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INFORMA ROMA Dicembre 2020, il Notiziario di Informazione Sindacale della Segreteria Provinciale di ROMA della CONSAP
INFORMA ROMA N.12/2020
In rete “INFORMA ROMA”, Dicembre 2020, Notiziario di informazione Sindacale della Segreteria Provinciale di ROMA della CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, Supplemento al CONSAP Informa Nazionale, SUPPLEMENTO AL CONSAP INFORMA – AGENZIA DI INFORMAZIONE NAZIONALE – AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N. 110 DEL 17.03.2003
In questo numero:
– Un fine anno 2020 che insegna alla valorizzazione e al rilancio positivo;
– Questura di Roma: la CONSAP incontra il Dirigente della Divisione Personale;
– C.O.P.S. Centro Operativo Polizia Stradale. La CONSAP a colloqui con il dr DE SANCTIS;
– Alloggi collettivi di servizio: una piaga profonda che non trova mai fine;
– Consegna gadget CONSAP Roma 2021;
– “Futuro Post Covid” Retesole TV- Intervista a Gianluca Guerrisi (CONSAP);
– La Riabilitazione “Disciplinare”;
– Convenzioni e Servizi per gli iscritti;
– arriva LA BEFANA festa DEL POLIZIOTTO 9^ edizione – 2021 -;
– Prontuario per il primo intervento delle Forze dell’Ordine “La Tribuna”, prezzo in offerta convenzione per gli iscritti al sindacato CONSAP
Contatti: http://www.consaproma.org
Mail: segreteria@consaproma.com
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Consap ROMA – Pagina Ufficiale
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CONSAP Segreteria Provinciale ROMA
CONSAP Roma e UPTM (Università Popolare Tommaso Moro): siglato l’accordo di collaborazione didattico-scientifica

Nella foto il Segretario Generale della CONSAP di Roma GUERRISI con il Presidente Nazionale U.P.T.M. Avv U.E. CALVO
E’ stato siglato tra la Segreteria Provinciale di Roma CONSAP (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia) e l‘U.P.T.M. – Università Popolare Tommaso Moro , l’accordo di collaborazione didattico-scientifica che consegnerà ai tutti gli iscritti al sindacato una serie di utili servizi, attività formative tecnico-scientifiche, nel campo della formazione, del mondo universitario e delle professioni, ricerca, aggiornamento professionale, sperimentazione, della cultura, del turismo, nel sociale e nello sport, a beneficio di tutti coloro che intendono e vogliono continuamente essere aggiornati .
Accordo si occuperà, inoltre, di promuovere dibattiti, seminari, stages formativi, summer school, convegni di respiro nazionale ed internazionale, approfondimenti, congressi, promozione del diritto internazionale alla luce delle nuove direttive sulla protezione dei dati e della loro libera circolazione a tutela dei cittadini comunitari.
La U.P.T.M. è affiliata alla Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane.
Nella prossima comunicazione tutto il pacchetto servizi e le modalità di accesso riservato esclusivamente al personale della Polizia di Stato iscritto alla CONSAP in regola per il tesseramento 2019/2020.

Nella foto il Segretario Provinciale Generale Aggiunto della CONSAP di Roma SALVATORI con il Presidente Nazionale U.P.T.M. Avv U.E. CALVO

Nella foto il Segretario Generale della CONSAP di Roma GUERRISI con il Presidente Nazionale U.P.T.M. Avv U.E. CALVO

CONSAP Roma e UPTM (Università Popolare Tommaso Moro): siglato l’accordo di collaborazione didattico-scientifica
Sicurezza Stradale, la CONSAP ospite in diretta studio a Elleradio (88.100 FM Stereo), con Stefano Spagnoli e Gianluca Guerrisi
La CONSAP, Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, con il Segretario Nazionale Generale Vicario Stefano Spagnoli e il Segretario Provinciale Generale Aggiunto di Roma Gianluca Guerrisi, ospite negli studi, in diretta, di Elleradio (88,100 FM Stereo) alla rubrica Sicurezza Stradale. La celebre e seguitissima radio romana, diretta dallo storico speaker sportivo Ezio Luzzi (direttore e editore con il figlio Paolo della stessa radio e considerato il pioniere del giornalismo radiofonico, conosciuto in RAI per le dirette radiofoniche a Tutto il calcio minuto per minuto e già caporedattore dello sport di Radiorai negli anni ’90).
Nella simpatica e molto seguita puntata dove ha presenziato la CONSAP, dal nome Sicurezza Stradale, la conduzione è stata assunta dal nostro Segretario Guerrisi che ha svolto le funzioni di speaker e intervistatore per l’occasione concessa al sindacato.
In studio, diretta radio, presenti anche Roberto Frizzi (Elleradio) e l’Avvocato Vittorio Palamenghi dello Studio Legale De Iure di Roma.
Confronto per capire come sono cambiate le regole rispetto al passato, quali sono le attività che svolgono gli operatori della sicurezza in strada e quali le attività di tutela e cosa dice la legge per difendere il cittadino.
Nel pomeriggio diretta radio di oltre un’ora sono intervenuti gli ascoltatori per formulare domande sulla sicurezza stradale egregiamente risposte dal Segretario Nazionale Generale Vicario Stefano Spagnoli e dall’Avvocato Vittorio Palamenghi che hanno fornito assistenza informativa sugli aspetti tecnici e di tutela di una tematica sempre attuale e colma di difficoltà legislative che hanno indotto molte persone nella confusione e nel disorientamento.
Ringraziamo il Direttore Ezio Luzzi, Paolo Luzzi e il fonico Antonio Romano per la gentile e gradita ospitalità in studio Elleradio che ha permesso alla nostra organizzazione sindacale CONSAP di far conoscere ai cittadini, colleghi di ogni corpo o reparto e tutti coloro che erano sintonizzati sulla frequenza radio o collegati da ogni parte del mondo tramite PC al portale della radio (http://www.elleradio.it) le attività del sindacato.
Alcuni momenti della diretta radiofonica a Elleradio 88,100 FM Stereo
Il lato oscuro dei social media, seminario di criminologia, con la dott.ssa Roberta Bruzzone, il 27 ottobre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, richiesta al Dipartimento della P.S. la frequenza in aggiornamento professionale

Il Lato Oscuro dei Social Media – nuovi scenari di rischio, nuovi predatori, nuove strategie di tutela”
Per venerdì 27 ottobre 2017, la Segreteria Nazionale CONSAP ha organizzato, dalle ore 9.30 alle ore 18.30, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Largo Chigi 19 – ROMA – un Seminario di Criminologia dal titolo “Il Lato Oscuro dei Social Media – nuovi scenari di rischio, nuovi predatori, nuove strategie di tutela”. Tra i relatori, la presenza della celebre dott.ssa Roberta Bruzzone, Criminologa – Psicologa Forense e Presidente dell’Accademia Internazionale di Scienze Forensi , del Sostituto Procuratore della Repubblica Flaminio Monteleone, dell’Avv. Emanuele Florindi, del Segretario Nazionale Generale f.f. della CONSAP Stefano Spagnoli e di esperti del diritto e dell’investigazione che arricchiranno le ore di aggiornamento professionale del seminario. Sono state invitate a partecipare anche autorità dell’Amministrazione di P.S. e di Governo.
E’ stato richiesto al Dipartimento della P.S. il riconoscimento della giornata di studio come aggiornamento professionale, essendo le tematiche trattate rispondenti ai programmi di lavoro degli operatori di Polizia.
Nelle prossime comunicazioni su questo sito web maggiori informazioni sul seminario.
Il Seminario è in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Scienze Forensi.
