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Il caso della sospensione dell’Agente della Polizia Stradale per “insulti” extracomunitario, il parere degli avvocati dello Studio Legale “De Iure” di Roma (…esercizio del costituzionale diritto di critica…)

Gli Avvocati dello Studio Legale "De Iure" - ROMA

Gli Avvocati dello Studio Legale “De Iure” – ROMA

Lo Studio Legale DE IURE,

in merito all’ingiustificata sospensione ed all’illogico provvedimento di sequestro del cellulare disposto dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di un Agente della Polizia di Stato, del Reparto della Stradale di Susa, reo di aver esercitato il diritto di critica costituzionalmente garantito nei confronti delle Istituzioni, tiene ad esprimere il proprio disappunto.

È innegabile il troppo caldo fa male !

I freni inibitori saltano, i comportamenti, alcune volte diventano stravaganti, e perfino il pensiero, anche fra i più lucidi, patisce rallentamenti.

A tale conclusione si giunge anche a seguito della stanchezza accumulata da un anno lavorativo sempre più esposto non solo nel mondo virtuale, nei diversi social network, ma anche nel modo reale.

Tali difficoltà si acuiscono, infatti, soprattutto quanto hai deciso di vestire una divisa e poni a rischio la tua vita per un bene comune, per un ordine pubblico precostituito e le risorse sono sempre di meno, le ore di attesa in un blindato sotto il sole, sono sempre di più, ed i turni restano infiniti, pur se con uno stipendio molto più breve della durata del mese.

Ebbene, se tale considerazione può ben essere ricondotta a tutte quelle donne e uomini che puntualmente vigilano sulla vita degli altri consociati, francamente non esiste alcuna circostanza che giustifichi alcune decisioni da parte dello Stato.

È vero a Roma manca l’acqua, ma non ancora la corrente. L’aria fresca nel palazzo che fù già del cardinal Chigi non è mai mancata sin dalla propria edificazione.

Negli scranni, ma soprattutto, all’apice degli stessi, il caldo non è ammesso.

Le fervidi menti che compongono il Legislatore non possono, ma soprattutto non devono, essere minimamente messi in crisi dalle difficoltà esterne.

Essi, del resto, devono congeniare soluzioni idonee al bene comune, alla sicurezza pubblica ed alla tutela dell’ordine precostituito cercando di rispettare e tutelare soprattutto gli ultimi.

Ecco quindi che un ambiente di lavoro confortevole, lontano dalla situazione climatica esterna, come in una bolla di cristallo, separa il Legislatore riparandolo con le proprie spesse porte, non solo dal caldo, ma anche da tutte quelle sfaccettature della realtà che con il caldo potrebbero distrarlo dai propri obiettivi, quali : il conto dei giorni mancanti per conseguire la pensione da parlamentare; mantenere in piedi un Parlamento non più espressione del popolo, ma soprattutto mantenere inalterato l’ennesimo Governo, ormai consunto fantoccio nelle mani di interessi distinti da quelli popolari.

Poco importa che l’Italia bruci non solo per il calore tanto nei boschi, quanto nelle periferie di tutte le città.

Poco importa che la situazione non sia solamente climatica, ma sociale.

E, soprattutto, poco importa che le strade siano divenute calde e pericolose non solo per le alte temperature, ma anche per il conflitto sociale innescato dalla convivenza forzata di chi in quelle città vive e lavora da sempre e chi, solo per passaggio, o perché transfugo per le tragedie vissute nelle propria terra d’origine, si trovano a convivere.

I primi, i cittadini, frustrati da cunei fiscali propri di paesi nord europei, ma con servizi propri dei paesi d’origine dei migranti, e quest’ultimi, incapaci di vedere la differenza fra la nostra civiltà ed il loro tradizionale stile di vita.

Tali differenze a volte, drammaticamente, entrano in contatto riempendo le pagine di cronaca nera, altre volte degradano in odio vigilante, altre ancora, le più sagge, diventano spunto per una critica politica. Critica, infatti, di tutte quelle istituzioni tristemente rappresentate da donne e uomini dediti, nei casi più scaltri, ai propri interessi, ma, in altri, i più miserevoli, tesi al pietismo incondizionato.

