Edilizia Agevolta e Riscatto Alloggi Sociali. Proroga scadenze locazioni: presentati al Senato gli emendamenti al Disegno di Legge n. 899 (#consaproma)
Con un Provvedimento che certamente segnerà la Giurisprudenza del Tribunale di Roma in materia di diffamazione a mezzo internet, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, Dott. Roberto SAULINO, con Ordinanza del 10.10.2022 ha accolto pienamente l’opposizione alla richiesta di archiviazione della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, Continua a leggere
Non sembri fuori luogo richiamare in queste sede una maggiore attenzione da parte delle Amministrazioni Pubbliche a quanto risultante dal decreto legislativo 150/2009, che si attiva nell’interesse dell‘efficienza delle funzioni dell’ente sia esso pubblico o privato ed è ispirata al rispetto dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buon andamento cui è estranea ogni logica speculativa. All’articolo 52 del decreto legislativo 150/2009 che ha modificato l’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001, si specifica al comma 1-bis “che non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o hanno rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici e organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni”.

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Il Segretario Provinciale Generale Aggiunto della CONSAP di Roma Gianluca “Drago” Salvatori che ha presentato la denuncia-querela per conto del sindacato di Polizia CONSAP

Gianluca “Drago” SALVATORI, Segretario Generale Provinciale Aggiunto di Roma del Sindacato di Polizia CONSAP
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Il Segretario Provinciale Generale Aggiunto della CONSAP di Roma Gianluca “Drago” Salvatori che ha presentato la denuncia-querela per conto del sindacato di Polizia CONSAP

Grave diffamazione mezzo internet e vilipendio alle Istituzioni nei confronti degli appartenenti alla Polizia di Stato – Denuncia-querela a carico della Sig.ra Simona LOI presentata dalla CONSAP
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Nella foto da sinistra: il Segretario Generale Provinciale di Roma GUERRISI, l’Avvocato CALVO e il Segretario Generale Provinciale Aggiunto di Roma SALVATORI
La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia – CONSAP – entra a pieno titolo nel Registro di Rappresentanza di Interessi presso la Camera dei Deputati.
Dopo aver approvato il piano di strategia e interesse di categoria con la Segreteria Nazionale CONSAP nella persona del Segretario Nazionale Generale BORTONE si è proceduto al primo incontro d’agenda.
L’Avvocato Comunitario Teodoro CALVO svolgerà per la CONSAP, attività di rappresentanza presso la Camera dei Deputati partecipando ai molteplici impegni delle quattordici Commissioni Parlamentari.
La CONSAP è il primo e al momento l’unico sindacato di Polizia che crea opportunità concrete, un diretto dialogo con i parlamentari di ogni singola commissione per ragguagliare, organizzazione, pianificazione nonché monitorare l’impegno del legislatore con particolare riguardo al settore della sicurezza pubblica e alla contestuale tutela degli operatori di Polizia.
I soggetti che saranno contattati e con cui avverrà un confronto costruttivo e propositivo sono i Deputati e tutti i soggetti direttamente interessati nel processo di regolamentazione di leggi e decreti relativi alla Pubblica Sicurezza.
Nella foto, nella sede della CONSAP, il Segretario Generale Provinciale di Roma GUERRISI, l’Avvocato CALVO e il Segretario Generale Provinciale Aggiunto di Roma SALVATORI a seguito dell’analisi delle tematiche e aree d’interesse da attenzionare nei prossimi giorni in sede di Commissioni Parlamentari.
Un percorso di crescita che accomuna e caratterizza il nuovo stile di fare attività della nostra sigla sindacale (CONSAP) sempre al fianco di uomini e donne della Polizia di Stato.

Nella foto l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure di ROMA in convenzione con la Segreteria Provinciale CONSAP
Lo Studio Legale DE IURE,
a seguito dell’ennesima tragedia di pochi giorni fa, quando un altro servitore dello Stato ha deciso per il gesto estremo, intende esprimere la propria vicinanza, anzitutto, alla famiglia del povero agente ed a tutti gli operatori di Pubblica Sicurezza, che quotidianamente con il loro lavoro sul territorio garantiscono la sicurezza di noi cittadini.
E tale contributo viene offerto rinunciando alle ore da dedicare alle proprie famiglie ed ai propri figli ed il tutto a fronte di un salario irrisorio!!.
L’Agente è quindi spinto solo dalla passione per il Corpo di Polizia, dall’amore per la divisa, dalla voglia di giustizia e soprattutto dal garantire a tutti noi una giornata sicura e serena.