Ingresso riservato al personale della Polizia di Stato con accredito (per la capienza dei posti) alla mail dedicata: segreteria@consaproma.com
Scarica il PDF della Locandina Seminario
Il trauma del terremoto e i suoi effetti a breve e lungo termine: il ruolo dello psicologo nel sostegno alle vittime ed ai soccorritori

Il dr Santo Mazzarisi, Psicologo e Psicoterapeuta Associazione “Il Caleidoscopio” in convenzione con sindacato di Polizia CONSAP
L’intensità di un terremoto è valutata tramite parametri che indicano la quantità di energia liberata, ed il grado degli effetti sull’ambiente e sulle persone. Il recente terremoto che ha travolto le popolazioni del centro Italia, con epicentro nel borgo di Accumoli e che ha causato centinaia di vittime e raso al suolo il paese di Amatrice, lo scorso 24 agosto, molte sue frazioni e causato danni e vittime anche nelle Marche, è valutato dal Centro Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di magnitudo pari a 6.2 gradi della scala Richter.
La misurazione della intensità e degli effetti è una scienza che si basa su calcoli che possono variare in base allo strumento di valutazione. Una varietà di fattori possono spostare l’asticella di qualche punto per cercare di descrivere in maniera quanto più vicina alla realtà il livello di distruzione e potenza del sisma.
Cosa diversa è invece la misurazione delle ferite dell’anima che un evento talmente catastrofico può causare alle persone che ne sono vittime dirette, ed a quelle che vanno in loro soccorso.
La vicinanza geografica tra Roma e le zone colpite del sisma ha fatto rivivere a molte persone la sensazione di un déjà-vu, rimandando alla memoria la notte del 6 aprile 2009, quando un altro terremoto distruttivo colpì l’Aquila. Tante persone che si trovavano in questi posti per le ultime vacanze estive provenivano dalla Capitale, e molti di questi hanno subito gravi lutti a volte anche di interi nuclei familiari.
Tutto ciò ha reso più vicino a Roma ed ai suoi abitanti questo sisma, facendo vivere il dramma dei sopravvissuti come un dramma che in varie forme ha colpito tutti.
La macchina organizzativa dei soccorsi in situazioni come queste deve dimostrare la massima efficienza per salvare tutte le vite umane che è possibile salvare, per recuperare i corpi delle vittime e mettere in sicurezza ciò che il terremoto non ha distrutto. Fondamentale è ricostruire da subito una continuità con la vita interrotta dall’evento, per permettere una rapida ripresa con la quotidianità lavorativa e sociale ed avviare la ricostruzione dei luoghi.
Per un intervento di soccorso efficace, accanto agli interventi materiali non può mancare l’intervento psicologico.
Il ruolo della Psicologia della emergenza viene ufficializzato in Italia con il D.M. 13 febbraio 2001 con l’adozione dei “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi”, che sanciscono la necessità di offrire il supporto psicologico a poche ore dell’evento catastrofico. Successive integrazioni sottolineano come sia necessario prestare la massima attenzione ai problemi di ordine psichiatrico-psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori. In linea con le indicazioni del legislatore, il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, in data 18 Giugno 2012, approva le Linee di Intervento sul supporto psico-sociale in emergenza.
Si profila in tal senso un intervento psicologico che rappresenta una deviazione dall’intervento classico di sostegno psicologico classicamente inteso e che assume una sua specificità di intervento. Gli interventi della psicologia dell’emergenza sono rivolte a persone che vengono considerate “normali”, che non vivevano prima dell’evento situazioni di difficoltà psicologica degne di nota, ma che in seguito all’evento rischiano di incorrere in disagi psicologici e sociali gravi, a causa dello shock provocato dall’evento traumatico.
Cambia l’intervento anche perché cambia anche il soggetto dell’intervento. A seconda delle risposte all’evento si possono individuare alcune tipologie di fruitori:
- Vittime di primo livello, coloro che hanno subito direttamente l’evento critico;
- Vittime di secondo livello, rappresentate da parenti e amici delle vittime di primo livello;
- Vittime di terzo livello, rappresentate dai soccorritori, professionisti e volontari, chiamati ad intervenire sulla scena dell’evento traumatico, che a loro volta riportano risposte psicologiche per la traumaticità delle situazioni a cui devono far fronte;
- Vittime di quarto livello, ovvero i membri della comunità, al di fuori dell’area colpita, che in qualche modo si sono interessati e occupati dell’accaduto.
È fondamentale nella Psicologia della Emergenza aiutare i superstiti a riconoscere la normalità delle loro risposte emotive all’evento. Nei primi momenti e nella fase immediatamente successiva all’evento c’è una alta frequenza di reazioni allo stress di grado lieve e moderato, che in genere non diventano problemi cronici. La maggioranza delle persone, infatti, si riprende pienamente da una reazione di stress di intensità moderata in un arco di tempo compreso tra 6 e 16 mesi. Le reazioni più comuni sono di diversa natura: emozionale, cognitivo, fisico e interpersonale.
Un evento che accade improvvisamente, come il terremoto, irrompe nella vita di tutti frammentando l’equilibrio precedente e creando reazioni di pericolo e sintomi di ansia. Tutto sembra irreale (“non può accadere proprio a me”) e ingiusto (“perché sta accadendo a me?”). L’evento critico stesso può causare reazioni emotive particolarmente intense, tali da poter interferire con le capacità di funzionare sia durante l’esposizione alla scossa/e che in seguito, per tempi diversi e individuali.
L’Associazione EMDR Italia individua tre fasi di reazioni possibili a breve termine che i superstiti possono vivere dal momento dell’esposizione al terremoto:
Fase di shock (senso di estraneità, di irrealtà, di non essere sé stessi, di non sentire il proprio corpo, di confusione, di disorientamento spaziale o temporale). Lo shock fa parte della fisiologica reazione acuta allo stress ed è un meccanismo che consente di mantenere un certo distacco dall’evento, necessario ad attutirne l’impatto e magari a far fronte alle necessità del primo periodo.
Fase dell’impatto emotivo: si possono provare una vasta gamma di emozioni quali tristezza, colpa, rabbia, paura confusione e ansia . Possono anche svilupparsi reazioni somatiche come disturbi fisici (mal di testa, disturbi gastro intestinali, ecc.), difficoltà recuperare uno stato di calma.
Fase del fronteggiamento: ci si comincia a interrogare su quanto è successo, a cercare delle spiegazioni ricorrendo a tutte le proprie risorse (“Perché è successo? Cosa posso fare? Perché a me? ….”)
Le reazioni più comuni che possono durare per un periodo di alcuni giorni e/o alcune settimane sono:
L’intrusività: la permanenza di immagini e memorie involontarie che possono presentarsi come brevi o come completa perdita di coscienza (per esempio rivedere i muri della propria casa crollare, risentire urla, il boato ecc.);
Evitamento: tentativo vano di evitare pensieri o sentimenti correlati al trauma, evitando luoghi, persone, situazioni che possono ricordarlo;
Umore depresso e/o pensieri persistenti e negativi su sé stessi o sul mondo (non vado bene, il mondo è totalmente pericoloso);
Senso di colpa verso di sé o verso gli altri per avere causato l’evento traumatico o le sue conseguenze; senso di colpa per essere sopravvissuto o per non avere subito danni fisici e/o alle cose;
Emozioni negative persistenti legate al trauma: continuare a provare paura, orrore, rabbia, vergogna, colpa anche quando la situazione volge al miglioramento;
Difficoltà nel dormire e/o difficoltà nell’alimentazione;
Senso di disinteresse per le attività e le cose.
Ognuna di queste reazioni può presentarsi considerando le differenze individuali, manifestandosi con intensità e durata variabile. Alcune persone possono sviluppare nel lungo termine disagi importanti come il disturbo post-traumatico da stress, ansia, attacchi di panico, depressione o dipendenza da sostanze.
Cosa si può fare?
Il primo passo nel sostegno alle vittime, come detto sopra, è aiutare la persona a saper riconoscere ed accettare le proprie reazioni emotive e le difficoltà che si possono avere durante o dopo l’esposizione all’evento traumatico: tutti possono avere reazioni forti davanti ad un evento così devastante qual è un terremoto distruttivo. Il sostegno psicologico tende in tal senso a rendere capace la persona di riconoscere i propri sistemi di attivazione, osservando il proprio stato emozionale senza giudicarlo.
È fondamentale parlare degli eventi critici aiutandosi a scaricare la tensione emotiva e ricordandosi che non si è soli, ma inseriti in un sistema e una organizzazione che può sostenere e aiutare emotivamente e psicologicamente.