Piromani che soffiano su questi inneschi sociali con dichiarazioni e decisioni discutibili, ma come nel caso dell’Agente di Polizia di Susa, il quale nel video girato sull’autostrada del Frejus con ilarità, mai criticabili, attraverso i social, tende a denunciare la difficoltà delle Forze di Polizia a gestire il flusso oramai incontrollato migratorio e le discutibili scelte delle Alte cariche dello Stato nella tematica dell’immigrazione.

Dietro, infatti, alla condotta dell’agente riposa il costituzionale diritto di critica.

Diritto a pronunciare il proprio pensiero nei confronti anche degli esponenti pubblici disapprovando l’operato e le scelte delle Istituzioni pur difendendole sino allo stremo delle forze.

L'Avvocato Vittorio Palamegnhi dello Studio Legale "De Iure" di RomaLa Giurisprudenza al riguardo evidenzia che il diritto di critica politica è idoneo a legittimare l’attività di cronaca, senza farla sfociare nell’ambito dell’illecito, solo fino al punto in cui esso non trascenda in attacchi e aggressioni personali diretti a colpire la figura morale del soggetto “criticato”.

Ebbene, sottolineare che la conduzione di una bicicletta in autostrada da parte di un immigrato munito di cuffie sia l’archetipo degli “STRUMENTI DELLA BOLDRINI” costituisce nient’altro che l’amara costatazione da parte di un Servitore dello Stato del fallimento di tutti i principi sociali dettati dalla Carta Costituzionale, che vanno ad esempio dal Diritto all’Istruzione alla Dignità Personale, anche dei migranti.

Riprova della dedizione è stato il frapporsi con la propria macchina di servizio fra il traffico autostradale ed il migrante in bicicletta munito di cuffie per la musica.

La critica è stata ontologicamente diretta alla rappresentante di quella Istituzione nazionale incline più al pietismo che alle capacità politiche di condurre e governare la società.

Un rappresentante politico incapace di imparare dalle critiche di chi vive la realtà, ma molto esperto a far sanzionare chi solo prova a contraddirlo.

Del resto in un Parlamento illegittimo, il peso della vergogna che grava su tutta quella maggioranza schiava di obiettivi personalissimi frena le mani, blocca i pensieri ed inibisce perfino la possibilità di esprimere un opinione contraria alla dittatura del pensiero comune.

I mezzi offerti dall’Istituzione di cui il Presidente della Camera, l’Onorevole Boldrini, è oggetto di critica nel filmato che ha ingenerato lo scandalo possono essere così riassunti.

La mancanza di assistenti sociali che insegnino ai migranti facenti richiesta le regole basilari dello Stato: dallo stare nella civiltà, al semplice camminare per strada.

Personale che insegni la Storia di questo Paese e le proprie tradizioni regole e leggi, affinché le vittime richiedenti Asilo possano consapevolmente far parte della collettività, comprendendo non solo i propri diritti, ma principalmente i doveri verso le Istituzioni.

IL VIDEO DELL’AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE SUSA

 

Convenzione Studio Legale “De Iure”

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors
Via del Casale Strozzi, 31 – ROMA  (Piazzale Clodio)

Sito Web
http://www.ppcounselors.it/

(Adnkronos) Omicidio Stradale, Innocenzi (CONSAP), correggere per non vanificare, il sindacato promuove una tavola rotonda sul tema e fa delle richieste

Incidente StradaleRoma, 18 mag. (AdnKronos) – -Salvaguardia del concetto di equità e maggior tutela per le attività di soccorso pubblico e pronto intervento: queste le richieste della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia formulate oggi nell’ ambito del convegno sul tema Omicidio Stradale, tra luci ed ombre, organizzato dalla segreteria provinciale di Roma della Consap presso la sede romana dell’ Università Pegaso. Durante la tavola rotonda i relatori hanno convenuto sulla necessità di un adattamento della norma, approvata meno di due mesi fa dal Parlamento, ricalcando la linea tracciata nell’ intervento di saluto di Giorgio Innocenzi, segretario generale della Consap, che ha sottolineato il paradosso di modificare una legge appena introdotta ma anche la necessità che “si sappia intervenire presto per migliorare quanto c’è da correggere allo scopo di non vanificarne la portata innovativa degna di un paese civile come il nostro”.  Il dirigente del Compartimento Polizia Stradale del Lazio Michele La Fortezza ha colto occasione di questo incontro con gli operatori per evidenziare la necessità di una crescita esponenziale degli aspetti investigativi: “La strada diventa la scena del crimine e come tale va investigata, per garantire giustizia a tutti i soggetti coinvolti. Un compito che cresce se consideriamo che in media, prima della legge sull’ omicidio stradale, solo il 15% dei sinistri stradali erano oggetto di attività di raccolta prove a scopo investigativo“. (segue)

