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SCUDO PENALE: palese contrasto con quanto previsto dal D. Lgs n. 81/08 e dubbi di legittimità costituzionale, il commento dell’Avvocato PALAMENGHI
SCUDO PENALE
Lo Studio Legale DE IURE,
condivide pienamente la ferma opposizione da parte della CONSAP alla recente posizione assunta dalla IV Commissione Permanente della Difesa del Senato. In particolare, nel Parere approvato dalla Commissione sul DDL S. 1766 – Senato della Repubblica 1.4.2.3.1. 4° Commissione permanente (Difesa) – Seduta n. 56 XVIII Legislatura (pom.) del 26/03/2020, si legge testualmente << esprimendo il massimo apprezzamento per lo sforzo straordinario che, nell’attuale situazione di emergenza, le strutture e il personale delle Forze Armate stanno sostenendo, a beneficio di tutta la popolazione, sia sul versante sanitario che sul versante della sicurezza, esprime, per quanto di competenza parere favorevole con le seguenti condizioni[..] e con le seguenti osservazioni:
– valuti il Governo, in conformità con quanto previsto in situazioni analoghe per le altre amministrazioni dello Stato, di garantire forme di tutela, in sede civile e penale, nei confronti dei responsabili delle strutture delle Forze Armate (compresa l’Arma dei Carabinieri), limitando la loro responsabilità qualora questi abbiano assolto agli obblighi di informazione del personale sui rischi di contaminazione da agenti virali, e gli ordini emanati siano conformi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie. Ebbene, in sostanza si chiede esplicitamente al Governo di introdurre una disposizione al Disegno di Legge, che disponga una immunità di natura penale, nei confronti dei Responsabili delle Forze Armate, limitando il loro compito ad una mero contributo informativo sui pericoli derivanti dagli agenti virali, e quindi, ritenendoli non responsabili, sia in sede penale che civile, in caso di mancata distribuzione dei dispositivi di protezione e prevenzione.
Certamente, in questo periodo così complicato per il nostro Paese, non abbiamo assolutamente bisogno di una norma di tale tenore; ciò di cui necessitiamo sono, al contrario, disposizioni che impongono ai Responsabili, tutte le azioni necessarie per garantire la massima sicurezza per coloro, che oggi, continuano il loro importante lavoro sul territorio.
Ma non solo!! Riconoscere una immunità penale, così come richiesto dalla Commissione Difesa del Senato, si pone in palese contrasto con quanto previsto dal Dlgs. n. 81/08, che prescrive la necessità di garantire condizioni di sicurezza ai lavoratori, e definisce all’art. 74, i Dispositivi di Protezione individuale come <<qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro>>. Riconoscere una tale esimente, significherebbe giustificare l’operato dei Dirigenti che, non fondano le loro decisioni sulla protezione e salvaguardia dell’integrità fisica degli Operanti di Polizia. Si pongono anche gravi dubbi di legittimità costituzionale, in quanto un disposto normativo, che limita di fatto una responsabilità dei Dirigenti, circa il necessario rispetto delle condizioni di sicurezza sul lavoro, si pone in palese contrasto con il diritto alla Salute, sancito dall’art. 32 della nostra Carta Costituzionale. Il legislatore nuovamente non riesce a comprendere, quali siano le decisioni di cui oggi la società necessita. E’ questa, quindi, la risposta che si vuole dare all’emergenza che stiamo vivendo, che ha già provocato numerose vittime nelle Forze di Polizia?? non è sufficiente ricordare il povero GUASTAMACCHIA, che ha dato la vita per la sicurezza del nostro Primo Ministro, se poi non si pongono in essere provvedimenti che impediscano, o quantomeno, riescano a limitare tali tragedie. La morte di un Servitore dello Stato dovrebbe, infatti, far riflettere la classe politica circa l’opportunità di investire maggiori risorse nei dispositivi di sicurezza, con assoluta urgenza. Lo stesso Istituto Superiore della Sanità, ha invocato la necessità << che tutti gli operatori coinvolti in ambito assistenziale siano opportunamente formati e aggiornati in merito ai rischi di esposizione professionale, alle misure di prevenzione e protezione disponibili, nonché alle caratteristiche del quadro clinico di COVID-19. In particolare è indispensabile l’impiego e il corretto utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) indicati a seconda del contesto di lavoro>>. Ebbene, naturalmente tale raccomandazione è valida per il personale medico sanitario e farmaceutico, per gli addetti ai supermercati e per gli appartenenti alle Forze di Polizia, i quali continuano incessantemente il loro servizio di prevenzione e repressione del crimine e di controllo del territorio, sia all’interno delle Questure e Commissariati, sia nelle nostre strade. E’, quindi, dovere dei Dirigenti preposti acquisire mascherine, guanti e gel igienizzante, da distribuire a tutti i Reparti, e garantire anche l’usa e getta delle protezioni stesse. Ma il riconoscere uno <<scudo penale>>, come richiesto dalla Commissione Difesa del Senato, di fatto esonera ingiustificatamente costoro dal loro obbligo. Se proprio si vuole intervenire in materia, bisognerebbe aggravare le responsabilità e le relative sanzioni, in tema di attuazione delle misure di sicurezza; questa sarebbe la risposta immediata che il Governo dovrebbe dare, in quanto la protezione dei lavoratori, per giunta in un periodo di pandemia come quello attuale, è il principio preminente a cui deve far riferimento nelle proprie azioni. Ed invece, oggi, ci sono molti operanti senza mascherine, guanti ed altri dispositivi di protezione e, certamente, azioni normative come quelle invocate dalla Commissione Permanente del Senato, si dirigono in un binario totalmente differente da quello auspicato, ed idoneo a giustificare tale grave carenza. La speranza è quella che il Parlamento non accolga la richiesta della Commissione Permanente del Senato, ed anzi ponga in atto tutte le azioni politiche necessarie per incentivare una distribuzione al personale delle Forze di Polizia, delle mascherine del modello FFP2 ( con filtro annesso) i guanti protettivi, ed ogni altro dispositivo di protezione necessario. Speriamo che oggi la classe politica riesca finalmente a comprendere quali siano le reali necessità del Paese ed a ridurre il divario con coloro che li hanno votati per rappresentarli in Parlamento.
#consapromanews
Più mascherine di protezione per i poliziotti, la CONSAP scrive al Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza
La CONSAP ha scritto al Dipartimento della P.S. chiedendo l’aggiornamento della Circolare della Direzione Centrale di Sanità alla luce dell’accresciuta emergenza su uso delle mascherine e l’ igienizzazione dei mezzi di servizio, nel nostro lavoro è insito il contatto – scrive la CONSAP – quindi mascherine ed igiene devono essere garantiti.
Il personale di Polizia operativo, per definizione ha contatti ravvicinati col cittadino (richiesta documenti, scambio informazioni, contatto fisico per perquisizione ecc.) pertanto diventa impensabile che la mascherina possa essere indossata solo se si prevede un assembramento o un contatto: il contatto e la vicinanza sono insiti nella professione.
Richiesta che rappresenta la preoccupazione espressa da colleghe e colleghi in tutta Italia siamo coscienti della difficoltà a livello mondiale nel reperire mascherine ma va tenuto conto che quello che si chiede alle Forze di Polizia è un impegno di rispetto delle direttive imposte dal Governo, ancora una volta e ancor di più rappresentiamo “il volto dello Stato” e in epoca di pandemia questo volto deve avere mascherina guanti e viaggiare su mezzi sanificati.