Fare la scelta di diventare poliziotto oggi è una Missione… E’ sufficiente leggere i principali studi psichiatrici circa lo stress da lavoro, per notare come tale attività è al vertice tra le professioni che cagionano maggiore stress e soprattutto tali da generare gravi patologie fisiche. Purtroppo nell’ultimo anno sono in aumento le morti per malattie cardiache degli appartenenti alle Forze di Polizia. Per non parlare dei rischi che quotidianamente corrono coloro che garantiscono la sicurezza nelle strade.
Il famoso “Taser” più volte decantato come strumento messo a disposizione dalle Istituzioni, oggi ancora non è utilizzabile dall’Agente come arma di difesa.
I diversi Governi che si sono succeduti negli anni si ricordano del lavoro ingente dei Servitori dello Stato soltanto nel momento delle Elezioni, ma poi costantemente si dimenticano delle promesse fatte.
Si parla sempre di lotta alla criminalità organizzata, all’immigrazione clandestina, al fenomeno del femminicidio ma non si danno i strumenti giusti a coloro che combattono questi gravi derive sociali.
Ed è il Sindacato il solo che da sempre denuncia queste problematiche.
Dal 2019 i suicidi degli appartenenti alle Forze dell’Ordine sono in aumento, ed anche l’Osservatorio istituito dal Capo della Polizia non ha portato ai risultati sperati.
Si è da poco insediato un nuovo Governo, che nei suoi punti programmatici si è dimenticato delle gravi condizioni in cui vivono gli appartenenti alle Forze di Polizia.
Ora è davvero il momento di agire e basta con le belle parole!!
I professionisti di questo Studio, oltre a manifestare la loro vicinanza, si impegnano a segnalare in tutte le sedi opportune questi gravi episodi, e soprattutto, ad offrire la piena assistenza a coloro che intendono denunciare alle Istituzioni competenti, il grave malessere vissuto quotidianamente.
“Quando l’ipocrisia la fa da padrone, siete pure voi che ci accoltellate ogni giorno…”
Qui poco c’entra la destra o la sinistra o illustri media U.S.A., per la foto dell’assassino Cristian Gabriel Natale Hjort ( perché questo è …) bendato o addirittura ammanettato che ha fatto tanto scalpore. Si spiega subito del perché del bendaggio e dell’ammanettamento. Una persona che si rende protagonista di undici ( dico undici ) coltellate ad un carabiniere, deve essere assolutamente contenuta.
L’ammanettamento è per la sicurezza degli operatori primo e dell’assassino dopo o pseudo pregiudicato ( ah scusate il garante dei detenuti pare abbia decretato non si possa chiamare pregiudicato ma “utente”, la cella non più cella ma” stanza di pernottamento” e via via dicendo, e noi di sicuro non vorremmo urtare la suscettibilità di assassini o spacciatori, sia mai ) che magari si voglia auto lesionare (a
discapito degli operatori), il bendaggio è ancor più sottile ma forse lo possono capire solo le forze dell’ordine o i militari. Ad un assassino gli si deve togliere la capacità cognitiva, cioè quella consapevolezza di cosa lo circonda , perché qualsiasi cosa può diventare un arma atta ad offendere, una penna ,un ferma carte, una tastiera , una spillatrice, pensate anche un attaccapanni, ma mi rendo conto che le persone che non vivono la tensione che può vivere un operatore di polizia è di difficile comprensione , ma forse ve lo si può spiegare.
Quello che da il vomito è vedere la massima preoccupazione per l’assassino!
Non parlo del signor Scalfarotto poiché , credo veramente che questa sia solo una mossa legata al recepimento di insulti, al fine di estorcere soldi a chi lo insulterebbe. Ma noi facciamo questa professione (e non lavoro) anche per poter permettere a chiunque di poter esprimere opinioni demenziali anche se non ci piacciono. Non parlo neanche di tutti insulti legati alla morte del povero Mario, poiché è normale che questa spavalderia è determinata dall’assoluta consapevolezza che tanto non succederà niente, ma sì, meglio cosi, un carabiniere oggi, un poliziotto domani in meno sul pianeta siamo tutti più felici, eppure in questo mare di opinionisti volgari o dementi, non mi pare che ci siano queste “grandi figure” , non ho mai visto un politico italiano ( ah no, extra africano ) andare in Africa a costruire un pozzo (non chiedo tanto ) oppure proporsi come figura carismatica in loco ( che però dovrebbe confrontarsi con gente come Boko Haram, che usa bambini cristiani come bombe, e non è tanto conveniente, ma sì, è meglio farlo dall’Italia “al riparo di tali pericoli”, io ho la scorta ,chi mi tocca!), ma quello che veramente non capisco e mi delude, perché non andate mai della vittima???? È cosi affascinante la figura dell’assassino, dello spacciatore ?? Vi sentite cosi eroi o protettori della libertà in questo modo? Vi do un suggerimento, vi dico io dove sono gli eroi.
