Category Archives: Sicurezza

Movimento 5 Stelle studia da Prima Repubblica, ignorati i curricula della cosiddetta società civile di qualità, la denuncia del sindacato di Polizia Consap “per la Raggi il manuale Cencelli in salsa grillina”

Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle

Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle

Forse perché poliziotto, forse perché non è legato alla vecchia politica e solo perché il Movimento Cinque Stelle predica e razzola male, fatto sta che i curricula inviati all’attenzione dei penta stellati dalla società civile di qualità giacciono nel dimenticatoio mentre i nuovi assessori si cercano fra i sodali di Previti, di Alemanno e del Pd.
La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia  rende noto di aver testato nei giorni scorsi la tanto decantata ed acclamata trasparenza del Movimento 5 Stelle, nella ricerca e valutazione dei curricula in occasione delle selezioni da parte del Direttorio per l’utilizzo di risorse per la sindaca Virginia Raggi. Lo stesso Beppe Grillo evidenzia energicamente la preparazione e le competenze possedute dagli esponenti del Movimento, purtroppo il curriculum da noi inviato quello del dottor     Fabrizio Locurcio plurilaureato, avvocato e giornalista ed appartenente alla Polizia di Stato proposto per la sicurezza urbana non è stato neppure preso in considerazione e il collega non è stato neppure chiamato per un semplice colloquio.
A prescindere dalla facoltà di scegliere tra i migliori curricula, circostanza che non contestiamo ed assolutamente soggettiva, ma al dottor Locurcio onestà, titoli, esperienza e quasi trent’anni di Polizia non mancavano, essendo altresì Ufficiale della Repubblica Italiana, con attestazioni di Encomi e Medaglie al Merito di Servizio, e pure quest’ultimo non è stato nemmeno contattato per un ordinario colloquio di routine – osserva la Consap – questo comportamento, desta sconcerto e incredulità, in quanto i cavalli di battaglia del movimento erano proprio la condivisione dei valori con i cittadini onesti, competenti e fuori dalle logiche clientelari! Al contrario invece, notiamo come siano stati determinanti i rapporti personali e amichevoli, per poter ottenere un ruolo all’interno della giunta, anche a costo di perdere consensi.

Il Sindaco di Roma Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle

Il Sindaco di Roma Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle

Burka sì, Burka no, il parere del dr. Edoardo Mori

Burka sì, Burka no, il parere del dr. Edoardo Mori

Burka sì, Burka no, il parere del dr. Edoardo Mori

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento dell’illustre giurista Edoardo Mori, relativo all’uso del burka, esaminando l’aspetto di diritto e quello che è opportuno fare.

Il  problema dell’uso o divieto del burka, deve essere valutato sotto due profili:
– ciò che dice il nostro diritto (valutazione dei jure condito);
– ciò che è opportuno e possibile fare (valutazione politica de jure condendo).
Il problema di diritto è generale se si affronta l’argomento di quali limiti si possono imporre a riti religiosi che contrastano con norme dello stato italiano o con l’ordine pubblico  (nozione questa ormai superata e valida solo rispetto ai tempi in cui si decide; una volta serviva per affermare che il divorzio doveva essere vietato, ora è stata invocata per i matrimoni gay!). È particolare se si cerca ciò che la legge ha stabilito fino ad ora.
Due problemi sono stati portati all’esame dei giudici: quello del porto del coltello rituale (kirpan) dei Sikh e la disposizione del Regolamento di PS, art 289 , secondo cui la foto sulla carte di identità, quindi sulla patente deve essere e a mezzo busto e senza cappello.
Il problema del coltello dei Sikh è stato affrontato male dai giudici perché quando nel 2009 i giudici di Cremona vennero chiamati a decidere, essi ritennero che il kirpan fosse un coltello e non un pugnale, come invece all’epoca era costante giurisprudenza della Cassazione (ora è cambiata e il kirpan va classificato, per la legge italiana, come un coltello) e dissero che per un Sikh costituiva giustificato motivo il portarlo; ma se all’epoca esso era un pugnale, che cosa c’entrava il giustificato motivo? Vi era un divieto di porto assoluto ed insuperabile; sarebbe un po’ come se un cristiano pretendesse di andare in giro con un pugnale con impugnatura a crocefisso in forza della sua fede!
Ma i giudici di Cremona volevano assolvere e si sono lanciati in affermazioni fantasiose quali : il porto di quel pugnale costituisce un segno distintivo di adesione ad una regola religiosa e, quindi, una modalità di espressione della fede religiosa, garantita dall’art. 19 Cost. oltre che da plurimi atti internazionali. Sta di fatto che la libertà religiosa non consente davvero atti illegali e che i “plurimi atti” se li sono inventati.
Successivamente il Consiglio di Stato, nel 2010 e nel 2012, ha negato il riconoscimento di associazioni di culto sikh perché in esse  vi era la regola vincolante del porto del kirpan e il divieto per le donne di divorziare (permettetemi di rilevare la sciocchezza di questa seconda affermazione: è vero che è garantita la parità fra i sessi, ma ciò non vieta che una donna o un uomo, volontariamente vi rinuncino; spesso si dimentica che la libertà individuale deve restare il principio supremo).
Sostanzialmente però la decisione di vietare il porto di un coltello in via permanente è corretta in base al diritto vigente: il giustificato motivo che consente il porto di uno strumento atto ad offendere è per sua natura legato a situazioni occasionali e temporanee (quando si fa una escursione, quando si va a caccia o pesca o a funghi, quando il cuoco si sposta con i suoi coltelli, quando si esce di casa per fare un lavoretto manuale ecc.) e non si può ipotizzare un giustificato motivo permanente. Significherebbe infatti attribuire ad una categoria di persone  una posizione privilegiata permanente.
Del resto il problema è facilmente superabile ove si consideri che nulla vieta di portare un kirman privo di filo e di punta.
Il problema della foto a testa nuda è nato anch’esso in relazione ai Sikh e ad altre religioni che impongono la copertura del capo con turbanti o veli. Il Ministero dell’interno, che una ne pensa e due ne sbaglia, aveva ceduto alle pretese di questi signori e aveva stabilito con circolare n. 4/95 del 14 marzo 1995, che bastava che il volto fosse scoperto; con altra circolare del 24 luglio 2000 il Ministero ha precisato che il turbante, il chador e il velo, imposti da motivi religiosi,” sono parte integrante degli indumenti abituali e concorrono, nel loro insieme, ad identificare chi li indossa, naturalmente purché mantenga il volto scoperto” e pertanto tali accessori sono ammessi, anche in ossequio al principio costituzionale di libertà religiosa, purché i tratti del viso siano ben visibili. Faceva l’acuta osservazione che se il regolamento vieta il cappello, non era vietato il velo! Avrebbe potuto rilevare che le suore vengono ritratte per l’appunto con il velo.  Ma perché allora prendersela con il povero cappello?
Non si erano resi conto che se la foto serve per identificare una persona, è necessario valutare l’insieme generale (viso, capelli, forma della testa, forma delle orecchie, ecc.); basti pensare come sia difficile riconoscere una persona che si è sempre vista con il cappello o il berretto militare, e viceversa.
Ed infatti  la Corte Europea dei diritti dell’uomo del ricorso nr.  24479/07 deciso il 13 novembre 2008  presentato da Shingara Mann Singh contro la Francia, che aveva giustamente negato il diritto ad avere solo mezza foto sulla patente,  ha negato che sussista un diritto a farsi fotografare con il turbante. La Corte sottolinea che la regolamentazione contestata si è mostrata più esigente in materia a causa dell’aumento dei rischi di frode e di falsificazione delle patenti di guida e aggiunge:  Tuttavia, l’articolo 9 della Convenzione sui diritti umani non protegge qualsiasi atto motivato o ispirato da una religione o convinzione . Inoltre, non garantisce sempre il diritto di comportarsi nel modo dettato da una convinzione religiosa e non conferisce agli individui che agiscono in tal modo il diritto di sottrarsi a norme che si sono rivelate giustificate. La Corte ricorda che la Commissione, investita da un ricorrente sikh che criticava la sua condanna per infrazioni all’obbligo fatto ai conducenti di motociclette di portare un casco di protezione, aveva considerato che il portare obbligatoriamente un casco di protezione era una misura necessaria per i motociclisti, e che l’ingerenza nell’esercizio del diritto alla libertà di religione era giustificata per la tutela della salute dell’interessato.
Dopo aver posto queste basi teoriche sul problema  generale, passiamo al caso particolare del mascheramento. Esso è regolato da due norme:
L’art. 83 del TULPS: È’ vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa  da euro 10 a euro 103. È vietato l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto;
L’art. 5 della L. 22 maggio 1975, n. 152: È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.  È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza.
La Cassazione ha così precisato, in modo costante, il contenuto della prima norma : L’art 85 comma primo della legge di pubblica sicurezza vieta a chiunque di comparire mascherato in luogo pubblico nel terzo comma poi, si vieta l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di ps con apposito manifesto. La prima disposizione ha carattere assoluto, essendo diretta ad impedire che mediante il mascheramento, che può attuarsi anche nella forma del travestimento della persona in abiti femminili, possano compiersi azioni criminose o illecite, tra le quali vanno indubbiamente annoverate quelle contro il buon costume, rientrante nell’ordine pubblico che la legge intende appunto tutelare. Relativo, invece, e il carattere dell’altra disposizione, poiché consente soltanto in casi eccezionali e con modalità espressamente stabilite, l’uso della maschera vera e propria quella cioè che copra il viso e che e cosa ben diversa dal travestimento o dal travisamento.
La legge 152/1975 si è limitata ad ampliare il divieto del mascheramento anche nei luoghi aperti al pubblico e a preveder espressamente  il mascheramento a mezzo casco.
In conclusione non vi è dubbio che allo stato della legislazione sia proibito l’uso di indumenti che non consentono il riconoscimento della persona e, in special modo di quelli che coprono il viso in tutto o in parte.
Trattasi ora di valutare se questa conclusione venga a ledere il diritto alla religione nel momento in cui si vietano condotte richieste dalla fede.
La risposta è però alquanto facile; la libertà di religione è solo uno dei molti precetti costituzionali e non fra i più importanti: anch’esso deve essere esercitato nel quadro dei principi generali della Costituzione e in equilibrato rapporto con gli altri diritti. Se la legge ritiene di vietare certe condotte perché dannose, asociali, contrarie al principi di parità ed eguaglianza (ad es. inferiorità della donna), alle radici culturali di un popolo (ad es. monogamia), non vi è contrasto con la Costituzione in nome della libertà di  una religione che può anche avere una impostazione incostituzionale (razzismo, plagio o circonvenzione dei proseliti, collusione con potenze straniere, spregio della vita umana, spregio per gli animali, spregio per il paese ospitante e i suoi interessi, ecc.).
Non credo proprio che vi sia nulla di incostituzionale nel vietare condotte già vietate in via generale dalla legge che le ha ritenute pericolose o dannose o nell’introdurre nuove norme ravvisando nuovi motivi di incompatibilità con la nostra civiltà.
Il problema di questa nuova normativa (e qui esaminiamo l’aspetto de jure condendo) è vasto e all’attenzione di tutti i paesi  civili (in altri paesi e in particolare proprio in quelli  da cui provengono coloro che pretendono di conservare i loro culti tribali o medievali il problema non si pone perché è proprio la loro religione a non tollerare altre fedi).
I riti religiosi primitivi (e sono primitivi anche se in uso da millenni) possono essere cruenti, degradanti, o imposti a bambini e giovani incapaci di opporsi.  Forte ad esempio è l’opposizione ai metodi di uccisione tradizionale degli animali. In Polonia non è più legale la macellazione rituale, caratteristica dell’ebraismo e dell’islam. La Corte Costituzionale ha stabilito a gennaio che le pratiche kosher e halal rappresentano una violazione dei diritti non in linea con gli standard, anche europei, sull’abbattimento degli animali. Negli Stati Uniti si cerca di vietare  la circoncisione praticata ancora da sette ortodosse e che prevede che il celebrante succhi il sangue dal pene del  bambino, spesso provocandogli infezioni. L’ONU stessa ha dovuto intervenire contro la pratica dell’infibulazione.
È quindi chiaro che ogni paese ha dei canoni morali, etici, giuridici che sono ben più importanti, nella scala dei diritti, del diritto alla libertà di religione il quale è nato per impedire conversioni forzate o discriminazioni degli “infedeli” e non certo per consentire ad ognuno di affermare che in nome della religione può mettersi contro l’ordine sociale in cui vive. Se la nostra cultura è riuscita a stabilire che la chiesa cattolica non può scampanare quando e come vuole, ma deve rispettare le norme sull’inquinamento acustico, sarebbe evidentemente un assurdo affermare che un muezzin può schiamazzare con l’altoparlante dal suo minareto, in nome della sua religione o che chi professa la fede nudista, può girare nudo per la città.
Le società occidentali hanno sì affermato il principio della libertà di religione, ma in quanto essa deve essere e restare una cosa intima e personale; è anche un diritto di tutti coloro che hanno altre fedi, di non essere molestati dalle fedi altrui. Aveva ben espresso il concetto il filosofo illuminista Pierre Bayle quando disse non credo alla mia religione, che è l’unica vera, figurasi se posso credere a quella degli altri!
Inoltre i riti con sui si esplicano le fedi, sono una cosa diversa dalla fede stessa; una fede resta immutata nei secoli in quanto essenziale, i riti sono accidentali e devono adeguarsi al corso della civiltà, come ha sempre ben dimostrato di saper fare il cristianesimo. Se non fosse così avremmo ancora riti dell’uomo di Neanderthal  e il cannibalismo sacro! La nostra civiltà si è allontanata dall’oscurantismo; sarebbe tragico se facessimo passi indietro.


