Category Archives: Sportello del Poliziotto

ALLOGGI SOCIALI: ben 48 famiglie delle Forze dell’Ordine sfrattate e senza nessuna soluzione alternativa, la CONSAP scrive al Prefetto di Roma e chiede appello al Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture (#consaproma)

CASE COLLINA DELLE MUSE - ROMA - ALLOGGI SOCIALI FORZE DELL'ORDINE

LA CONSAP SCRIVE AL PREFETTO DI ROMA PER SOLLECITARE RICHIESTA URGENTE DI UN TAVOLO TECNICO PER LA GRAVE SITUAZIONE SFRATTO ALLOGGI FORZE DELL’ORDINE A COLLINA DELLE MUSE/BOCCEA/MONTESPACCATO – ROMA –

 

48 famiglie a Montespaccato “cacciate” di casa a Natale dagli alloggi sociali, costruiti per far fronte all’emergenza abitativa!

Posizione assunta dalla CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia a sostegno delle ragioni di famiglie delle Forze dell’Ordine che vivono da diversi settimane un vero e proprio dramma , quello di trovarsi in “mezzo alla strada” con anziani e bambini a seguito dello SFRATTO per alcune discutibili scelte adoperate dalla casa costruttrice che non rispecchiano gli accordi iniziali. Continua a leggere

Vertice di Segreteria Provinciale e delibera prossime attività di rivendicazione sindacale (#consaproma)

Segreteria Provinciale CONSAP Roma

ANALISI E APPROVAZIONI: VERTICE DI SEGRETERIA PROVINCIALE

Mercoledì 30 maggio p.v. vertice di Segreteria Provinciale, alla presenza del Segretario Generale Nazionale Cesario BORTONE e del Segretario Generale Provinciale Gianluca GUERRISI e tutto lo staff di dirigenti sindacali provinciali. Continua a leggere

Commissariato P.S. FIDENE-SERPENTARA: Le miserie ‘d Monsù Travet e la “proposta indecente” del dirigente, un premio a chi compila bene il registro presenze…Denuncia CONSAP (#consaproma)

Commissariato P.S. FIDENE-SERPENTARA: Le miserie 'd Monsù Travet e la “proposta indecente” del dirigente

COMMISSARIATO DI P.S. FIDENE-SERPENTARA: LE MISERIE ‘D MONSU’ TRAVET
DENUNCIA CONSAP

La Segreteria Provinciale di Roma della CONSAP solleva forti perplessità per il perseverare del dirigente del III distretto di P. S. “Fidene – Serpentara” nel mantenere nel ruolo di responsabile dell’ufficio servizi un dirigente di uno dei sindacati di polizia. In più occasioni avevamo invitato la dirigenza a rimuovere il conflitto d’interessi che si instaura allorquando il responsabile dei turni di servizio riveste un ruolo sindacale di livello in una segreteria provinciale. Continua a leggere

No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza e Difesa”, lettera al Ministro, Capo della Polizia e Gruppi Parlamentari

Conversione in legge del d.l. 17/3/2020, nr. 18 No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza e Difesa”

Conversione in legge del d.l. 17/3/2020, nr. 18 No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza e Difesa”

Al Signor Ministro dell’ Interno
Pref. Luciana Lamorgese
ROMA

Al Signor Capo della Polizia
Direttore Generale della P.S.
Pref. Franco Gabrielli
ROMA

Ai Gruppi Parlamentari
Senato della Repubblica e
Camera dei Deputati
ROMA

Oggetto: Conversione in legge del d.l. 17/3/2020, nr. 18
No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza
e Difesa”

Illustre Ministro, Pregiatissimo Capo della Polizia, Onorevoli componenti delle Commissioni parlamentari, è fuor di dubbio che l’unicità e drammaticità della situazione che il nostro Paese sta vivendo giustifica, seppur solo in parte, i continui aggiustamenti normativi e le procedure di contenimento del Covid19, caricando sulle spalle dei datori di lavoro, pubblici e privati, il compito assai delicato e complesso di provvedere alla gestione del personale, alla riorganizzazione e riprogrammazione dell’attività, tenendo sempre presente l’obiettivo primario di garantire la tutela della salute dei dipendenti. Al riguardo non ci sembra fuori luogo richiamare quanto previsto dall’art. 2087 c.c. in base al quale «l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro».

Tale previsione, avente carattere generale, trova poi specifica declinazione in norme primarie e, segnatamente, nel D.Lgs. 81/2008. Ben consapevoli della delicatezza e complessità della situazione, però, non possiamo esimerci dal segnalare la nostra più ferma contrarietà in ordine alla decisione della IV Commissione Difesa del Senato la quale – nell’ambito dei lavori per la conversione in legge del d.l. 17 marzo 2020, nr. 18 – ha approvato un emendamento che, in buona sostanza, concede l’immunità in sede civile e penale al datore di lavoro, dirigente e preposto appartenenti alle amministrazioni del c.d. “Comparto Sicurezza e Difesa”, per la durata dello stato di emergenza epidemiologica da Covid19. Si vorrebbe, pertanto, escludere la responsabilità di tali figure dell’organizzazione prevenzionistica, espressamente prevista dal d. Lgs. 81/08 e dal codice civile, a meno che non venga riconosciuta a loro carico la colpa grave o il dolo. Al di là di ogni pur lecita ed opportuna considerazione in ordine alla tenuta costituzionale di una previsione di legge che escluda la responsabilità di tali figure SOLO nell’ambito delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 19 della legge 4.11.2010, nr. 183, ciò che colpisce e indigna di più è il dover prendere atto che mentre gli operatori di polizia sono chiamati ad esporsi come mai prima d’ora, i generali e i vertici ministeriali si attrezzano non per fornir loro i necessari DPI ma per non essere chiamati a rispondere in caso di lesioni o decessi da Covid19 di cui fosse vittima “uno di noi”. In altre parole si profila il rischio che, in assenza di comportamenti abnormi da parte del lavoratore – al momento unica esimente che può essere invocata dal datore di lavoro in caso di lesioni o decesso del lavoratore – gli orfani, le vedove o i nostri colleghi eventualmente colpiti da Covid19 non potrebbero far valere le loro ragioni nelle competenti sedi giurisdizionali. Tale prospettiva è per noi del tutto inaccettabile. Il d.lgs. 81/08 e le pertinenti norme del codice civile sono un baluardo di civiltà che non può e non deve essere messo in discussione, soprattutto quando ai lavoratori viene imposto di assicurare la prestazione in condizioni sanitarie così drammaticamente gravi e con DPI inadeguati.

E ciò è ancor più vero se si considerano gli scenari evocati dagli organi di sicurezza interna che preannunciano, in maniera credibile, la possibilità di una “deriva sociale” dovuta ai bisogni materiali di una gran massa di famiglie senza più reddito e/o strumenti di sostegno. E a tal proposito, chi fronteggerà la possibile rabbia e la disperazione di questa gente se è quando dovesse concretizzarsi “l’assalto ai forni”? Vi sono quindi ragioni più che sufficienti, in punto di fatto e di diritto, perché il maldestro tentativo di assecondare la richiesta di immunità avanzata
dalle gerarchie militari, venga immediatamente stoppata. E se proprio immunità dovrà essere, che si faccia tesoro, a tempo debito e ad emergenza superata, dei principi e delle opportunità indicate dall’art. 2 del codice penale in materia di successione delle leggi penali. Ma nessuno pensi di ottenere, solo per se stesso, una così estesa ed immotivata immunità a discapito dell’anello debole della catena, cioè i lavoratori. Quegli stessi lavoratori che, pur non essendo stati ancora provvisti dei necessari ed idonei DPI, non possono certo omettere un atto del loro ufficio laddove questo dovesse imporre anche un diretto contatto fisico con soggetti positivi al Covid19 e magari asintomatici.
Confidiamo, pertanto, che l’emendamento approvato dalla Commissione Difesa del Senato venga cassato “senza se e senza ma”.