Come è importante ricostruire le case ed i luoghi è altrettanto importante aiutare le persone a ristabilire prima possibile i contatti con le persone, luoghi e situazioni della vita e ristabilire una routine.
Le relazioni umane aiutano a ricreare quel senso di sicurezza che il terremoto ha minacciato con la sua violenza distruttiva. Pertanto è importante garantire sicurezza fisica immediata, offrire informazioni semplici sulle attività di soccorso e sui servizi per aumentare il senso di prevedibilità, controllo e sicurezza sulle modalità di assistenza e di risoluzione dell’emergenza. È importante anche proteggere le vittime dall’esposizione da traumi aggiuntivi: a volte il bisogno della persona di informazione può portarla a ricercare notizie sui media che possono in quella fase risultare disturbanti, in particolar modo per i bambini e gli adolescenti.
Proprio nei confronti dei bambini le linea guida invitano a prestare particolare attenzione, considerandoli portatori di bisogni speciali cui dare risposte adeguate. Spesso quest’ultimi infatti manifestano il dolore sotto forma di rabbia e in genere maggiormente attraverso il comportamento rispetto agli adulti. Il senso di colpa nei più piccoli è maggiormente enfatizzato così come il maggior bisogno di attenzione da parte di figure di riferimento.
L’intervento con i più piccoli deve essere improntato sulla semplicità e sincerità: dire la verità attenendosi ai fatti, usare parole semplici e adatte alla età, e fornire spiegazioni evolutivamente appropriate: con i bambini più piccoli può essere d’aiuto rassicurare sulla quotidianità, mentre quelli più grandi necessitano di spiegazioni più complesse.
Come i grandi anche i bambini hanno bisogno di sentirsi al sicuro e trasmettere loro il senso di sicurezza è fondamentale già nell’immediato, anche ricordando che ci sono persone fidate che si stanno preoccupando di risolvere le conseguenze dell’evento e stanno lavorando per evitare che possono avvenire ulteriori problemi ( medici, pompieri, poliziotti).
Il tempo è il predittore fondamentale per grandi e bambini se un evento è stato elaborato e gestito a livello emotivo e cognitivo. Se le reazioni faticassero a rientrare e il miglioramento tardasse è bene rivolgersi a professionisti preparati che possono aiutare a individuare i fattori che non consentono la naturale elaborazione dell’evento traumatico, aiutando a fronteggiare al meglio il disagio.
Il dott. Santo Mazzarisi, Psicologo presso il Centro Clinico Il Caleidoscopio , terapeuta EMDR, propone ai colleghi che abbiano operato nelle zone del sisma del 24 Agosto e che ritengano di chiedere un supporto specialistico , una serie di 4 incontri gratuiti tesi a superare la possibile fase di criticità attuale, attraverso l’uso della metodologia terapeutica dell’EMDR.
Per informazioni e appuntamento potete contattare direttamente la segreteria CONSAP di Roma.
dr. Santo Mazzarisi
Psicologo e Psicoterapeuta Associazione “Il Caleidoscopio”
in convenzione con sindacato di Polizia CONSAP
Burka sì, Burka no, il parere del dr. Edoardo Mori
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento dell’illustre giurista Edoardo Mori, relativo all’uso del burka, esaminando l’aspetto di diritto e quello che è opportuno fare.
Il problema dell’uso o divieto del burka, deve essere valutato sotto due profili:
– ciò che dice il nostro diritto (valutazione dei jure condito);
– ciò che è opportuno e possibile fare (valutazione politica de jure condendo).
Il problema di diritto è generale se si affronta l’argomento di quali limiti si possono imporre a riti religiosi che contrastano con norme dello stato italiano o con l’ordine pubblico (nozione questa ormai superata e valida solo rispetto ai tempi in cui si decide; una volta serviva per affermare che il divorzio doveva essere vietato, ora è stata invocata per i matrimoni gay!). È particolare se si cerca ciò che la legge ha stabilito fino ad ora.
Due problemi sono stati portati all’esame dei giudici: quello del porto del coltello rituale (kirpan) dei Sikh e la disposizione del Regolamento di PS, art 289 , secondo cui la foto sulla carte di identità, quindi sulla patente deve essere e a mezzo busto e senza cappello.
Il problema del coltello dei Sikh è stato affrontato male dai giudici perché quando nel 2009 i giudici di Cremona vennero chiamati a decidere, essi ritennero che il kirpan fosse un coltello e non un pugnale, come invece all’epoca era costante giurisprudenza della Cassazione (ora è cambiata e il kirpan va classificato, per la legge italiana, come un coltello) e dissero che per un Sikh costituiva giustificato motivo il portarlo; ma se all’epoca esso era un pugnale, che cosa c’entrava il giustificato motivo? Vi era un divieto di porto assoluto ed insuperabile; sarebbe un po’ come se un cristiano pretendesse di andare in giro con un pugnale con impugnatura a crocefisso in forza della sua fede!
Ma i giudici di Cremona volevano assolvere e si sono lanciati in affermazioni fantasiose quali : il porto di quel pugnale costituisce un segno distintivo di adesione ad una regola religiosa e, quindi, una modalità di espressione della fede religiosa, garantita dall’art. 19 Cost. oltre che da plurimi atti internazionali. Sta di fatto che la libertà religiosa non consente davvero atti illegali e che i “plurimi atti” se li sono inventati.
Successivamente il Consiglio di Stato, nel 2010 e nel 2012, ha negato il riconoscimento di associazioni di culto sikh perché in esse vi era la regola vincolante del porto del kirpan e il divieto per le donne di divorziare (permettetemi di rilevare la sciocchezza di questa seconda affermazione: è vero che è garantita la parità fra i sessi, ma ciò non vieta che una donna o un uomo, volontariamente vi rinuncino; spesso si dimentica che la libertà individuale deve restare il principio supremo).
Sostanzialmente però la decisione di vietare il porto di un coltello in via permanente è corretta in base al diritto vigente: il giustificato motivo che consente il porto di uno strumento atto ad offendere è per sua natura legato a situazioni occasionali e temporanee (quando si fa una escursione, quando si va a caccia o pesca o a funghi, quando il cuoco si sposta con i suoi coltelli, quando si esce di casa per fare un lavoretto manuale ecc.) e non si può ipotizzare un giustificato motivo permanente. Significherebbe infatti attribuire ad una categoria di persone una posizione privilegiata permanente.
Del resto il problema è facilmente superabile ove si consideri che nulla vieta di portare un kirman privo di filo e di punta.
Il problema della foto a testa nuda è nato anch’esso in relazione ai Sikh e ad altre religioni che impongono la copertura del capo con turbanti o veli. Il Ministero dell’interno, che una ne pensa e due ne sbaglia, aveva ceduto alle pretese di questi signori e aveva stabilito con circolare n. 4/95 del 14 marzo 1995, che bastava che il volto fosse scoperto; con altra circolare del 24 luglio 2000 il Ministero ha precisato che il turbante, il chador e il velo, imposti da motivi religiosi,” sono parte integrante degli indumenti abituali e concorrono, nel loro insieme, ad identificare chi li indossa, naturalmente purché mantenga il volto scoperto” e pertanto tali accessori sono ammessi, anche in ossequio al principio costituzionale di libertà religiosa, purché i tratti del viso siano ben visibili. Faceva l’acuta osservazione che se il regolamento vieta il cappello, non era vietato il velo! Avrebbe potuto rilevare che le suore vengono ritratte per l’appunto con il velo. Ma perché allora prendersela con il povero cappello?
Non si erano resi conto che se la foto serve per identificare una persona, è necessario valutare l’insieme generale (viso, capelli, forma della testa, forma delle orecchie, ecc.); basti pensare come sia difficile riconoscere una persona che si è sempre vista con il cappello o il berretto militare, e viceversa.