Gli eroi sono quei genitori che stanno ore, giorni, anni, nelle stanze del Bambin Gesù abbandonati a loro stessi e con il loro dolore e che grazie alla professionalità di medici ed infermieri si sorreggono , nella speranza che il loro bambino o bambina guarisca, quelli sono EROI, andate a trovare loro. Gli Eroi sono gli italiani che ogni giorno si alzano la mattina a fanno il loro lavoro onestamente ( sarò populista
anche io ?!) e che vi pagano le vostre pensioni di reversibilità . Ho una considerazione anche per il noto professore di Harvard “ Alan Dershowitz”, spero sia altrettanto critico con tutte le bombe sparate dai suoi connazionali su ospedali e civili innocenti in Siria , Bagdad, Palestina, ecc. ecc. e ovunque l’America si senta in diritto di tutelare la libertà ( la loro e dei loro interessi ), eppure siete un popolo che
spara tanto, ah per notizia, i poliziotti italo americani sono quelli più ammazzati nei vari distretti dei vari Stati Americani, forse perché anche voi avete omicidi efferati, i dati parlano chiaro.
Quanta ipocrisia in giro, quanta idiozia. Oltretutto il noto avvocato del diavolo adesso è implicato nel “caso Epstein” e guarda un po’, ingaggia ex direttori dell FBI, ex agenti del Mossad, al fine di costruirsi alibi (giustissimo per carità ) .ma prima di parlare di foto ,abbia la compiacenza di usare il suo tempo per difendersi dal più schifoso dei reati ,che si chiama PEDOFILIA. Abbiate più rispetto per le divise, perché di gente in divisa morta per tutelare la Legge e i cittadini che non si possono difendere o per soccorrerli sono veramente tanti, con tutto che siamo le forze dell’ordine più mal pagate d’Europa ( ma questo è un altro discorso ).

E pensi che la gratifica più grande non è la promozione , la lode o l’encomio, la gratifica più grande è “GRAZIE” o un sorriso o un abbraccio di chi hai salvato. Ma è più facile su una barca, è più facile raccogliere i soldi per le spese legali ( un milione addirittura, chissà quanti pozzi si sarebbero potuti costruire od ospedali, scuole, in Africa). Ma quanti soldi non potreste più guadagnare?? Abbiate più rispetto per i Finanzieri che fino a ieri sono morti a causa di contrabbandieri ( per delle sigarette
poi). Di processi osceni poi ne siamo fin troppo abituati, ma con un ragionamento logico mi chiedo , come mai un medico ,che per mille ragioni ,un agente patogeno ,gravità della malattia qualsiasi cosa non dovuta al suo operato , ebbene, se muore il paziente, viene immediatamente indagato ed invece un Tribunale che rilascia un pluripregiudicato che riproduce un reato violento ,a colui non succede niente? Luca Delfino ne ha dovute ammazzare due di ex fidanzate addirittura ( ma ne ho tanti di
casi del genere), eppure…..
Al signor Saviano ( sempre attento alla nostra amata Polizia ) che seguo sempre con tanto interesse, pongo un quesito, è stato altrettanto critico con le Leggi contro i clandestini messicani?? Oppure in America è meglio non far clamore? Lei può farsi scortare anche in Italia sa, non c’è bisogno di vivere in America ( a meno che non si tratti di scelte di vita personali ovvio ),le pongo un’altra domanda ,così a livello di memoria storica, lei ha mai fatto l’autista ( in giacca e cravatta ) a Casal dei Principi,
chi portava? Come si dice: se ne sentono tante……..
Il mondo Polizia è sempre molto complesso ,pensate che nel periodo di rapimenti, posso assicurare che alla famiglia del rapito non interessa come le forze dell’ordine possano fare per riportare a casa il loro caro, non sono minimamente interessati dei metodi, l’importante è riportarlo a casa con le buone o con le cattive, dovrei fare dei riferimenti storici, ma sarebbe fin troppo facile strumentalizzare una frase o un
messaggio. Concludendo per lo stupore suscitato dalla foto del povero assassino, vorrei chiedere al professore di Harvard , avvocato Dershowitz, lo sa che in Italia le forze dell’ordine non possono fare i Giudici Onorari, come mai questa ghettizzazione? Sicuro di non aver urtato la suscettibilità di nessuno ( sperando che la verità sia sempre illuminante) per cautela mi appello all’articolo 21 della costituzione italiana a cui si dedica la libertà di manifestazione di pensiero.