dr. Edoardo Mori

Il dr. Edoardo Mori, autore dell’articolo

 

 

Commissariato di P.S. Spinaceto, la CONSAP incontra il Dirigente dr. Simone Macri

Commissariato di P.S. Spinaceto, la CONSAP incontra il Dirigente dr. Simone Macri

Commissariato di P.S. Spinaceto, la CONSAP incontra il Dirigente dr. Simone Macri

Una delegazione della CONSAP, rappresentata dal Segretario Provinciale CESARIO e dal Segretario Locale BARBETTA in un clima di estrema cordialità e disponibilità, ha incontrato il Dirigente del Commissariato Spinaceto il Dott. Simone MACRI.
Tale incontro si è reso necessario al fine di dissipare le numerose problematiche presenti presso il Commissariato, le quali hanno de facto causato un malcontento generale tra i colleghi di codesto Ufficio.
I punti d’interesse trattati sono stati:

L’impiego di tutto il personale nella copertura dei servizi emergenti e d’istituto, senza esclusione di alcuno (con l’utilizzo del criterio dell’anzianità di servizio e non dell’appartenenza a determinati uffici);

Presenza nei turni pomeridiani di tutto il personale, compatibilmente con le esigenze dei vari uffici, ed in particolare nel pomeriggio del sabato! (turno questo coperto solamente dai componenti dell’ufficio E.P.I. e dalla Squadra di Polizia Giudiziaria Interna);

Salubrità dei locali, in special modo nei locali adibiti a spogliatoio e in quelli adiacenti le macchinette del caffè;

Spinaceto 11, tipologia di servizio quest’ultimo da espletare esclusivamente con l’utilizzo dei componenti della Squadra Giudiziaria Esterna, al fine di non gravare sul lavoro di altri settori ed in particolare al controllo del territorio.

Oltre alle problematiche elencate  è stato evidenziato il rispetto inerente alle tempistiche di affissione all’albo dei prospetti settimanali, da effettuare entro le ore 13:00 del venerdì precedente, come da A.N.Q.
Si ringrazia il Dott. Macri che ha ricevuto la nostra delegazione sindacale, dimostrando disponibilità e pronta azione a risolvere le problematiche trattate. La delegazione CONSAP intervenuta vigilerà scrupolosamente affinché le tematiche affrontate siano trattate nel minor tempo possibile e trovino una pronta e doverosa soluzione. La scrivente O.S. rimane a completa disposizione di TUTTO il personale che vorrà segnalarci anomalie e scorrette applicazioni delle vigenti normative.

 

Armi, imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni, il parere dello Studio Legale De Iure “giuridicamente fondate e legittime le osservazioni della CONSAP”

Studio Legale De Iure - Gli Avvocati Pasquale Pittella e Vittorio Palamenghi

Studio Legale De Iure – Gli Avvocati Pasquale Pittella e Vittorio Palamenghi

Dopo i commenti degli illustri giuristi sulla legislazione delle armi, nelle persone del dr. Edoardo Mori e il dr. Angelo Vicari (pubblicati su questo sito web e che hanno raggiunto le 50mila visite di news), continuano a pervenire alla Segreteria Provinciale di Roma della CONSAP (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia) richieste di chiarimenti in ordine all’ imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni.
A tal proposito riceviamo e volentieri pubblichiamo il parere dello Studio Legale De Iure di Roma che da tempo collabora, in convenzione per gli iscritti, con il nostro sindacato Segreteria Provinciale di Roma CONSAP.