La lettera della Federazione Sindacale

Conversione in legge del d.l. 17/3/2020, nr. 18 No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza e Difesa”

Conversione in legge del d.l. 17/3/2020, nr. 18 No allo “scudo penale” per i datori di lavoro del “Comparto Sicurezza e Difesa”

Il dramma continuo dei suicidi nelle Forze dell’Ordine, parla l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure

Nella foto l'Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure di ROMA in convenzione con la Segreteria Provinciale CONSAP

Nella foto l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure di ROMA in convenzione con la Segreteria Provinciale CONSAP

Lo Studio Legale DE IURE,

a seguito dell’ennesima tragedia di pochi giorni fa, quando un altro servitore dello Stato ha deciso per il gesto estremo, intende esprimere la propria vicinanza, anzitutto, alla famiglia del povero agente ed a tutti gli operatori di Pubblica Sicurezza, che quotidianamente con il loro lavoro sul territorio garantiscono la sicurezza di noi cittadini.

E tale contributo viene offerto rinunciando alle ore da dedicare alle proprie famiglie ed ai propri figli ed il tutto a fronte di un salario irrisorio!!.

L’Agente è quindi spinto solo dalla passione per il Corpo di Polizia, dall’amore per la divisa, dalla voglia di giustizia e soprattutto dal garantire a tutti noi una giornata sicura e serena.

Fare la scelta di diventare poliziotto oggi è una Missione… E’ sufficiente leggere i principali studi psichiatrici circa lo stress da lavoro, per notare come tale attività è al vertice tra le professioni che cagionano maggiore stress e soprattutto tali da generare gravi patologie fisiche. Purtroppo nell’ultimo anno sono in aumento le morti per malattie cardiache degli appartenenti alle Forze di Polizia. Per non parlare dei rischi che quotidianamente corrono coloro che garantiscono la sicurezza nelle strade.

Il famoso “Taser” più volte decantato come strumento messo a disposizione dalle Istituzioni, oggi ancora non è utilizzabile dall’Agente come arma di difesa.

I diversi Governi che si sono succeduti negli anni si ricordano del lavoro ingente dei Servitori dello Stato soltanto nel momento delle Elezioni, ma poi costantemente si dimenticano delle promesse fatte.

Si parla sempre di lotta alla criminalità organizzata, all’immigrazione clandestina, al fenomeno del femminicidio ma non si danno i strumenti giusti a coloro che combattono questi gravi derive sociali.

Ed è il Sindacato il solo che da sempre denuncia queste problematiche.

Dal 2019 i suicidi degli appartenenti alle Forze dell’Ordine sono in aumento, ed anche l’Osservatorio istituito dal Capo della Polizia non ha portato ai risultati sperati.

Si è da poco insediato un nuovo Governo, che nei suoi punti programmatici si è dimenticato delle gravi condizioni in cui vivono gli appartenenti alle Forze di Polizia.

Ora è davvero il momento di agire e basta con le belle parole!!

I professionisti di questo Studio, oltre a manifestare la loro vicinanza, si impegnano a segnalare in tutte le sedi opportune questi gravi episodi, e soprattutto, ad offrire la piena assistenza a coloro che intendono denunciare alle Istituzioni competenti,  il grave malessere vissuto quotidianamente.


Avv. Vittorio PALAMENGHI
Studio Legale De Iure – ROMA

Polizia, sgombero di via Curtatone a Roma, “ciò che ha detto il funzionario di polizia, per la legge, rientra nell’ambito delle cause di giustificazione che escludono la punibilità …”, l’analisi dello Studio Legale DE IURE – PP&Counselors

Ordine Pubblico, agente in servizio che calma la folla dei manifestanti

Ordine Pubblico, agente in servizio che calma la folla dei manifestanti

Lo Studio Legale DE IURE – PP&Counselors,

esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà ai Servitori dello Stato, in merito ai gravi fatti verificatesi il 24 Agosto 2017, dove Agenti delle Forze di Polizia, nello svolgimento del loro servizio, finalizzato allo sgombero di circa 100 immigrati irregolari che avevano occupato abusivamente il Palazzo di Via Curtatone, sono stati vittime di una vile aggressione, prima fisica, con il lancio di sassi, bottiglie ed addirittura bombole a gas, e poi verbale, provenienti dagli Organi di Stampa.
In un Paese come il nostro che quotidianamente vive nell’attesa di un imminente attacco terroristico di matrice islamica, nel quale anche le abitudini estive sono cambiate, dove si ha paura al solo incrociare lo sguardo con un extracomunitario e si chiede con forza PIU’ CONTROLLI, MAGGIORE SICUREZZA, proprio nel giorno in cui i nostri Agenti sono intervenuti per sgomberare un Palazzo illegittimamente occupato da immigrati clandestini, non una parola di elogio o ringraziamento è stata formulata, ma solo feroci critiche sono state spese.
A questo punto dobbiamo chiederci se vogliamo continuare ad essere la meta di transito e soggiorno degli immigrati clandestini, che anziché rispettare le nostre leggi, tradizioni e cultura tendono semplicemente a delinquere, ad accordarsi con le organizzazioni criminali del Paese e nelle segrete stanze organizzare piani per attentati, tali da essere ricordati nella storia.
Se è questo ciò che vogliamo, allora ci meritiamo questa Classe Politica, ci meritiamo l’illegalità e il continuo flusso indiscriminato migratorio.
Se invece siamo stufi della società in cui viviamo, del mancato rispetto delle regole, della continua corruzione e della predominante attività delinquenziale e soprattutto vogliamo essere sereni quando si prende una metropolitana, un aereo o si partecipa ad un concerto dobbiamo soltanto solidalizzare con le Forze di Polizia.
Proprio gli Agenti che vivono quotidianamente con lo stress, che mettono da parte la propria vita e quella dei loro familiari per il bene comune, che sono continuamente vittime di attacchi politici e di scelte legislative prive di ragione ( si pensi all’introduzione del nuovo reato di tortura), di critiche pretestuose, hanno garantito e continuano a salvaguardare la SICUREZZA DI TUTTI NOI!!!
Dovremmo ringraziarli per il lavoro che svolgono ed invece anche una attività di prevenzione del Crimine quale quella del 24 Agosto è stata utilizzata quale pretesto per criticare ferocemente la loro Professionalità.
Non si sono lette parole di stima e ringraziamento per gli Agenti che hanno subito una vile aggressione con bombole a Gas, non un elogio per l’Agente che durante gli scontri manifesta la propria Umanità nei confronti di una migrante con una carezza, ma solo polemiche alimentate da esponenti Politici che odiano le Forze di Polizia probabilmente perché hanno il compito di far rispettare la Legge, concetto a loro non conosciuto.
Si sono scritte pagine di articoli soltanto per la frase del Funzionario di Polizia “ se tirano qualcosa spaccategli un braccio”…
E’ sicuramente una frase forte, peraltro non formulata in un contesto conviviale, ma nel pieno della Guerriglia, e comunque sempre rispettosa della legge.
Analizzando ciò che ha detto il Funzionario, si rientra nell’ambito delle cause di giustificazione che escludono la punibilità di colui che agisce nel rispetto delle stesse.
In particolare di quanto prescritto e previsto dagli articoli 52 e 53 del nostro codice penale che escludono la punibilità per chi agisce e ricorre alla violenza, qualora siano presenti 3 elementi essenziali:

  • INEVITABILITA’
  • ATTUALITA’ DEL PERICOLO
  • PROPORZIONALITA

In una guerriglia come quella scatenata dagli extracomunitari il 24 Agosto, l’Agente che avesse seguito l’Ordine del Superiore non avrebbe commesso un reato punibile.
L’inevitabilità dell’azione, l’attualità del pericolo e la proporzionalità sono rispettati nell’Ordine del Funzionario, infatti, non è stato ordinato di sparare al lancio della bombola a gas, Azione questa sì perseguibile dall’Autorità Giudiziaria.
Se vogliamo criticare questo Ordine allora dovremmo processare il Comandante che ordina di sparare al nemico.
Si dimentica il contesto nel quale la frase è stata formulata, ed effettivamente è semplice dimenticarlo: chi critica, coloro che invocano gravi sanzioni, lo fanno da una scrivania, da una spiaggia mentre prendono il sole o mentre verificano l’accredito degli stipendi e pensioni d’oro.
Sarebbe semplice comprendere che ora più che mai bisogna aiutare le Forze dell’Ordine nell’arduo compito che stanno affrontando: accanto alla lotta alla microcriminalità ed alle Mafie, devono combattere il fenomeno dell’Immigrazione Clandestina associato al Terrorismo.
Siamo oramai nelle Terza guerra Mondiale, diversa dalle prime due, e più difficile da vincere dove il nemico è nascosto, e potrebbe essere accanto a noi.
Per tale Ragione i Professionisti dello Studio Legale DE IURE – PP&Counselors, manifestano la loro vicinanza e ringraziano le Forze di Polizia per l’immenso lavoro atto a garantire la SICUREZZA ed il rispetto della Legge.