Gianluca (Drago) Salvatori
Segretario Provinciale Generale Aggiunto di Roma – CONSAP
(Il Giornale del Lazio-RDN 10.08.19)
Da sempre come sigla sindacale CONSAP e come operatori di Polizia chiediamo a gran voce la massima pena per chi fabbrica, detiene e soprattutto lancia la famosa “Bomba Carta” contro le forze dell’ordine, gesto ormai diventato consuetudine nelle manifestazioni politiche e sportive. Inutile ricordare al legislatore e ai Signori politici ,che la Bomba Carta è utilizzata a scopo intimidatorio da Cosa Nostra, Camorra , Ndrangheta, Sacra Corona Unita, oltre ai Anarco Insurrezionalisti ( un nostro artificiere perse un’occhio ed una mano, per il disinnesco di una bomba artigianale), riportando qui sotto tutta la normativa vigente in materia e la spiegazione per una ulteriore evidenza di tale pericolosità.
La Bomba Carta è un ordigno esplosivo o petardo molto rudimentale, a base di polvere pirica o flash, normalmente ricavata da petardi o cartucce. Deve il nome al materiale di cui è composto l’involucro esterno, anche se non sempre viene utilizzato del cartone o altro materiale cartaceo per la sua realizzazione: difatti, possono essere usati anche involucri in PVC, che hanno una resistenza all’espansione superiore rispetto alla carta, sfruttando così il picco massimo di energia della polvere contenuta nella bomba. In questo modo, la polvere, incendiandosi, espande il materiale fino al massimo e rilascia all’istante un quantitativo di energia relativamente elevato. La bomba è composta solitamente da un cartoccio in carta da imballaggio o cartoncino, sagomato a cilindro, riempito con una quantità variabile di polvere da sparo (tra i 20 e i 300 grammi), chiuso ad una estremità e dotato all’altra estremità di una miccia, che fa da innesco e la cui lunghezza regola il ritardo nell’esplosione. La Bomba Carta, nonostante sia un ordigno illecito in Italia (vista la quantità di esplosivo contenuta e la fattura artigianale), ha avuto una discreta diffusione a partire dagli anni settanta, poiché è di facile realizzazione, di piccole dimensioni ed economica e può arrivare ad avere effetti abbastanza violenti, specialmente su strutture. Per questi motivi è diventata parte dell’arsenale dei gruppi eversivi e delle tifoserie Ultras più fanatiche, nonché degli “artificieri di capodanno”. L’effetto dell’esplosione è limitato ad una semplice deflagrazione, eventualmente accompagnata da vampe o spruzzi di polvere infuocata se non è sufficientemente innescata. Al contrario della bomba molotov, si tratta di un ordigno inteso non ad appiccare fuoco, bensì a provocare danni o semplicemente creare un grande botto, dato che gli effetti sonori sono molto maggiori di quelli distruttivi. Le bombe carta realizzate da mani esperte sono, comunque, in grado di sprigionare una potenza notevole. Costruire una bomba carta è un’operazione semplice, ma pericolosa, dato che forti scariche elettrostatiche e manipolazioni inesperte possono far esplodere l’ordigno nelle mani di chi lo fabbrica. Anche l’utilizzo di questo tipo di bomba è un’operazione molto rischiosa, dato che la stessa natura artigianale dell’ordigno non dà garanzie sulla lunghezza della miccia, sulla sua qualità e rapidità di combustione.
Noi della CONSAP siamo stanchi di vedere feriti i nostri colleghi ,siamo stanchi di doverci pagare le visite mediche, eppoi siamo stanchi di vedere impuniti chi ci reca danno, o vale solo al contrario?
La CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia ha chiesto al dr Edoardo Mori, tra i massimi esperti sulla legislazione delle armi, un parere sulla nuova legittima difesa, alla luce delle recenti novità normative.
Per legittima difesa si intende la regola che consente all’uomo di ferire o uccidere un altro uomo che lo aggredisce ingiustamente.
È un comportamento animale istintivo, frutto di centinaia di migliaia di anni di evoluzione, quello di difendere ad ogni costo la propria vita, il proprio gruppo, i propri beni. È regola naturale mai posta in discussione, salvo che da qualche squilibrato, di quelli, per intenderci, che non schiacciano i pidocchi per non far loro male.
Le legislazioni antichissime prevedevano la pena di morte immediata per la violazione di domicilio e la rapina.
Ad esempio nelle leggi di Manu, anteriori di qualche secolo al cristianesimo, si legge:
La Bibbia dice ( Esodo 22:2-3): Se il ladro, colto nell’atto di fare uno scasso, viene percosso e muore, non vi è delitto di omicidio.