Ed infatti la Corte Europea dei diritti dell’uomo del ricorso nr. 24479/07 deciso il 13 novembre 2008 presentato da Shingara Mann Singh contro la Francia, che aveva giustamente negato il diritto ad avere solo mezza foto sulla patente, ha negato che sussista un diritto a farsi fotografare con il turbante. La Corte sottolinea che la regolamentazione contestata si è mostrata più esigente in materia a causa dell’aumento dei rischi di frode e di falsificazione delle patenti di guida e aggiunge: Tuttavia, l’articolo 9 della Convenzione sui diritti umani non protegge qualsiasi atto motivato o ispirato da una religione o convinzione . Inoltre, non garantisce sempre il diritto di comportarsi nel modo dettato da una convinzione religiosa e non conferisce agli individui che agiscono in tal modo il diritto di sottrarsi a norme che si sono rivelate giustificate. La Corte ricorda che la Commissione, investita da un ricorrente sikh che criticava la sua condanna per infrazioni all’obbligo fatto ai conducenti di motociclette di portare un casco di protezione, aveva considerato che il portare obbligatoriamente un casco di protezione era una misura necessaria per i motociclisti, e che l’ingerenza nell’esercizio del diritto alla libertà di religione era giustificata per la tutela della salute dell’interessato.
Dopo aver posto queste basi teoriche sul problema generale, passiamo al caso particolare del mascheramento. Esso è regolato da due norme:
– L’art. 83 del TULPS: È’ vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da euro 10 a euro 103. È vietato l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto;
– L’art. 5 della L. 22 maggio 1975, n. 152: È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino. Il contravventore è punito con l’arresto da uno a due anni e con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Per la contravvenzione di cui al presente articolo è facoltativo l’arresto in flagranza.
La Cassazione ha così precisato, in modo costante, il contenuto della prima norma : L’art 85 comma primo della legge di pubblica sicurezza vieta a chiunque di comparire mascherato in luogo pubblico nel terzo comma poi, si vieta l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di ps con apposito manifesto. La prima disposizione ha carattere assoluto, essendo diretta ad impedire che mediante il mascheramento, che può attuarsi anche nella forma del travestimento della persona in abiti femminili, possano compiersi azioni criminose o illecite, tra le quali vanno indubbiamente annoverate quelle contro il buon costume, rientrante nell’ordine pubblico che la legge intende appunto tutelare. Relativo, invece, e il carattere dell’altra disposizione, poiché consente soltanto in casi eccezionali e con modalità espressamente stabilite, l’uso della maschera vera e propria quella cioè che copra il viso e che e cosa ben diversa dal travestimento o dal travisamento.
La legge 152/1975 si è limitata ad ampliare il divieto del mascheramento anche nei luoghi aperti al pubblico e a preveder espressamente il mascheramento a mezzo casco.
In conclusione non vi è dubbio che allo stato della legislazione sia proibito l’uso di indumenti che non consentono il riconoscimento della persona e, in special modo di quelli che coprono il viso in tutto o in parte.
Trattasi ora di valutare se questa conclusione venga a ledere il diritto alla religione nel momento in cui si vietano condotte richieste dalla fede.
La risposta è però alquanto facile; la libertà di religione è solo uno dei molti precetti costituzionali e non fra i più importanti: anch’esso deve essere esercitato nel quadro dei principi generali della Costituzione e in equilibrato rapporto con gli altri diritti. Se la legge ritiene di vietare certe condotte perché dannose, asociali, contrarie al principi di parità ed eguaglianza (ad es. inferiorità della donna), alle radici culturali di un popolo (ad es. monogamia), non vi è contrasto con la Costituzione in nome della libertà di una religione che può anche avere una impostazione incostituzionale (razzismo, plagio o circonvenzione dei proseliti, collusione con potenze straniere, spregio della vita umana, spregio per gli animali, spregio per il paese ospitante e i suoi interessi, ecc.).
Non credo proprio che vi sia nulla di incostituzionale nel vietare condotte già vietate in via generale dalla legge che le ha ritenute pericolose o dannose o nell’introdurre nuove norme ravvisando nuovi motivi di incompatibilità con la nostra civiltà.
Il problema di questa nuova normativa (e qui esaminiamo l’aspetto de jure condendo) è vasto e all’attenzione di tutti i paesi civili (in altri paesi e in particolare proprio in quelli da cui provengono coloro che pretendono di conservare i loro culti tribali o medievali il problema non si pone perché è proprio la loro religione a non tollerare altre fedi).
I riti religiosi primitivi (e sono primitivi anche se in uso da millenni) possono essere cruenti, degradanti, o imposti a bambini e giovani incapaci di opporsi. Forte ad esempio è l’opposizione ai metodi di uccisione tradizionale degli animali. In Polonia non è più legale la macellazione rituale, caratteristica dell’ebraismo e dell’islam. La Corte Costituzionale ha stabilito a gennaio che le pratiche kosher e halal rappresentano una violazione dei diritti non in linea con gli standard, anche europei, sull’abbattimento degli animali. Negli Stati Uniti si cerca di vietare la circoncisione praticata ancora da sette ortodosse e che prevede che il celebrante succhi il sangue dal pene del bambino, spesso provocandogli infezioni. L’ONU stessa ha dovuto intervenire contro la pratica dell’infibulazione.
È quindi chiaro che ogni paese ha dei canoni morali, etici, giuridici che sono ben più importanti, nella scala dei diritti, del diritto alla libertà di religione il quale è nato per impedire conversioni forzate o discriminazioni degli “infedeli” e non certo per consentire ad ognuno di affermare che in nome della religione può mettersi contro l’ordine sociale in cui vive. Se la nostra cultura è riuscita a stabilire che la chiesa cattolica non può scampanare quando e come vuole, ma deve rispettare le norme sull’inquinamento acustico, sarebbe evidentemente un assurdo affermare che un muezzin può schiamazzare con l’altoparlante dal suo minareto, in nome della sua religione o che chi professa la fede nudista, può girare nudo per la città.
Le società occidentali hanno sì affermato il principio della libertà di religione, ma in quanto essa deve essere e restare una cosa intima e personale; è anche un diritto di tutti coloro che hanno altre fedi, di non essere molestati dalle fedi altrui. Aveva ben espresso il concetto il filosofo illuminista Pierre Bayle quando disse non credo alla mia religione, che è l’unica vera, figurasi se posso credere a quella degli altri!
Inoltre i riti con sui si esplicano le fedi, sono una cosa diversa dalla fede stessa; una fede resta immutata nei secoli in quanto essenziale, i riti sono accidentali e devono adeguarsi al corso della civiltà, come ha sempre ben dimostrato di saper fare il cristianesimo. Se non fosse così avremmo ancora riti dell’uomo di Neanderthal e il cannibalismo sacro! La nostra civiltà si è allontanata dall’oscurantismo; sarebbe tragico se facessimo passi indietro.
Il dr. Edoardo Mori, autore dell’articolo
Just Press Start(Up), dall’idea all’impresa di Danilo Iervolino, presentazione del nuovo libro all’Universitas Mercatorum

Da sinistra, il dr Antonio Derinaldis Coordinatore di sede Roma Università Telematica Pegaso, il dr. Danilo Iervolino – Presidente delle Università Mercatorum e Pegaso – autore del libro, Gianluca Guerrisi Segretario Generale Aggiunto CONSAP di Roma
Martedì 12 luglio u.s. una delegazione della CONSAP, composta dal Segretario Generale Aggiunto di Roma Gianluca Guerrisi e dal Segretario Generale della CONSAP Pensionati Terenzio D’Alena, ha partecipato alla presentazione del nuovo libro di Danilo Iervolino presso la sede dell’Universitas Mercatorum a Roma.
Il nuovo libro, di Giapeto editore, è un vero viaggio nel mondo delle imprese innovative, quando l’idea può diventare realtà vincente, il faro è proiettato alle startup, sia come attività online che sede fisica, mettendo in campo tutti gli ingredienti per portare al successo, con scelte oculate per vincere le sfide del mercato, trovarsi al posto giusto al momento giusto, sempre in linea con il fare, con il muoversi, con la concretezza, con l’avidità di realizzare, senza sprecare energie.
Individuare chi, stabilire cosa, quando e come.