(Sin/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222 18-MAG-16 17: 35

ADNKronosOMICIDIO STRADALE: INNOCENZI (CONSAP) , CORREGGERE PER NON VANIFICARE (2)

(AdnKronos) – Si è entrati poi nel dettaglio con la relazione del segretario nazionale della Consap Stefano Spagnoli che ha auspicato una maggiore informazione in merito ad una normativa che racchiude potenzialità tali da cambiare per sempre la vita di una persona, richiamando anche un suo recente intervento presso il ministro dell’ Interno per prevedere esimenti per chi opera in emergenza sia essa di polizia o di soccorso pubblico. “Come operatori abbiamo fortemente voluto questa legge – ha chiosato Spagnoli – è un grande successo che necessita solo di piccoli correttivi”.  Il legale dell’ Associazione Vittime della Strada, avvocato Gianmarco Cesari, ha dato voce, per così dire, alle vittime analizzando i molti casi in cui fino ad oggi questi processi si erano conclusi con l’ amarezza e la sensazione di aver subito un’ ingiustizia. “Questa ritrovata giustizia – ha detto – può passare solo per la professionalità dell’ autorità di Polizia Giudiziaria il suo lavoro investigativo nella flagranza diventa fondamentale, per le vittime ma anche per i colpevoli che rischiano anni di carcere e di sospensione della patente con tutte le conseguenze che questo comporta”.  Gli interventi del rettore dell’ Università ed ex ministro dei trasporti nel governo Prodi professor Alessandro Bianchi, quello del magistrato Arcibaldo Miller e la relazione del consigliere forense avvocato Donatella Cerè hanno portato al dibattito contributi importanti che sono stati sintetizzati nelle conclusioni dei dirigenti della segreteria provinciale Consap di Roma: Massimo Vannoni, Gianfranco Rosati e Gianluca Guerrisi.

(Sin/AdnKronos)

Convegno Pegaso - Omicidio Stradale - Michele CucuzzaConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Il Rettore Prof. Alessandro BianchiConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Il Dirigente del Compartimento Polizia Stradale Lazio Michele La FortezzaConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Avvocato Donatella CerèConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Gianfranco Rosati CONSAPConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Il Magistrato Arcibaldo Miller e il dr. Giandomenico ProtospataroConvegno Pegaso - Omicidio Stradale - Avv. Gianmarco Cesari

Polizia, il caso dello stipendio di 1 euro, il parere dello Studio Legale De Iure, violato il diritto fondamentale del lavoratore

Polizia, il caso dello stipendio di 1 euro, il parere dello Studio Legale De Iure, violato il diritto fondamentale del lavoratore

Polizia, il caso dello stipendio di 1 euro, il parere dello Studio Legale De Iure, violato il diritto fondamentale del lavoratore. Nella foto da sinistra l’Avv. Palamenghi e l’Avv. Pittella