 

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors Via del Casale Strozzi, 31 - ROMA  (Piazzale Clodio)

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors
Via del Casale Strozzi, 31 – ROMA  (Piazzale Clodio)
Sito Web – http://www.ppcounselors.it/  

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors Via del Casale Strozzi, 31 - ROMA  (Piazzale Clodio)

 

 

Ritorna il “terrore di Robespierre…” a farne le spese poliziotti e cittadini onesti che denunciano situazioni di degrado, “la brava gente esasperata è sempre più intimorita dai provvedimenti dello Stato”

dr Fabrizio Locurcio, Responsabile dello Sportello del Poliziotto, Segreteria Provinciale CONSAP di Roma

dr Fabrizio Locurcio, Responsabile dello Sportello del Poliziotto, Segreteria Provinciale CONSAP di Roma

Purtroppo è un dato di fatto che il cittadino è sempre più “minacciato” da sanzioni pecuniarie, provvedimenti disciplinari al lavoro, dalla riduzione degli stipendi, dai conguagli impazziti, dal fisco, dai vaccini non somministrati, dalla malasanità, invalidi costretti a lavorare e falsi invalidi campioni di Free Climbing ed ora Equitalia che, da azienda privata, diventa Agenzia delle Entrate, al fine di poter avviare di imperio, le procedure esecutive di riscossione delle tasse. E nessuno parla delle decine di migliaia di dipendenti della società che da un giorno all’altro li ha trasformati in dipendenti pubblici in forza al Ministero dell’Economia, senza concorso mentre i nostri figli laureati, per 600 euro debbono accettare posti nei call center o al Mc Donald…e qualcuno li ha definiti perfino fannulloni figli di mamma e di papà!
Lo sfogo dei cittadini sui social media non basta a placare la collera nei confronti di uno Stato patrigno che è sempre più contro i cittadini onesti, la vessazione contro le Forze dell’Ordine, la totale assenza di regole per alcuni che impone una riflessione, il delinquente è sempre più garantito e vive e continua a vivere senza regole, l’uomo onesto deve combattere una guerra quotidiana con assassini che uccidono per un diverbio stradale e tornano presto a guidare sulle stesse strade e con la stessa patente grazie all’indulgenza della legge che applica l’istituto della riabilitazione e ladri che girano indisturbati, immigrati senza controllo che continuano a privare i cittadini italiani di molti diritti fondamentali, casa, vita dignitosa e sicurezza che ormai è una chimera in questo Paese!
Una magistratura che indaga il poliziotto e il cittadino che si difende dal criminale, permessi premio a pluriomicida con i quali diventano latitanti per commettere altri reati, Istituzioni intoccabili che non possono nemmeno essere nominate, pena la sospensione dal lavoro e dalla paga, come non avveniva nei tempi del tanto esecrato periodo fascista, cittadini che per evitare sfratti o poter mangiare un tozzo di pane debbono andare a raccogliere nei rifiuti dei mercati gli scarti alimentari oppure debbono fare appelli in Tv, sperando che qualche misericordioso benestante si preoccupi del loro caso….ecc.ecc. ma lo Stato quello che dovrebbe preservare, garantire, sostenere ed evitare tutto questo dov’è? Quello stato democratico, di diritto, di equità sociale, contro le disuguaglianze, favorevole all‘esercizio dei propri diritti di libertà di espressione e di pensiero, contro gli abusi e le prepotenze del potere dove è finito?
Questo clima di impotenza generale è determina o dal timore di perdere il lavoro e quelle poche certezze conquistate, mentre chi non lo ha teme di non poterlo avere mai. “Arbeit macht frei”!
Il lavoro rende liberi!

dr Fabrizio Locurcio
Responsabile Sportello del Poliziotto
Segreteria Provinciale di Roma – CONSAP

Armi, imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni, il parere dello Studio Legale De Iure “giuridicamente fondate e legittime le osservazioni della CONSAP”

Studio Legale De Iure - Gli Avvocati Pasquale Pittella e Vittorio Palamenghi

Studio Legale De Iure – Gli Avvocati Pasquale Pittella e Vittorio Palamenghi

Dopo i commenti degli illustri giuristi sulla legislazione delle armi, nelle persone del dr. Edoardo Mori e il dr. Angelo Vicari (pubblicati su questo sito web e che hanno raggiunto le 50mila visite di news), continuano a pervenire alla Segreteria Provinciale di Roma della CONSAP (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia) richieste di chiarimenti in ordine all’ imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni.
A tal proposito riceviamo e volentieri pubblichiamo il parere dello Studio Legale De Iure di Roma che da tempo collabora, in convenzione per gli iscritti, con il nostro sindacato Segreteria Provinciale di Roma CONSAP.

 

Lo  Studio Legale  DE IURE,
in persona dei Professionisti che lo rappresentano, esprime brevemente alcune riflessioni circa il pagamento dei diritti di bollo per la variazione del numero delle armi in collezione.
Se un albero cade in una foresta, e non c’è nessuno che può ascoltarlo, l’albero fa rumore?
Fra le prime risposte che passano per la testa ci sono sicuramente quelle per cui se non si sente il rumore della caduta è perché o si è troppo lontani per sentirlo o, viceversa, perché si è semplicemente sordi.
Una simile riflessione può, contrariamente a quanto si possa apparentemente pensare, spiegare agilmente il continuo e l’indiscriminato stillicidio economico perpetrato anche da questo Governo nei confronti dei propri cittadini e contribuenti.
Del resto se un’imposta è nuova o viene innalzata e non ha ripercussioni immediate sulla vita dell’interessato, si è troppo distanti per patirne gli effetti, altresì qualora la stessa riverbera i propri effetti nelle tasche del contribuente costui, isolato ed impotente, si rassegna nella sua indifferenza.
Difatti, in una selva fitta, fittissima, per non dire “oscura” d’imposte e gabelle in cui il contribuente italiano è circondato l’aumento delle imposte o, addirittura, il possibile e raro caso di diminuzione delle stesse rischiano di lasciare il contribuente indifferente, ormai sordo alla novità.
Tuttavia a questo nichilismo contributivo a cui la maggior parte dei cittadini italiani, ahimè, si rassegnano rimane, vorremmo dire, s’impone una risposta: l’informazione, da una parte, il biasimo e il disappunto, dall’altra.
E così, nella calura agostana, mentre quasi tutti pensano al mare, ai monti e alle vacanze, mentre gli altri pensano al rispetto dell’Ordine Pubblico vigilando sullo stato di diritto nonostante il caldo, i rischi e lo stipendio ormai bloccato, l’informazione di una quanto mai opportuna richiesta di chiarimenti da parte di chi, come la Consap, non intende girare lo sguardo, né, ancor meno, intende restare sordo al tonfo dell’albero ha l’effetto di un dissetante bicchiere d’acqua gelata.
L’albero se cade fa rumore, punto.  Anche se si è distanti, anche se si è “impegnati a rilassarsi ”, anche se è passato del tempo e le norme sono riposte nel dimenticatoio attendendo la polvere dell’oblio.
Tuttavia chi vigila, ed è stato sempre abituato a farlo, non solo ha buona memoria, ma continua a documentarsi e a studiare.
Il caso inerisce alla possibile non assoggettabilità all’imposta di bollo pari ad euro 14,62 per quelle armi detenute per collezione.
Come del resto eloquentemente chiarito nell’articolo apparso sul sito della Cansap Roma, cui si rimanda (https://consaproma.wordpress.com/2016/08/18/armi-imposta-di-bollo-sulla-variazione-delle-licenze-di-collezione-di-armi-comuni-la-consap-scrive-al-dipartimento-della-p-s/), il dubbio interpretativo della norma contenuta nella circolare del 13 febbraio 2016 nr. 557/PAS.755-1017(3) sono ben fondati ancor più se analizzati sulla base dei principi contenuti nell’art. 53 della Costituzione a mente del quale <<Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività>>.
Non si comprende, quindi, la logicità della norma soprattutto nella parte in cui s’impone uno sgravio che giace nella polvere da più di 10 anni e mai realizzato.
I dubbi contenuti nell’interpellanza avanzata nelle sedi competenti dalla Consap, oltre ad essere giuridicamente fondati e legittimi rappresentano un forte segnale di attenzione da parte del sindacato rispetto a quei diritti riconosciuti e non ancora attuati.
Per queste vedette del diritto gli alberi possono cadere sotto lo scorrere tempo, ma la loro vigilanza rimane sempre alta su i diritti della collettività.