La presentazione del libro è stata moderata da Sergio Luciano, giornalista di Panorama, sono intervenuti Giovanni Cannata, Rettore Universitas Mercatorum, Francesco Fimmanò, Direttore Scientifico Universitas Mercatorum, Paolo Ghezzi, Direttore Generale Infocamere, Bernardo Mattarella, Dirigente Invitalia, Giuseppe Tripoli, Segretario Generale Unioncamere, Tonino Gentile, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, saluti del Prof. Alessandro Bianchi Rettore dell’Università Telematica Pegaso.
Molto apprezzate le conclusioni del Presidente e autore del libro Danilo Iervolino che ha indicato, durante la presentazione, nell’Universitas Mercatorum la casa dove formare gli startupper per trasformare le proprie idee in vincenti e dirette alla concretizzazione.
Omicidio stradale, convegno Università Pegaso e Consap: una legge tra luci e ombre, notizie e video LaPresse

Convegno sull’omicidio stradale, “tra luci e ombre” organizzato dalla Segreteria Provinciale Consap di Roma
Riportiamo il lancio agenzia informazione di stampa che ha seguito in diretta il convegno.
Roma, 18 mag. (LaPresse) – E’ in corso nella sede dell’Università telematica Pegaso a Palazzo Bonadies Lancellotti, in via San Pantaleo a Roma, il convegno sull’omicidio stradale, “tra luci e ombre” organizzato dalla Segreteria Provinciale Consap di Roma (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia), in collaborazione con l’Università Telematica Pegaso. Il Convegno, al quale parteciperanno, tra gli altri, il Rettore Prof. Alessandro Bianchi, l’Ing. Sergio Dondolini -Direttore Generale Sicurezza Stradale del Ministero Infrastrutture e Trasporti, il Dirigente Polstrada Giandomenico Protospataro, l’Avv. Gianmarco Cesari in rappresentanza dell’Ass. Italiana Familiari Vittime della Strada e il Dott. Giorgio Innocenzi, Segretario Generale della Consap, ha l’obiettivo di accendere i riflettori su una legge da tanto tempo invocata che se da un lato ha colmato una evidente lacuna del nostro Codice Penale, introducendo una fattispecie di reato insufficientemente punita, dall’altro presenta molte incognite in via applicativa, anche alla luce di una giurisprudenza non ancora consolidatasi. Scopo del convegno è quello di chiarire se la legge, oltre a garantire un più elevato livello di giustizia, possa essere una valida risposta anche sul fronte della sicurezza stradale, poste le modifiche apportate anche al Codice della strada.
Egr
Clicca sul link e sull’immagine per vedere il video
Omicidio stradale, Consap: Legge va modificata, ambulanze e polizia a rischio
(LaPress) “Quella sull‘omicidio stradale è una legge importante che impone però una riflessione. C’era necessità di un inasprimento delle sanzioni per quanto riguarda la guida sotto effetto di droga o in stato di ubriachezza, tuttavia, visto anche l’iter complesso di formazione, non è la legge che ci si aspettava e va modificata”. Così Giorgio Innocenzi, segretario generale Consap, al convegno sull’omicidio stradale organizzato con l’Università telematica Pegaso. “Questa legge equipara – spiega Innocenzi – chi è sotto effetto di stupefacenti a chi è sobrio, mettendo a rischio il principio di equità. Non solo, anche gli operatori di polizia rischiano sanzioni perché non sono previste scriminanti per chi agisce in soccorso, come ambulanze, vigili del fuoco o polizia“.
Il video dell’intervista clicca link e immagine LaPresse
Intervista La Press a Giorgio Innocenzi
Domani diretta streaming PEGASO TV al Convegno Omicidio Stradale organizzato dalla CONSAP, anche diretta Twitter e Facebook CONSAP Roma
Domani, 18 maggio 2016 ore 9.30 Sede Pegaso di Roma
#Consap e #Unipegaso insieme per discutere sul tema controverso dell’omicidio stradale, alla presenza di personalità autorevoli del mondo delle istituzioni e delle maggiori associazioni interessate.
Il convegno potrà essere seguito in streaming sul canale Unipegaso.tv e diretta Facebook e Twitter CONSAP Roma.
Omicidio Stradale, convegno CONSAP del 18 maggio 2016, AGI (Agenzia Italia) e DIRE (Agenzia di Stampa Quotidiana)
La notizia del Convegno sull’Omicidio Stradale, in programma per mercoledì 18 maggio 2016 presso l’Università Telematica PEGASO in Roma ed organizzato dalla CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia – Segreteria Provinciale di ROMA, ripresa dalla Agenzie di Stampa Nazionale AGI e DIRE. Il Convegno sarà aperto dal saluto del Rettore Prof. Alessandro Bianchi, del Segretario Generale Nazionale dr. Giorgio Innocenzi e dal Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale per il Lazio dr. Michele La Fortezza. Modera il giornalista Michele Cucuzza.
Per tutte le informazioni link: https://consaproma.wordpress.com/2016/05/07/lomicidio-stradale-tra-luci-ed-ombre-una-legge-perfetta-o-perfettibile-convegno-alluniversita-telematica-pegaso-mercoledi-18-maggio-2016-ore-09-30/
Omicidio stradale: luci e ombre convegno Consap a Roma=
(AGI) – Roma, 10 mag. – “L’omicidio stradale, tra luci e ombre”: e’ il titolo scelto per l’appuntamento del 18 maggio a Roma, ore 9,30 presso la sede dell‘universita’ telmatica Pegaso (Palazzo Bonadies lancellotti, via San Pantaleo 66), con il quale la Consap (Confederazione sindacale autonoma di Polizia) intende proporre un approfondimento sulla legge da poco varata dal Parlamento. All’appuntamento parteciperanno, tra gli altri, il direttore generale Sicurezza Stradale del ministero Infrastrutture e Trasporti, Sergio Dondolini, il dirigente di Polstrada Giandomenico Protospataro, l’avvocato Gianmarco Cesari in rappresentanza della Associazione Nazionale Famigliari Vittime della Strada.
(AGI) Mol 101909 MAG 16
SICUREZZA. CONVEGNO CONSAP: L’OMICIDIO STRADALE, TRA LUCI E OMBRE
(DIRE) Roma, 10 mag. – Mercoledi’ 18 maggio alle 9:30 la Segreteria Provinciale Consap di Roma ( Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia), in collaborazione con l’Universita’ Telematica Pegaso, organizza a Roma il Convegno sull’Omicidio stradale, “tra luci e ombre” presso la Sede dell’Universita’, Palazzo Bonadies Lancellotti, in via San Pantaleo n.66. Il Convegno, al quale parteciperanno, tra gli altri, il Rettore Prof. Alessandro Bianchi, l’Ing. Sergio Dondolini – Direttore Generale Sicurezza Stradale del Ministero Infrastrutture e Trasporti, il Dirigente Polstrada Giandomenico Protospataro, l’Avv. Gianmarco Cesari in rappresentanza dell’ Ass. Nazionale Familiari Vittime della Strada e il Dott. Giorgio Innocenzi, Segretario Generale della Consap, ha l’obiettivo di accendere i riflettori su una legge da tanto tempo invocata che se da un lato ha colmato una evidente lacuna del nostro Codice Penale, introducendo una fattispecie di reato insufficientemente punita, dall’altro presenta molte incognite in via applicativa, anche alla luce di una giurisprudenza non ancora consolidatasi. Scopo del Convegno e’ quello di chiarire se la Legge, oltre a garantire un piu’ elevato livello di giustizia, possa essere una valida risposta anche sul fronte della sicurezza stradale, poste le modifiche apportate anche al Codice della Strada.
(Com/Rai/ Dire) 19:23 10-05-16 NNNNNNN
Prevenzione e Sicurezza per i bambini, Teatro Brancaccio Roma, evento “Bimbi Sicuri”, lezione gratuita su come conoscere per salvare e prevenire gli incidenti in età pediatrica, invito iscritti alla CONSAP e loro familiari, consegna diploma partecipazione

Teatro Brancaccio Roma, “Bimbi Sicuri”, lezione gratuita su come conoscere per salvare, prevenire gli incidenti in età pediatrica, invito iscritti alla CONSAP e loro familiari, consegna diploma partecipazione
Incontro formativo sulla prevenzione degli incidenti in età pediatrica.
