COVID-19, ipotesi vaccinazione alle Forze di Polizia: totale disappunto, no agli agenti cavie e violazione al diritto alla salute, il parere dell’Avvocato PALAMENGHI

SPERIMENTAZIONE VACCINO ANTI COVID-19 PER LE FORZE DI POLIZIA Lo Studio Legale DE IURE,

Avvocato Vittorio PALAMENGHI (Studio Legale DE IURE Convenzionato CONSAP Roma)

SPERIMENTAZIONE VACCINO ANTI COVID-19 PER LE FORZE DI POLIZIA

Lo Studio Legale DE IURE,
a seguito delle indiscrezioni, peraltro confermate da una recente interrogazione parlamentare, circa l’ipotesi di sperimentare il vaccino anti Sars- Covid 2, agli appartenenti delle Forze di Polizia, esprime con vigore il proprio totale disappunto, considerando tale eventuale decisione, l’ennesima gravissima violazione dei loro diritti, ed in particolare del loro fondamentale diritto alla salute.
Ebbene, è sufficiente leggere l’articolo, pubblicato lo scorso 31 Marzo, dal “The journal of infectious Diseases”, rivista punto di riferimento mondiale per le malattie infettive, per dimostrare come tale preoccupazione, sia oltremodo fondata. Si legge nell’articolo sopra citato, come i Governanti prevedano che la sperimentazione umana dei vaccini candidati ad essere testati contro il COVID 19, debba avvenire nei confronti di soggetti appartenenti al Corpo Militare e di Polizia dei singoli Stati, <>. A prescindere dalla considerazione, già apparentemente non veritiera, circa il migliore stato di salute di coloro che svolgono un attività quotidiana di tutela e protezione della sicurezza pubblica, in quanto è sufficiente evidenziare, come al vertice delle categorie maggiormente colpite da gravi patologie cardiache, vi sono proprio gli appartenenti delle Forze dell’Ordine, ancor più grave è quanto successivamente sostenuto. Nessuna persona è maggiormente pronta ad accettare il rischio di morire, per di più un Agente di Polizia, il quale agisce, per grande senso di servizio per lo Stato ed amore per la propria Patria, e non perché <>. Ognuno di loro ha una propria famiglia, dei figli che li attendono la sera al ritorno nelle proprie case, e certamente l’amore per i propri cari, li rende diversi da automi, privi di paure e sentimenti. Come, infatti, dimostrato da numerosi studi psichiatrici, la paura di morire è una condizione esistenziale che accomuna tutti gli esseri umani, nessuno escluso. Della morte ci spaventano l’ignoto, la perdita dei legami e di tutto ciò che abbiamo costruito, la perdita del controllo sulla nostra vita. Come si può affermare, quindi, che una determinata categoria di persone è pronta ad accettare la morte!! E’ una considerazione superficiale, e per giunta non veritiera, che se accolta comporterebbe l’ennesimo grave abuso nei confronti di una determinata categoria, che oggi è tra le più colpite da questa emergenza. Sperimentare un vaccino, ricordiamolo, significa per coloro che si pongono come cavie, rischiare gravi problemi di salute, e quindi deve necessariamente essere una VOLONTARIA SCELTA DEL SINGOLO SOGGETTO!!!
Non si può aprioristicamente costringere una determinata categoria di persone, a sottoporsi a pericolose sperimentazioni, senza verificare la loro consapevolezza e volontà. Occorre al riguardo rammentare, come quanto sopra esposto, trova la propria conferma nei principi Costituzionali, cristallizzati nella nostra legge suprema. In particolare, è sufficiente sottolineare l’art. 13 della nostra Costituzione, che nel riconosce l’inviolabilità della libertà personale, ricomprende anche la libertà di salvaguardare la propria salute ed integrità fisica, escludendone ogni restrizione, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e con le modalità previsti dalla legge. Ed ancora…L’art. 32, 2 comma, specifica invece che <>. Tali principi trovano ulteriore conferma e specificazione nell’articolo 33 della legge n. 833 del 1978, istitutiva del Servizio sanitario nazionale, che stabilisce che gli accertamenti ed i trattamenti sanitari sono di norma volontari; qualora previsti, i trattamenti sanitari obbligatori devono comunque rispettare la dignità della persona, i diritti civici e politici. Ebbene, alla luce di tali principi, previsti dalle nostre leggi, riteniamo quindi che una decisione governativa, finalizzata ad obbligare una determinare categoria di lavoratori, a divenire c.d. “cavie da laboratorio”, sia di una tale gravità, da essere considerata sovversiva, per manifesta violazione dei principi supremi della nostra Carta Costituzionale. Naturalmente tutti aspettiamo con ansia un vaccino che possa finalmente debellare questo virus che ha cagionato numerose vittime, però non deve assolutamente avvenire, in spregio dei diritti fondamentali delle persone, ed in particolare degli appartenenti alle Forze di Polizia, che con coraggio prestano il loro prezioso lavoro sul territorio senza alcuna tutela, e continuano a subire più di altri, i danni derivanti da questa emergenza. Violare i diritti fondamentali dell’individuo, come disse un noto giurista, equivale ad uccidere una persona, e quindi si arriverebbe all’assurdo di voler salvare le vite umane, con azioni che di fatto cagionano la loro morte. Intendiamo quindi fare un appello al Governo Nazionale per impedire, anche a livello internazionale, una tale decisione; per una volta, l’Autorità Politica, deve ricordarsi delle proprie Forze di Polizia, che purtroppo vengono ascoltate soltanto in tempo di elezioni politiche, per poi essere di fatto dimenticate nel proseguo della legislatura.

#consapromanews 

 

Studio Legale DE IURE - Consulenza Legale in Convenzione CONSAP Roma

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