Studio legale  De IURE

Avv. Vittorio PALAMENGHI
Avv. Pasquale PITTELLA
Avv. Patrizio Maria MANTOVANI    
Avv. Maria Teresa GUERRISI
Avv. Evandro PESCI   
Avv. Valerio CRESCENZI

Polizia Stradale Colleferro e le “orecchie da mercante” di qualcuno, la CONSAP scrive al Direttore Centrale delle Specialità dr Roberto Sgalla

Il Dr Roberto SGALLA, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato

Il Dr Roberto SGALLA, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato

Continua il braccio di ferro tra la CONSAP e il “muro di gomma” strutturato, forse ad arte, da qualcuno in merito alla vergognosa vicenda del Distaccamento della Polizia Stradale di Colleferro.
Dopo aver interpellato ed invocato al dialogo i vertici di Sezione, Compartimento Lazio e Servizio Polizia Stradale senza “uno straccio di soluzione”, la CONSAP ha chiesto colloquio al Direttore delle Specialità della Polizia di Stato dr Roberto Sgalla (che di relazioni sindacali se ne intende bene) per vedere riconosciuta giustizia.
La Segreteria Nazionale che segue la vicenda di pari passo con la Segreteria Provinciale di Roma e lo Sportello del Poliziotto CONSAP nei prossimi giorni riferirà comunque, ad un programmato incontro,  al Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli le amarezze dovute ad una manifesta trascuratezza (in questo caso) alle nobili prerogative sindacali fatte di dialogo e rispetto nei confronti di uomini e donne della Polizia di Stato e dei loro rappresentanti sindacali.

Studio Legale De Iure, visita agli Uffici della Segreteria Generale CONSAP e consultazione prossime attività di formazione e informazione per il personale di Polizia iscritto al nostro sindacato

Incontro con lo Studio Legale De Iure. Da sinistra Avv. Mantovani, Avv. Pittella, Avv. Palamenghi, il Presidente Nazionale della CONSAP Mauro Pantano, il Segretario Generale Nazionale CONSAP Giorgio Innocenzi, Avv. Poli, Avv. Guerrisi e Avv. Crescenzi

Incontro con lo Studio Legale De Iure. Da sinistra Avv. Mantovani, Avv. Pittella, Avv. Palamenghi, il Presidente Nazionale della CONSAP Mauro Pantano, il Segretario Generale Nazionale CONSAP Giorgio Innocenzi, Avv. Poli, Avv. Guerrisi e Avv. Crescenzi

L’attivissimo Studio Legale De Iure, già in convenzione in materia di assistenza legale con la Segreteria Provinciale CONSAP di Roma, ha fatto visita nei giorni scorsi ai locali della Segreteria Generale alla presenza del Presidente Nazionale Mauro Pantano, del Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi e del Segretario Generale Provinciale Aggiunto di Roma Gianluca Guerrisi.
Lo Studio Legale composto dagli avvocati Vittorio Palamenghi, Patrizio Mantovani, Pasquale Pittella, Maria Teresa Guerrisi, Gianmarco Poli e Valerio Crescenzi ha voluto ringraziare la CONSAP romana per la grande opportunità concessa di lavorare con e per gli iscritti al sindacato e di rendersi disponibili per consulenze e assistenze anche di carattere nazionale.
Tra i vari argomenti discussi, lo Studio Legale De Iure ha focalizzato la sua attenzione sulla volontà/disponibilità a calendarizzare dei focus di approfondimento sul diritto disciplinare degli appartenenti alla Polizia di Stato e tematiche di specifico interesse e si è impegnato a strutturare per il prossimo periodo settembre-ottobre un seminario sul regolamento di disciplina per dare  impulso all’elaborazione di un progetto organico di revisione dell’attuale impianto normativo ormai da considerarsi inadeguato e farraginoso.

Distaccamento Polizia Stradale di Colleferro, violazioni contrattuali, gravi problematiche e gestione locale “ad libitum”, la CONSAP scrive ai vertici del Dipartimento della P.S. e chiede incontro urgente con il Direttore del Servizio Polizia Stradale

Il Direttore del Servizio Polizia Stradale dr. Giuseppe BISOGNO

Il Direttore del Servizio Polizia Stradale dr. Giuseppe BISOGNO

Decisa presa di posizione della CONSAP a tutela del personale in servizio presso il Distaccamento della Polizia Stradale di Colleferro dove una riscontrata e allegra gestione locale mina ormai da tempo la serenità professionale dell’organico. Dopo aver esperito una serie di tentativi di dialogo con le dirigenze di Sezione e Compartimento di riferimento, per veder riconosciuta giustizia, e NON aver riscontrato nessun risultato se non “rimpallare” il serio problema da un mese all’altro (fino ad arrivare a ben sette mesi di nulla di fatto nonostante vi fossero dati raccolti inconstestabili)  la CONSAP ha rappresentato, con nota formale, ai vertici del Dipartimento della P.S. “l’incresciosa situazione”, interessando anche il Capo della Polizia, l’Ufficio ministeriale Relazioni Sindacali e il Direttore delle Specialità.
Lo Sportello del Poliziotto della CONSAP, interessato di studiare e approfondire “la questione” ha raccolto una lunga serie di violazioni e compressioni normative, anche gravi, che saranno attenzionate “de visu” al Direttore del Servizio Polizia Stradale dr. Giuseppe Bisogno.

Polizia Stradale Colleferro, la “torbida” gestione “manageriale” al vaglio dello Sportello del Poliziotto CONSAP

Polizia Stradale Colleferro, la "torbida" gestione "manageriale" al vaglio dello Sportello del Poliziotto CONSAP

Polizia Stradale Colleferro, la “torbida” gestione “manageriale” al vaglio dello Sportello del Poliziotto CONSAP

La “spinosa” questione che interessa il Distaccamento Polizia Stradale Colleferro,  relativa all’approssimativa , allegra e del tutto singolare gestione manageriale locale , votata alla compressione e alla stortura“ad libitum”  di dettami normativi sanciti dall’Accordo Nazionale Quadro e dalla Contrattazione di Lavoro vigente, ha indotto la Segreteria Provinciale di Roma ad interessare l’equipe dello Sportello del Poliziotto CONSAP, dove sono allo studio una serie di azioni di tutela legale per “denunciare” e “arrestare” il dilagare di attività e “modus operandi” destinati esclusivamente all’interesse personale di pochi e alla crescita del malcontento professionale di tanti.

Polizia Stradale Colleferro, la "torbida" gestione "manageriale" al vaglio dello Sportello del Poliziotto CONSAP

Polizia, stipendio di 1 euro, interrogazione parlamentare dell’On.le Rampelli

On.le Fabio Rampelli di FdI - Alleanza Nazionale autore dell'interrogazione parlamentare

On.le Fabio Rampelli di FdI – Alleanza Nazionale autore dell’interrogazione parlamentare