Qui in basso la lettera integrale a firma del Segretario Generale Nazionale Cesario BORTONE.
Il dramma continuo dei suicidi nelle Forze dell’Ordine, parla l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure

Nella foto l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure di ROMA in convenzione con la Segreteria Provinciale CONSAP
Lo Studio Legale DE IURE,
a seguito dell’ennesima tragedia di pochi giorni fa, quando un altro servitore dello Stato ha deciso per il gesto estremo, intende esprimere la propria vicinanza, anzitutto, alla famiglia del povero agente ed a tutti gli operatori di Pubblica Sicurezza, che quotidianamente con il loro lavoro sul territorio garantiscono la sicurezza di noi cittadini.
E tale contributo viene offerto rinunciando alle ore da dedicare alle proprie famiglie ed ai propri figli ed il tutto a fronte di un salario irrisorio!!.
L’Agente è quindi spinto solo dalla passione per il Corpo di Polizia, dall’amore per la divisa, dalla voglia di giustizia e soprattutto dal garantire a tutti noi una giornata sicura e serena.
Fare la scelta di diventare poliziotto oggi è una Missione… E’ sufficiente leggere i principali studi psichiatrici circa lo stress da lavoro, per notare come tale attività è al vertice tra le professioni che cagionano maggiore stress e soprattutto tali da generare gravi patologie fisiche. Purtroppo nell’ultimo anno sono in aumento le morti per malattie cardiache degli appartenenti alle Forze di Polizia. Per non parlare dei rischi che quotidianamente corrono coloro che garantiscono la sicurezza nelle strade.
Il famoso “Taser” più volte decantato come strumento messo a disposizione dalle Istituzioni, oggi ancora non è utilizzabile dall’Agente come arma di difesa.
I diversi Governi che si sono succeduti negli anni si ricordano del lavoro ingente dei Servitori dello Stato soltanto nel momento delle Elezioni, ma poi costantemente si dimenticano delle promesse fatte.
Si parla sempre di lotta alla criminalità organizzata, all’immigrazione clandestina, al fenomeno del femminicidio ma non si danno i strumenti giusti a coloro che combattono questi gravi derive sociali.
Ed è il Sindacato il solo che da sempre denuncia queste problematiche.
Dal 2019 i suicidi degli appartenenti alle Forze dell’Ordine sono in aumento, ed anche l’Osservatorio istituito dal Capo della Polizia non ha portato ai risultati sperati.
Si è da poco insediato un nuovo Governo, che nei suoi punti programmatici si è dimenticato delle gravi condizioni in cui vivono gli appartenenti alle Forze di Polizia.
Ora è davvero il momento di agire e basta con le belle parole!!
I professionisti di questo Studio, oltre a manifestare la loro vicinanza, si impegnano a segnalare in tutte le sedi opportune questi gravi episodi, e soprattutto, ad offrire la piena assistenza a coloro che intendono denunciare alle Istituzioni competenti, il grave malessere vissuto quotidianamente.
Il caso della sospensione dell’Agente della Polizia Stradale per “insulti” extracomunitario, il parere degli avvocati dello Studio Legale “De Iure” di Roma (…esercizio del costituzionale diritto di critica…)
Lo Studio Legale DE IURE,
in merito all’ingiustificata sospensione ed all’illogico provvedimento di sequestro del cellulare disposto dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di un Agente della Polizia di Stato, del Reparto della Stradale di Susa, reo di aver esercitato il diritto di critica costituzionalmente garantito nei confronti delle Istituzioni, tiene ad esprimere il proprio disappunto.
È innegabile il troppo caldo fa male !
I freni inibitori saltano, i comportamenti, alcune volte diventano stravaganti, e perfino il pensiero, anche fra i più lucidi, patisce rallentamenti.
A tale conclusione si giunge anche a seguito della stanchezza accumulata da un anno lavorativo sempre più esposto non solo nel mondo virtuale, nei diversi social network, ma anche nel modo reale.
Tali difficoltà si acuiscono, infatti, soprattutto quanto hai deciso di vestire una divisa e poni a rischio la tua vita per un bene comune, per un ordine pubblico precostituito e le risorse sono sempre di meno, le ore di attesa in un blindato sotto il sole, sono sempre di più, ed i turni restano infiniti, pur se con uno stipendio molto più breve della durata del mese.
Ebbene, se tale considerazione può ben essere ricondotta a tutte quelle donne e uomini che puntualmente vigilano sulla vita degli altri consociati, francamente non esiste alcuna circostanza che giustifichi alcune decisioni da parte dello Stato.
È vero a Roma manca l’acqua, ma non ancora la corrente. L’aria fresca nel palazzo che fù già del cardinal Chigi non è mai mancata sin dalla propria edificazione.
Negli scranni, ma soprattutto, all’apice degli stessi, il caldo non è ammesso.
Le fervidi menti che compongono il Legislatore non possono, ma soprattutto non devono, essere minimamente messi in crisi dalle difficoltà esterne.
Essi, del resto, devono congeniare soluzioni idonee al bene comune, alla sicurezza pubblica ed alla tutela dell’ordine precostituito cercando di rispettare e tutelare soprattutto gli ultimi.
Ecco quindi che un ambiente di lavoro confortevole, lontano dalla situazione climatica esterna, come in una bolla di cristallo, separa il Legislatore riparandolo con le proprie spesse porte, non solo dal caldo, ma anche da tutte quelle sfaccettature della realtà che con il caldo potrebbero distrarlo dai propri obiettivi, quali : il conto dei giorni mancanti per conseguire la pensione da parlamentare; mantenere in piedi un Parlamento non più espressione del popolo, ma soprattutto mantenere inalterato l’ennesimo Governo, ormai consunto fantoccio nelle mani di interessi distinti da quelli popolari.
Poco importa che l’Italia bruci non solo per il calore tanto nei boschi, quanto nelle periferie di tutte le città.
Poco importa che la situazione non sia solamente climatica, ma sociale.
E, soprattutto, poco importa che le strade siano divenute calde e pericolose non solo per le alte temperature, ma anche per il conflitto sociale innescato dalla convivenza forzata di chi in quelle città vive e lavora da sempre e chi, solo per passaggio, o perché transfugo per le tragedie vissute nelle propria terra d’origine, si trovano a convivere.
I primi, i cittadini, frustrati da cunei fiscali propri di paesi nord europei, ma con servizi propri dei paesi d’origine dei migranti, e quest’ultimi, incapaci di vedere la differenza fra la nostra civiltà ed il loro tradizionale stile di vita.
Tali differenze a volte, drammaticamente, entrano in contatto riempendo le pagine di cronaca nera, altre volte degradano in odio vigilante, altre ancora, le più sagge, diventano spunto per una critica politica. Critica, infatti, di tutte quelle istituzioni tristemente rappresentate da donne e uomini dediti, nei casi più scaltri, ai propri interessi, ma, in altri, i più miserevoli, tesi al pietismo incondizionato.
Piromani che soffiano su questi inneschi sociali con dichiarazioni e decisioni discutibili, ma come nel caso dell’Agente di Polizia di Susa, il quale nel video girato sull’autostrada del Frejus con ilarità, mai criticabili, attraverso i social, tende a denunciare la difficoltà delle Forze di Polizia a gestire il flusso oramai incontrollato migratorio e le discutibili scelte delle Alte cariche dello Stato nella tematica dell’immigrazione.
Dietro, infatti, alla condotta dell’agente riposa il costituzionale diritto di critica.
