Polizia, “Squadre UOPI – Unità Operative di Primo Intervento “, gravi problematiche pistole mitragliatrici HK UMP

"Squadre UOPI - Unità Operative di Primo Intervento "

“Squadre UOPI – Unità Operative di Primo Intervento ” della Polizia di Stato

AL MINISTERO DELL’INTERNO

Segreteria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza

Ufficio per le Relazioni Sindacali – Sede –

A seguito dei gravi e ripetuti malfunzionamenti tecnici riscontrati in sede di addestramento delle Squadre UOPI (Unità Operative di Primo Intervento),  l’Amministrazione, con una decisione tanto illuminata quanto tardiva, è stata finalmente costretta a prendere atto della macroscopica incompetenza tecnica e del pressappochismo amministrativo dimostrato in sede di approvvigionamento delle pistole mitragliatrici H&K mod. UMP 9, recentemente acquistate in oltre 500 esemplari.
Ci auguriamo vivamente che anche su questo ennesimo esempio di inefficienza e di cialtroneria (per non pensare ad altro…) non cali il solito velo di silenzio e che vengano acclarate e sanzionate le gravi responsabilità degli organi tecnici e amministrativi che lo hanno determinato…in questa prospettiva, questa O.S. sta già valutando la possibilità di richiedere l’accesso agli atti del procedimento al fine di verificare la correttezza e la congruità tecnica dei protocolli di prova e di sperimentazione che dovrebbero caratterizzare le procedure di adozione di ogni arma da fuoco in uso al personale della Polizia di Stato.
Tuttavia la cura proposta dai vertici dell’Amministrazione a questa incresciosa situazione rischia di rivelarsi forse peggiore della stessa malattia: ci riferiamo, infatti, alla discutibile iniziativa di redistribuire in tutta fretta agli operatori delle predette squadre di primo intervento una versione“raffazzonata” della pur sempre affidabile, ma obsoleta, Beretta PM-12 S.
Per quanto è dato di sapere, il vecchio PM-12 verrebbe “aggiornato” mediante l’installazione di una slitta “Picatinny” multipla destinata al montaggio di un apparato di puntamento optoelettronico (tipo “Red Dot” o similari) e di una torcia tattica: un simile intervento, la cui effettiva efficacia dovrebbe essere preventivamente sostenuta dal superamento di un preciso protocollo di prove e da un congruo periodo di sperimentazione (cosa che, peraltro, non risulterebbe essere stato fatto in occasione dell’acquisto della UMP 9…), comunque nulla innoverebbe con riguardo alle caratteristiche meccaniche e balistiche dell’arma il cui progetto originale, pur restando una pietra miliare nella storia delle armi portatili, risale agli inizi degli anni 60…
Inoltre, anche sotto l’esclusivo profilo addestrativo, genera non poche e indiscutibili perplessità la constatazione che il personale delle UOPI e i relativi Istruttori siano stati sottoposti, fino a pochi giorni fa, ad un impegnativo e dispendioso ciclo addestrativo basato sull’impiego di un’arma che si predispone allo sparo (quando ciò avvenga…) “ad otturatore chiuso”, come la H&K UMP 9 mentre la “nuova” dotazione consiste in una pistola mitragliatrice dalle caratteristiche di funzionamento esattamente opposte, cioè un’arma che, com’è noto, si predispone al tiro “ad otturatore aperto” , con l’immancabile conseguenza della necessita da parte del tiratore di acquisire e memorizzare sequenze di maneggio e di sicurezza altrettanto totalmente opposte…
Inoltre, il montaggio “posticcio” della slitta Picatinny (standard militare di relativamente recente concezione) comporterebbe necessariamente un eccessivo innalzamento della linea di mira dell’apparato optoelettronico di puntamento, incompatibile con l’altezza della linea di mira pupillare consentita al tiratore dall’immutata configurazione della gruccia della PM-12S.
I sempre maggiori livelli di aggressività posti in essere dalla criminalità di matrice terroristica e comune impongono risposte urgenti e adeguate ai fini della tutela dell’incolumità degli operatori di polizia e della sicurezza dei cittadini: questa O.S. ritiene che sia già trascorso il tempo delle riflessioni e auspica l’adozione di provvedimenti tempestivi, efficaci e supportati da idonee competenze tecnico-professionali da parte di personale qualificato e privo di secondi fini… E’ arrivato il momento di infrangere assurdi tabù che da troppo tempo gravano sulla gestione dei materiali di armamento ed equipaggiamento della Polizia di Stato e che trovano il loro unico presupposto nell’ignoranza e nell’incompetenza tecnica: ci riferiamo all’adozione di nuovi sistemi d’arma (peraltro addirittura previsti anche dall’ormai obsoleta normativa vigente) in grado di assicurare quelle imprescindibili caratteristiche di funzionamento e di efficacia balistico-terminale in grado di contrapporsi all’attuale minaccia.
Questa O.S. ha recentemente proposto e ottenuto la dotazione del secondo caricatore per la pistola semiautomatica in dotazione individuale per tutti gli operatori di Polizia; necessita adesso proseguire non solo sulla strada dell’ammodernamento delle armi in dotazione al personale ma anche lungo quella del parallelo adeguamento delle attività di addestramento alle tecniche operative e al tiro.
Siamo del parere che occorra dotare almeno le unità speciali della Polizia di Stato di carabine ad anima rigata in cal. 5.56 (quali, ad esempio, rimanendo in ambito nazionale, il Beretta ARX 160) provviste di idonei apparati di puntamento, accessori tattici e, soprattutto, munizionamento diversificato da poter utilizzare, all’occorrenza, in relazione ai vari scenari operativi e agli obiettivi da conseguire.
In conclusione, a parere di questa O.S., bisogna provvedere in tempi brevissimi a recuperare il divario tecnologico che rischia di vedere soccombere le donne e gli uomini della Polizia di Stato nei confronti di minacce armate sempre più aggressive e pericolose.

IL COORDINATORE NAZIONALE CONSAP Cesario BORTONE

IL COORDINATORE NAZIONALE CONSAP
Cesario BORTONE   

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