 

Lo  Studio Legale  DE IURE,
in persona dei Professionisti che lo rappresentano, esprime brevemente alcune riflessioni circa il pagamento dei diritti di bollo per la variazione del numero delle armi in collezione.
Se un albero cade in una foresta, e non c’è nessuno che può ascoltarlo, l’albero fa rumore?
Fra le prime risposte che passano per la testa ci sono sicuramente quelle per cui se non si sente il rumore della caduta è perché o si è troppo lontani per sentirlo o, viceversa, perché si è semplicemente sordi.
Una simile riflessione può, contrariamente a quanto si possa apparentemente pensare, spiegare agilmente il continuo e l’indiscriminato stillicidio economico perpetrato anche da questo Governo nei confronti dei propri cittadini e contribuenti.
Del resto se un’imposta è nuova o viene innalzata e non ha ripercussioni immediate sulla vita dell’interessato, si è troppo distanti per patirne gli effetti, altresì qualora la stessa riverbera i propri effetti nelle tasche del contribuente costui, isolato ed impotente, si rassegna nella sua indifferenza.
Difatti, in una selva fitta, fittissima, per non dire “oscura” d’imposte e gabelle in cui il contribuente italiano è circondato l’aumento delle imposte o, addirittura, il possibile e raro caso di diminuzione delle stesse rischiano di lasciare il contribuente indifferente, ormai sordo alla novità.
Tuttavia a questo nichilismo contributivo a cui la maggior parte dei cittadini italiani, ahimè, si rassegnano rimane, vorremmo dire, s’impone una risposta: l’informazione, da una parte, il biasimo e il disappunto, dall’altra.
E così, nella calura agostana, mentre quasi tutti pensano al mare, ai monti e alle vacanze, mentre gli altri pensano al rispetto dell’Ordine Pubblico vigilando sullo stato di diritto nonostante il caldo, i rischi e lo stipendio ormai bloccato, l’informazione di una quanto mai opportuna richiesta di chiarimenti da parte di chi, come la Consap, non intende girare lo sguardo, né, ancor meno, intende restare sordo al tonfo dell’albero ha l’effetto di un dissetante bicchiere d’acqua gelata.
L’albero se cade fa rumore, punto.  Anche se si è distanti, anche se si è “impegnati a rilassarsi ”, anche se è passato del tempo e le norme sono riposte nel dimenticatoio attendendo la polvere dell’oblio.
Tuttavia chi vigila, ed è stato sempre abituato a farlo, non solo ha buona memoria, ma continua a documentarsi e a studiare.
Il caso inerisce alla possibile non assoggettabilità all’imposta di bollo pari ad euro 14,62 per quelle armi detenute per collezione.
Come del resto eloquentemente chiarito nell’articolo apparso sul sito della Cansap Roma, cui si rimanda (https://consaproma.wordpress.com/2016/08/18/armi-imposta-di-bollo-sulla-variazione-delle-licenze-di-collezione-di-armi-comuni-la-consap-scrive-al-dipartimento-della-p-s/), il dubbio interpretativo della norma contenuta nella circolare del 13 febbraio 2016 nr. 557/PAS.755-1017(3) sono ben fondati ancor più se analizzati sulla base dei principi contenuti nell’art. 53 della Costituzione a mente del quale <<Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività>>.
Non si comprende, quindi, la logicità della norma soprattutto nella parte in cui s’impone uno sgravio che giace nella polvere da più di 10 anni e mai realizzato.
I dubbi contenuti nell’interpellanza avanzata nelle sedi competenti dalla Consap, oltre ad essere giuridicamente fondati e legittimi rappresentano un forte segnale di attenzione da parte del sindacato rispetto a quei diritti riconosciuti e non ancora attuati.
Per queste vedette del diritto gli alberi possono cadere sotto lo scorrere tempo, ma la loro vigilanza rimane sempre alta su i diritti della collettività.

Studio legale  De IURE

Avv. Vittorio PALAMENGHI
Avv. Pasquale PITTELLA
Avv. Patrizio Maria MANTOVANI    
Avv. Maria Teresa GUERRISI
Avv. Evandro PESCI   
Avv. Valerio CRESCENZI

Un nuovo Elicottero per la Polizia di Stato, spunti di riflessione

Un nuovo Elicottero per la Polizia di Stato, spunti di riflessione

Un nuovo Elicottero per la Polizia di Stato, spunti di riflessione

La Polizia di Stato rischia di rimanere a terra. Occorre necessariamente rinnovare il parco elicotteri della Polizia di Stato.
A differenza dei Carabinieri e della Gdf che dispongono dei più recenti Agusta Westland a109 Nexsus, oltre ad altre macchine tra cui i moderni aw 139, la Polizia di Stato si trova in questo momento storico ad operare per lo più con elicotteri AB 212 risalenti alla guerra del Vietnam ad eccezione dei pochi anzi pochissimi ( solo sei ) super moderni ma troppo grandi per le necessità operative,  aw 139 comprati con i fondi Frontex . In molti reparti volo fino a dieci anni fa vi erano i piccoli ma maneggevoli ab 206, monomotore jet renger 3, che con i sui consumi 90 lt h a fronte dei 360 lt/h del ab 212 garantiva un ottimo servizio , immediato, economico ed efficiente., le restrizioni normative italiane che vietano il sorvolo sulle città agli elicotteri monoturbina ha fatto sì che una buona parte di essi sia stata parcheggiata a terra, pertanto in mancanza di nuovi elicotteri si vola con i 212 che è bene precisare è un elicottero fuori produzione da un pò di anni ed i cui pezzi di ricambio cominciano a scarseggiare. Per ovviare in parte, la ditta costruttrice ha allungato le scadenze di vita di alcuni componenti costosi tipo le pale, mentre altri ricambi a volte si cannibalizzano da altri nostri 212 fermi in giro per gli altri reparti o in ditta. Il 212 è un elicottero molto sicuro che come si dice tra gli addetti ai lavori, ti riporta a casa, ma sulla città ha dei limiti dovuti all’eccessivo rumore e al flusso rotore molto potente e quindi occorre rispettare sempre una certa quota. Alla luce di quanto sopra, si rende necessario l’acquisto di un nuovo elicottero biturbina leggero, più piccolo dell’aw 139, magari della stessa Agusta Westland, orgoglio nazionale dei costruttori di elicotteri mondiali, non solo per ovvi motivi di ritorno occupazionali in Italia ma per l’assistenza di personale qualificato e manutenzione a due passi da casa, che consentirebbe ai tanti assistenti di volo di svolgere esclusivamente il proprio compito e non sostituirsi ai tecnici meccanici della casa costruttrice. L’indizione di una gara d’acquisto europea (obbligatoria per una forza di Polizia a ordinamento civile) sarà una battaglia visto l’agguerrita concorrenza del consorzio europeo a guida francese dell’eurocopter) ma si rende necessaria e improcrastinabile per garantire una maggiore sicurezza, efficienza ed economicità del volo.



Cesario Bortone , Coordinatore Nazionale Consap
Cesario Bortone , Coordinatore Nazionale Consap

Polizia Stradale Lazio, Nuovo Centro Operativo, un’utilità o un vero disastro?

Polizia Stradale Lazio, Nuovo Centro Operativo, un’utilità  o un vero disastro?

Polizia Stradale Lazio, Nuovo Centro Operativo, un’utilità o un vero disastro?

Dal primo agosto 2016 è  partito il nuovo COPS, alle dipendenze del Compartimento Polstrada Lazio, il quale ha assorbito le funzioni del C.O.C., sia per quanto concerne il coordinamento operativo delle pattuglie regionali e autostradali, sia per la gestione dei flussi informativi.
Una grande opportunità nelle intenzioni degli organizzatori, ma che dopo poco più di tre settimane ha prodotto risultati scadenti che hanno messo a dura prova il lavoro degli operatori e soprattutto la loro sicurezza.
Innanzitutto i canali radio, deputati ad essere utilizzati, non funzionano su gran parte del G.R.A., sicché  le pattuglie sovente non riescono a comunicare con la sala operativa; si aggiunga, come se tutto ciò  non bastasse, che le singole pattuglie non riescono a udire via radio le comunicazioni effettuate dalle altre, a scapito del cooperazione e della sicurezza.
I riscontri oggettivi, oramai, si moltiplicano così  come le preoccupazioni degli operatori, sempre più  in balia degli eventi e del “santo” cellulare che spesso diventa l’unico mezzo di comunicazione con la sala operativa, che, talvolta,  non è raggiungibile neanche con questa modalità.
Copiosa è anche la corrispondenza di servizio verso il responsabile  della Sottosezione di Roma Settebagni che, a più  riprese, è  stato sollecitato a intervenire prima che tali inefficienze si trasformino in fatti gravi a danno dei colleghi in servizio.
In questa fase caotica, non convince la soluzione proposta dalla dirigenza, di utilizzare i vecchi canali in caso di necessità e/o malfunzionamento  della nuova numerazione; si pensi al caso in cui una pattuglia si trovi coinvolta in un fatto grave o in altra emergenza e si trovi obbligata a dover cambiare i canali perché  quelli che dovrebbero funzionare non funzionano!
In molti casi la tempestività può essere risolutiva per salvare la pelle!
Ci chiediamo e allo stesso tempo rivolgiamo la domanda a chi di dovere, se fosse stato il caso di testare per un certo periodo di tempo il nuovo sistema, di fare tutte le opportune valutazioni e verifiche e solo alla fine di tale percorso, procedere alla riunificazione delle centrali operative, si sarebbero evitate tante problematiche e inefficienze a salvaguardia esclusiva di tutti i dipendenti.
Chiediamo pertanto alla dirigenza di provvedere  senza indugio a risolvere detta problematica che pone a serio rischio i colleghi,  mettendo in campo tutte le soluzioni atte a migliorare efficacemente il servizio delle pattuglie e la loro sicurezza.

