Poliziotti sempre più addestrati, equipaggiati e aggiornati, intervista al dr Massimo VALLINI, direttore responsabile di ARMI e TIRO

INTERVISTA A MASSIMO VALLINI
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La Segreteria Provinciale di ROMA della CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia – Osservatorio Provinciale Istruttori di TIRO ha intervistato il dr Massimo VALLINI, direttore responsabile della pregiata rivista ARMI e TIRO che vanta un numero vastissimo di abbonati e lettori da tutto il territorio nazionale e non solo. Tra le domande oggetto dell’intervista, la comunicazione ai tempi dell’emergenza coronavirus, il maggiore utilizzo delle piattaforme digitali, dei social, forum, allo spazio dedicato dalla rivista e sito armietiro.it all’impegno professionale delle Forze dell’Ordine, alla necessità di guardare con più interesse e concretezza al rinforzo dei tutori dell’ordine e sicurezza pubblica con maggiore addestramento, equipaggiamento adeguato e aggiornamento costante.
Nel campo dell’editoria e della comunicazione scritta attraverso una rivista molto letta come Armi e Tiro quale modifiche ha portato emergenza Coronavirus nel rapporto con i lettori e con le aziende? E quale sarà il metodo e la nuova impronta per il ritorno alla graduale normalità?
Armi e Tiro da molti anni non è soltanto una rivista, tradizionale e in formato digitale, ma è un canale di comunicazione crossmediale su molte piattaforme: il sito più importante d’Italia armietiro.it con un suo forum, la pagina e il gruppo Facebook, il canale YouTube, la presenza Instagram. Durante il lockdown la redazione ha sperimentato lo smartworking e incrementato molto il lavoro sulle piattaforme digitali, di concerto con il nostro ufficio E-digital: il pubblico ci ha seguito e continua a seguirci su tutti i nostri canali, con differenze per quanto riguarda l’età e le preferenze di lettura. L’incremento maggiore l’abbiamo registrato naturalmente sul sito con il 26% di pagine viste in più, ma contiamo 5 mila iscritti in più al canale Youtube e costante interesse di Facebook, senza bisogno di comprare followers come fanno alcuni. Considerando che non abbiamo potuto eseguire prove di armi nuove, per la chiusura di aziende, armerie e campi di tiro, per i video ci siamo limitati alle interviste “5 minuti con” che ho registrato personalmente con zoom o a dirette Facebook che hanno avuto grande successo. E, poi, ci siamo molto dedicati all’allenamento in bianco o “da sala”. Sul sito abbiamo realizzato una fiera virtuale in sostituzione della fiera europea di settore che non si è tenuta a causa del coronavirus. Abbiamo tenuto accesi i microfoni e l’attenzione con le aziende, ma anche i tiratori, le armerie, i testimonial del nostro settore, le federazioni. E tenuto accesa anche la passione che è il motore dei nostri sport e della caccia. Abbiamo, per quanto possibile, dato voce anche ai navigatori, premiando i video e le fotografie che illustrassero come hanno trascorso il lockdown all’insegna della passione, appunto.
Nel campo della comunicazione e della lettura cartacea si sostiene che l’attuale presente che sfrutta più il mediatico e la videocall possa essere inizio di un cambiamento? Vedremo in buona sostanza Armi e Tiro sempre nelle edicole nazionali?
Il cambiamento è in atto da tempo e gli strumenti sono tantissimi. Noi continuiamo a produrre contenuti e notizie sicure, certe, verificate, professionali, anche differenti a seconda del medium. I lettori manifestano le preferenze per i differenti tipi di supporto: alcuni restano affezionati alla carta. Armi e Tiro è sempre nelle edicole nazionali, dunque, purtroppo cala il numero delle edicole e non è facile servire i lettori nel modo migliore, senza contare le difficoltà con la distribuzione via posta degli abbonamenti. Di concerto con il distributore Sodip abbiamo messo in atto correttivi che dovrebbero aiutare i lettori a trovare sempre la rivista nell’edicola di fiducia o in quella che vogliono loro.
