamente dal tabaccaio, anche da un minorenne (limite a 16 anni) !….

Se così fosse, meglio che il Ministero ci rinunci.

Altra perplessità riguarda l’impiego di tale strumento, anche se adeguato come quantitativo e raggio d’azione, nei servizi di ordine pubblico. Infatti, l’uso ravvicinato potrebbe provocare malattie e danni permanenti, con possibilità di coinvolgimento degli stessi operatori di polizia se non muniti di specifici mezzi di difesa, tenuto conto che, anche per le bombolette “liberalizzate”, è consigliata una distanza minima di sicurezza di 50 centimetri.

Sembra strano, invece , che non si sia ancora pensato, in alternativa, di assegnare, come dotazione di reparto, bombolette contenenti sostanze coloranti che, anche se non invalidanti, segnano in modo indelebile e per un certo periodo di tempo i facinorosi, permettendone la successiva identificazione.

Potremmo essere favorevoli alla dotazione individuale di bombolette al peperoncino, in particolare per l’attività di pattuglia nel controllo del territorio, sempreché venissero impiegati adeguati strumenti non contenenti spray, ma gel; quest’ultima sostanza, infatti, permette di attingere più sicuramente l’aggressore, escludendo in gran parte il pericolo che il getto venga influenzato da correnti d’aria, per la salvaguardia dello stesso operatore di polizia.

In merito ci sono già in commercio strumenti simili a pistole che permettono un getto balistico a lunga gittata, di usufruire di più colpi, nonché di indirizzare il getto di gel al peperoncino con precisione.

Anche l’adozione di quest’ultimo strumento, comunque, non potrebbe prescindere da un idoneo addestramento del personale!….

Spray Antiaggressionepolizia facebook-2

 

Dott. Angelo Vicari

Dirigente della Polizia di Stato a.r.

Esperto Giuridico – Diritto delle Armi

CORSO PER L’ABILITAZIONE ALL’USO DELLO SPRAY URTICANTE PARZIALMENTE ACCOLTE LE NOSTRE OBIEZIONI

Pepper Spray PoliceA seguito della ferma protesta di questa O.S. la “disinvolta”” sperimentazione dello spray all’Oleoresin Capsicum ha assunto ora una conformazione un minimo più razionale rispetto a quanto Ministero e Dirigente il 1° Reparto Mobile pensavano poter fare in fretta e furia a discapito della sicurezza e la salute dei colleghi. Ieri infatti, nella prima giornata del terzo ciclo addestrativo, quale luogo da contaminare per farci poi entrare i partecipanti al corso, ci si è avvalsi di un ambiente certamente più vicino allo scenario operativo in cui si userà il prodotto, ovvero in un ambiente parzialmente aperto (il capannone vicino alle pompe di rifornimento carburanti). Una situazione molto simile a quanto fatto negli altri Reparti che prima di quello di Roma avevano provato la sostanza, e comunque un bel passo in avanti rispetto al luogo in cui si erano svolti i primi due cicli addestrativi che era addirittura inagibile e chiuso da tempo perché pericoloso.   Per questa O.S.  la situazione è certamente migliorata, ma non è ancora sufficiente a garantire la piena sicurezza dei colleghi che lo stanno sperimentando in quanto, nonostante richieste, non sono ancora pervenute da parte della ditta produttrice dello spray le schede tecniche del prodotto in cui, oltre alle caratteristiche, vengono fornite indicazioni in caso di criticità conseguenti al contatto con la capsaicina. In pratica fino ad ora è come se si fossero prese medicine senza poter consultare il cd. “bugiardino”, seguendo solo le notizie che vengono date sul farmaco dalla pubblicità televisiva, e se tale cosa può essere anche giustificabile per un bambino non lo può assolutamente essere per un buon padre di famiglia.  E’ stata chiesta al Dirigente una sospensione dell’aggiornamento in attesa di informazioni più precise da parte della ditta, così come una ispezione dei luoghi e delle condizioni in cui viene svolta la contaminazione del personale, ma nel primo caso la nostra richiesta si è scontrata con la “fretta” del Ministero – in genere mai altrettanto solerte nel risolvere i veri problemi del personale – nel portare a termine questa sperimentazione, mentre nel secondo caso impegni del Dirigente, ed evidentemente di tutti coloro che poteva delegare a rappresentarlo, hanno portato a proporci lo spostamento dell’ispezione ad una data inutile, in pratica al termine della formazione.  Il problema sanitario fortunatamente è già stato risolto a partire dal secondo ciclo, quando al personale della nostra sala medica è stato chiaramente detto di essere presente all’uscita del luogo contaminato, e non semplicemente di tenersi pronti per ogni evenienza in sala medica, dissipando così l’incertezza che regna in ogni attività di Reparto, dove è l’iniziativa del collega che sopperisce alle deficienze organizzative. Restano ancora senza risposta le nostre due richieste ufficiali inoltrate la scorsa settimana al Ministero sull’obbligatorietà della contaminazione dell’operatore ai fini del rilascio dell’abilitazione all’uso dello spray e delle conseguenze che la mancanza di tale requisito comporterà.   Come vedete:  tanta fretta di sperimentare sul celerino l’oleoresin capsicum, tanto lentezza nelle risposte a due semplici domande la cui risposta doveva essere data al collega ancor prima dell’inizio di questa “farsa”.