Centro Operativo Polizia Stradale, inaugurazione, dubbi e perplessità espresse dalla CONSAP

Centro Operativo Polizia Stradale, inaugurazione, dubbi e perplessità espresse dalla CONSAP

Centro Operativo Polizia Stradale, inaugurazione, dubbi e perplessità espresse dalla CONSAP

Il Giorno 29 Luglio è stato inaugurato il COPS e dopo soli pochi giorni di attività è già al collasso.
L’apertura del nuovo Centro Operativo Polizia Stradale, in assenza di un  adeguato numero del personale e ed oggi nettamente inferiore a quello “strettamente necessario” già preventivamente calcolato a seguito di studi,  richiesto nei diversi  incontri effettuati precedentemente da questa O.S.,  ha di fatto lasciato delle postazioni vuote.
Nonostante questa O.S. avesse previsto e suggerito  la necessità di istituire le due figure del centralinista e del terminalista  (necessarie a  fornire una adeguata  risposta al cittadino ed interfacciamento con gli altri uffici di Polizia la prima, e fondamentale per fornire il giusto apporto alle pattuglie operanti la seconda),  ciò non si è verificato per cui, nonostante l’impegno profuso dal  personale operante, in tali condizioni è oggettivamente impossibile riuscire a sopperire a tutti compiti necessari per il funzionamento e buon andamento dell’ufficio.
Il numero esiguo di personale non permette nemmeno al “tutor” di fornire la giusta formazione degli operatori chiamati a svolgere nuove attività in un contesto fino ad ora sconosciuto, il tutto sotto l’occhio vigile di una “non meglio identificata telecamera” che inquadrava il personale operante e resa inefficace, a seguito di nostra richiesta, con l’intervento del dirigente.
Questa O.S. non può assistere in silenzio a tale situazione e chiede a gran voce ed in tempi brevi l’assegnazione di nuove unità al C.O.P.S. nell’interesse del personale operante, già allo stremo, e dell’amministrazione per il buon andamento dell’ufficio e per fornire un adeguato servizio alla collettività.

Polizia, alterato da droghe, motociclista fermato e tratto in arresto dalla Polizia Stradale di Settebagni

Polizia, alterato da droghe, motociclista fermato e tratto in arresto dalla Polizia Stradale di Settebagni

Polizia, alterato da droghe, motociclista fermato e tratto in arresto dalla Polizia Stradale di Settebagni

È successo nella notte appena passata.  Una pattuglia della Stradale di Settebagni, nota un motociclista fermo sulla corsia di emergenza del GRA. La pattuglia si avvicina all’uomo, in evidente stato di alterazione e codesto riparte a tutto Gas.
Parte così l’inseguimento che coinvolge altri equipaggi della stradale e una volante,  che dalla Laurentina, termina sulla complanare all’altezza della Flaminia, dove l’uomo, dopo la folle corsa,  cade ferendosi. Nonostante cio’, rialzandosi, ha una colluttazione con gli agenti sul posto.  Una volta immobilizzato, viene trasportato al Sant’Andrea dove da accertamenti risulta positivo alla cocaina, alla cannabis e alle droghe sintetiche. L’uomo, un romano di 21 anni con numerosi precedenti e che da accertamenti è risultato non avere alcuna patente di guida, dopo essere stato dimesso è stato tratto in arresto per lesioni a pubblico ufficiale, resistenza e danneggiamento. Sottoposto a processo per direttissima è stato condannato e sottoposto ad arresti domiciliari.

Terremoto: danni, feriti e morti nel Lazio, Marche e Umbria, il cordoglio della Segreteria Provinciale di ROMA della CONSAP

Terremoto: danni, feriti e morti nel Lazio e Umbria, il cordoglio della Segreteria Provinciale della CONSAP

Terremoto: danni, feriti e morti nel Lazio e Umbria, il cordoglio della Segreteria Provinciale della CONSAP

Questa notte, alle 3.10, la terra ha tremato forte in alcune zone del Lazio, Umbria e delle Marche dove il crollo di abitazioni e costruzioni ha provocato danni, feriti e morti. Le città più colpite  sono Amatrice in provincia di Rieti , Accumoli (Lazio), Pescara del Tronto (Marche) ,  Perugia e Norcia (Umbria) ma le notizie si aggiornano ora per ora, con feriti e morti. La scossa è quella di magnitudo di 6.0, profondità di 4 km ed è stato registrato alle 3.36 con epicentro ad Accumoli, vicino Rieti. 
Anche nella capitale la terra ha tremato appena dopo le ore 3.00 di mattina e poi dopo le ore 4.00, provocando paura, agitazione e panico. Non si sono registrati feriti e danni. Il pensiero corre veloce a tutte quelle persone, famiglie e bambini distrutte dal dolore e dove il dramma, iniziato stanotte, scolpirà le loro menti per sempre, nella paura prima e nella speranza dopo. La Segreteria Provinciale della CONSAP di Roma esprime tutta la propria vicinanza, dirigenti e iscritti al sindacato  si stringono forte a tutte le persone colpite dal sisma, uomini, donne bambini e anziani. Molti operatori della sicurezza sono già in servizio nei posti “del dramma” altri ne stanno arrivando, tanti volontari per aggregare e fortificare la luce della speranza gli ospedali accolgono i feriti, uno scenario già vissuto negli anni trascorsi, conseguenza della crudeltà della natura che propone a sorpresa, nella notte, come un coltello alle spalle
Ore di paura ma anche di speranza, nella consapevolezza che una voce o rumore che muove il silenzio tra le macerie significa una vita che batte ancora, un racconto che ancora vibra le proprie emozioni nel teatro della vita.

Armi, imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni, la CONSAP scrive al Dipartimento della P.S.

Armi, imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni, la CONSAP scrive al Dipartimento della P.S.

Armi, imposta di bollo sulla variazione delle licenze di collezione di armi comuni, la CONSAP scrive al Dipartimento della P.S.

Con una missiva inviata al Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Ufficio per l’Amministrazione Generale, Ufficio per la Polizia Amministrativa e Sociale – Area Armi ed Esplosivi, la CONSAP ha chiesto di conoscere se, dopo ben 10 anni, ci sono state variazioni alla circolare del 13 febbraio 2016 nr. 557/PAS.755-1017(3) che impartisce direttive circa l’applicazione della tariffa dell’imposta di bollo nella misura di euro 14,62, stabilendo (come recita la circolare stessa nella parte finale) nel caso di variazioni “in detrazione”, ossia per la cancellazione delle armi dalla raccolta, il momento valutativo appare attenuato…questo Dipartimento ha interessato la competente Agenzia delle Entrate per verificare se l’imposta sia dovuta anche in tale circostanza, per cui si fa riserva di successive istruzioni. 
Proprio il finale “per cui si fa riserva di successive istruzioni” fa innestare la ragionata ricerca di questa Organizzazione Sindacale a voler conoscere se dopo 10 anni ci sono sviluppi, bel valutando, ad obiettivo esame, che sussistono violazioni al principio costituzionale (ex art. 97), nonchè (ex multis) del Decreto del Ministero delle Finanze del 20 gennaio 1992 che ridisciplina l‘IMPOSTA DI BOLLO.
Inoltre, a rigor di logica e di norma, si tratta di ATTO DOVUTO che, come è noto, non assoggettabile ad alcuna imposta, trattandosi di comunicazione obbligatoria ( ex art. 58 del Regolamento di Esecuzione al Testo Unico delle Leggi di P.S. – R.D. 6 maggio 1940, n. 635).
Si resta in attesa di conoscere la risposta del Dipartimento della P.S. alla nostra missiva, per poi attivare le procedure previste e riconosciute dalle normative vigenti, per interessare i competenti settori del Dipartimento Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenzie delle Entrate.