A seguito di un articolo-denuncia pubblicato dal quotidiano “Il Giornale d’Italia”, lo studio legale DE IURE intende esprimere un proprio commento che esula dal tecnicismo giuridico proprio dell’Avvocato ma intende denunciare la gravità di questa vicenda che viola ogni diritto fondamentale del lavoratore, in totale spregio della nostra Carta Costituzionale.
Ebbene, l’art. 36 della nostra Costituzione sancisce che: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
E’un principio fondamentale e spetta alle Istituzioni garantire il rispetto di questo diritto e non solo a parole.
Non è sufficiente inserire i famosi 80 euro in aggiunta al salario mensile o disporre nella Legge di stabilità 2016, il comma  548 speties, che riconosce al personale non destinatario di un trattamento retributivo dirigenziale un contributo straordinario pari a 960 euro su base annua se poi si verificano episodi come quello che ci accingiamo a commentare.
Che le forze dell’ordine di ogni genere e grado siano costrette, sempre più di questi tempi,  a “sorridere fra le fiamme ” è, a ben vedere, un comune denominatore cui ogni agente od ufficiale deve abituarsi.
Ebbene sì, infatti, oltre alla divisa, alle mostrine ed al rispetto gerarchico, sempre più le nostre forze dell’ordine devono abituarsi a “sorridere fra le fiamme” che, tutto intorno, ardono e consumano fino a lambire quei baluardi di dignità, onestà, integerrimità, senso del dovere, onore che la divisa indossata dai singoli uomini e donne rappresenta.
Un peso, questo, alleviato dall’ironia e dalla buona volontà di quei, sempre meno, volenterosi che intervenendo di propria iniziativa fanno in modo non solo, che le cose vadano ma, soprattutto, che i cittadini non perdano il rispetto del ruolo istituzionale che rappresenta la divisa indossata.
Ecco dunque di storie che, fra il serio ed il faceto, serpeggiano negli spogliatoi, fra le docce o meglio nelle pause caffè, di quel collega che è rimasto a secco con la macchina, dei furgoni adibiti al trasporto dei detenuti, con così tanti chilometri, che il conta chilometri è ritornato a zero, delle gomme così lisce, che due gocce sul fondo bagnato, rendono l’aderenza simile a due saponette, oppure di quella macchina rimasta in panne nel bel mezzo di un inseguimento.
Eppure, nonostante tutto, si trovano pezzi di sostituzione, trovi la tanica di emergenza, si chiama il carro attrezzi e con un occhio chiuso, ironia e frustrazione si va avanti fino a quella risata con i colleghi mentre la macchina del caffè automatico, fra mille rumori orrendi, eroga quella bevanda nera bollente. Poi che la stessa abbia troppo, ovvero troppo poco, zuccherato i tuoi 5 minuti di svago ciò basta a far andare la mente al nuovo ordine di servizio, fino a quando.
Ecco, fino a quando ti imbatti in notizie analoghe a quella in commento per cui il caffè non basta più a distrarti, il sorriso e lo sfottò sono superati dal senso di amarezza e quel sorriso nonostante tutto cessa, ed il pensiero corre al collega.
E sì, perché in un mondo come quello in cui stiamo vivendo, quello che è toccato al collega oggi, domani potrebbe toccare a chiunque, perfino a te che stai leggendo in questo momento il presente articolo cercando di capire:
1. Quanto manchi alla fine;
2. A cosa porterà questa ironia;
3. Quanto tempo manca a riprendere il servizio;
4. A che ora esce il ragazzino da scuola;
5. Che mangio a pranzo;
6. Quanto stipendio manchi alla fine del mese.
La rabbia dunque prende il posto della ricercata spensieratezza e le domande cominciano ad affollare sempre più il proprio animo.
Man mano che le parole scorrono sul foglio di giornale che si tiene fra le dita, queste formano concetti strani, instillando la convinzione a cui non si vuole proprio credere: “fuoco amico”.
Chi deve tutelare un agente nell’esercizio delle proprie mansioni è proprio quello che calpesta deliberatamente i propri diritti, la propria dignità.
Lo statino di 1 euro questo, del resto, rappresenta: un insulto alla professionalità dell’agente che, nonostante tutto, ha lavorato nel mese di aprile; un agente che, nonostante tutto, ha progettato per la sua famiglia; un agente che, nonostante tutto, è andato avanti, pur segnalando l’errore, e, nonostante tutto, è stato calpestato nella sua buona condotta.
Buona condotta che, proprio nonostante tutto, lo ha portato a fare un ravvedimento operoso per interrompere, dapprima, l’errore dell’amministrazione, e colmare il debito, poi.
Ma qui, al contrario di qualsiasi altra repubblica africana o centro americana, siamo in Italia, ed in particolare siamo in contatto con la burocrazia italiana.
È vero che analogamente alle aree geografiche indicate abbiamo un governo delegittimato, perché mai eletto, che impone modifiche, calpesta diritti sindacali, modifica la Costituzione a suo personalissimo piacimento.
È vero che, analogamente alle aree geografiche indicate, i ministri si chiudono nei rispettivi palazzi sfuggendo al confronto con la realtà cercando di nascondere la loro poltroncina dietro un velo,  apparendo solo per lodarsi dietro una scrivania di azioni altrui ed evitando, accuratamente, di uscire allo scoperto per non essere riconosciuti e contestati come incapaci di gestire la cosa pubblica o, peggio, di riportare due uomini a casa.
Per quest’ultimo argomento nulla c’è di preoccupante, i due ragazzi stanno bene e sono in vacanza da quattro anni circa, o almeno questo è quanto ci viene detto, viceversa, per quanto riguarda il primo degli aspetti menzionati, l’incapacità di gestire la cosa pubblica, quale migliore esempio rispetto a quello in commento.
Il cedolino di un dipendente della Polizia di Stato in forze proprio al Parlamento che, nonostante lo spontaneo ravvedimento operoso, è defalcato ad 1 € questo rappresenta; ovvero, l’incapacità dell’amministrazione di evitare che una cosa simile accadesse, l’omissione da parte delle istituzioni di adeguata vigilanza su i diritti dei lavoratori, il disprezzo per il senso del dovere e di abnegazione.
Un gabinetto ministeriale ormai troppo distante dalla realtà quotidiana e dai problemi dei suoi primi dipendenti: le forze dell’ordine, appunto, e non la propaganda stile Luigi XIII° per rasserenare il popolo con promesse al sapore di brioche.
È pur vero che con un euro oggi la brioche la si compra, il problema è che avanza sempre di più troppo mese dalla fine dello stipendio.
Del resto, a partire dall’amministrativa che ha consegnato lo stipendio, risalendo la catena di comando, e man mano su, fino ad arrivare alla segreteria del ministro, se non fossimo in contatto con la burocrazia italiana, si avrebbe qualche responsabile a cui attribuire 1 euro di stipendio per l’errore compiuto, ma invece.
Invece abbiamo un uomo che non può rispettare le promesse fatte alla propria famiglia, abbiamo un lavoratore frustrato di un mese di lavoro privo di retribuzione e di un padre che nel mese di aprile ha sottratto deliberatamente il tempo alla propria famiglia. Abbiamo, tuttavia, un professionista che non rimpiange di aver servito il proprio paese, di uomo che non rivendica il proprio tempo con la propria famiglia, di un poliziotto che, nonostante tutto, continua a “sorridere fra le fiamme” e va avanti con la dignità di sempre a cui, semmai, dovrebbe essere dato un euro in più per il manifesto senso del dovere.