Il Vangelo (Luca 22:25-39) racconta “Poi Cristo disse loro: «Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?» Essi risposero: «Niente». Ed egli disse loro: «Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Matteo (26,52) aggiunge, chi di spada ferisce di morte perisce. Quindi il Vangelo è tutto men che pacifista: come si vede, gli apostoli erano armati e valeva il principio che chi aggrediva con armi poteva essere ucciso.
Non vi era alcun bisogno di norme sulla legittima difesa, ma si cercava solo di evitare che la legittima difesa venisse utilizzata come comoda scusa.
Ciò risulta chiaro dalla legge romana delle XII Tavole
Ma saltiamo quasi 2500 anni e veniamo ai tempi nostri. In Germania il legislatore tedesco del 1871 aveva scritto all’art. 53 del Codice Penale: Legittima difesa è quella difesa che è necessaria per respingere una aggressione attuale e illegittima verso sé o verso altri. L’eccesso non è punibile se si è agito per concitazione o paura. Egli aveva capito ed espresso perfettamente i concetti che quando si è aggrediti si ha il diritto di fare tutto ciò che è necessario per respingere l’aggressione e che bisogna tener conto della situazione psicologica della vittima, della realtà e non di masturbazioni mentali sulle parole della legge! In situazioni di pericolo, scattano le reazioni istintive di difesa e non si ha tempo di pensare a ciò che dice la Cassazione! I propri diritti sono infinitamente più importati di quelli di colui che delinque.
In Austria si scrive (art. 3 CP) che non è punibile chi esercita la difesa necessaria per respingere un’aggressione illecita diretta e immediata e diretta contro la sua o altrui vita, salute, incolumità, libertà o patrimonio, salvo il caso che il danno temibile sia modesto e inadeguato al danno che si può recare all’aggressore. Aggiunge poi che se chi si difende come sopra ed usa una difesa inadeguata non è punibile se ciò avviene solo a causa dell’agitazione paura o spavento, dovuto all’aggressione, salvo che esageri per colpa.
In Italia l’art. 52 del nostro codice penale del 1931 scriveva che Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Era una formulazione che richiamava giustamente il presupposto della necessità di difendersi per tutelare un qualsiasi diritto, personale o patrimoniale, ma che poi introduceva il surreale requisito della proporzione fra offesa e difesa. Una di quelle idee che possono venir solo al giurista che conosce le carte più della vita perché altrimenti conoscerebbe il vecchio detto che le botte non si danno a patti. Quando si viene aggrediti non si sa mai come va a finire, una spinta o un pugno possono uccidere, chi appare innocuo può essere un esperto di arti marziali o può tirare fuori un coltello, chi sembra voler rubare solo un pollo può darsi che ci prenda a calci per farsi dare le chiavi del pollaio, chi sembra solo può avere un complice, e così via. Anche i giudici han finito per capire che la norma era inadeguata e hanno aggiunto la precisazione che la proporzionalità deve essere valutata in relazione ai mezzi di difesa di cui si dispone. Se ho solo un’arma da fuoco e non posso limitarmi a sparare in aria, sono legittimato a sparare vero l’aggressore “e dove colgo, colgo“.
Lo spirito della legge era così favorevole alla difesa che il famoso professor Antolisei poteva correttamente sostenere che nel momento in cui il cittadino si difende egli si assume una funzione pubblica e deve essere equiparato ad un pubblico ufficiale (quindi responsabilità solo in caso di colpa grave e nessun risarcimento). Sarebbe poi bastato rilevare che è l’accusatore che deve provare l’inesistenza dell’invocata legittima difesa, e molti processi non sarebbero neppure nati.
La norma sarebbe stata comunque accettabile se applicata con buon senso e conoscenza della realtà; il diritto è solo uno strumento per realizzare risultati considerati giusti dalla volontà popolare e il giudice deve saperlo usare bene; purtroppo si nota spesso che il giudice è come un operaio che si trova in mano un martello e non sa che cosa sia un martello e che cosa sia un chiodo e quindi lo usa secondo l’idea personale che se fa. È accaduto quindi che i giudici italiani si sono messi a cavillare sul principio morale (e non giuridico) se sia o meno giusto uccidere per proteggere un bene diverso dalla vita, se sia giusto uccidere un rapinatore che vuole solo i soldi (per molti popoli di un recente passato la rapina e l’ingresso violento in casa altrui erano puniti con la pena di morte!), hanno ignorato che l’art. 52 prevedeva la difesa di ogni diritto e non solo di quello alla propria vita, hanno iniziato ad utilizzare il bilancino per pesare situazioni normalmente fuori controllo, finendo così per creare una situazione assurda. L’impressione del popolo era che ormai rischiasse più chi si difendeva che chi aggrediva, che il giudice “cerchiobottista” per natura, un po’ di eccesso colposo lo trovava sempre, che il doversi difendere in un processo era quasi inevitabile e che ci si rimetteva molti più soldi di quanti ne sarebbe riuscito a prendere il rapinatore!