Servizio Polizia Scientifica ROMA – DAC Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, aggregazioni del personale, accolte le ragioni della CONSAP

Servizio Polizia Scientifica ROMA - DAC Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato

Servizio Polizia Scientifica ROMA – DAC Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato

Durante lo scorso incontro avuto alla DAC ( Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato) tra la nostra Organizzazione Sindacale CONSAP e il Direttore del Servizio Polizia Scientifica dr. Luigi Carnevale (vedasi link sottostante questa news) si era parlato di alcune tematiche, rappresentate dai nostri iscritti, tra cui il tema aggregazioni. Tra le varie richieste che sono ancora in valutazione e in approfondimento  e sulle quali torneremo molto presto, arriva una gradita conferma: la Direzione ha accolto la nostra “richiesta CONSAP” ed il personale in forza alla DAC- Servizio Polizia Scientifica che sarà aggregato ai reparti di Polizia svolgerà lavoro per il quale e’ stato specializzato da apposito corso (le proprie specifiche funzioni di videofotosegnalatore/dattiloscopista), senza dover ricoprire incarichi di diversa natura, quali piantone, portierato, jolly-sostituto di necessità, ecc.

 

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Link della news incontro CONSAP e il Direttore del Servizio Polizia Scientifica
https://consaproma.wordpress.com/2016/07/15/servizio-polizia-scientifica-direzione-centrale-anticrimine-della-polizia-di-stato-la-consap-incontra-il-direttore-dr-luigi-carnevale/

Reparto Mobile di Roma, la Segreteria Locale CONSAP incontra il Comandante dr. Claudio Mastromattei

Il Dr. Claudio Mastromattei, Comandante del I° Reparto Mobile - ROMA

Il Dr. Claudio Mastromattei, Comandante del I° Reparto Mobile – ROMA

A seguito di numerose lamentele da parte di nostri iscritti sull’eccessiva durata di alcuni servizi e lo scarso riposo tra un turno e l’altro, problematiche tipiche di questo Reparto ma accentuatesi significativamente in quest’ultimi mesi,  la scorsa settimana, una delegazione della CONSAP, ha incontrato il Dirigente del Reparto, Dott. Claudio MASTROMATTEI, nel corso del quale sono state affrontate le seguenti problematiche:

 

  1. Servizi connessi agli sbarchi immigrati: sono stati contestati gli orari assurdi e disumani effettuati nel corso di tali servizi, anche 24 ore di servizio continuato senza interruzioni e più di 40 ore di straordinario in tre giorni nei casi più eclatanti, sottolineandogli i rischi che si corrono nello svolgere servizi tanto delicati in condizioni così gravose. Il Dirigente, sebbene a conoscenza della gravosità di tali servizi, si è detto sorpreso degli eccessi riferitigli, assicurando che farà di tutto per limitare al personale impiegato fatiche eccessive, pur nell’emergenzialità del momento.  Riferito anche  che i responsabili di tali dissennati servizi vanno cercati nella incapacità dei Dirigenti e degli Uffici che gestiscono tali servizi e non nei capi-squadra e contingente di Reparto, che a volte sono portati anche per “l’eccessiva generosità” dei colleghi di Reparto a sobbarcarsi viaggi e servizi improbabili con conseguenti gravi rischi, piuttosto che fermarsi e pretendere il giusto riposo almeno tra un turno e l’alto, almeno quando possibile,
  2. Obbligo di salire a bordo degli automezzi degli automezzi che trasportano immigrati: sono stati chiesti chiarimenti in merito all’ordine impartito ad alcuni colleghi, da parte di Dirigenti del servizio, di effettuare tutto il viaggio di trasferimento a bordo di automezzi che trasportavano immigrati, evidenziando la pericolosità di contagio con le malattie di cui alcuni di questi risultano essere portatori, oltre all’inutilità di tale disposizione in quanto l’operatore impiegato in servizi di scorta può salire a bordo dell’automezzo in qualsiasi momento in caso di necessità, preservandolo così da inutili rischi. Il Dirigente si è detto concorde su tale principio, anche se ovviamente non può dire ai propri uomini di violare un ordine, e che comunque già si è adoperato, e lo farà ancora, affinchè tali servizi si svolgano solo in casi indispensabili.   Su nostra richiesta in merito alla paternità di tale disposizione riferiva che a lui risulta sia stata data in forma orale dal Dirigente dell’Ufficio O.P. del Ministero,
  3. Doppio turno sul rientro dal servizio fuori sede: è stato ribadito che, come da accordi pregressi in sede di verifiche semestrali, sollecitati dalla nostra o.s., va fatto solo su base volontaria e qualora il tipo di servizio svolto nel giorno precedente lo renda “fattibile”.  Si è detto pienamente concorde su tale punto, dicendo lui stesso che il non poter o voler svolgere doppio turno non può essere un motivo di discriminazione per il collega, assicurando quindi che sarà ancora più chiaro con i Dirigenti e gli Uffici competenti sul rispetto di tale disposizione,
  4. Taglio riposo settimanale, specie la domenica: contestato il perdurare della violazione dell’Anq in tema della concessione dello stesso nella misura delle due domeniche su cinque, fenomeno che nell’ultimo mese e mezzo è, come ogni anno, anche se in misura minore, fisiologicamente migliorato per la minore richiesta di forza da parte della Questura, ma che purtroppo fra qualche settimana con l’inizio della nuova stagione si ripresenterà. Anche su questo punto il Dirigente  è sembrato consapevole delle sua “mancanza” assicurando che sta lavorando per migliorare la situazione,
  5. Eccessiva fiscalità nella concessione dei benefici vari previsti dall’Amministrazione (C.S. gravi motivi, astensione facoltativa, L.104, ecc.):  contestato che in un Reparto in cui la violazione dell’Anq è sistematica non si può invece pretendere l’assoluta osservanza dei termini, anche discrezionali, di presentazione di qualsiasi domanda ed interpretare sempre in senso restrittivo, ed a svantaggio del collega, l’applicazione di qualsiasi istituto previsto dal ns. ordinamento. Della serie i ns. doveri noi dobbiamo rispettarli tutti mentre sui ns. diritti si può pure soprassedere. Anche in questo senso il Dirigente ha fornito disponibilità ad esaminare caso per caso le varie istanza ed a prevedere delle deroghe, nei casi che lui riterrà opportuni.

Questa Segreteria Locale, come detto al ns. Comandante, è ben vigile ed attenta, anche in questo periodo in cui altre sigle sindacali sembrano essere più assopite del solito, alle problematiche che affliggono da sempre questo Reparto e che è intenzione delle ns. Segreterie Provinciale e Nazionale supportarci nelle sedi competenti nelle rivendicazioni sindacali tese al rispetto dell’Anq e dei diritti dei colleghi.

I fondi pro forze di polizia raccolti da “Il Giornale” a favore della famiglia Turra, Innocenzi, gesto di reale solidarietà

Il compianto collega Turra morto a Ventimiglia

Il compianto collega Turra morto a Ventimiglia

Parole di circostanza tante, fatti zero. Finalmente una cosa concreta ed utile. La fa, come al solito, Il Giornale destinando parte dei fondi salva-agenti nato dalle donazioni dei propri lettori alla famiglia del compianto collega Turra morto a Ventimiglia. Il  quotidiano. infatti, lanciò nel novembre del 2012 una sottoscrizione tra i suoi lettori per raccogliere soldi da destinare in favore delle forze dell’ordine che nel corso di gravi scontri provocati dai «No global» in una manifestazione a Roma subirono danni fisici o si ritrovarono sotto inchiesta con la necessità di pagarsi l’avvocato da soli. Nella circostanza è stata raccolta una somma decisamente ingente: 579.215,77 euro. Da questo fondo sarà prelevato un contributo particolarmente generoso per la famiglia di Turra: soldi che non serviranno ad asciugare le loro lacrime, ma almeno a far ripartire la loro vita.