Diritto a pronunciare il proprio pensiero nei confronti anche degli esponenti pubblici disapprovando l’operato e le scelte delle Istituzioni pur difendendole sino allo stremo delle forze.
La Giurisprudenza al riguardo evidenzia che il diritto di critica politica è idoneo a legittimare l’attività di cronaca, senza farla sfociare nell’ambito dell’illecito, solo fino al punto in cui esso non trascenda in attacchi e aggressioni personali diretti a colpire la figura morale del soggetto “criticato”.
Ebbene, sottolineare che la conduzione di una bicicletta in autostrada da parte di un immigrato munito di cuffie sia l’archetipo degli “STRUMENTI DELLA BOLDRINI” costituisce nient’altro che l’amara costatazione da parte di un Servitore dello Stato del fallimento di tutti i principi sociali dettati dalla Carta Costituzionale, che vanno ad esempio dal Diritto all’Istruzione alla Dignità Personale, anche dei migranti.
Riprova della dedizione è stato il frapporsi con la propria macchina di servizio fra il traffico autostradale ed il migrante in bicicletta munito di cuffie per la musica.
La critica è stata ontologicamente diretta alla rappresentante di quella Istituzione nazionale incline più al pietismo che alle capacità politiche di condurre e governare la società.
Un rappresentante politico incapace di imparare dalle critiche di chi vive la realtà, ma molto esperto a far sanzionare chi solo prova a contraddirlo.
Del resto in un Parlamento illegittimo, il peso della vergogna che grava su tutta quella maggioranza schiava di obiettivi personalissimi frena le mani, blocca i pensieri ed inibisce perfino la possibilità di esprimere un opinione contraria alla dittatura del pensiero comune.
I mezzi offerti dall’Istituzione di cui il Presidente della Camera, l’Onorevole Boldrini, è oggetto di critica nel filmato che ha ingenerato lo scandalo possono essere così riassunti.
La mancanza di assistenti sociali che insegnino ai migranti facenti richiesta le regole basilari dello Stato: dallo stare nella civiltà, al semplice camminare per strada.
Personale che insegni la Storia di questo Paese e le proprie tradizioni regole e leggi, affinché le vittime richiedenti Asilo possano consapevolmente far parte della collettività, comprendendo non solo i propri diritti, ma principalmente i doveri verso le Istituzioni.
IL VIDEO DELL’AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE SUSA
STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors
Via del Casale Strozzi, 31 – ROMA (Piazzale Clodio)
Sito Web
http://www.ppcounselors.it/
Video anti Boldrini, CONSAP: troppo astio contro i poliziotti, spropositato il provvedimento di sospensione (Stampa – Agenparl)
(AGENPARL) – Roma, 24 lug 2017 – “Siamo seriamente preoccupati per il crescendo di segnali che vanno in danno dei poliziotti”; così si pronuncia la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, in merito al video nel quale un poliziotto della Polizia Stradale immediatamente sospeso, sottolinea le difficoltà operative derivanti da immigrati irresponsabili e criminali che mettono a repentaglio la loro vita e quella degli altri girando su una bici Graziella in autostrada in pieno esodo estivo. Tutto questo in un periodo in cui l’impegno. Abnegazione e il sacrificio sono al massimo livello e richiedono una particolare attenzione da tutto il personale della polizia stradale considerando che episodi di questo tipo si susseguono su tutte le arterie più importanti del paese.
Siamo al cospetto di una classe politica, che pur cosciente di aver fallito clamorosamente in tema di controllo dei migranti, da una parte non fa nulla per rimediare e dall’altra si spertica in dichiarazioni a favore dell’invasione straniera che sono sconfessate totalmente dalla realtà dei fatti.
“Anziché sospendere il collega cosi repentinamente – afferma Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – si sospendano immediatamente gli sbarchi mettendo un punto allo status quo e si inizi finalmente a governare un fenomeno che, non lo diciamo noi, ma la prima carica dello Stato e non certo la terza, è totalmente fuori controllo”. “Il pericolo in Italia non è certamente l’ilarità social di un poliziotto, bensì l’invasione incontrollata a cui stiamo assistendo, la cui consistenza numerica ormai ha superato di gran lunga quella dei nostri operatori in divisa”.
Volendo potremmo emendare il collega solo perché non ha saputo tener conto che la vetrina mediatica dei social è ormai paragonabile in tutto e per tutto ad un organo d’informazione e che il partito dell’antipolizia è sempre in agguato ma le sue esternazioni ricalcano le stesse frasi che ci rivolgono i cittadini, un pensiero che accomuna una percentuale sempre crescente di italiani esasperati da questa occupazione senza regole e senza rispetto per le persone e per la legge italiana.
E’ finito il tempo per i politici di nascondere la testa sotto la sabbia ma prendano atto che la misura è colma.
“Resta l’amarezza di essere ormai stabilmente sotto una gogna, finiamo sempre polverizzati come poliziotti per ogni cosa che facciamo al punto che non ci stupiremmo se dovessimo finire tutti sospesi – prosegue Spagnoli – eventualità che quasi siamo ad auspicare chiedendoci per primi noi chi scorterà o accompagnerà fare la spesa i nostri parlamentari.
“In prima linea senza tutele, trattati da torturatori e con la spada di damocle del rischio del procedimento disciplinare con danni professionali ed economici, mentre chi prova ad ucciderci viene rilasciato dopo due giorni. Un clima che ci porta a non escludere, come sindacato – conclude Spagnoli – l’organizzazione di iniziative di protesta eclatanti a tutela della dignità e della professionalità di tutte le Forze di Polizia italiane che sono dichiaratamente le migliori d’Europa”.
ARTICOLO PUBBLICATO AGENPARL
Riordino delle carriere: “questo riordino non è per i poliziotti !! “
Ormai, dopo aver visionato il decreto legislativo approvato dal governo, dobbiamo prendere atto che l’amministrazione, nonostante le rassicurazioni fornite, non ha invece assolutamente recepito alcune nostre richieste di modifica del progetto di riordino che ci aveva presentato.
Ora, coloro che hanno articolato questa proposta, devono assumersi le responsabilita’ per intero dell’insoddisfazione degli uomini e delle donne della Polizia di Stato mortificati per l’ennesima volta nelle loro legittime aspettative e conseguentemente devono assumersi le responsabilita’ del personale insoddisfatto che si ripercuoteranno inevitabilmente sul servizio e quindi sulla sicurezza dei cittadini.
Dobbiamo dire la verita’, ci avevamo creduto nella possibilita’ di ottenere un buon riordino: c’erano le risorse e le condizioni per farlo! E ci avevamo creduto non per ingenuita’ma perche’ eravamo certi che il buon senso di chi rappresentava l’amministrazione avrebbe consentito di raggiungere un buon risultato.
Purtroppo ci siamo sbagliati: i burocrati dell’amministrazione non hanno saputo cogliere l’occasione per tutelare il personale della Polizia di Stato sfruttando quest’ ultima spiaggia ma anzi si sono piegati ai diktat delle altre forze di polizia.
Evidentemente il buon senso su cui confidavamo ce l’hanno, ma solo per le proprie carriere e cosi’, dopo ben 17 anni di errori commessi dall’amministrazione, ancora una volta questi illustri burocrati hanno abbandonato i loro uomini mentre la nave naufragava.
Deve anche esser chiaro che in questo riordino le organizzazioni sindacali non avevano nessun potere di veto con l’amministrazione, ma solo di carattere consultivo.