Pubblichiamo l’interrogazione parlamentare presentata dall’On.le Fabio Rampelli (FdI-Alleanza Nazionale) al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Ministro dell’Economia e delle Finanze, relativa all‘importo minimo comunque corrisposto agli aventi diritto, disponendo che gli eventuali conguagli o importi a debito dovuti dai medesimi siano rateizzati.
AL MINISTRO DELL’ INTERNO
AL MINISTRO DELL’ ECONOMIA
Premesso che
Lo scorso 24 aprile c.a. un poliziotto romano di 52 anni, in servizio presso l’Ispettorato di P.S. Palazzo Chigi, padre di tre figli, si è visto accreditare sul suo statino paga: stipendio del mese di aprile netto a pagare euro 1. La stessa identica sorte è toccata ad un Ispettore della Polizia in servizio presso un Consolato negli Stati Uniti con a  carico perfino  un figlio disabile al 100%.  La vicenda, che ha dell’incredibile, nasce perché i due poliziotti avrebbero avuto un conguaglio a debito verso l’amministrazione. Un debito involontario, nato dal fatto che in questi ultimi mesi gli erano state accreditate somme in più nello stipendio, somme di cui i dipendenti non si era accorti. Debito che il Dipartimento della pubblica sicurezza, una volta individuato, avrebbe potuto dilazionare, come chiesto dal sindacato di polizia Consap che ha denunciato tale vicenda ed era intervenuta per evitare quello che poi è accaduto.
Che, purtroppo tale caso rientra in una casistica sempre più frequente. Del fatto ne hanno ampiamente parlato i mass media. Sempre la Consap segnala che tali episodi sono molto frequenti anche presso lente previdenziale INPS; di recente un pensionato si è visto consegnare il cedolino della sua pensione di una mensilità di 3 euro, ed effettivamente tali casi sono reperibili in rete da chiunque. Che le reiterate violazioni non costituiscono meri errori di conteggio ma una vera e propria disattenzione e violazione di legge commesse da parte dei soggetti preposti alle erogazioni degli emolumenti.
E evidente che non è concepibile un totale azzeramento dello stipendio che pregiudica gravemente le condizioni essenziali di sopravvivenza; l’Amministrazione in genere, Stato, INPS, enti pubblici  hanno l’obbligo di rispettare il minimo garantito per la sopravvivenza.
Che è fatto oramai noto che questo non avviene poiché le detrazioni, i conguagli ed eventuali pignoramenti vengono operati  in automatico mediante sistemi informatizzati,  senza controllo e senza responsabilità da parte dell’ente. Che sempre nel mese corrente  (aprile), ad una docente in pensione F. B. per un conguaglio effettuato da parte dell’Inps, gli sono stati accreditati 440 euro di pensione e quest’ultima non ha potuto pagare le spese ordinarie per il mese corrente comprese le medicine, essendo invalida per 2/3. Per tale ragione uno studio legale romano ha dovuto intimare diffida al Direttore Generale dott. Crudo, per poter avere contezza e rispetto della legge vigente.
Lo Stato e lente previdenziale nel caso delle pensioni, dovrebbero per primi garantire il rispetto delle norme tutelando il lavoratore, in quanto la nostra Costituzione prevede che l’attività della Pubblica Amministrazione deve sempre perseguire l’interesse generale e soprattutto deve essere legittima.
La riforma intervenuta lo scorso anno, con il d.l. n. 83/2015 e relativa legge di conversione, ha introdotto diverse e sostanziali novità in materia di pignoramenti di pensioni e stipendi modificando il limite storico fissato dall’art. 545 c.p.c. e individuando (in rialzo) sia le soglie d’impignorabilità della pensione in generale che quelle di stipendi e pensioni accreditati sul conto corrente pignorato. Con riferimento al pignoramento delle pensioni, l’art. 13 del d.l. n. 83/2015 ha introdotto un nuovo comma all’art. 545 c.p.c. prevedendo che le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge.
Pertanto le trattenute secondo le normative enunciate a qualsiasi titolo sono da ritenersi illegittime  e comunque in ogni caso non possono superare i limiti imposti dalla normativa vigente, al fine di garantire le essenziali condizioni per la sopravvivenza dell’avente diritto. Nella fattispecie Anche la Corte Costituzionale si è pronunciata in tale senso, stabilendo il minimo garantito di 525,89.

Per le ragioni suesposte si interrogano i ministri sopra citati al fine di individuare eventuali responsabili e sensibilizzare i funzionari preposti al rispetto delle norme in materia.

Atto Parlamentare – Camera Deputati
Interrogazione a risposta scritta 
Interrogazione Parlamentare On.le Rampelli - FdI - Alleanza Nazionale

Interrogazione Parlamentare On.le Rampelli – FdI – Alleanza Nazionale

L’Abbraccio, il monumento ai Caduti delle Forze dell’Ordine, il prossimo 21 novembre a Roma, P.zza Della Libertà, il ricordo con legge regionale

Il Monumento ai Caduti delle Forze dell'Ordine collocato a Roma P.zza Della Libertà, nel quartiere Prati

Il Monumento ai Caduti delle Forze dell’Ordine collocato a Roma P.zza Della Libertà, nel quartiere Prati

A Piazza Della Libertà, a Roma, nel Quartiere Prati è collocata una scultura dedicata a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la difesa dei valori della pace e della libertà.
Abbiamo voluto chiedere, al dr. Fabrizio Locurcio, come nasce l’idea del monumento e gli sviluppi della complessa e travagliata richiesta, fino al giorno dell’inaugurazione.

La scultura interamente realizzata in travertino dal titolo “l’abbraccio” rappresenta un grande abbraccio di conforto simbolicamente rivolto alle vittime cadute ma anche un fraterno abbraccio a tutte le famiglie che piangono i loro cari. L’immagine di ciò che rappresenta  è lasciata ad ognuno di noi, evocando la Madonna o Gesù per i cattolici ma anche semplicemente una mamma che stringe a se il proprio figlio.  Come tutti i traguardi importanti della vita che trasmettono sentimenti intensi di commozione, la nascita di un figlio, un matrimonio, una laurea ecc. quando sono tanto sofferti e lunghi, l’istante in cui si vive tale momento diventa  fugace, e non si riesce ad assaporare in pochi minuti, la conquista raggiunta. Il promotore dr. Fabrizio Locurcio dichiara: “Personalmente ho pensato nel lontano 2006, di rendere omaggio a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per lo Stato e per la democrazia di questo Paese”. “A seguito di una visita che ho fatto presso il Sacrario, all’interno dell’Istituto Superiore di Polizia a Roma, nel quale vi sono migliaia di targhe commemorative dei colleghi della Polizia di Stato morti nell’adempimento del dovere, ho ritenuto che meritassero una attenzione ed un riconoscimento pubblico, ben visibile a tutti i cittadini, per non dimenticare chi ha sacrificato la vita, anche dopo il funerale e la conseguente disperazione familiare del compianto scomparso, dopo i solenni saluti istituzionali e soprattutto dopo il breve momento che i mass media riservano ai nostri caduti”.
Tale prolungato sforzo di comunione ha finalmente avuto il suo apice e tangibile segnale di pace e di speranza, iniziato nel lontano 2007 con la richiesta di audizione dell’Associazione Argos presso il Consiglio del Municipio XVII. Con l’approvazione da parte dell’attuale Municipio I, nessuno pensava di poter riuscire nell’impresa, in quanto la documentazione e i costi, soprattutto per un privato, sono enormi per collocare e realizzare un opera in una piazza centrale della Capitale.   Infatti i successivi sette anni sono stati necessari per reperire ogni tipo di documento, progetto, bozze della statua, approvazioni tecniche del Comune di Roma e soprattutto i fondi per realizzarla! Abbiamo chiesto aiuto alle Istituzioni, le stesse per le quali i colleghi hanno perso la vita, gli enti pubblici, ecc. riscontrando difficoltà abnormi per importi di sole alcune migliaia di euro.  Solo nel 2013 siamo riusciti a coinvolgere cittadini privati in questa iniziativa che ha permesso il finanziamento della statua, ossia: la Comecel di Aprilia, Pratesi di Roma; Reale Mutua Assicurazioni, Travertini S. Peter 96 di Poggio Moiano, oltre alla Rem Restauri Edili Monumentali di Umberto Iandolo per i lavori del basamento durati oltre un mese. Finalmente e con grandissima fatica il 21 novembre 2014, in pieno centro a Roma in piazza della Libertà, un nome che rievoca il sacrificio di chi ha difeso questo valore, a due passi da piazza del Popolo, è finalmente tutto pronto, anche la Fanfara della Polizia di Stato e i reparti d’onore della Polizia di Roma Capitale. Uno scenario da film americano, commovente e straziante, quando il promotore Fabrizio Locurcio, mediante l’Associazione Argos e la rivista Atlasorbis da lui diretta, presente lo scultore Giorgio Bisanti, con alcuni familiari delle vittime, hanno ricordato quante migliaia di colleghi hanno sacrificato la loro vita per la collettività. Una cerimonia molto sentita e partecipata da centinaia di passanti, cittadini e appartenenti alle Forze dell’Ordine in divisa e non. L’unica nota dolente, è stata, la totale assenza delle Cariche dello Stato, di quelle Governative, dei quasi mille parlamentari, di esponenti della politica nazionale che tanto amano le Forze dell’Ordine in televisione e sulla carta stampata. Sicuramente gli impegni precedentemente assunti erano da ritenersi di maggiore importanza, ma i giornalisti stupiti e presenti sul posto, si sono chiesti se tra i numerosi impegni istituzionali della politica, esiste un impegno più solenne e rilevante di rendere omaggio a coloro i quali hanno sacrificato la vita per lo Stato? Personalmente ritengo che un monumento fatto e voluto dai cittadini rappresenti è espressione massima della vicinanza dello Stato, essendo quest’ultimo espressione e formazione del popolo e dei cittadini; la politica agisce solamente per rappresentanza e delega della collettività! Tale principio è stato probabilmente recepito l’anno successivo, ovvero nel 2015, alla prima commemorazione e deposizione di una corona d’alloro, alla presenza dei vice Presidenti delle Camere, il Senatore Maurizio Gasparri e l’On. Luigi Di Maio, che hanno partecipato con sentita commozione alla cerimonia. Vedere cittadini e familiari delle vittime che rendono omaggio al monumento, ha indotto il dr. Giorgio Innocenzi, Segretario Generale della Consap ad inviare una missiva agli organi di Governo della Regione Lazio, nella quale si richiede di riconoscere al monumento ai caduti delle Forze dell’Ordine (ossia alla data di inaugurazione), la solennità istituzionale che merita, mediante l’approvazione dell’iter normativo di una legge regionale per indicare la giornata dedicata ai caduti ogni 21 novembre! Con grande entusiasmo e attenzione, il Capo gruppo della lista civica Zingaretti, On. Michele Baldi, ha immediatamente dato avvio alla procedura, prevedendo per il riconoscimento della stessa, tempi brevi ed un evento istituzionale per il prossimo 21 novembre in piazza della Libertà! Un appuntamento riservato a tutti coloro che ancora vedono nelle uniformi i colori di un progetto italiano, lo spirito vivo di una Nazione, il desiderio di rinnovata aggregazione sociale, la rappresentazione dell’idea di patria che non deve morire, considerato anche l’alto valore simbolico dell’opera e quello che rappresenta e rappresenterà per le generazioni presenti e future. “Un atto dovuto per non dimenticare chi ha sacrificato la loro vita per intere generazioni di noi cittadini e per lo Stato”.
L’Associazione Argos (con la collaborazione del Segretario Generale Aggiunto di Roma della CONSAP e appartenente al Direttivo ARGOS Gianluca Guerrisi che ha curato alcuni aspetti della comunicazione mediatica) ha fatto fronte con spese personali del Direttivo con la Prof. Franca Brusa, l’Ispettore Guglielmo FrascaUgo Scialdone, il dr. Terenzio D’Alena, che hanno acquistato con soldi propri anche le targhe dedicatorie oltre a sobbarcarsi tutti i costi del lunghissimo iter amministrativo.
Servizio fotografico esclusivo all’ evento monumento di Alberto Di Gennaro.