Grazie alla collaborazione con gli amici della Direzione dell’Oasi Park, tutti gli iscritti alla CONSAP (e loro familiari) domenica 8 Maggio 2016 sono invitati alla lezione gratuita di “Bimbi Sicuri” che si terrà al prestigioso Teatro Brancaccio in Roma.
Occasione straordinaria da non perdere!
La CONSAP nelle attenzioni che pone nella formazione dei propri iscritti segnala evento.
A partire dalle ore 10.00 , grande evento gratuito Nazionale Bimbi sicuri. Un evento dedicato a tutti coloro i quali hanno a che fare con un bambino e che vogliono proteggerlo nel migliore dei modi. Due ore e trenta per imparare, parlare, dialogare. Moltissimi i temi affrontati: sicurezza a nanna, sicurezza in culla, sicurezza in casa, in acqua, in strada e le immancabili manovre di disostruzione pediatriche per imparare davvero a proteggere la vita. Si alterneranno sul palco vari esperti che ci accompagneranno in un vero e proprio viaggio nella bellissima cornice del Teatro Brancaccio.
Oasi Park orgoglioso sponsor con Mustela del progetto Bimbi Sicuri di Salvamento Academy.
Oasi Life Salvamento Academy, consegnerà, in esclusiva, a tutti gli iscritti alla CONSAP (e loro familiari) che si prenotano al link sottostante e partecipano alla lezione di domenica 8 Maggio p.v. un bellissimo diploma fotografico a colori e nominativo da poter inserire anche nel proprio fascicolo professionale di servizio.
Cosa devi fare per partecipare? Fai click qui !
Segui le istruzioni
Prenota gratuitamente ora il tuo posto!
Vedrai quante sorprese !!
L’Ingresso è gratuito, iscrizione OBBLIGATORIA!
Dopo aver riempito il form con i vostri dati, riceverete un’email con il coupon da presentare all’ingresso del Teatro.
A tutti i partecipanti all’entrata del Teatro presso lo stand di OasiPark, saranno consegnati i Biglietti omaggio del parco.
Bimbi Sicuri Teatro Brancaccio 8 maggio 2016 Via Merulana, 244, Roma.
Importante: La Segreteria Provinciale di Roma verificherà l’adesione al sindacato, in corso effettiva validità, dei richiedenti.
Attacchi di Panico, Fobie e Disturbo da Stress Post-Traumatico: un punto di chiarezza. Parliamone con il dr. Santo Mazzarisi (psicologo e Vice Presidente Associazione “Il Caleidoscopio”)

Dott. Santo Mazzarisi Psicologo Clinico – Psicoterapeuta – Terapeuta E.M.D.R. Vicepresidente Associazione Il Caleidoscopio
In questo articolo per la rubrica “Cultura & Conoscenze”, continua l’approfondimento sulla tematica di psicologia e studio dei comportamenti umani nei vari aspetti. Abbiamo chiesto un nuovo contributo al dr. Santo Mazzarisi dell’Associazione “Il Caleidiscopio” con cui la CONSAP ha attivato ormai da tempo una convenzione.
Parliamo stavolta di Attacchi di Panico, Fobie e Disturbo da Stress Post-Traumatico.
Paure, timore, ansie sono emozioni che esprimono situazioni di disagio che a volte vengono letti dall’individuo e dalle persone vicine inserendole in categorie diagnostiche che non sempre corrispondono al reale disagio della persona.
La nosografia ufficiale espressa nel DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) indica il termine panico e fobia dentro nell’alveo dei Disturbi di ansia e, pur essendoci delle strette correlazioni, in realtà manifestano diversi sintomi e diverse eziologie, per cui vanno attentamente diagnosticate per poter intervenire in maniera specifica ed adatta. Altra cosa è il PSTD inquadrato tra i disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti ed è caratterizzato da sintomi tipici che seguono l’esposizione a uno o più eventi traumatici.
La Fobia specifica si manifesta in presenza di paura o ansia marcate verso oggetti, animali o situazioni specifiche (volare, andare in macchina, vedere sangue ecc..) che possono essere definiti lo stimolo fobico. Per una corretta diagnosi della fobia specifica occorre che lo stimolo fobico o la situazione provochino quasi sempre ansia o paura (avere paura 1 volta su 5 di volare non è una fobia ma una paura contingente). La persona fobica evita accuratamente la situazione in modo da prevenire o ridurre al minimo l’impatto con le situazioni e gli oggetti fobici (ad esempio non andare dal medico per paura di vedere il sangue). Inoltre la paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato oppure più intense del necessario, sovrastimando il pericolo delle situazioni temute, pur riconoscendo le proprie reazioni come eccessive e spropositate. Sempre per una corretta diagnosi occorre valutare che ansia, paura e evitamento devono persistere per un periodo di 6 mesi o più, per distinguere il disturbo dalle paure transitorie comuni nella popolazione, ed in particolare nei bambini. Infine la fobia specifica deve causare disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Altra forma di disturbo d’ansia sociale è invece la Fobia sociale che ha come focus di ansia e paura le interazioni sociali, l’essere osservati, ed eseguire una prestazione di fronte ad altri.
Una definizione etimologica di ciascun tipo di fobia si può avere separando il suffisso-fobia, (dal greco phobos che significa paura e si richiama il dio Fobo, portatore di spavento e terrore), dal termine che lo precede, che indica normalmente un oggetto, un evento, uno stimolo, una percezione (ragno, altezza, piazza, spazi chiusi, tomba, malattia, ecc.) che rappresenta la fonte della paura; ad esempio: aracnofobia, acrofobia, agorafobia, claustrofobia, tafofobia, nosofobia, ecc.
Panico: i disturbi di panico sono riferiti ad intensi e ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti durante il quale si manifestano quattro o più di 13 sintomi fisici e cognitivi attesi: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia; sudorazione; tremori fino a grandi scosse, respirazione alterata o sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al petto; nausea o disturbi addominali; sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento; brividi o vampate di calore; sensazione di torpore o formicolio; sensazione di irrealtà, o essere distaccati da se stessi (depersonalizzazione); paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire. La frequenza e la gravità degli attacchi di panico sono molto varie. Possono esservi attacchi moderatamente frequenti (ad es. una volta la settimana) che si manifestano regolarmente per mesi oppure brevi serie di attacchi che si presentano anche tutti i giorni. I timori relativi agli attacchi di panico e alle loro conseguenze riguardano solitamente le preoccupazioni fisiche (il timore di avere una malattia non diagnosticata), le preoccupazioni sociali (il timore o l’imbarazzo di essere valutati negativamente dagli altri) e le preoccupazioni sul proprio funzionamento mentale (paura di impazzire e di perdere il controllo).
Tra i fattori di rischio e di prognosi per il disturbo di panico vengono individuati fattori temperamentali (predisposizione a esperire emozioni negative e sensibilità all’ansia, cioè la disposizione a credere che i sintomi dell’ansia siano nocivi; fattori ambientali ( esperienze di abuso sessuale e fisico nell’età infantile, il fumo di sigaretta, eventi stressanti interpersonali ed eventi stressanti legati al benessere fisico, come esperienze negative con sostanze illecite o prescritte, oppure morti in famiglia); fattori genetici e fisiologici (gli attuali modelli dei circuiti neuronali per il disturbo di panico sottolineano il ruolo dell’amigdala e delle strutture collegate, mentre non risultano geni esatti che possono conferire una vulnerabilità per il disturbo di panico, e riferiscono invece la correlazione tra problemi respiratori come l’asma al disturbo di panico).
Le conseguenze del disturbo sono associate ad alti livelli di disabilità sociale, lavorativa e fisica.