Ora non ci rimane che lottare per far apportare le indispensabili modifiche e lo faremo attraverso la politica nei prossimi mesi, durante l’iter parlamentare del decreto legislativo, approvato ieri dal governo.
Non lasceremo nulla di intentato perche’ questo riordino deve essere per i poliziotti e fara’ la differenza sull’efficienza della Polizia di Stato!
Polizia, riordino delle carriere e lavori in corso, non finisce qui…
Si è tenuta, nei giorni scorsi, la nuova riunione sul riordino delle carriere con la delegazione guidata dal Vice Capo per il Coordinamento Prefetto Matteo Piantedosi, durante la quale sono state affrontate le problematiche evidenziate nella scorsa riunione.
In via preliminare, il Prefetto Piantedosi, ha sottolineato che è stato predisposto il DPCM relativo alle risorse stanziate per il riordino (nelle quali si annoverano anche i 480 milioni per la stabilizzazione, a partire dall’entrata in vigore del riordino, del bonus di 80 euro che solo per il 2017 sarà erogato ancora come bonus di 80 euro netti, con le stesse modalità dello scorso anno) che restano confermate nella misura già comunicata precedentemente (1070 milioni per i 2017 e 997 milioni a regime dal 1 gennaio 2018) e di queste, 871 milioni a regime, saranno assorbite per il riordino.
La somma residua, che comporterà un aumento medio che va dai 70 ai 90 euro mensili procapite, sarà utilizzata per la defiscalizzazione o decontribuzione in modo da distribuire gli 80 euro netti a tutte le qualifiche partendo dalla valorizzazione dei redditi più bassi e quindi dalla qualifica di agente.
In merito le OO.SS. del cartello hanno sottolineato come il raggiungimento di almeno 80 euro netti all’agente sia un obiettivo imprescindibile se non pregiudiziale.
Il Prefetto Piantedosi in tal senso sottolineava l’impegno dell’Amministrazione a dare attuazione a tale obiettivo rimarcando che le possibilità di riuscita sono altissime per non dire certe.
Rispetto invece al processo di dirigenzializzazione e contrattualizzazione che porterà alla creazione della nuova area a vocazione dirigenziale, il Vice Capo rappresentava che a fronte di 191 milioni complessivi (somma che non viene detratta da quelle evidenziate sopra e destinate a tutto il personale non direttivo e non dirigente, il riordino comporterà una spesa complessiva di 59 milioni di euro di cui 22 per le Forze di Polizia e 37 per le Forze Armate.
L’onere complessivo per la sola Polizia di Stato è di 6,7 milioni di euro.
È stato specificato che attraverso il processo di defiscalizzazione o decontribuzione, che porterà alla stabilizzazione degli 80 euro (questo significa che a differenza del bonus che non produce effetti sulla previdenza e sulla buonuscita, con la stabilizzazione ci saranno benefici anche sulla pensione e sulla buonuscita) e la riparametrazione, senza contare le opportunità di progressione in carriera, l’obiettivo che il riordino porterà a compimento sarà quello di dare almeno 80 euro netti all’agente.
A questo, ovviamente, si aggiungeranno i benefici che ne deriveranno dal rinnovo del contratto di lavoro che, come previsto dall’Accordo sottoscritto il 30 novembre 2016 tra governo e parti sociali, prevede un aumento medio a regime lordo mensile per tutto il pubblico impiego di almeno 85 euro.
Ma non finisce qui.
In relazione alle osservazioni che le OO.SS. del cartello hanno presentato nella scorso riunione, il Prefetto Piantedosi ha confermato che nella bozza precedentemente presentata, verranno fatte le seguenti modifiche o integrazioni e verranno eliminate le cose che di seguito si elencano che impedivano una condivisione dell’impianto presentato:
PARTI ELIMINATE:
– 40 anni come limite per i concorsi interni;
– qualifica speciale che sarà sostituita con la denominazione di “coordinatore” (assistente capo coordinatore – sovrintendente capo coordinatore – sostituto commissario coordinatore);
– l’attribuzione della qualifica di UPG agli assistenti capo coordinatori in caso di assenza di ufficiali di P.G. a discrezione del dirigente;
– la previsione del mancato pagamento dell’indennità di missione in caso di trasferimenti di autorità per chiusura o accorpamento, anche temporaneo, di uffici quando il trasferimento è nel raggio di 50 Km.
INTEGRAZIONI E/O MODIFICHE:
– È stata prevista la garanzia per sempre e non solo nella fase transitoria, della sede agli assistenti capo che, facendo domanda e previa frequenza del corso, anche con modalità e-learning diventano vice sovrintendenti nel limite della dotazione organica del ruolo dei sovrintendenti che viene fissata in 24 mila unità nel limite del 70% dei posti disponibili. Il restante 30% sarà riservato agli agenti, agenti scelti e assistenti che, hanno almeno 4 anni di effettivo servizio e che supereranno un concorso espletato con modalità telematiche, per titoli ed esami frequentando un corso della durata non superiore ai 3 mesi. Questo significa, in sostanza, che pur non avendo potuto fare l’unificazione nominale dei ruoli agenti, assistenti e sovrintendenti, è stata comunque garantita l’unificazione della carriera con la garanzia della sede;
– è stato previsto, nella fase transitoria, che tutti gli attuali sovrintendenti, attraverso una selezione per soli titoli e con garanzia della sede, assumeranno, secondo l’ordine di anzianità, la qualifica di vice ispettore. Questo significa che tutti i colleghi sovrintendenti, a partire dal 15°, 16° e 17° corso, potranno accedere al ruolo degli ispettori per soli titoli, in modo da dare risposta alle rivendicazioni che gli attuali sovrintendenti hanno avanzato, anche in funzione delle modalità con cui la nuova qualifica di vice sovrintendente si assumerà per effetto del riordino.
– In ultimo, sempre rispetto alle richieste delle OO.SS. del cartello, l’Amministrazione ha confermato che al nuovo ruolo direttivo, al quale si accederà esclusivamente dall’interno, e che prevede una dotazione organica di 1800 unità che potrebbero ancora essere suscettibili di aumento, nella fase transitoria accederanno, con una selezione per soli titoli, tutti i sostituti commissari che erano già del ruolo ispettori alla data del 31 agosto 1995. Su questo punto le OO.SS. del cartello hanno sottolineato come sia comunque indispensabile, sempre nella fase transitoria, prevedere l’accesso anche dei restanti 2500 circa sostituti commissari attraverso modalità di selezione agevolate (ad esempio per titoli e prova orale) in modo da garantire anche a questi ultimi la possibilità di poter accedere mano a mano che si creano le vacanze, nel nuovo ruolo direttivo. In merito è stato richiesto che la selezione riguardante gli ispettori anti riforma possa prevedere anche un inquadramento in sovrannumero riassorbibile nella fase transitoria.
Oltre a questi punti già chiariti sono rimasti ancora sul tavolo le seguenti questioni:
– Applicazione delle stesse procedure previste per il ruolo ordinario anche per il personale dei ruoli tecnico, tecnico-scientifico, sanitario e della banda musicale. Per questi ultimi due ruoli è stato sottolineato come sia importante trovare una soluzione per tutte quelle qualifiche per le quali è richiesta la laurea specialistica o breve e che allo stato attuale non trovano collocazione nei corrispondenti ruoli direttivi o dirigenziali come quelli del ruolo ordinario;
– inglobamento nella nuova area a vocazione dirigenziale anche del commissari capo dell’attuale ruolo direttivo considerato i titoli richiesti per l’accesso, le modalità concorsuali e i percorsi formativi che devono essere superati per l’immissione in ruolo;
– per ultimo, è stata richiesta all’Amministrazione una valutazione sulla retribuzione media di amministrazione che si verrebbe a configurare con il nuovo assetto delle carriere, e di compararla con le altre amministrazioni del comparto al fine di verificare se ci potrebbero essere disallineamenti che comporterebbero perdita di risorse nell’ambito delle procedure di ripartizione dei fondi per il rinnovo dei contratti che verranno affrontate nel corso della prossima riunione che si terrà lunedì 20 febbraio p.v. alle ore 16.00.