Polizia Stradale, la “grana” Colleferro alle Relazioni Sindacali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, esito incontro con il Direttore del Servizio Polizia Stradale Dr Giuseppe Bisogno e del Direttore delle Relazioni Sindacali Dr Tommaso Ricciardi

Giuseppe Bisogno, Direttore del Servizio Polizia Stradale

Giuseppe Bisogno, Direttore del Servizio Polizia Stradale

Dopo ben 7 (sette) mesi di trattative e tentativi vari di mediazione e conciliazione con i vertici della Sezione di Roma e Compartimento Lazio della Polizia Stradale, senza avere “uno straccio” di risposta “concreta” e volta al miglioramento delle condizioni lavorative del personale e alla correzione delle “storture” di comando locale, la “grana” Distaccamento Polizia Stradale di Colleferro approda sul tavolo dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dove una delegazione della CONSAP, il 4 agosto u.s., composta dai dirigenti sindacali , Del Bon, Guerrisi e Cinini ha incontrato il Dr Giuseppe Bisogno e il Dr Tommaso Ricciardi, rispettivamente Direttore del Servizio Polizia Stradale e Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il cordiale incontro, richiesto dalla CONSAP, ha ampiamente dimostrato e documentato le ragioni della nostra Organizzazione Sindacale ( non poteva essere diversamente considerata la giustezza delle tematiche del contendere )  e lo stesso Dr Bisogno si è impegnato, dopo una lungo e ponderato confronto in assoluta serenità e rispetto reciproco tra le parti, a risolvere, in tempi brevi la vicenda, tra l’altro già personalmente monitorata, a seguito delle nostre lagnanze.

Anche il Dr Ricciardi ha saputo, con diligenza e sapienza, moderare un confronto che, per le indiscutibili ragioni dalla nostra O.S. rivendicate, non aveva o lasciava dubbi interpretativi e mirava ad un solo scopo, tutelare un interesse generale e legittimo con l’applicazione delle regole, dovere appartenente a tutti gli agenti di Polizia, senza distinzione di grado, ruolo o qualifica.

Si resta in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda alla grave problematica rappresentata che poteva essere già “accomodata” in tempi più celeri, senza arrivare ad un tavolo centrale e senza assistere, come in questo caso, a dover documentare ai vertici della P.S. tematiche che includono questioni attinenti “allegra gestione locale” che ha arrecato danni, sia al profitto professionale che alla considerazione umana dei componenti di un Distaccamento che invece vuole lavorare con spirito di abnegazione e nel rispetto delle regole per tutti.

Polizia, Riordino delle Carriere, Senato approva mozione Gasparri per maggiori fondi

Polizia, Riordino delle Carriere, Senato approva mozione Gasparri per maggiori fondi

Polizia, Riordino delle Carriere, Senato approva mozione Gasparri per maggiori fondi

Facendo seguito alla nostra news, si comunica che la Commissione Difesa del Senato ha approvato, pressoché unanimemente, la proposta di risoluzione in materia di riordino delle carriere.
L’augurio della Consap è che questa indicazione, approvata su lodevole iniziativa del sen. Gasparri, possa stimolare il Governo a stanziare le cifre necessarie nella legge di bilancio.
E’ evidente che la decisione parlamentare è utile a sostenere le nostre sacrosante istanze.

Renzi, più soldi per il rinnovo del contratto, Innocenzi, un grande risultato, premiata la nostra azione

Renzi, più soldi per il rinnovo del contratto

Renzi, più soldi per il rinnovo del contratto

La battaglia portata avanti dalla Consap per incrementare le scarse risorse contrattuali, culminata nella grande manifestazione del 15 ottobre scorso a Piazza Montecitorio, comincia a dare i suoi frutti. Il premier al termine del Consiglio dei Ministri ha focalizzato l’attenzione soprattutto sulla pubblica amministrazione e annunciato nuove risorse per finanziare il rinnovo contrattuale nel pubblico impiego rispetto ai 300 milioni stanziati nel bilancio 2016. Renzi ha testualmente dichiarato “da sette anni i dipendenti pubblici non hanno aumenti dello stipendio, occorre riaprire la fase contrattuale. La cifra nella legge di stabilità è poco più che simbolica, siamo pronti a discutere». « Sappiamo che c’è bisogno di più soldi e siamo pronti a mettere più soldi purché sia chiaro che chi lavora nella Pubblica amministrazione deve essere premiato e chi fa il furbo va punito».Tra gli annunci del premier anche la riduzione dei corpi delle Forze di Polizia. Matteo Renzi ha annunciato che passano da 5 a 4, con l’approvazione del dlgs Forestali: « Abbiamo fatto un percorso coinvolgendo le donne e gli uomini della Forestale per portarli nell’Arma dei Carabinieri. I corpi si riducono. Da cinque si passa a quattro. L’organizzazione diventa piu’ semplice». La Consap – ha dichiarato il Segretario Generale, Giorgio Innocenzi, aspetta di ricevere al più presto la convocazione a Palazzo Vidoni per discutere il rinnovo contrattuale.

Polizia, arrivano i caricatori, il parere del dott. Edoardo Mori

Polizia, arrivano i caricatori, il parere del dott. Edoardo Mori

Polizia, arrivano i caricatori, il parere del dott. Edoardo Mori

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento dell’illustre giurista Edoardo Mori, relativo ai fatti verificatisi in alcune località e che hanno turbato l’opinione pubblica per le modalità con cui sono state eseguite. Sono riportate le opinioni sull’utilizzo del secondo caricatore e obbligo portare arma.

 
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la società umana è chiamata ad affrontare difficili problemi. Una massa enorme e sempre crescente di esseri è costretta a spostarsi nei paesi in cui si vive meglio e sono pronti a tutto, portandovi culture e usi che in questi paesi di destinazione sono già stati superati da secoli. Tutto ciò che provoca stress e tensioni e tende a sfociare in atti di violenza; chi ha bisogni da soddisfare e non vi riesce è pronto a qualsiasi scorciatoia e chi vede diminuito il suo tenore di vita a favore di altri è pronto a tutto per evitare ciò. È chiaro che prima o dopo in molti paesi “salterà il coperchio” con la possibilità di guerre e guerriglie e rivolte molto contagiose e aumento della criminalità.

Sarebbe necessario che la politica affrontasse questi problemi razionalmente, in base alle ampie esperienze del passato; quando si prevedono grandi piogge o si costruiscono dighe, o si regola il corso dei fiumi, ma guai a far passare decenni discutendo sul perché piove, spiegando che è Dio che ci manda la pioggia, sostenendo che aspettando i problemi si risolvono da soli e che per intanto bisogna studiare meglio la pioggia e farsela amica e amarla!

Ormai è altrettanto evidente che una parte del mondo arabo ha lanciato un nuovo tipo di guerra più insidiosa di quella tradizionale perché non vi è un territorio su cui andarla a combattere e perché usa un sistema di guerriglia che si autoalimenta in modo incontrollato e imprevedibile.

Una grande sciocchezza  è quella nella frase di Ezra Pound “se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale nulla lui”. Purtroppo chiunque è convinto di possedere la verità e di doverla imporre agli altri è  uno squilibrato. L’umanità ha fatto grandi progressi perché gli uomini sono stati pronti a lottare ed a morire per i propri interessi; spesso sono stati imbrogliati facendo loro credere che i loro interessi erano anche quelli dell’imperatore o del Papa, ma sempre hanno combattuto per rendere forte il proprio paese, per avere più soldi, per avere più sicurezza. I talebani del pensiero hanno sempre portato solo morte e distruzione senza utilità per nessuno. Dovrebbe essere chiaro a tutti che i romani hanno conquistato il mondo della loro epoca proprio per la mancanza di ideali fasulli e per la concretezza e realismo del loro agire in politica interna ed esterna.

La nuova guerra sfrutta questi squilibrati utilizzando anche l’effetto emulazione; vi sono terroristi addestrati e organizzati, vi sono terroristi casalinghi che pensano essere una loro missione il copiarli. Il problema è che la nostra società non è organizzata per combattere chi è disposto a morire e si manifesta nella micidialità solo in quel breve momento finale, e non è organizzata per tenere sotto controllo gli squilibrati prima che agiscano. È una guerra che va affrontata con idee nuove e strumenti nuovi. Si prenda ad esempio il caso di Nizza: vi erano ben 1250 telecamere con 70 persone addette alla sicurezza eppure sono servite semplicemente a seguire la strage fin dai primi istanti senza riuscire a prevenirla o impedirla. Il fatto che molti dei terroristi siano dei malati di mente è la prova di come le idee talebane facciano presa proprio sugli squilibrati: sono idee per loro natura contagiose come  sa chi ha studiato i meccanismi con cui si formano le sette e come si governa la folla; più il profeta,il guru, il politico è fuori di testa,e più fanatici sono i suo seguaci.

La mia opinione di giurista, per quanto vale, e che se vi è una guerra si devono prima di tutto usare le norme che si usano per essa: legge militare per chiunque può essere un pericolo, applicazione delle norme del codice penale, titolo I, che regola i reati contro  la personalità dello Stato, l’intelligenza col nemico per portare la guerra contro lo Stato italiano, costituzione di associazioni sovversive e di terroristi, arruolamento con finalità terroristi e punizione, per tutte quelle attività poste in essere per aiutare i nemici dello Stato. E sarebbe necessaria una normativa speciale per consentire la concreta espulsione ed immediata di tutti i sospetti stranieri e l’isolamento di chi non può essere espulso, una normativa per evitare che i giudici siano costretti a mandare a casa i fermati solo perché i sospetti non bastano per tenerli sotto controllo, ecc. ecc. Se lo hanno fatto gli americani, che ci hanno insegnato a fare la Costituzione, non si perché non dobbiamo farlo noi; basta non stare a sentire i nostri talebani del diritto.