In questo periodo particolare, di generale difficoltà, quale consiglio sente di dare ai giovani giornalisti che vogliono intraprendere la carriera di direttore di un giornale che sarà poi importante nella distribuzione a tantissimi lettori abbonati?
Il consiglio non cambia: il mestiere non può prescindere da un’accurata formazione. Dalle competenze linguistiche, dalla cultura, dalla lettura “applicata”, dalla comprensione dei testi. Ma soprattutto dal senso di responsabilità e dall’obiettività. Ovviamente bisogna aggiornarsi in continuazione sulle tecnologie e saperle padroneggiare. Alla base è sempre necessaria la curiosità, la voglia di spiegare le cose ai lettori. Senza porsi limiti di come farlo, sfruttando tutte le metodologie possibili.
Armi e Tiro dedica spesso attenzione alle Forze dell’Ordine, alle tematiche legate anche al mondo sindacale, al contributo, attraverso lettura, per migliori condizioni di lavoro. Cosa pensa Massimo Vallini a riguardo e cosa sente di suggerire alle Istituzioni Nazionali?
Io penso che le forze dell’ordine svolgano un gran lavoro. Anche se spesso non sono aiutate dalla magistratura e dalla politica. Le nostre leggi sono già piuttosto complicate e spesso certe interpretazioni lasciano disorientati, come le questioni che vedono oggi coinvolto il vertice massimo, cioè il guardasigilli. Credo che gli operatori delle forze dell’ordine si debbano concentrare proprio nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità, che debbano utilizzare i mezzi più idonei e aggiornati e per questo debbano essere costantemente addestrati, che le tecniche addestrative debbano essere aggiornate. Credo che negli uffici amministrativi dovrebbe essere utilizzato più personale civile e snellita la burocrazia, facendo ricorso proprio alla digitalizzazione di cui tanto si parla in questi tempi.
La pistola ordinanza la Beretta FS 92 in dotazione alla Polizia di Stato ha fatto il suo tempo?
La Beretta 92 FS, che risale alla metà degli anni Ottanta, rimane un grande pistola semiautomatica, affidabile e sicura. Ma senz’altro oggi il mercato offre di meglio quanto a ingombri e peso, che sono forse le uniche note dolenti della 92.
Per le protezioni di sicurezza riferiti ai giubbotti antiproiettile per le Forze di Polizia per lei meglio tutti sottocamicia stile americano?
Sono dell’idea che i giubbetti sottocamicia costituiscano una valida soluzione per limitare i danni. In Italia non si verificano davvero molti conflitti a fuoco, per fortuna, anzi gli ultimi casi di decessi nelle forze dell’ordine riguardano incidenti stradali. Nel caso di Trieste, invece, forse non sarebbero serviti, ma le aggressioni alla forze dell’ordine riguardano oggi sempre di più armi bianche e coltelli, dunque i giubbetti antistabbing ritengo siano sempre consigliabili. Darebbero un’altra sicurezza agli operatori.
Cosa pensa Massimo Vallini per utilizzo della Pistola Taser per gli operatori della Polizia di Stato?
Pistole Taser o BodyCam sono oggi strumenti indispensabili per gli operatori. A patto che l’addestramento sia della massima qualità. Usando i due sistemi in combinazione, anche con l’arma d’ordinanza, gli operatori sarebbero in grado di gestire e graduare l’intervento, eventualmente di concerto con la centrale operativa.
….:::: IL DIRETTORE
Massimo Vallini, 56 anni, bolognese da un quarto di secolo trapiantato a Milano, è giornalista professionista e direttore da oltre vent’anni del mensile Armi e Tiro.
Un passato da ufficiale di complemento dei paracadutisti, una laurea in giurisprudenza e un’abilitazione all’esercizio della psicoterapia, si occupa da sempre di sport, di caccia e di tiro, delle prove delle armi a canna liscia e rigata, dei problemi e dell’attualità.
Tiene corsi sulla sicurezza e sulla balistica per i cacciatori.