Cari colleghi, questo è lo stato del confronto sul riordino delle carriere che fa evidenziare, rispetto a chi sosteneva che non c’erano le condizioni per poterlo fare o le necessarie risorse per poterlo attuare, il frutto del duro e costante lavoro che il cartello ha portato avanti e che oggi sicuramente traccia una svolta importante sia per il recupero del valore d’acquisto delle nostre retribuzioni, sia di una nuova architettura delle carriere che finalmente, oltre ad accorciare i tempi di permanenza in ogni qualifica per tutelare al meglio la nostra pensione, da risposta alle tante e legittime aspettative di crescita professionale ed economica garantendo, nel contempo, una migliore e più moderna funzionalità alla macchina della sicurezza.
Resta ancora da sciogliere il nodo relativo ai concorsi da ispettore espletati con la normativa vigente che hanno conseguito la laurea triennale rispetto a come valutare il loro percorso e l’anzianità già maturata in relazione a chi accederà alla qualifica iniziale del ruolo ispettori con le modalità semplificate previste dal riordino.
Altra questione che sarà affrontata lunedì riguarda la possibilità di ridurre gli anni per l’acquisizione della qualifica di sostituto commissario, rispetto agli otto attualmente indicati nella bozza di riordino, quantomeno nella fase transitoria; così come è stato chiesto all’Amministrazione di valutare la nostra richiesta, anche in funzione del principio di equiordinazione relativamente alle altre forze di Polizia, in merito all’attribuzione dell’emolumento “una tantum” alle qualifiche apicali al posto del quale è stato richiesto di valutare la possibilità di accorciare gli anni attualmente previsti nella bozza per poter acquisire la qualifica apicale.
A tutti i gufi e a quanti hanno cercato e cercano ancora in modo disperato di frenare questo processo o di farlo naufragare, le OO.SS. del cartello rispondono: … e non finisce qui!!!
Poliziotto = 1 euro al mese, Immigrato = 35 euro al giorno, la Consap denuncia l’incredibile caso di un agente dell’Ispettorato di Palazzo Chigi, Il Giornale d’Italia

Poliziotto = 1 euro al mese, Immigrato = 35 euro al giorno, la Consap denuncia l’incredibile caso di un agente dell’Ispettorato di Palazzo Chigi
( Il Giornale d’Italia). I poliziotti di Alfano costretti a chiedere l’elemosina ai migranti. Potrebbe sembrare un paradosso ma si tratta invece della “cartina al tornasole” di quanta poca considerazione godano le Forze di Polizia del governo Renzi. E la denuncia, l’ennesima e tutte finora inascoltate per il settore, arriva dalla Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, che rende nota l’incredibile vessazione subita da un poliziotto in forza all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza di Palazzo Chigi, a Roma.
La controprova alla quale fa riferimento la Consap, il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, è rappresentata da uno statino paga del NoiPa (il sistema che eroga gli stipendi nella Pubblica Amministrazione) che per il mese di aprile ha destinato ad un poliziotto ben… 1 euro di stipendio.
Il tutto per degli errori di contabilizzazione, avendo il poliziotto ricevuto qualcosa in più nei mesi passati; la qualcosa il diretto interessato aveva subito fatto notare, chiedendo poi di poter restituire i soldi un tanto al mese, secondo logica ma anche secondo legge, visto che a nessun lavoratore può essere corrisposta una paga inferiore alla soglia di sopravvivenza. E invece no: per il poliziotto di Alfano-Renzi anche la paga mensile di 1 euro può andar bene.
“Me lo vedo già il malcapitato collega 52enne, che confronta sconsolatamente la sua miserrima busta paga mettendola a confronto i 35 euro al giorno che lo Stato elargisce ad un qualsiasi migrante – denuncia ironicamente Giorgio Innocenzi segretario generale nazionale della Consap – ma purtroppo in questa circostanza c’è molto poco da ridere, visto che con questo euro il collega dovrà mantenere per un mese la moglie e tre figli, mentre ha già dovuto cancellare il pranzo per la comunione di uno dei suoi bambini previsto per il mese di maggio. In questo caso poi i vertici della nostra Amministrazione non potranno neanche accampare la solita cantilena “sono cose che succedono, provvederemo” visto che il Ministero dell’Interno era stato informato dallo stesso collega, che aveva chiesto una rielaborazione del debito accumulato per una tardiva comunicazione dei redditi, del possibile verificarsi di questa situazione; ma né lui né la Consap, che con una lettera del 31 marzo aveva sollecitato all’attenzione dell’Ufficio Rapporti Sindacali del Viminale, sono state degnate di attenzione da una macchina burocratica fatta di funzionari lautamente stipendiati che non trovano il tempo neppure per segnalare una situazione grave come questa”.
“I poliziotti per questo Governo e per questo Ministro evidentemente sono un peso: nessun segnale sul fronte del rinnovo del contratto; ci si propone una bozza sulla legge delega per il riordino delle carriere inaccettabile ed ora anche gli stipendi ad un euro; quando nelle passerelle di certi personaggi si blandisce la sicurezza come una priorità del Paese, bisognerebbe anche ricordare che la sicurezza si fa motivando professionalmente chi serve lo Stato con indosso una divisa”, chiosa Giorgio Innocenzi.
Omicidio Stradale, il Governo deve fare di più per pubblicizzare i rischi, lo dice il sindacato di polizia Consap
La Polizia mette in guardia per le nuove norme sull’omicidio stradale, lo afferma la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia che plaude alla nuova legge ma sottolinea anche come la mancata previsione di specifiche di legge attenuative a carico di chi non è mai incorso in infrazioni possa rovinare totalmente la vita anche di chi commetta, per la prima volta, un atto omissivo alla guida.
“E’ di tutta evidenza che in questa azione di Governo, per prevenire i comportamenti criminali alla guida, sia comunque mancata un’adeguata pubblicità circa i rischi che si possono correre. L’introduzione di questo reato, l’omicidio stradale, ha dovuto superare molte resistenze in quanto viene ritenuto un “delitto borghese” ossia che può capitare a chiunque, ma da oggi si può pagare anche con fino a 18 anni di galera e la conseguente revoca per anni del titolo di guida – afferma Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – non vengono infatti operate distinzioni fra condotte di guida criminali e occasionali atti omissivi che possano determinare vittime o lesioni gravi e gravissime.
Anche in un recente incontro al Dipartimento della Pubblica Sicurezza per chiarire tutti gli aspetti della nuova normativa l’Amministrazione ha scelto come titolo dell’incontro “Sicurezza Stradale: ora non si scherza più!” ecco, crediamo, che questo slogan debba essere idealmente scritto a carattere cubitali.
