Armi, “idoneità psicofisica per le Forze di Polizia, il parere dell’uomo della strada”, brevi osservazioni del dr. Angelo Vicari

Idoneità psicofisica forze poliziaIn materia di certificato medico di idoneità psicofisica per ottenere licenza di armi, abbiamo voluto sentire l’illustre parere del dr. Angelo Vicari, Dirigente della Polizia di Stato a.r. studioso del diritto di polizia e della disciplina delle armi e articolista per “Rivista di Polizia”, “Armi e Tiro” e per i siti web http://www.earmi.it e http://www.ricercawor.com.

 

Ho accolto con piacere l’invito di Codesta Organizzazione Sindacale ad esprimere un parere, in qualità di “poliziotto”, anche se in quiescenza, sulla necessità di presentare il certificato medico di idoneità psicofisica, per ottenere licenze in materia di armi, anche da parte degli appartenenti alle Forze di polizia, alla stregua dei comuni cittadini.
Comunque, mi permetto di rappresentare le osservazioni che seguono non come “poliziotto”, ma come “uomo della strada”, cioè come soggetto che sperimenta in prima persona l’applicazione pratica di leggi , regolamenti e circolari, la cui opinione, purtroppo, viene presa in considerazione solo in campagna elettorale!….
Infatti, come studioso di diritto di polizia, in particolare della disciplina delle armi, mi sono già espresso sulla necessità ed individuazione di modalità di accertamento tali da permettere che le armi vengano detenute e portate solo da chi, verosimilmente, non possa abusarne; chi abbia voglia di approfondire la tematica può consultare i miei articoli su “Rivista di Polizia”, “Armi e Tiro” e nei siti www.earmi.it e www.ricercawor.com.
Quando all’uomo della strada, forse ancora un po’ troppo suddito, chiediamo se consideri opportuno che un appartenente alle Forze di polizia debba presentare il certificato di idoneità psicofisica per detenere o portare armi come privato cittadino, sono sicuro che risponderà, senza ombra di dubbio, che non è necessario. Alla richiesta del perché, farà osservare che tali soggetti portano quotidianamente armi da guerra per difendere la collettività, quindi è una assurdità richiedere la dimostrazione della loro idoneità anche quando si spogliano dei panni di poliziotti e indossano quelli di privati cittadini.
Dunque, se il semplice “uomo della strada” percepisce questa incongruenza/ assurdità, non si riesce a comprendere per quale motivo il Ministero dell’Interno continui a perseverare su tale obbligo (anche se con promesse di ripensamento!…), con una interpretazione letterale e restrittiva del Decreto del Ministero della Sanità del 1998, dimenticando che viola certamente la legge chi si attiene alla lettera e ne viola lo spirito.
Questa perseveranza fa nascere il sospetto che lo stesso Ministero non sia convinto delle modalità attraverso le quali garantisce il controllo psicofisico dei suoi dipendenti, in particolare nella vita privata.
Poliziotti, quindi, dalla doppia personalità, affidabili in servizio e non affidabili fuori, per cui vi è la necessità, anche per loro, del certificato medico per detenere o portare armi come privati?….
Peraltro, altra incongruenza si riscontra ove consideriamo che il certificato in argomento può essere rilasciato dal Medico della Polizia di Stato, il cui compito principale  è proprio quello di tenere sotto controllo l’idoneità psicofisica del personale.
Di fronte a tali contraddittorietà/incongruenze, l’uomo della strada osserva che, se il Ministero teme di non riuscire a tenere sotto controllo l’idoneità psicofisica dei propri dipendenti, sentendo la necessità di trincerarsi dietro un foglio di carta, come può pretendere di tenere sotto controllo l’idoneità dei privati cittadini detentori di armi?…..
Forse, una risposta a questo interrogativo ci sarà a breve (si fa per dire!..).
Con il prossimo Decreto del Ministero della Salute, di concerto con quello dell’Interno, saranno rivisti i requisiti minimi di idoneità per la detenzione ed il porto di armi, per cui l’uomo della strada potrà, finalmente, dormire sonni tranquilli, pur sapendo che il suo vicino di casa detiene armi e non saluta quando lo incontra!
Certo è che per arrivare a stabilire tali requisiti non è facile e, quindi, ci vogliono studi approfonditi. Lo dimostra la storia dell’ancora vigente Decreto del 1998, previsto dalla legge 89 del 1987, uscito nel 1991 e modificato per ben cinque volte.
Anche per il nuovo, emanando decreto, gli sudi sono approfonditi, considerato che doveva essere emanato entro 180 giorni dal 1 luglio 2011 (data di entrata in vigore del D.L.vo 204/2010) e sono passati solo più di 4 anni !….
Comunque, tale inosservanza dei termini non deve essere considerata negativamente, perché per la Pubblica Amministrazione vale il detto popolare “chi và piano và sano e và lontano, siccome i termini per quest’ultima, a differenza del cittadino, non sono mai “perentori”, ma “ordinatori, anche se stabiliti dalla legge!…..
Quindi, l’uomo della strada stia tranquillo perché il ritardo del Ministero della Salute, con l’indispensabile aiuto di quello dell’Interno, non è dovuto assolutamente a negligenza o dimenticanza, ma alla complessità dello studio della problematica di come far dimostrare al cittadino di dare affidamento di non abusare del vecchio fucile ad avancarica del nonno.
Forse, dunque, è meglio non disturbare i Ministeri interessati alla redazione del nuovo decreto.  In tanto studio corriamo il rischio di confonderli le idee: potrebbero stabilire che occorre anche il certificato di idoneità dello “psichiatra” per l’appartenente alle Forze di polizia e solo quello del “medico di famiglia” per il comune cittadino !…..

Nel frattempo, l’uomo della strada attende, come al solito, fiducioso.

dr. Angelo Vicari

dr. Angelo Vicari, Dirigente della Polizia di Stato a.r.

 

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