Era un risultato chiaramente inaccettabile. Da ciò varie proposte di modifica sempre avversate dai “filosofi” (chi ritiene sacra la vita di un lupo, non può tenere in minor conto la vita di un rapinatore) e, stranamente, anche dalla magistratura la quale spesso dimentica che è pagata per applicare le leggi e non per giudicarle e che un giurista non ha la preparazione per essere un politico o un sociologo o un criminologo.
L’ultima proposta è riuscita ad andare in porto ed è diventata legge il 29 aprile 2019.
Vediamo che cosa cambia nell’art. 52.
A – Ferma la regola della proporzionalità fra offesa e difesa, viene stabilito che non si tiene conto della proporzionalità, nel caso in cui vi è violazione di domicilio o ingresso in ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale, e che è consentito difendere anche i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. La frase in corsivo, già introdotta dalla legge 59/2006, chiarisce quando si possono difendere beni ed è regola errata perché non si capisce come vi possa essere desistenza e contemporaneamente pericolo di aggressione: io capisco che secondo il legislatore, se mi stanno rubando l’auto dal garage della villa e me ne sto ben chiuso in casa, non vi è pericolo di aggressione e quindi devo lasciar rubare la macchina. Conclusione ripugnante.
Purtroppo è stata conservata una frase del comma secondo con cui si richiede che venga usata un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: cosa assolutamente stupida perché sembra dire che se uso la sciabola del nonno non denunziata, rispondo di omicidio volontario, così pure se usassi un mazzo di fiori, mezzo non idoneo ad offendere! Tipica stupidità degli orecchianti del diritto.
B – Viene aggiunto un nuovo comma quarto in cui si dice che si è sempre in stato di legittima difesa se si respingere l’intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone. Concetto giusto, ma espresso in modo stupido: se mi trovo uno in camera da letto, al buio, come faccio a sapere se l’intruso è solo o in compagnia, se è armato o disarmato, se ha mezzi di coazione fisica (gli scarponi chiodati saranno un mezzo sufficiente? devo controllare il tipo di chiodi?).
E che vuol dire con minaccia dell’uso delle armi? basta dire “attento che ti sparo”, “attento che sono armato”, o bisogna avere un’arma in mano, anche se finta? Ci vorranno decine di sentenze e di anni per capirlo. Il che conferma la mia opinione che gli apprendisti del diritto sono pericolosi quanto gli apprendisti stregoni! I politici devono dire che cosa vogliono, ma poi il modo migliore per tradurre in una norma la loro volontà, lo deve stabilire un professore universitario o un magistrato esperto, non un tirapiedi di partito o il politico stesso!
Secondo chi ha scritto la norma, dovrei accendere la luce, informarmi bene su che cosa l’intruso vuole e se mi dice che vuole solo prendere un po’ di gioielli, gli auguro buon lavoro e mi giro dall’altra parte! Ma dove li trovano questi scribacchini del diritto?
C – All’art. 55 c.p. sull’eccesso colposo è stato aggiunto un comma che un pastrocchio incomprensibile. Si scrive che nei casi di difesa da intrusione in abitazione o luoghi di lavoro di cui ai commi 2, 3, 4 dell’art. 52 non è punito se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito nelle condizioni di cui all’articolo 61, primo comma, numero 5). L’art. 61 c.1 n.5 prevede una aggravante per il reo che ha profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. Come una aggravante si possa utilizzare per escludere la pena invece che per aumentarla è un mistero gaudioso. Per non turbare irreversibilmente la mia mente, sono costretto a pensare che il legislatore, nel suo stato di marasma linguistico, abbia voluto dire che anche il soggetto debole, chi deve girare di notte o in ambienti malfamati, chi non può chiamare aiuto, chi si trova di fronte energumeni, ha diritto di difendersi in tutti i modi, senza doversi preoccupare di non far troppo male al povero aggressore! Essa vale specialmente per tutti i casi di aggressione al di fuori dei lungo di abitazione e lavoro e quindi ha valore generale. La mia è solo un’ipotesi, ma è l’unica che non porti ad orrori giuridici.