Attualmente vi sono molti più mezzi per controllare i bulli dello sport che non possibili terroristi! Sarebbe così difficile, ad esempio, stabilire che ogni sospettato che non può essere incarcerato,viene munito di un bel bracciale elettronico che consente di controllare se si sta avvicinando ad altri simili con lo stesso bracciale o a luoghi sensibili? Naturalmente ci vogliono anche le persone che guardino le videocamere e che reagiscano agli allarmi dati dal braccialetto. Si deve prevenire, non basta correre a guaio avvenuto.

Essenziale e poi un diverso rapporto con la forze di polizia. Non vi può essere una polizia in grado di affrontare efficacemente terroristi o pericolosi criminali, se essa non ha mezzi tecnici adeguati e se non ha la tranquillità psicologica di agire senza doversi preoccupare del suo futuro. Un tempo quando i talebani del pensiero non erano ancora attivi nella gestione dello Stato, vi era la norma che un poliziotto poteva essere perseguito solo su richiesta del procuratore generale; poi sono arrivati quelli a sostenere che il poliziotto può sparare solo per legittima difesa o stato di necessità e a considerare tutti quelli con le armi, comprese le forze dell’ordine e la polizia municipale, dei soggetti pericolosi da controllare. Proprio quando venne approvato l’ordinamento della Polizia di Stato vi fu chi impose la norma secondo  cui commetteva un gravissimo reato il poliziotto che portasse un’arma diversa di quella in dotazione; la sciocca paura era che in una manifestazione venisse usata un’arma non immediatamente riconoscibile e così non si potesse poi accertare quale arma aveva sparato. Ora le stesse identiche armi sono in mano ai criminali, ma ciò ha comportato, ad esempio, l’impossibilità per un poliziotto di portare una pistola di emergenza da usare quando gli viene sottratta o non funziona la sua pistola d’ordinanza, oppure l’impossibilità di portare un’arma leggera ed occultabile quando necessario.

Per anni i talebani della bontà (spesso burocrati ministeriali) hanno sostenuto che tutti i mali del mondo derivano dalle armi da fuoco e specialmente da quelli militari; ora la realtà li ha clamorosamente smentiti perché i terroristi sono usciti a fare grandi stragi con un camion, un’auto, una normale pistola,  un fucile da caccia, con normali strumenti da taglio e altrettanto male potrebbero fare con una tanica di benzina, con un danneggiamento ai binari della ferrovia. Siamo arrivati al punto che basta un falso allarme per bloccare i mezzi di trasporto per giorno, per danneggiare gravemente il turismo, per cambiare la nostra vita.

Quanto ai rapporti con la giustizia è assurdo che ogni volta che un poliziotto spara debba trovarsi immediatamente indagato e soggetto alla valutazione non di esperti, ma di un pubblico ministero che non sa neppure che cosa sia conflitto a fuoco, che non sa cosa vuol dire essere affrontati da un energumeno, che se ha sparato qualcosa non era certo un’arma, e che pretende di misurare col bilancino della giustizia situazioni in cui chi ha sparato ringrazia solamente di esserne uscito vivo.

Il colmo del ridicolo è vedere poi poliziotti in servizio che hanno l’arma legata alla fondina con un robusto cavo  simile a quello usato come antifurto per le biciclette: i poliziotti italiani possono portare solo la pistola al guinzaglio! Primo o poi  ci metteranno anche la museruola. È una cosa che limita gravemente l’operatività del poliziotto il quale è rallentato nella mira, e penalizzato se deve cambiare di mano mentre spara, non può cedere arma a un collega che ne abbia bisogno, è impedito se deve nel compiere manovre strane, come rotolarsi a terra o sparare “al volo”. Nelle scuole si insegna ad avere la massima prontezza di riflessi, le disposizioni ministeriali studiano come rallentarli. Se un poliziotto rimanesse ferito od ucciso in un  conflitto a fuoco ben si potrebbe configurare una responsabilità di chi lo manda ad affrontare situazioni pericolose in quelle condizioni e per chi si è inventato la stramberia del guinzaglio. Pare che qualcuno pensi che i poliziotti italiani, così diversi da quelli di altri paesi, non siano in grado di stare attenti a che la pistola non gli venga rubata o non cada per terra. Eppure quando il d.p.r. 5 ottobre 1991 numero 359 articolo 10, ha stabilito le caratteristiche dell’armamento individuale della PS non ha fatto a stabilito che la pistola debba avere il guinzaglio.

Leggo ora che il ministero ha stabilito che i poliziotti possono portare ben due caricatori e che possono e devono portare anche l’arma fuori servizio. Sono due disposizioni sorprendenti. La prima mi sorprende perché viene da chiedersi come mai fino ad ora si considerassi proibita una cosa così ovvia. Forse qualcuno talebano nostrano aveva interpretato il citato d.p.r. nel senso che esso imponeva di portare un solo caricatore. Ma se così fosse, è chiaro che non si può improvvisamente cambiare interpretazione: non basta una velina interna, ma ci vuole una modifica al d.p.r. Sarebbe ora di chiedersi come può funzionare uno Stato in cui per stabilire come un poliziotto deve portare la sua pistola ci vuole il parere del Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, il parere del Consiglio di Stato, la deliberazione del Consiglio dei Ministri, la proposta del Ministro dell’interno, di concerto con i Ministri della difesa e delle finanze.  E come può funzionare uno Stato in cui se un poliziotto vuotasse il caricatore su di un delinquente si vedrebbe contestare anche l’aggravante delle sevizie e se portasse tre caricatori si vedrebbe accusato di detenzione abusiva di parti d’arma (norma espressamente voluta dal ministero)?

Circa l’obbligo di portare la pistola, resto basito perché nella mia vasta ignoranza sono sempre stato convinto, come molto giudici, che l’agente di PS è permanentemente in servizio e quindi, quando è fuori casa, ha sempre l’obbligo di essere armato, salvo quelle situazioni particolari in cui il regolamento lo esenta. Quindi mi pare una di quelle tipiche disposizioni dette “da fumo negli occhi”. Sarebbe invece essenziale attivarsi sul piano normativo, anche con un decreto legge urgente (ripeto nuovamente: come può funzionare uno Stato in cui per modificare qualunque comprovata lacuna in un in un provvedimento, non basta una giornata, ma ci vuole ci vuole un anno di commissioni, pareri, indegna burocrazia?) in cui si dice che l’agente di PS, quando non opera in reparto, può e deve portare l’arma individuale più adeguata alla situazione, può portare più armi, e può portare tutte le munizioni che crede opportuno?

 

dr. Edoardo Mori

dr. Edoardo Mori

Segreteria Provinciale CONSAP di Roma, incontro con il Capo della Polizia Pref. Franco Gabrielli

Il Segretario Provinciale di Roma Luigi Minerva con il Capo della Polizia Pref. Gabrielli e il Questore di Roma dr. D'Angelo

Il Segretario Provinciale di Roma Luigi Minerva con il Capo della Polizia Pref. Gabrielli e il Questore di Roma dr. D’Angelo

Nella tarda mattinata del 27 luglio u.s.,  una delegazione della Segreteria Provinciale CONSAP,  composta dal Segretario Provinciale Luigi Minerva e dal coordinatore Provinciale  Carlo DI LORENZO,  ha avuto un incontro proficuo e propositivo con il nuovo Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, presso la sala “Cocola”della Questura.
L’incontro, improntato sulla massima cordialità e nel segno della più ampia collaborazione, ha trattato vari temi afferenti la categoria degli operatori della sicurezza, testimoniando la sua vicinanza in una fase storica in cui le Forze dell’Ordine sono chiamate a fronteggiare la “minaccia terroristica”  e alle relative criticità connesse, tracciando le linee guida del nuovo percorso, dedicato agli appuntamenti sui territori per conoscere meglio le varie realtà.
Sulla questione riordino delle carriere,  più volte sollecitata da questa O.S., il Capo  ha  rappresentato che la  revisione dei ruoli deve essere fatta, che non è possibile attendere ulteriormente per avviare un processo di ammodernamento dell’Amministrazione, valutando opportunamente i ritardi nell’effettuazione dei concorsi negli anni precedenti, le vacanze organiche ad oggi presenti nei vari ruoli e le opportunità offerte nella fase transitoria del provvedimento legislativo ipotizzato.
Inoltre il Capo della Polizia,  ha voluto sottolineare la vitale importanza sulla scelta  di trattenere per sé la delega alle relazioni sindacali, e di  come sia necessario e doveroso,  il confronto con le Organizzazioni Sindacali sia a livello centrale che periferico e che a tale compito,  non è consentito sottrarsi a chi ha la responsabilità di direzione e gestione di Uffici e Reparti della Polizia di Stato.
Il Capo, ha infine evidenziato la necessità di esaltare il ruolo e la centralità dell’Autorità di P.S., sia a livello centrale che periferico, salvaguardando la specificità della Polizia di Stato, anche attraverso una definizione dei profili professionali e delle funzioni degli operatori di Polizia, valorizzando, nel contempo, la funzione manageriale del dirigente anche attraverso la previsione di un ruolo direttivo di supporto alla autorità di P.S. e la valorizzazione dei ruoli intermedi che costituiscono il fulcro dell’Amministrazione e garanzia per il suo funzionamento. Al riguardo, non si è mancato di evidenziare le ragioni di una maggiore considerazione dei ruoli di base e della carenza di Ufficiale di P.G.

