Una delegazione di questa Segreteria locale si è recata in data odierna dal Dirigente del 1° Reparto Mobile, Dott. Piero Brasola, per manifestargli le proprie perplessità in merito alle modalità attuate nel corso dello svolgimento delle prime due giornate formative per l’abilitazione all’uso dello spray urticante di tutto il personale del Reparto di Roma. Nello specifico gli è stata fatta notare l’inopportunità del fatto che personale della Polizia proveniente dalla Scuola dell’O.P. di Nettuno nella giornata di ieri abbia fatto entrare i colleghi partecipanti al corso in una stanza satura della sostanza in questione, con la scusa di fargli provare di persona gli effetti dello spray, professando in un primo momento la partecipazione alla prova solo su base volontaria, salvo poi, alla vista delle cospicue defezioni, spargere subdolamente il dubbio di possibili e non chiare future conseguenze a mezzo di trasmissione al Ministero della lista dei nominativi di coloro che si sono rifiutati di svolgerla. Cosa che oltretutto stride palesemente con quanto poco prima spiegato e dimostrato a mezzo slides del Ministero, in cui ben si documentavano gli effetti fastidiosi e potenzialmente dannosi di tale sostanza. Al Dirigente è stato anche fatto notare, come a nostro parere, ancor più grave è stato che tale prova si sia svolta senza la presenza nelle immediate vicinanze del medico di Reparto e di attrezzature di soccorso sanitario idonee (defibrillatore, maschere per l’ossigeno, ecc). Per la cronaca i colleghi che hanno provato l’esperienza ci hanno detto di non aver affatto gradito l’esperienza e fortuna ha voluto che non si sia manifestata alcuna delle complicazioni più serie che possono verificarsi dopo l’inalazione della sostanza, anche se in percentuali molto basse (fonte Ministero Interno – n.d.r.). Ci risulta che anche oggi siano continuate le pressioni, facendo chiedere da personale dirigenziale del 1° Reparto Mobile a chi aveva perso la grande opportunità di provare l’ebbrezza della “sniffata” dello spray al peperoncino, se volesse farlo nella seconda sessione che inizierà domani. Sembrerebbe che tale opera di convincimento abbia portato a qualche “ripensamento”. La richiesta formulata da questa O. S. al Comandante è che la prova della permanenza nella stanza satura di sostanza urticante sia tolta, o per lo meno venga fatta solo su base assolutamente volontaria, ben spiegando ai colleghi, come d’altronde fatto nella prima giornata della prima sessione, tutte le conseguenze e gli effetti del caso; il tutto dovrà, se proprio necessario, essere svolto alla presenza di personale medico, debitamente attrezzato, posizionato all’uscita della stanza. Gli è anche stato rappresentato che, a nostro parere, consequenziale a quanto sopra sarà che l’abilitazione all’uso di tale sostanza dovrà essere data solo sulla base della sussistenza della capacità nel saperlo erogare in modo corretto e non sulla capacità alla sua “sopportazione”. Siamo stufi dell’uso del personale come cavia umana: la nostra Amministrazione, dopo averci fatto respirare per anni in piazza e negli addestramenti il famigerato lacrimogeno CS, minimizzandone i suoi effetti, salvo poi scoprire a distanza di anni il suo altissimo grado di pericolosità, ora ci riprova con l’Oleoresin Capsicum.