– che non vi è mai eccesso colposo se si è agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto. Come detto sopra è norma già nota ad altri paesi europei ed è sacrosanta perché è normale che in certe situazioni si perda la testa, che l’adrenalina prevalga su altri ormoni, che si debba pensare urgentemente a salvare la pelle e non alle massime della cassazione sulla legittima difesa. Però è stato un grave errore scrivere la parola “grave”. Non dubito che leggeremo sentenze in cui il giudice, che in vita sua è stato aggredito solo dal coniuge, sosterrà che la vittima ha fatto male a spaventarsi “gravemente” perché bastava spaventarsi un pochino. Nessun altro Stato in cui si è giustificati a causa del turbamento dovuto all’aggressione ha avuto la bislacca idea di parlare di “grave” turbamento perché questo è soggettivo e non misurabile. Negli altri paesi la formula serve per aiutare nel modo più benevolo chi si è difeso ed ha protetto la società; in Italia servirà per condannare qualcuno perché secondo i testimoni è una persona molto calma!
Leggo che nelle osservazioni fatte dal Presidente della Repubblica si dice che necessariamente “il grave turbamento” non può essere soggettivo, ma oggettivo. Pare che siano stati i suoi “consiglieri giuridici” (a naso direi dei magistrati) a scrivere ciò. Cosa da restare a bocca aperta a leggerla perché ovviamente le passioni non si possono misurare e non si possono provare; sarebbe come stabilire se uno è molto innamorato o poco innamorato! Un giurista serio avrebbe invece ricordato a tutti che in Italia vige la presunzione di innocenza e che quindi se chi si è difeso dichiara di essere stato turbato dall’aggressione gli si deve credere fino a prova contraria, la quale deve essere fornita dall’accusa e non certo dall’indagato. Questa affermazione è ancora l’espressione di quella sconcia mentalità giuridica di cinquant’anni orsono in cui si affermava che se uno veniva aggredito nel bosco di notte da un bandito, era lui a dover dimostrare che il bandito lo voleva davvero rapinare! E senza testimoni, poteva anche essere condannato!
Ho letto anche che secondo certi giuristi (sicuramente ministeriali perché è opinione diffusa in tali ambienti) in Italia la difesa del cittadino è riservata alle forze di polizia è quindi è cosa anomala che il cittadino si difenda da solo e che vi siano le guardie del corpo (che infatti non sono mai state riconosciute!). Sia chiaro che di anomalo vi e solo la mente di chi si inventa certe idee, senza la minima base normativa e in contrasto con i principi costituzionali (primo fra tutti il diritto a difendersi in ogni caso, anche dallo Stato, se questo sbaglia, secondo che il cittadino ha il dovere di aiutare lo Stato a risolvere i problemi della società!).
Il grave e serio difetto della norma è che si è pensato solo alla legittima difesa domiciliare o sul luogo di lavoro ignorando del tutto la necessità di legittima difesa all’aperto o quando si viaggia in auto. Il principio che il turbamento esime da colpa, che in tutti gli altri paesi vale per ogni tipo di aggressione, in Italia è stato ristretto alla aggressione con intrusione; delle situazioni di minorata difesa, si tiene conto solo se vi è intrusione. Per il nostro stupido legislatore si ha diritto di essere spaventati solo in casa e non in un bosco o sulla pubblica via; una donna si deve spaventare solo se la violentano in casa e non se un tizio le salta addosso in un vicolo. Il benzinaio si può turbare se cercano di rapinarlo entro il suo chiosco, ma se esce con l’incasso e lo aggrediscono a sprangate a dieci metri dal chiosco deve stare bene attento; guai se lui e la donna non valutano la situazione col bilancino! È un modo di ragionare ignobile!
D – L’articolo 7 della legge modifica il regime della responsabilità civile stabilendo che non si risponde per i danni nei casi in cui l’art. 52 ha stabilito che ricorre sempre la legittima difesa. È cosa ovvia e non c’era nessun bisogno di scriverlo. Nessuno ha mai pagato i danni per una condotta che la legge considera lecita! E quando l’art. 55 esclude che vi sia eccesso colposo è ovvio che non si devono pagare i danni. Ed invece, altro mistero gaudioso. la norma prevede che quando l’eccesso colposo è escluso perché si agito in condizioni di minorata difesa (buio, luogo malfamato, ecc.) o per grave turbamento, non si è punibili ma però al danneggiato è dovuta una indennità la cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice, tenuto altresì conto della gravità, delle modalità realizzative e del contributo causale della condotta posta in essere dal danneggiato. Norma di totale incongruenza giuridica: o l’eccesso colposo non c’è e non si è punibili e non vi può essere risarcimento, oppure la colpa c’è e vi deve punizione e risarcimento. Certamente il legislatore può punire l’eccesso colposo con una piccola ammenda e limitare il danno ad una cifra simbolica, ma non può condannare a pagare i danni chi tre parole prima ha dichiarato essere innocente!