La Consap mette in guardia i cittadini automobilisti ma anche le Forze di Polizia, che adesso rischiano la galera nel caso in cui anche a sirena accesa “brucino” un semaforo rosso o superino la linea di mezzeria continua provocando delle vittime e con il carcere con ripercussioni pesantissime sull’attività professionale. Ecco l’auspicio e che su queste fattispecie – conclude Spagnoli – si possa fare di più prevedendo correttivi di legge che possano contemperare la rapidità dell’intervento garantito dalle Forze dell’Ordine con il rischio, per quest’ultime, di incorrere nel reato di omicidio stradale, quindi nessuna esenzione da responsabilità ma si faccia in modo che il soccorso verso gli altri non possa determinare un così alto rischio professionale. Tematica questa che la Consap ha già sollevato all’attenzione del Ministro dell’Interno nell’incontro con i sindacati della polizia.
I Codici Commentati, Codice delle Armi e degli Esplosivi 2016 “La Tribuna”, offerta esclusiva per gli iscritti alla CONSAP, spedizione gratuita
La casa editrice “La Tribuna” ha riservato un’ offerta esclusiva per tutti gli iscritti alla CONSAP in regola con il tesseramento per l’anno in corso, il Codice delle Armi e degli Esplosivi, scritto dal dr. Edoardo Mori e giunto alla sua 11° edizione, ad un prezzo davvero speciale da 40 euro (prezzo di copertina) a 26 euro (prezzo riservato al sindacato CONSAP). L’offerta è valida fino al 15 maggio 2016 e fino ad esaurimento scorte.
Il libro è fondamentale per tutti gli operatori delle Forze di Polizia che devono applicare norme amministrative o penali in materia di armi.
Ogni interessato a ricevere il volume deve:
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Il pagamento a mezzo bonifico dopo il ricevimento della merce (30 gg di tempo data fattura).
La spedizione è gratuita !
Le prenotazioni dovranno essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: f.rocca@latribuna.it
Il sindacato CONSAP e la Casa Editrice “La Tribuna” hanno facoltà di verificare, per le prenotazioni, l’effettiva e veritiera adesione al sindacato che ha sottoscritto l’offerta.
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Il commento del dr. Edoardo Mori alla nuova edizione:
Il mio Codice delle Armi non è solo una raccolta di leggi ma è anche una enciclopedia del diritto delle armi. Nel volume di ben 1370 pagine, 555 pagine contengono tutte le norme di legge e le circolari in materia di armi, munizioni, esplosivi, artifici, mentre 823 pagine espongono, in oltre 150 capitoli separati come in una enciclopedia, tutti gli argomenti che possono interessare l’armiere o il cittadino per risolvere un problema e capire le norme intricate e confuse che regolano la materia. Ogni capitolo riporta tutta la giurisprudenza del passato ancora valida. Un ampio indice analitico aiuta a ricercare rapidamente ogni argomento. Alcuni capitoli forniscono chiare indicazioni tecniche sulle armi e le munizioni e la loro nomenclatura.
Ho creato quest’opera perché all’inizio della mia professione, oltre quarant’anni orsono, mi ero accorto che ben pochi capivano qualche cosa di diritto delle armi e che tutti i libri erano basati sulle sentenza della cassazione che, per suo compito, si è occupata esclusivamente nell’aspetto penale, mentre invece il diritto delle armi è basato su norme di diritto amministrativo. Inoltre i pochi testi in circolazione erano scritti da giuristi che le armi le conoscevano solo per sentito dire; fu così che dovetti farmi anche una cultura sulle armi, la balistica, gli esplosivi.
L’opera si distingue da tutte le altre perché è l’unica che ha potuto utilizzare lo sterminato numero di quesiti concreti e particolari che mi sono stati posti nel corso di decenni, costringendomi ad approfondire all’estremo ogni argomento, ben oltre i pochi casi tipici che si ritrovano nelle sentenze dei giudici.
Avendo trattato tutti gli aspetti amministrativi, il libro è fondamentale per tutti gli operatori delle Forze di Polizia che devono applicare norme amministrative o penali in materia di armi in cui il supporto da parte delle autorità centrali è veramente scarso e spesso privo di una visione globale dei problemi e dell’evoluzione della giurisprudenza.
A partire dal Testo Unico di P.S. del 1931 le leggi sulle armi sono state in continua evoluzione. Nel 1967 sono state regolate le armi da guerra e sono state aumentate notevolmente le pene, nel 1975 con la legge 110 è stato scritto un testo che cercava di regolare l’intero settore delle armi, ma con infinite difficoltà in interpretative, spesso dovuta al fatto che gli operatori non volevano comprendere che le emozioni del passato erano ormai superate e abbandonate. Dal 1991 ulteriori novità venivano portate dalle direttive europee che superavano e sostituivano molte delle ‘: quando bisogna conoscere ed applicare oltre 150 provvedimenti normativi, non è davvero facile orientarsi per l’operatore ed il cittadino.
Reparto Mobile Roma, impiego del personale in Ordine Pubblico, quando si vuole vincere facile…
Nello scorso fine settimana al 1° Reparto Mobile di Roma, come consuetudine ed in barba ai dettami dell’A.N.Q., la stragrande maggioranza dei colleghi che, sulla base di quanto previsto dalla loro turnazione avrebbero dovuto riposare, è stata invece impiegata in servizi di o.p. per le “imponenti” manifestazioni ed il “tutto esaurito” registrato allo Stadio Olimpico che hanno paralizzato la capitale sabato e domenica passati.
Non vi siete accorti di nulla? Pensate che abbiamo avuto delle visioni? Che alla tanto temuta manifestazione di sabato, in cui il solo Reparto di Roma ha visto impiegati 230 suoi operatori, c’erano a malapena 500 tranquillissimi manifestanti, che le curve dello stadio Olimpico di Roma fossero come al solito deserte ed il resto dei settori mezzo vuoti con la presenza di poco più di 200 tifosi ospiti?
Alla nostra O.S., che già da tempo segnala nelle sedi competenti tali esagerati dispieghi di forza, è stato risposto dal Questore di essere troppo ottimisti perché non teniamo conto di quanto in realtà potrebbe accadere, contrariamente al suo Gabinetto che, peggio di Nostradamus, sono ormai mesi che immagina eventi apocalittici popolati da manifestanti bellicosi, ultras scatenati ed invasati pellegrini che avrebbero dovuto mettere a fuoco e fiamme la nostra città.
E non ci si venga poi a dire che l’emergenza terrorismo islamico, in cui si potrebbero dover fronteggiare potenziali terroristi armati di kalashnikov e cinture esplosive, debba essere arginata dai Reparti Mobili, che hanno come armamento individuale pistola beretta mod. 92 con singolo caricatore da 15 colpi ed a bordo del automezzo di servizio un solo M12 con singolo caricatore da 32 colpi e 2 giubbotti antiproiettile per tutti.
La cautela a noi sta anche bene (anche se poi a forza di gridare al lupo, al lupo…) ma sta ugualmente a cuore il rispetto dell’A.N.Q. e del sacrosanto diritto al riposo settimanale per gli operatori di Polizia, cosa che purtroppo, soprattutto al 1° Reparto Mobile di Roma, ormai da tempo non avviene più.
Si è arrivati ad un esorbitante accumulo di recuperi riposo da fruire da parte dei colleghi come non si vedeva da anni, e tutto ciò, oltre ad andare a discapito della loro vita privata e delle loro famiglie, implica il raggiungimento di un livello di stress da lavoro molto alto e quindi sconsigliato per chi tutti i giorni deve lavorare a stretto contatto con gente che, a volte, anche giustamente, risulta essere molto “incazzata”.