dr. Fabrizio Locurcio
Responsabile Sportello del Poliziotto CONSAP

 

Poliziotto = 1 euro al mese, Immigrato = 35 euro al giorno, la Consap denuncia l’incredibile caso di un agente dell’Ispettorato di Palazzo Chigi, Il Giornale d’Italia

Poliziotto = 1 euro al mese, Immigrato = 35 euro al giorno, la Consap denuncia l’incredibile caso di un agente dell’Ispettorato di Palazzo Chigi

Poliziotto = 1 euro al mese, Immigrato = 35 euro al giorno, la Consap denuncia l’incredibile caso di un agente dell’Ispettorato di Palazzo Chigi

( Il Giornale d’Italia). I poliziotti di Alfano costretti a chiedere l’elemosina ai migranti. Potrebbe sembrare un paradosso ma si tratta invece della “cartina al tornasole” di quanta poca considerazione godano le Forze di Polizia del governo Renzi. E la denuncia, l’ennesima e tutte finora inascoltate per il settore, arriva dalla Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, che rende nota l’incredibile vessazione subita da un poliziotto in forza all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza di Palazzo Chigi, a Roma.
La controprova alla quale fa riferimento la Consap, il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, è rappresentata da uno statino paga del NoiPa (il sistema che eroga gli stipendi nella Pubblica Amministrazione) che per il mese di aprile ha destinato ad un poliziotto ben… 1 euro di stipendio.
Il tutto per degli errori di contabilizzazione, avendo il poliziotto ricevuto qualcosa in più nei mesi passati; la qualcosa il diretto interessato aveva subito fatto notare, chiedendo poi di poter restituire i soldi un tanto al mese, secondo logica ma anche secondo legge, visto che a nessun lavoratore può essere corrisposta una paga inferiore alla soglia di sopravvivenza. E invece no: per il poliziotto di Alfano-Renzi anche la paga mensile di 1 euro può andar bene.
“Me lo vedo già il malcapitato collega 52enne, che confronta sconsolatamente la sua miserrima busta paga mettendola a confronto i 35 euro al giorno che lo Stato elargisce ad un qualsiasi migrante – denuncia ironicamente Giorgio Innocenzi segretario generale nazionale della Consap – ma purtroppo  in questa circostanza c’è molto poco da ridere, visto che con questo euro il collega dovrà mantenere per un mese la moglie e tre figli, mentre ha già dovuto cancellare il pranzo per la comunione di uno dei suoi bambini previsto per il mese di maggio.  In questo caso poi i vertici della nostra Amministrazione non potranno neanche accampare la solita cantilena “sono cose che succedono, provvederemo” visto che il Ministero dell’Interno era stato informato dallo stesso collega, che aveva chiesto una rielaborazione del debito accumulato per una tardiva comunicazione dei redditi, del possibile verificarsi di questa situazione; ma né lui né la Consap, che con una lettera del 31 marzo aveva sollecitato all’attenzione dell’Ufficio Rapporti Sindacali del Viminale, sono state degnate di attenzione da una macchina burocratica fatta di funzionari lautamente stipendiati che non trovano il tempo neppure per segnalare una situazione grave come questa”.
“I poliziotti per questo Governo e per questo Ministro evidentemente sono un peso: nessun segnale sul fronte del rinnovo del contratto; ci si propone una bozza sulla legge delega per il riordino delle carriere inaccettabile ed ora anche gli stipendi ad un euro; quando nelle passerelle di certi personaggi si blandisce la sicurezza come una priorità del Paese, bisognerebbe anche ricordare che la sicurezza si fa motivando professionalmente chi serve lo Stato con indosso una divisa”, chiosa Giorgio Innocenzi.

Pensioni e stipendi ridotti a zero: Lo Stato ha il potere-dovere di controllare. La Consap scrive al Ministero dell’Interno e al Presidente dell’INPS. Avviata la procedura di una interrogazione parlamentare!