Chi ha scritto la norma si è sbagliato: semmai doveva scrivere che nei casi in cui vi è eccesso colposo la liquidazione del danno deve essere ridotta al minimo stante l’evidente efficienza causale della condotta del rapinatore.
E – L’art. 8 stabilisce che a colui che si è difeso ed è stato indagato o processato e poi riconosciuto innocente, lo Stato gli rimborserà le spese di avvocato e del processo. Ottima regola che nel resto d’Europa vale per TUTTI coloro che sono ingiustamente accusati e indagati da PM incapaci (fanno eccezione a questa regola Francia, Germania e Italia). La norma sarà forse utile perché nel momento in cui un indagato per altri reati e risultato innocente solleverà la questione del rimborso delle spese legali, la Corte Costituzionale dovrà riconoscere che spettano a tutti e non solo a chi ha si è difeso da una aggressione!
F – L’articolo 9 stabilisce che i processi per chi ha ucciso o ferito in episodi in cui si invoca la legittima difesa vanno trattati con priorità. Non molto chiaro lo scopo perché è giusto far assolvere rapidamente chi è innocente, ma non rientra nello spirito della legge di far condannare rapidamente chi ha sbagliato a difendersi! Però non cambia nulla perché in Italia non si riescono a fare rapidamente neppure i processi per direttissima!
Un problema è sfuggito al legislatore il quale ha modificato l’art. 55 sull’eccesso colposo in relazione alla legittima difesa, ma non ha previsto l’estensione dei nuovi criteri di valutazione a chi si trova a dover usare le armi per adempiere ad un dovere del proprio ufficio (art. 53 c.p.) il che significa che l’agente di PS di fronte al giudice è sfavorito rispetto al privato: egli non può invocare il fatto di essere vittima di una intrusione, di essersi trovato in condizioni di minorata difesa (ad es. da solo in un quartiere in mano alla criminalità) o di aver agito in stato di grave turbamento (non credo che le Forze di polizia siano addestrate tutte al combattimento con gli incursori e le teste di cuoio, e comunque chiunque si può sentire turbato se ci si trova di fronte un terrorista che potrebbe essere imbottito di esplosivo).
La dimenticanza è grave perché le Forze di polizia continuano ad essere soggette a veder valutato il loro comportamento dei giudici che sanno usare solo il bilancino, i quali pensano che sparare un colpo basta e avanza (la regola saggia è invece di sparare fino a che l’aggressore non è steso a terra a senza armi in mano) e sono capaci di indagare per vilipendio di cadavere chi ne spara un secondo, che pretendono di sapere con precisione, leggendo i codici, che cosa è giusto fare in situazioni di pericolo. Ma se non lo sa neppure il Ministero che mai ha scritto regole di ingaggio per la polizia! Forse dovrebbero imparare dai medici i quali operano seguendo linee guida ufficiali e vanno esenti da colpa se le osservano.
In conclusione si può dire che una legge nata con le miglior intenzioni, per tutelare il cittadino e le Forze dell’Ordine da forme di accanimento giudiziario, è stata massacrata dai suoi estensori che hanno vanificato le buone intenzioni; la legittima difesa rimane confinata da troppi paletti il cui peso è lasciato alla valutazione del giudice e il numero di coloro che verranno trascinati ingiustamente di fronte alla giustizia non cambierà. È vero che poi potrà ottenere il rimborso delle spese, ma nessuno gli pagherà mai i danni, le spese aggiuntive, il danno morale e all’immagine.
Dispiace vedere come i magistrati siano sempre pronti a dare giudizi politici, non di loro competenza, sulle nuove leggi, ma non intervengano mai per migliorarne il profilo tecnico e per aumentare l’efficienza della giustizia; pare che non accettino che sia la legge a stabilire quando una persona è colpevole o innocente, con regole migliori di quelle che può partorire la mente di un singolo giudice, competente, forse, sul come leggere una legge, ma sicuramente non esperto in altri campi.
Edoardo Mori: Ex Giudice di Cassazione, si occupa da sempre di armi. Esperto cacciatore, conoscitore di armi antiche e ancor più esperto della normativa in vigore è un importante punto informativo sempre aggiornato sulle novità legislative del nostro Paese. Articolista per le maggiori pubblicazioni di settore come Diana Armi, Armi e Tiro, Tac Armi.
Autore del sito web Enciclopedia delle Armi con 4 milioni di visitatori.
Ha pubblicato il “IL CODICE DELLE ARMI E DEGLI ESPLOSIVI” edizione 2016