Quindi, se è proprio impossibile prevedere da parte dei nostri Uffici investigativi quando il rischio di turbative all’o.p. sia veramente concreto, e si preferisce vincere facile, comandando più “celerini” che manifestanti, ci permettiamo di consigliare alla nostra Questura ed al nostro Ufficio O.P. del Ministero, se non sono in previsione aumenti di organico al 1° Reparto Mobile, di aggregare su Roma una consistente aliquota fissa di personale dagli altri Reparti Mobili d’Italia, utilizzando al tempo stesso in maniera più consistente le altre forze di Polizia (Carabinieri, Finanzieri, ecc.) perché la soluzione al problema della sistematica mancata fruizione dei riposi settimanali, che affligge in particolar modo il personale del 1° Reparto Mobile, non può essere ulteriormente rimandata, ne tantomeno giustificata con la scusante delle particolari esigenze che la gestione dell’ordine pubblico su Roma comporta.
Basta quindi ai tagli sistematici dei riposi settimanali ed ai servizi monoturno, per questa O.S. il tempo delle deroghe ai diritti dei lavoratori è terminato, non esistono solo doveri ma anche diritti.
Leggi il Comunicato
Conferenza Romana per la Sicurezza del Giubileo della Misericordia, allarme terrorismo livello 2 per l’Italia, partecipazione CONSAP Roma
Nella mattina di ieri, 20 novembre 2015, la Segreteria Provinciale di Roma della CONSAP, rappresentata dal Segretario Generale Aggiunto Gianluca Guerrisi ha partecipato alla programmata Conferenza Romana per la Sicurezza del Giubileo della Misericordia presso la Scuola Superiore di Polizia.
Per l’anno giubilare è stata varata, come previsto, un’ordinanza di servizio in materia di ordine e sicurezza pubblica che definisce il modello organizzativo di prevenzione e vigilanza, condiviso con rappresentanti delle Forze di Polizia e partner internazionali delle Ambasciate.
Interventi del Questore di Roma dr. Nicolò D’Angelo, del Vicario del Questore dr. Luigi De Angelis, del Capo di Gabinetto del Questore dr. Roberto Massucci, del Dirigente della Digos dr. Mauro Fabozzi, della Comunità Internazionale di Polizia, del Capo di Gabinetto del Prefetto di Roma dr. Stefano Gambacurta, del Direttore Ufficio Ordine Pubblico dr. Armando Forgione e le conclusioni del Prefetto di Roma dr. Franco Gabrielli.
Sono state illustrate e commentate tutte le attività che saranno operative per l’evento giubilare prossimo, dai servizi delle divisioni della Questura di Roma che si estrinsecano in Digos ( per le attività informative e antiterrorismo ), Squadra Mobile ( attività di Polizia Giudiziaria e monitoraggio ambienti criminalità organizzata), U.P.G.S.P. ( piano coordinato di controllo del territorio, videosorveglianza cittadina e sicurezza trasporti ), Divisione Anticrimine ( misure di prevenzione patrimoniali e personali ), Divisione Polizia Amministrativa ( cabina di regia per controlli ad esercizi pubblici e ricettivi, in particolare a bed and breakfast ), Divisione Personale ( gestione e accoglienza delle risorse assegnate ), Ufficio Servizi Tecnico-Logistici ( supporto logistico al personale della Polizia di Stato), Ufficio Sanitario ( assistenza sanitaria e psicologica al personale operante ), Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica ( supporto specialistico ai servizi di ordine e sicurezza pubblica ).
Per i concorsi speciali e specialistici gli Uffici dell’Ispettorato di P.S. Vaticano, Polizia Stradale, Polizia Ferroviaria, Polizia di Frontiera Aerea e Marittima, Polizia Postale, Reparto Mobile, Reparto Prevenzione Crimine Lazio, Artificieri, Tiratori Scelti e Unità Cinofile.
Pattuglie appiedate, motomontate, ippomontate e uffici mobili di Polizia.
Obiettivi sensibili vigilati 1488, in forma fissa 177, in forma dinamica 185, in forma generica radiocollegata 1311. Forze Armate Impiegate: Esercito Italiano 1405, Polizia di Stato 65, Guardia di Finanza 20, Carabinieri 170.
Controlli intensificati per la Basilica di San Pietro, Basilica di San Giovanni, percorsi turistici a mete di alta affluenza turistica.
Le attività di potenziamento e intensificazione, dalle misure preventive, controllo territorio e servizi di polizia giudiziaria, servizi di vigilanza e quelli di ordine pubblico, attività preventiva alle frontiere e la cooperazione internazionale, controllo e coordinamento spazio aereo, piani antiterrorismo e gestioni crisi, concorso forze armate per la vigilanza obiettivi sensibili.
Rafforzamento dispositivi di protezione secondo la valutazione del rischio ( scorte, impiego reparti speciali, servizi e staffette di viabilità ).
Un capillare raccordo operativo, affidato alle competenze del Prefetto, che prevedono la comunicazione istituzionale durante il Giubileo e attivare il concorso delle organizzazioni di volontariato di protezione civile d’intesa con la Regione Lazio, con particolare attenzione ai trasporti e mobilità, sanità, telecomunicazioni e raccordo con le Autorità Vaticane.
Le attività del Decision Making che vedono i poteri decisionali attribuiti al Prefetto, al Questore e al consulto del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica.
Le conclusioni dei vertici della Prefettura e Questura capitolina hanno sottolineato che l’Italia è stata classificata in allerta livello 2, livello che precede lo scenario operativo, con intervento delle truppe altamente specializzate di contrasto azione terroristica, con Roma e Milano obiettivi ad alto rischio.
Notizie sul Giubileo:
(Fonte Wikipedia)
Il Giubileo straordinario della misericordia è stato indetto da papa Francesco per mezzo della bolla pontificia Misericordiae Vultus. Precedentemente annunciato dallo stesso pontefice il 13 marzo 2015, avrà inizio l’8 dicembre 2015 per concludersi il 20 novembre 2016. Il Papa ha dichiarato che il giubileo, ricorrente nel cinquantesimo della fine del Concilio Vaticano II, sarà dedicato alla Misericordia. Il Papa ha fatto l’annuncio nel corso di una funzione religiosa:
” Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericordia ” . (Papa Francesco).
Sabato 11 aprile 2015, durante la celebrazione dei primi vespri della Domenica della Divina Misericordia, è stato indetto ufficialmente con la consegna e la lettura della bolla Misericordiae Vultus, avvenute alla presenza di Papa Francesco davanti alla Porta santa della Basilica di San Pietro. La Bolla evidenzia la necessità di indire un Anno Santo Straordinario per tenere viva, nella Chiesa Cattolica, la consapevolezza di essere presente nel mondo quale dispensatrice della Misericordia di Dio. La capacità di dialogare col mondo e l’apertura a ogni uomo sono state le grandi sfide vinte dal Concilio Vaticano II. Il Giubileo vuole essere occasione per porre atti di ulteriore apertura. La Bolla ricorda, inoltre, i grandi eventi della Storia della Salvezza nei quali Dio si manifesta con il suo Amore Misericordioso.
L’apertura del Giubileo è stata fissata per l’8 dicembre 2015. La scelta di tale data non è casuale, cadendo in tal giorno il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Prima di tale data, come segno della vicinanza della Chiesa universale alla Repubblica centrafricana, colpita dalle violenze della guerra civile, Papa Francesco aprirà la porta santa della cattedrale di Bangui il 29 novembre, in occasione del suo viaggio apostolico in Africa. (Fonte Wikipedia).