Il disturbo da stress post-traumatico si caratterizza per lo sviluppo di sintomi tipici alla esposizione a uno o più eventi traumatici. La manifestazione clinica è variabile: in alcuni individui è predominante rivivere con paura i sintomi emotivi e comportamentali, per altri possono creare sofferenza gli stati d’animo e i pensieri negativi, altri ancora mostrano una preminenza di sintomi di iperattivazione e mentre in altri sintomi dissociativi. Caratterizzante la comparsa del disturbo è l’esposizione diretta all’evento traumatico o aver assistito direttamente ad un evento traumatico accaduto ad altri, venire a conoscenza di un evento traumatico accaduto a un membro della famiglia o a un amico stretto, fare esperienza ad una ripetuta esposizione a dettagli crudi dell’evento traumatico (per es. i primi soccorritori che raccolgono resti umani, agenti di polizia ripetutamente esposti a dettagli di abusi su minori). Per una corretta diagnosi occorre verificare la presenza di pensieri intrusivi associati all’evento traumatico (ricorrenti ricordi e sogni spiacevoli il cui contenuto è collegato all’evento traumatico; reazioni dissociative in cui si ha la sensazione che l’evento si sta ripresentando; intensa e prolungata sofferenza psicologica e marcate reazioni fisiologiche all’esposizione a fattori scatenanti che rimandano all’evento traumatico), verificare la presenza di evitamento persistente degli stimoli associati all’evento traumatico (evitare ricordi ed evitare persone, luoghi, attività, conversazioni che suscitano ricordi spiacevoli), alterazioni negative del pensiero e delle emozioni associate all’evento traumatico ( incapacità a ricordare, considerazioni negative su stesso e il mondo, persistente stato emotivo negativo), e infine verificare la presenza di marcate alterazione dell’arousal e della reattività associati all’evento traumatico ( comportamento irritabile, spericolato e autodistruttivo, ipervigilanza, problemi di concentrazione ecc..).
I sintomi di un DSPT si manifestano in genere nei primi tre mesi dopo il trauma ma può esservi un “esordio ritardato” che nel DSM V viene definito “espressione ritardata”.
Da un recente studio emerge che nonostante siano continuamente esposti a esperienze potenzialmente molto traumatiche, gli agenti di polizia hanno un rischio di PTSD (disturbo post traumatico da stress) inferiore a quello del resto della popolazione.
Lo studio pubblicato dall’ Institut de recherche Robert-Sauvé en santé et en sécurité du travail (Quebec) nel 2011 fa parte di una indagine sui fattori di rischio e di protezione allo stress traumatico negli agenti di polizia. Tra i partecipanti alla ricerca, il 64% ha dovuto estrarre la pistola durante il servizio, 11% ha dovuto sparare, mentre il 28% ha usato un’altra arma. L’ 80% degli agenti di polizia ha sperimentato senso di impotenza, e il 59% ha provato un’emozione di intensa paura. Più della metà degli agenti di polizia ha dichiarato di aver provato rabbia, il 17% colpa, e il 2% vergogna durante l’esperienza traumatica.
Il rischio di sviluppare sintomi tipici del PTSD può essere evitato o attenuato grazie a specifici interventi di supporto e elaborazione critica dell’evento da effettuare nelle settimane successive all’esperienza traumatica. I risultati della ricerca rivelano che il supporto sociale tra colleghi, la possibilità di condividere con gli altri le emozioni legate all’esperienza traumatica e il partecipare ad attività ricreative, sembrano essere gli elementi di protezione e prevenzione più importanti rispetto al rischio di sviluppare un PTSD.
I risultati di questo studio potrebbero essere significativi anche per altre figure professionali con un rischio elevato di esperienze traumatiche sul luogo di lavoro, come vigili del fuoco, paramedici, soccorritori in situazioni di emergenza.
La terapia d’elezione per il Disturbo da Stress Post-Traumatico è ormai accreditato che sia l ’EMDR , acronimo dall’inglese per “Eye Movement Desensitization and Reprocessing” tradotto in italiano: Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari, una metodologia terapeutica che ha ampia validazione scientifica per il trattamento del disturbo Post-Traumatico da Stress e che agisce depotenziando la portata negativa delle memorie emotive legate al ricordo dell’evento traumatico per ri-trasformali e lasciare “il passato nel passato” come dice la teorica del metodo, la dott.ssa Francine Shapiro, e creando nuove connessioni neuronali più adattive per la persona.
Pertanto ricercando una eziologia traumatica alle fobie, al panico e al PTSD, è chiaro che riguardo al disturbo Post-Traumatico da Stress l’origine traumatica è strettamente connaturata e fondante del disturbo stesso mentre riguarda al Panico e alle Fobie sembra che si può parlare di esperienze traumatiche sia per quello che riguarda l’esperienza scatenante, sia l’ansia anticipatoria, sia la paura del panico stesso e di incorrere in una situazione fonte di panico o di fobie.
Pertanto il panico può costituire di per sé un’esperienza traumatica in quanto le sensazioni riferite da ogni paziente che abbia vissuto almeno un attacco sono quelle di “una forte paura, incontrollabile, che lascia la persona inerme”, accompagnata dalla percezione di perdere il controllo o di stare per morire.
L’intervento pertanto per il disturbo di panico può essere modulato in modo da elaborare il ricordo degli attacchi di panico (il primo, il peggiore, l’ultimo); elaborare le situazioni scatenanti legate al panico nel presente; sostenere e rafforzare una prospettiva futura adattiva per affrontare situazioni legate ai sintomi.
Sia per il panico sia per la fobia è utile proporre un intervento con cui rielaborare esperienze traumatiche pregresse, spesso collegate all’esordio della sintomatologia.
Dott. Santo Mazzarisi
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta
Terapeuta E.M.D.R.
Vicepresidente Associazione Il Caleidoscopio
Via del Castro Pretorio 30 Roma
PEGASO Università Telematica presenta “Music Industry Academy”, la prima Accademia on-line degli audiovisivi, in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, intervento video di Renzo Arbore
Una delegazione della CONSAP ha partecipato ai lavori della conferenza stampa di presentazione della Music Industry Academy, la prima Accademia on-line degli audiovisivi. Il pregiato evento si è svolto presso la sede romana della PEGASO, Palazzo Bonadies Lancillotti, alla presenza del Rettore dell’Università Telematica PEGASO Prof. Alessandro Bianchi, del Direttore dell’Istituto Centrale degli Audiovisivi dr. Massimo Pistacchi, del Presidente dell’Università Telematica PEGASO dr. Danilo Iervolino, del Direttore dell’Accademia dr. Dario Salvatori, il Direttore Scientifico dell’Università Telematica PEGASO Prof. Francesco Fimmanò, il docente dell’Accademia dr. Fabiano Petricone.
Obiettivo dell’Accademia è quello di formare i professionisti del mondo radiotelevisivo, editoriale e discografico in tre settori, il copryright, music business e human resources management system. Sistema di percorso è sempre quello in modalità telematica con approccio sul campo, attraverso stage con famosi professionisti del settore.
Il direttore dell’Accademia e Dario Salvatori, famoso giornalista, critico musicale e conduttore radiotelevisivo, con il coordinamento didattico di Salvatore La Rocca.
Docenti:
Giorgio Assumma, Franco Bixio, Fabiano Petricone, Dario Salvatori.
Lezioni video on-line ed esami finali presso le sedi di Roma e Napoli. Per essere ammessi sono richiesti il diploma di laurea triennale e/o laurea magistrale.
Durata annuale, carico didattico pari a 1.500 ore, corrispondenti a 60 CFU.
Termini iscrizione fissati al 15 marzo.
Sito web: www.miaaccademy.it
Per tutte le informazioni Numero Verde 800.185.095
Presentazione e interviste di Rete Sole
Presentazione e interviste di Divi e Dive TV
La ricchezza e il valore del personale di polizia in quiescenza, esigenze della categoria, l’iter delle pensioni privilegiate, calcoli pensionistici, parliamone con il dr. Terenzio d’Alena, Segretario Nazionale CONSAP Pensionati
Dottor d’Alena, lei ha accettato volentieri l’incarico di Segretario Nazionale della Consap Pensionati. Ci spieghi come è andata
Quando ho ricevuto l’offerta, la ho ritenuta un peso per le attività diversificate in cui sono immerso, ma anche un onore cui non potevo sottrarmi. Penso che l’incarico svolto a favore della Polizia di Stato per tanti anni mi ha fornito l’esperienza, sia umana che professionale, necessaria per questo nuovo ruolo. Resto volentieri a nuotare nelle acque della “mia ” Amministrazione.