Un cittadino che subisce una grave violazione dell’art. 36 della nostra Costituzione.

 

Studio Legale De Iure

Avv. Vittorio PALAMENGHI                                             

Avv. Pasquale PITTELLA                                                         

Avv. Patrizio Maria MANTOVANI                                                                                                        

Avv. Maria Teresa GUERRISI                                                         

Avv. Evandro PESCI

Avv. Valerio CRESCENZI

 

Contratto: sit-in nel “paese” del Presidente del Consiglio. Innocenzi, il Governo garantisca al personale aumenti soddisfacenti

Matteo Renzi - Presidente del Consiglio dei Ministri

Matteo Renzi – Presidente del Consiglio dei Ministri

Si preannuncia un 27 novembre “blindato” dai camper dei sindacati di polizia per Pontassieve la cittadini di 20 mila abitanti nella quale risiede il premier Matteo Renzi, infatti caleranno sul piccolo centro alla porte di Firenze migliaia di poliziotti provenienti da tutta Italia  per protestare contro la “miseria” di un rinnovo contrattuale inferiore a 10 euro.

La Consap e le altre due sigle dell’area autonoma del comparto Polizia, Sap e Coisp, si sono date appuntamento per chiedere con forza al capo del governo quella consultazione con le rappresentanze del personale che il governo, contravvenendo anche alle disposizioni di legge, non si è mai sentito in dovere di convocare, una protesta che rappresenta l’ideale prosecuzione della manifestazione che il 15 ottobre aveva visto 10 mila divise protestare davanti al Parlamento. La specifica norma del D.Lgs. nr. 195/95 infatti – spiega il Segretario Generale nazionale della Consap – impegnava il Governo alla convocazione delle organizzazioni sindacali delle Forze di Polizia per consultazione in occasione della predisposizione del documento di programmazione economico-finanziaria e prima della deliberazione del disegno di legge di bilancio, ma questo non è ancora avvenuto.

“Aver protestato in massa davanti al simbolo della Repubblica italiana – prosegue Giorgio Innocenzi – non è servito, il Governo prosegue spedito verso l’approvazione senza contraddittorio di una legge Finanziaria che proporrà un aumento contrattuale miserrimo ed un’unificazione della Forze di Polizia di facciata, che non consentirà alcun risparmio sugli ingenti costi del “lusso” di avere cinque corpi di polizia, come ebbe a dire lo stesso Renzi qualche tempo fa”.

Innocenzi Consap