Pensioni e stipendi ridotti a zero

Pensioni e stipendi ridotti a zero

Il caso del collega che si è visto accreditare uno stipendio da un euro non è un caso isolato e purtroppo rientra in una casistica sempre più frequente. Proprio di recente un pensionato si è visto consegnare il cedolino della sua pensione di una mensilità di 3 euro, e se fate una breve ricerca ne troverete decine di casi analoghi. Non è un errore di mero conteggio è una vera e propria violazione di legge.
Non conosco il singolo caso del collega che ha comportato un totale azzeramento dello stipendio, ma questi fatti sono allarmanti e pregiudicano gravemente le condizioni essenziali di sopravvivenza. L’Amministrazione in genere, Stato, INPS, enti pubblici ecc, hanno l’obbligo di rispettare il minimo garantito per la sopravvivenza.
Questo non avviene poiché le detrazioni, i conguagli ed eventuali pignoramenti vengono operati  in automatico mediante sistemi informatizzati,  senza controllo e senza responsabilità da parte dell’ente. Questo accade di frequente anche nel caso in cui l’ente o la stessa Agenzia delle Entrate fungono da sostituto d’imposta, nei casi di recupero Irpef o conguagli fiscali, accreditando al cittadino-lavoratore malcapitato importi irrisori e spesso, come nel caso del collega pari ad euro 1 o addirittura zero euro. Lo stesso è avvenuto di recente (aprile) ad una docente in pensione che per un conguaglio effettuato da parte dell’Inps, gli sono stati accreditati 440 euro di pensione e quest’ultima non ha potuto pagare le spese ordinarie per il mese corrente comprese le medicine, essendo invalida per 2/3.
La legge esiste che vieta tale condotta ma citare in giudizio o denunciare i responsabili ha dei costi insostenibili che vanno ad aggiungersi alle già precarie ed indigenti situazioni economiche.
Lo Stato e l’ente previdenziale nel caso delle pensioni, dovrebbero per primi garantire il rispetto delle norme tutelando il lavoratore, in quanto la nostra Costituzione prevede che l’attività della Pubblica Amministrazione deve sempre perseguire l’interesse generale e soprattutto deve essere legittima.
La riforma intervenuta lo scorso anno, con il d.l. n. 83/2015 e relativa legge di conversione, ha introdotto diverse e sostanziali novità in materia di pignoramenti di pensioni e stipendi modificando il limite “storico” fissato dall’art. 545 c.p.c. e individuando (in rialzo) sia le soglie di impignorabilità della pensione in generale che quelle di stipendi e pensioni accreditati sul conto corrente pignorato. Con riferimento al pignoramento delle pensioni, l’art. 13 del d.l. n. 83/2015 ha introdotto un nuovo comma all’art. 545 c.p.c. prevedendo che “le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge”.
Ne deriva che la parte di pensione, pari ad una volta e mezzo la misura dell‘assegno sociale, sarà assolutamente impignorabile, rimanendo invece assoggettato al pignoramento, nei limiti del quinto, l’importo residuo risultante dalla differenza tra la somma globale del trattamento e quella corrispondente all’assegno sociale aumentato della metà. (cfr. studiocataldi.it). Pertanto la trattenuta secondo la normativa vigente è illegittima anche sotto questo ordine di profilo ed in ogni caso deve essere ridotta e non superare comunque i limiti imposti dalla normativa vigente, al fine di garantire le essenziali condizioni per la sopravvivenza dell’avente diritto. Nella fattispecie tale trattenuta ha perfino superato il limite della impignorabilità fissato dalla Corte Costituzionale ossia ad € 525,89, fissato e ribadito anche dalla giurisprudenza di legittimità (Cassazione civile 18755/2013), importo ritenuto il minimo vitale per la sopravvivenza dell’individuo, anche nel caso di debiti derivanti da tributi. A tal proposito si rammenta che al fine di effettuare la trattenuta o pignoramento oltre il quinto sulla pensione, è necessario apposita autorizzazione del Presidente del Tribunale che determina con decreto. Che l’inosservanza da parte dell’Ente terzo pignorato, di corrispondere, di ridurre o di frapporsi deliberatamente all’erogazione di tale misura, ha quale conseguenza, un trattamento sanzionatorio di cui al combinato disposto ex artt. 570 e 650 c.p. , argomentato anche dalle Sezioni Unite nella sentenza 31.1.2013, n. 23866, le quali ritengono il reato de qua procedibile d’ufficio (cfr. Studio legale Stefano di Salvatore Tonelli Russo).
La principale causa di tale invereconda situazione è la totale deresponsabilizzazione delle amministrazioni e la difficile individuazione del responsabile del procedimento, anche per il diniego dell’accesso agli atti posto dall’Amministrazione stessa, a danno dei lavoratori che vorrebbero risalire all’artefice del provvedimento. Purtroppo questo Paese sta andando alla deriva e solamente poche persone hanno preso coscienza di quanto sta accadendo alle persone oneste e rispettose delle leggi.

dr. Fabrizio Locurcio Responsabile Sportello del Poliziotto CONSAP

dr. Fabrizio Locurcio
Responsabile Sportello del Poliziotto CONSAP

Palazzo Chigi, poliziotto con tre figli ​riceve busta paga da 1 euro, denuncia CONSAP

Palazzo Chigi, poliziotto con tre figli riceve busta paga da 1 euro, denuncia CONSAP

Palazzo Chigi, poliziotto con tre figli riceve busta paga da 1 euro, denuncia CONSAP

(Il Giornale): Abbandonato e umiliato dall’amministrazione, percepisce un euro di stipendio nonostante più volte abbia chiesto la rateizzazione di un debito. Per il Consap “al Viminale non hanno a cuore la motivazione professionale dei poliziotti

L’ennesima dimostrazione di incapacità gestionale e di disprezzo per la motivazione professionale dei poliziotti“.

E infatti il Consap, il sindacato di polizia, non sbaglia. Al centro della scandalosa vicenda, un agente “in servizio presso l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza Palazzo Chigi“.

Il poliziotto ha chiesto ripetutamente e invano la a rateizzazione di un debito. Ma arrivato a fine mese ha scoperto che la busta paga risultava solo di un euro. A commentare l’elargizione dello stipendio è Giorgio Innocenzi, segretario generale del sindacato: si tratta di “una vicenda che oltre a gettare nello sconforto un collega di oltre 50 anni con tre figli, pone l’accento sulla scarsa considerazione del Ministero dell’Interno nutre verso i suoi lavoratori, schiacciati da una macchina burocratica contro la quale nessuno appare in grado di fare nulla“. Innocenzi fa anche notare che “proprio la Consap a segnalare all’Ufficio Rapporti Sindacali del Ministero dell’Interno la necessità di dilazionare il debito per consentire al collega il minimo necessario per vivere“.

Per questo mancato interessamento del Ministero dell’Interno, come sottolinea segretario generale del sindacato Consap , “il collega è stato costretto a cancellare il pranzo che aveva organizzato per la comunione di uno dei suoi figlioli”. Innocenzi parla (giustamente) di “un’umiliazione che con un po’ di buon senso si sarebbe potuta evitare, ma evidentemente al Viminale non hanno a cuore la motivazione professionale dei poliziotti“.

 

Studio Legale De Iure, prestigiosa convenzione per l’assistenza legale a tutti gli iscritti alla CONSAP, focus e approfondimenti sulla procedura disciplinare di settore alla Polizia di Stato, attiva anche una linea telefonica diretta ed esclusiva, redazione di ricorsi e pareri finalizzati alla tutela avverso le sanzioni disciplinari

Studio Legale De Iure, prestigiosa convenzione per l'assistenza legale a tutti gli iscritti alla CONSAP, focus  e approfondimenti sulla procedura disciplinare di settore alla Polizia di Stato

Studio Legale De Iure, prestigiosa convenzione per l’assistenza legale a tutti gli iscritti alla CONSAP, focus e approfondimenti sulla procedura disciplinare di settore alla Polizia di Stato. Nella foto: Avv. Vittorio PALAMENGHI Avv. Patrizio Maria MANTOVANI Avv. Pasquale PITTELLA Avv. Maria Teresa GUERRISI Avv. Evandro PESCI Avv. Valerio CRESCENZI

Attiva la convenzione tra il sindacato di Polizia CONSAP e lo Studio Legale “De Iure, costituito da professionisti specializzati in Consulenza ed Assistenza Legale per clienti, persone fisiche e giuridiche e Amministrazioni Pubbliche , presenti in Italia, Inghilterra, Austria e Malta nei diversi rami del diritto.
In particolare, operano come Ufficio Legale esterno di diverse imprese straniere ed italiane, gestendo i profili legali e societari delle stesse negli Stati di riferimento, operando direttamente ed in team con collaboratori e corrispondenti, coniugando competenza professionale con la personalizzazione e la specificità del servizio offerto.
I professionisti si impegnano, a mettere a disposizione una linea telefonica diretta ed esclusiva, per consentire ai consociati una immediata risposta alle questioni legali proposte.
Per l’attività professionale esercitata nell’interesse degli iscritti alla CONSAP e dei propri familiari, saranno applicate tariffe agevolate.
I professionisti manifestano la disponibilità ad incontrare presso la propria sede per focus ed approfondimenti su tematiche di interesse generale delegazioni di persone appartenenti alla CONSAP.
Lo Studio  Legale invierà sentenze giurisprudenziali che affrontano tematiche riguardanti l’evoluzione giurisprudenziale afferente alle Forze dell’Ordine per mantenere sempre aggiornato il personale di Polizia iscritto alla CONSAP.
Saranno anche concordate giornate di presenza degli Avvocati in sede CONSAP (a richiesta degli iscritti e con organizzazione di tempi e modi della Segreteria Provinciale).
L’attività professionale si esplica nella Consulenza e nell’Assistenza Legale, stragiudiziale e giudiziale, sia in ambito Amministrativo, Penale e Civile.
In particolare, in materia di Diritto Amministrativo, i professionisti sono specializzati:

  • nel settore della Procedura Disciplinare Interna delle Forze dell’Ordine; in particolare lo studio è specializzato nella redazione di ricorsi e pareri finalizzati alla tutela avverso le sanzioni disciplinari. Lo Studio al riguardo, organizzerà un incontro con i Vostri consociati presso la propria sede, sulla tematica attuale “dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale della Disciplina Interna alla Polizia di Stato e mezzi di tutela”, al fine di rispondere prontamente alle diverse problematiche pendenti;
  • nella responsabilità civile delle P.A. e dei dipendenti pubblici,
  • nell’assistenza per il procedimento del riconoscimento di invalidità civili e ricorsi dinanzi al Giudice Competente;
  • nel settore dell’Edilizia ed Urbanistica, come la richiesta alla Pubblica Amministrazione di modifiche in muratura o cambio di destinazione d’uso e procedimenti per abusi edilizi.