Capo della Polizia Pref. Gabrielli, terrorismo e carenze organico, incontro con la CONSAP Segreteria Nazionale

La delegazione della CONSAP Nazionale, da sinistra Tavano, Valeri, Ricchio, Spagnoli, Innocenzi, il Capo della Polizia Pref. Gabrielli, Pantaleoni, Scalzo, Bennardo e Pantano

La delegazione della CONSAP Nazionale, da sinistra Tavano, Valeri, Ricchio, Spagnoli, Innocenzi, il Capo della Polizia Pref. Gabrielli, Pantaleoni, Scalzo, Bennardo e Pantano

Roma, 27 lug. – (AdnKronos). La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap) ha incontrato oggi pomeriggio presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza il Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli. Un cordiale colloquio “inserito nel fitto calendario di incontri del Capo della Polizia che dal suo insediamento ha già fatto visita a molte questure incontrando migliaia di colleghi e colleghe in tutta Italia, testimoniando la sua vicinanza in una fase storica in cui le Forze dell’Ordine sono chiamate a fronteggiare la minaccia terroristica“.
La Consap attraverso le parole del Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi ha portato all’attenzione del Capo della Polizia le tematiche che preoccupano la categoria ed i singoli operatori: la legge delega per il riordino carriere, le anomalie riscontrate nelle procedure concorsuali, la gestione delle ricompense per meriti operativi, la ventilata chiusura degli uffici di polizia, le criticità riscontrate nell’addestramento e nell’equipaggiamento del personale.
Il prefetto Gabrielli in merito alle carenze di organico rappresentate dalla delegazione della Consap ha voluto rassicurare i suoi interlocutori circa l’imminente apertura di un concorso per agenti. Il Segretario Generale Nazionale della Consap Innocenzi a margine dell’incontro ha voluto sottolineare proprio questo aspetto: “tornare a pescare nella migliore società civile – ha detto Innocenzi – è senz’altro un’ottima strada per ringiovanire i ranghi e potenziare la professionalità ed è in linea con quanto auspicato dal nostro sindacato”.

Doppio caricatore per gli Agenti di Polizia, allarme terrorismo, accolte le richieste della CONSAP

Doppio caricatore per gli Agenti di Polizia, allarme terrorismo, accolte le richieste della CONSAP

Doppio caricatore per gli Agenti di Polizia, allarme terrorismo, accolte le richieste della CONSAP

A seguito della incessante attività della CONSAP mirata a ottenere per il personale della Polizia di Stato dotazioni sempre più moderne ed efficienti, siamo venuti a conoscenza che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale Affari Generali,  recependo ( seppure in ritardo…) la nostra esplicita richiesta (nota del 25.11.2015 disponibile agli atti) di fornitura del secondo caricatore per la pistola d’ordinanza, al fine garantire maggiore sicurezza degli operatori e il più efficace svolgimento dei servizi istituzionali in questo particolare momento storico, ha diramato una circolare che avvia un monitoraggio delle esigenze dei singoli uffici volto a verificare la possibilità della successiva assegnazione del secondo caricatore, come dotazione di reparto con assegnazione individuale, al personale in servizio presso uffici e reparti che, per la peculiarità del servizio svolto, si trovi esposto a maggior rischio.

Questura di Roma, servizi di Ordine Pubblico, esito esame congiunto in materia di orario di lavoro art. 7 comma 5 e 6 A.N.Q.

Controlli Polizia allo Stadio

Controlli Polizia allo Stadio

Nella mattinata di ieri, martedì 26 luglio 2016,  si è svolto l’esame congiunto presso la Questura di Roma  in materia di orario di lavoro in attuazione dall‘art. 7 comma 5 e 6 A.N.Q. per i servizi di O.P. in occasione degli imminenti incontri di calcio presso lo stadio olimpico di Roma per la stagione calcistica 2016/2017.

Il tavolo, presieduto per l’Amministrazione dal Capo di Gabinetto Dott. Roberto MASSUCCI e dalla dott. ssa  Francesca MONALDI per il Servizio della Polizia Scientifica Gabinetto Interregionale per il Lazio l’Umbria e l’Abruzzo, e per questa O.S. il Segretario Provinciale MINERVA Luigi e il Coordinatore Provinciale DI LORENZO Carlo.

Le tematiche affrontate hanno riguardato in particolar modo, i servizi di O.P. sugli incontri calcistici previsti con i seguenti orari : inizio partita ore 12.30; 15.00; 18.00; 20.45 ovvero 21.00.

Questa O.S. nell’apprezzare lo sforzo positivo dell’amministrazione nel garantire ai colleghi da impiegare in tali servizi, un orario di lavoro molto più’ flessibile e contemperarne le proprie esigenze, ha proposto di far iniziare il turno di servizio agli operatori presso gli uffici di appartenenza e, dei successivi impieghi, nei passaggi intermedi direttamente allo stadio, in concomitanza con l’inizio degli orari degli incontri calcistici come sopra indicato, permettendo quindi la possibilità per gli operatori di Polizia, di rendere il proprio servizio in maniera più consona alle proprie esigenze.

Altro aspetto importante sottolineato da questa O.S., è stato quello di affrontare la distribuzione dei pasti per i colleghi impiegati nei servizi di O.P.

Nel corso del dibattito con l’amministrazione, sono infatti emerse alcune problematiche legate al turno 9.00/15.00 sull’evento sportivo previsto per le ore 12.30,  nel quale non era stata prevista la distribuzione di un pasto e,  sul turno 10.00/ 16.00 quale orario in deroga dell’A.N.Q.

Su questi due punti fondamentali questa O.S. si è fortemente dibattuta ottenendo dall’amministrazione la distribuzione di un  pasto anche nel suddetto turno (cosa non era stata contemplata nell’informazione preventiva) e di ottenere un margine ampiamente discrezionale, riguardo alla applicazione del turno 10.00/16.00.

Fra gli obiettivi raggiunti, con il concorso dell’amministrazione, è stato quello di consentire a breve la fruizione di un pasto caldo all’interno dello stadio Olimpico con un servizio Catering convenzionato.

Su questo aspetto, prima che abbia inizio la stagione calcistica, questa O.S. verificherà che l’iniziativa promossa sia portata a termine in tempi brevissimi. In alternativa è stato sollecitato l’adeguamento della sala “ORANGE” collocata all’interno dello stadio Olimpico, per permettere la fruizione dei pasti per i colleghi in servizio di O.P.

Per quanto riguarda la deroga summenzionata è stata concessa in via del tutto sperimentale fino al mese di novembre, occasione nella quale, questa O.S. avrà modo di riconfrontarsi con l’amministrazione per valutare gli effetti raggiunti con gli accordi intrapresi.

CONSAP, nuovo sindacato per i pensionati, intervista al Segretario Generale CONSAP Pensionati dott. Terenzio D’Alena (Retesole)

Terenzio D’Alena, neo Segretario Generale CONSAP Pensionati, ospite negli studi di Roma di Retesole.
Argomento principale della discussione, la nascita del nuovo sindacato per i pensionati della Consap e il successo del Convegno sulle Pensioni organizzato dalla CONSAP che si è svolto presso il prestigioso Ateneo dell’Università Telematica Pegaso con sede a Roma.
Nell’occasione del Convegno è stata ufficializzata anche la costituzione del sindacato CONSAP Pensionati, la cui struttura é composta da:
Terenzio D’Alena: Segretario Generale,
Rolando Balugani: Presidente,
Concetta Sfarra, Giuseppe Trapani, Francesco SantoroFabrizio Locurcio: Segretari Nazionali.

 

L’intervista al Segretario Generale CONSAP Pensionati dott. Terenzio D’Alena presso gli studi televisivi romani di Retesole.

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