Contratto: sit-in nel “paese” del Presidente del Consiglio. Innocenzi, il Governo garantisca al personale aumenti soddisfacenti
Si preannuncia un 27 novembre “blindato” dai camper dei sindacati di polizia per Pontassieve la cittadini di 20 mila abitanti nella quale risiede il premier Matteo Renzi, infatti caleranno sul piccolo centro alla porte di Firenze migliaia di poliziotti provenienti da tutta Italia per protestare contro la “miseria” di un rinnovo contrattuale inferiore a 10 euro.
La Consap e le altre due sigle dell’area autonoma del comparto Polizia, Sap e Coisp, si sono date appuntamento per chiedere con forza al capo del governo quella consultazione con le rappresentanze del personale che il governo, contravvenendo anche alle disposizioni di legge, non si è mai sentito in dovere di convocare, una protesta che rappresenta l’ideale prosecuzione della manifestazione che il 15 ottobre aveva visto 10 mila divise protestare davanti al Parlamento. La specifica norma del D.Lgs. nr. 195/95 infatti – spiega il Segretario Generale nazionale della Consap – impegnava il Governo alla convocazione delle organizzazioni sindacali delle Forze di Polizia per consultazione in occasione della predisposizione del documento di programmazione economico-finanziaria e prima della deliberazione del disegno di legge di bilancio, ma questo non è ancora avvenuto.
“Aver protestato in massa davanti al simbolo della Repubblica italiana – prosegue Giorgio Innocenzi – non è servito, il Governo prosegue spedito verso l’approvazione senza contraddittorio di una legge Finanziaria che proporrà un aumento contrattuale miserrimo ed un’unificazione della Forze di Polizia di facciata, che non consentirà alcun risparmio sugli ingenti costi del “lusso” di avere cinque corpi di polizia, come ebbe a dire lo stesso Renzi qualche tempo fa”.
Riunione Consulta Sicurezza di Forza Italia, partecipazione delegazione CONSAP
Il 4 novembre u.s, una delegazione della CONSAP, ha partecipato alla programmata riunione della Consulta Sicurezza di Forza Italia presso Palazzo Grazioli presieduta dal Presidente Silvio Berlusconi, con il Sen. Maurizio Gasparri e l’On. Elio Vito. Erano presenti anche altri parlamentari. Gli interventi del Presidente Berlusconi, preceduti da quelli del Sen. Gasparri e l’On. Vito hanno concentrato la loro azione sulle tematiche di maggiore interesse che riguardano le Forze di Polizia, dalla scarsa attenzione governativa alla parte economica, che vede ancora il blocco del contratto e il mancato rinnovo, fermo da oltre 6 anni e che non seguita una sentenza della Corte Costituzionale di giugno scorso che ha dichiarato illegittimo il perdurare del blocco dei contratti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, dalla mancata convocazione a Palazzo Chigi per illustrazione del D. E. F. Documento Economico e Finanza come previsto dalla specifica norma del D.Lgs. nr. 195/95 che impegna il Governo alla convocazione delle OO.SS. per la consultazione, prima della delibera del disegno di legge di bilancio.
Si è parlato anche delle libertà sindacali, del ruolo fondamentale dei portavoce del personale in divisa spesso ostacolato, schiacciato e poco apprezzato e valorizzato.
Il Presidente Berlusconi ha anticipato ai presenti di voler attivare un dialogo con i rappresenti delle Forze di Polizia attraverso canali televisivi con interazioni con i cittadini per una comunicazione capillare e di massa per mettere in luce le difficoltà patite dagli operatori della sicurezza. Lo stesso Berlusconi ha garantito una sua determinata azione per impegnare più risorse, “alzando l’asticella” come ha proferito, nella Legge di Stabilità per consegnare dignità ad un prossimo contratto economica che prevede, agli scenari odierni, 8 euro di aumento mensile , la necessità di riattivare il Poliziotto e il Carabiniere di Quartiere e specifiche attenzioni per le attività di Polizia Giudiziaria.
Più di mille Poliziotti aggrediti: Consap, ora basta !
Picchiati e umiliati dai delinquenti. È questa la dura realtà con cui devono fare i conti i poliziotti. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio “sbirri pikkiati” dell’Asaps sono quasi 1.100 le aggressioni alle forze dell’ordine nei primi sei mesi del 2015. Numeri che non rassicurano certo chi lavora tutti i giorni per difendere la nostra sicurezza. Il dato è assolutamente preoccupante – dichiara la Consap – da tempo sosteniamo che il parlamento invece di perdere tempo nella discussione del reato di tortura dovrebbe introdurre al più presto norme a tutela delle forze di polizia. I poliziotti devono poter fare il loro dovere sapendo che lo Stato li difende e non li manda allo sbaraglio. Per tali motivi dai primi di settembre riprenderà con sempre maggiore forza la battaglia della Consap per l’introduzione nel nostro ordinamento di specifiche garanzie funzionali per tutti i colleghi.
Dramma all’Aeroporto di Fiumicino
Nella notte tra mercoledi e giovedi scorso, si è consumato all’interno dell’Aeroporto intercontinentale di Fiumicino un vero e proprio dramma che ha messo in ginocchio l’intero
scalo romano.
Intorno alla mezzanotte, infatti, si è sviluppato nella zona transiti delle partenze internazionali
del Terminal 3 un gravissimo incendio che ha praticamente distrutto gran parte di quest’area.
Dai rilevamenti fatti sul posto dai Vigili del fuoco e dalle altre forze di Polizia presenti sul posto è
stato stabilito che la zona colpita è di circa 1000 metri quadrati.
L’incendio che sarebbe partito da un corto circuito di un frigorifero della cucina di un ristorante
ha letteralmente polverizzato decine di negozi e di uffici dei vari enti aeroportuali con milioni di
euro di danni. Lo stesso controllo passaporti delle partenze T3, gestito dai colleghi della Polaria è
stato completamente distrutto. Stessa sorte è stata riservata agli uffici adiacenti della Polizia di
Frontiera, della Finanza e della Dogana. La Procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta,
disponendo il sequestro di tutta la zona colpita dall’incendio.
Impressionante è stata la colonna di fumo che ha avvolto l’intera aerostazione.
Fortunatamente, a parte qualche dipendente aeroportuale intossicato, non ci sono stati feriti
gravi.
Con migliaia di passeggeri rimasti bloccati nello scalo romano, grande e importantissimo è stato
il lavoro svolto dal personale di quest’ ufficio che ancora una volta e in condizioni possiamo dire
“al limite del gestibile” è riuscito a svolgere il proprio compito al massimo dell’efficienza, dando
dimostrazione di alta professionalità e di spirito di sacrificio. Diversi colleghi, infatti, nella
mattinata del disastro si sono resi disponibili portandosi in aeroporto a dare una mano
nonostante non fossero in servizio.
Lodevole, inoltre, è stato il lavoro svolto dal personale impiegato nelle cabine passaporti agli
arrivi internazionali del Terminal 3. L’aria irrespirabile densa di fumi che si sprigionava in
questa zona ha messo letteralmente a dura prova il compito e la professionalità di questi
operatori che hanno svolto il loro dovere con l’ausilio di semplici mascherine senza mai
lamentarsi.
La CONSAP, sempre vicina ai colleghi, nel ringraziare TUTTO il personale della Polaria per il
sacrificio e per l’enorme lavoro svolto e che sta svolgendo, invita i vertici della Polaria e del
superiore Ministero, una volta ripristinato il tutto, a concedere per questi operatori i massimi
riconoscimenti previsti.
Il Comunicato della Sezione Locale CONSAP Fiumicino