 Nel settore del Diritto Penale garantiscono:

  • la difesa alle persone indagate/imputate;
  • la tutela del soggetto danneggiato dal reato.

Altresì i professionisti tuteleranno, tutti coloro che nell’esercizio delle loro funzioni, o durante l’attività da loro svolta, o a causa del loro servizio subiscano i delitti di:

  • violenza o minaccia a pubblico ufficiale 336 c.p.
  • resistenza pubblico ufficiale 337 c.p.
  • lesioni 582 c.p.
  • e tutti gli eventuali delitti commessi contro la Pubblica Amministrazione;
  • imperizia professionale medica.

Nel  Procedimento Civile, tutelano:

il diritto di famiglia inteso, sia nella fase patologica, come

  • la separazione dei coniugi;
  • il divorzio;
  • l’affidamento dei figli;

sia nell’ordinaria amministrazione e mutamento dei pregressi accordi di separazione, come:

  • le modifiche degli assegni di mantenimento;
  • i diritti dei minori di fronte al giudice tutelare;
  • il rispetto o modifiche del diritto di visita.

Altresì nel campo civile i professionisti presteranno la loro opera nelle seguenti discipline:

  • contrattualistica, ed eventuale tutela del consumatore;
  • diritto bancario con espresso riferimento alla regolamentazione del mercato mobiliare ed immobiliare;
  • ricerca di interessi anatocistici su mutui bancari assunti e conseguenti azioni giudiziarie;
  • lavoro ed infortunistica compresa quella stradale.

Lo  Studio si avvale di un’ampia schiera di professionisti dedicati alla fase stragiudiziale e  contenziosa, che hanno sviluppato e consolidato esperienza in settori multidisciplinari, in costante coordinamento con notai, commercialisti, periti e consulenti.
Lo Studio ha, in particolare, condotto la difesa di importanti società innanzi alla magistratura penale e tributaria. Ha, altresì, coordinato le strategie di difesa in Italia di società di alta rinomanza nel settore del recupero del credito.

Recapiti telefonici, e-mail e numero di fax dello Studio:

Telefono: 06.6530435388.9064139 Fax: 06.96708674 

E mail: de.iure.respondere@gmail.com

Via Carlo Mirabello 36 (zona Piazzale Clodio).

Avv. Vittorio PalamenghiAvv. Pasquale Pittella

 

Festa della donna: tenera mamma e determinata manager! “Dedichiamo questa Festa dell’8 marzo alla collega Emanuela Loi”

dr. Fabrizio Locurcio, Responsabile dell Sportello del Poliziotto CONSAP

dr. Fabrizio Locurcio, Responsabile dell Sportello del Poliziotto CONSAP

Solamente pochi anni fa il Prefetto Manganelli premiava una delle prime donne poliziotto che in 33 anni di servizio, dal 1952 al 1985, ha fatto parte della Polizia civile di Trieste, della Polizia femminile e, dal 1981, della Polizia di Stato. La signora Rosa Scafa oggi ha 86 anni e durante le celebrazioni del 158° anniversario della Polizia ha ricevuto dal Ministro dell’Interno la medaglia celebrativa dell’evento. La donna “militare” ha cambiato radicalmente il modo di pensare, ha arginato retaggi e preconcetti maschilisti, raggiungendo importanti traguardi sia da un punto di vista operativo sia nell’attività manageriale e di comando.  E’ indubbio che la gratitudine verso la donna è ancora oggi molto carente, diventando spesso oggetto di frustrazione e capro espiatorio di molti problemi di coppia e familiari. Basti pensare  che la riforma del diritto di famiglia risale al lontano 1970 ed ancora oggi, tanti sono i pregiudizi verso il sesso femminile, in particolare nelle cause di separazione coniugale e nelle denuncie di stalking. Purtroppo oggi c’è poco da festeggiare ….
Il triste primato femminile è contenuto nel termine di “femminicidio”, che vede sempre più frequentemente la donna al centro di gravi fatti di cronaca. La maggior parte di questi delitti infatti, secondo la voce degli esperti, sociologi, criminologi e le associazioni a tutela della donna, sono preceduti  da fenomeni di stalking e cyber-stalking o di violenze domestiche già note ed, in alcuni casi già denunciate all’autorità giudiziaria. Eloquente descrizione di quanto accade oggi è riportata nel l’e-book “Femminicidio. Analisi di una strage”.
Un libro di Grazia Longo, reporter della Stampa; per rendere l’idea del sentimento di sgomento descritto dall’autrice nel testo, si riporta integralmente uno stralcio del primo capitolo: E allora basta con le botte. Basta con le minacce e i ricatti. Basta con i sogni d’amore dissolti dai soprusi. Basta con la violenza contro le donne che si spinge fino all’ultimo stadio: la morte. Ma basta anche con la definizione «delitto passionale» dettata dalla fretta e dall’esigenza di farsi capire in modo immediato. Con il rischio, però, di creare solo confusione. Perché di passionale, nel senso più profondo e autentico del termine, queste morti assurde non hanno proprio nulla. E lo stesso vale quando la vittima della violenza viene risparmiata dalla morte, perché ci sono aggressioni, sia fisiche sia psicologiche, che incidono drasticamente sulla qualità della vita. Che trasformano una donna nel fantasma di se stessa. Per non parlare poi di chi paga con la vita il diritto a non essere un fantasma. Nel nostro Paese si registra una percentuale da incubo: una vita spezzata ogni due giorni. Neppure la mafia miete tante vittime..”.
Le statistiche che riportano i dati della violenza sulle donne che si consumano ogni giorno sono drammatiche: sono quasi 7 milioni – secondo i dati dell’ultimo rapporto Istat – le vittime che hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della propria vita. Mentre secondo quanto emerge nel dossier “Rosa Shocking 2″ dell’associazione We World Onlus per un under 30 su tre gli episodi di violenza domestica vanno affrontati dentro le mura di casa. Tra dati allarmanti, e soluzioni per difendersi sempre più diffuse e polemiche su quanto effettivamente si fa per combattere il fenomeno, l’ultima denuncia arriva da Action Aid e riguarda la mancanza di trasparenza sull’utilizzo dei fondi ad hoc da parte delle amministrazioni pubbliche. UNA DONNA SU TRE HA SUBITO VIOLENZA – Secondo i dati dell’Istat (aggiornati al giugno scorso e relativi al 2014), sono 6 milioni e 788mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. La risposta legislativa a questo fenomeno è stato il D.L. n.93/13, che prevede nuove misure tra le quali l’arresto obbligatorio in flagranza, e l’introduzione del braccialetto elettronico. Se le forze dell’ordine sorprenderanno una persona nell’atto di commettere i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking, potranno arrestarlo all’istante. Inoltre, la polizia giudiziaria, se autorizzata dal pm e se ricorre la flagranza di gravi reati (tra cui lesioni gravi, minaccia aggravata e violenze), può applicare la misura pre-cautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. I destinatari di questo provvedimento potranno essere controllati attraverso il braccialetto elettronico o altri strumenti elettronici. Nel caso di atti persecutori, inoltre, sarà possibile ricorrere alle intercettazioni telefoniche. Questo è quanto contenuto nel Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93 convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale 15 ottobre 2013, n. 242.

 

Emanuela LoiDonna Poliziotto

Nel ringraziare ed inviare gli Auguri a tutte le donne poliziotte e non, vorrei concludere dedicando questo giorno alla prima agente donna della Polizia di Stato rimasta uccisa in servizio, Emanuela Loi, morta nella strage di via D’Amelio a soli 24 anni (attentato di cosa nostra a Paolo Borsellino).

dr. Fabrizio Locurcio
Sportello del Poliziotto CONSAP