Non teme che questa nuova attività riservi delle insidie? A volte per venire incontro alle istanze della gente ci si brucia. Sappiamo che da quando le norme prevedono per i Sindacati di Polizia la possibile struttura pro-pensionati, nessuno di lòro, escluso la Consap, ha provveduto a recepire tale discorso
Onore al merito della Consap. Conoscere bene la materia pensionistica è fondamentale. Il progetto è avere all’interno della nostra struttura dei referenti determinati e preparati.
Con quali problemi si è scontrato in questi primi mesi di attività?
Senza dubbio occorre venire incontro agli iscritti che non hanno dimestichezza con le pensioni privilegiate, con i suoi tempi, la sua rendita, anche le sue insidie.
Perchè i pensionati dovrebbe iscriversi ad un Sindacato?
La gran parte di questi vive un sentimento iniziale di inadeguatezza rispetto al mondo attivo appena abbandonato e, prima di trovare nuovi stimoli all’interno della nuova situazione sociale, il sindacato porge a costoro l’opportunità di proseguire su altri canali l’attività precedentemente svolta, evitando che venga a perdersi il bagaglio di esperienza professionale: sarebbe un delitto. Ritrovare la familiarità del passato ambiente può essere addirittura esaltante.
Sarà benvenuto chi vorrà svolgere un ruolo attivo o ricoprire un ruolo di responsabilità. Dobbiamo recuperare soggetti capaci di essere un polo di attrazione, col loro dinamismo e la capacità d’iniziativa.
Come in particolare può concretizzarsi una volontà di collaborare?
Le forme sono tante. Dal punto di vista prettamente sindacale, in un momento in cui le ideologie stanno subendo un processo di rapida involuzione, si fa strada la necessità di creare aggregazioni decise e consapevoli, perchè la materia è complicata, ma le soluzioni sono pressoché univoche, con il primato della perequazione e della generale equità. I pensionati sono per definizione una categoria sociale assai poco aggregabile; per questo sono ricercatissimi dalle sirene partitiche in tempi pre-elettorali ed immediatamente dopo abbandonati al loro destino da legislatori oppressivi e pauperistici. Da un punto di vista più pratico, sviluppiamo iniziative con le caratteristiche della partecipazione, di tipo conviviale, turistico, professionale, anche culturale o sportivo o comunque ricreativo. Singolarmente, tramite altre convenzioni, c’è da stimolare chi per mera pigrizia non accede ad aggiornamenti relativi all’apprendimento di lingue o di tecnica informatica. Importante sarà la consulenza tributaria, ove possibile.
Cosa distingue il sindacalismo di ieri da quello di oggi, anche in proiezione futura?
Terminata l’epoca dell’ubriacatura ideologica e lo scontro irrazionale fra classi sociali, oggi dobbiamo fare i conti con le categorie e la loro volontà d’affermarsi. Esiste un sindacalismo nazionale che prova a far collaborare invece che contestare per partito preso, ad unire piuttosto che dividere, ad avvicinare e ammorbidire le posizioni e non aumentare le distanze; tutto ciò si auspica per la reciproca convenienza di chi lavoro dà e chi lavoro accetta, nella prospettiva di un’Italia più partecipativa. Mi propongo di risvegliare in questa ottica l’attivismo di troppi pensionati che, per indolenza o sfiducia, tengono sopite le loro doti e alla fine le loro aspirazioni. Dò perciò il benvenuto o il “ben tornato” a quanti, in quiescenza, si avvicinino o si riavvicinino alla nostra comunità.
Cura e trattamento dello Stress Post-Traumatico con l’EMDR, parliamone con il Dr. Santo Mazzarisi, Vice Presidente dell’Associazione “Il Caleidoscopio” in convenzione CONSAP
Negli ultimi anni si parla sempre più di EMDR : di cosa si tratta?
L’EMDR è l’acronimo dall’inglese “Eye Movement Desensitization and Reprocessing” tradotto in italiano: Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari.
Si tratta di una tecnica terapeutica che ha ampia validazione scientifica per il trattamento dello Stress Post-Traumatico e che agisce trasformando i ricordi definiti “traumatici” elaborandoli in maniera più adattiva per la persona.
In che modo si interviene con l’EMDR?
L’intervento viene attuato invitando la persona a muovere gli occhi da destra verso sinistra e viceversa, seguendo le dita del terapeuta. Il paziente non cade in nessuna condizione di mancanza di coscienza, ma rimane vigile e presente, seguendo le indicazioni del terapeuta e il flusso della elaborazione spontanea della propria mente.
Ed i ricordi svaniscono?
No. L’EMDR non elimina il ricordo dell’evento considerato traumatico ma aiuta il paziente a mantenere il ricordo e sentirlo far parte veramente del passato, integrandone il contenuto in maniera più matura e funzionale. La persona in trattamento con l’EMDR modifica le valutazioni negative di sé, unendo emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le sensazioni fisiche disturbanti localizzate nel corpo.
Cosa c’entra il corpo?
A volte dimentichiamo che Mente e Corpo sono molto più connessi di quanto pensiamo. La mente non serve solo a far funzionare il corpo e il corpo non serve solo a portare in giro la mente! Alcuni eventi della nostra vita possono rimanere “registrati” nella Mente in maniera non adattiva, collegando ad essi emozioni disturbanti, considerazioni negative di sé e sensazioni fisiche spiacevoli, che possono acuirsi quando uno stimolo ci riporta alla mente la situazione definita traumatica, riportandola dal passato al presente. Durante l’elaborazione si presenta spesso un disagio anche fisico, che attraverso l’elaborazione scompare lasciando una sensazione di libertà fisica piacevole.
Quando si parla di eventi Traumatici a cosa si riferisce?
Ci può venire in aiuto l’etimologia stessa della parola, che deriva dal greco e che vuol dire “ferita”. Il trauma psicologico, dunque, può essere definito come una “ferita dell’anima”, come qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive. Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intesa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia. Accanto a questi traumi di piccola entità si collocano i traumi T, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti etc.
Di cosa abbiamo bisogno quando subiamo un’esperienza traumatica?
Di certo la cosa primaria è avere una persona con cui parlare dei propri pensieri e sentimenti.
È infatti importante considerare il fatto di aver bisogno di un aiuto di una persona di fiducia per superare il momento. Occorre comunque cercare di mantenere la routine quotidiana, per esempio tornare al lavoro al più presto, anche se la capacità lavorativa sarà ridotta perché ci si potrebbe stancare facilmente. Inoltre occorre essere maggiormente indulgenti nei confronti di sé stessi: non rammaricarsi se le reazioni abituali e le emozioni sono forti, in quanto è normale in una fase seguente un evento traumatico. Pertanto è importante darsi il tempo necessario per riguadagnare le proprie forze.
Esistono traumi legati all’attività di pubblica sicurezza che possono venire trattati con l’EMDR?
Nel 2007 su Polizia Moderna, un interessante articolo del dott. Luigi Lucchetti riconosceva che gli operatori impegnati nelle cosiddette professioni di aiuto, di cui fanno parte a pieno titolo gli agenti di polizia, sono esposti più di altri ad una notevole dose di stress, e che ognuno di loro reagisce a questo in modo diverso, in base al ruolo ricoperto e alle caratteristiche specifiche del gruppo di appartenenza. Nell’articolo si fa menzione ai cosiddetti “Incidenti Critici Professionali”, ovvero a tutte quelle situazioni traumatiche capaci di sconvolgere un soggetto, di renderlo vulnerabile, di fargli perdere il controllo di sé. Tra queste ci sono ad esempio i disastri naturali, quelli provocati dall’uomo, gli incidenti stradali, le aggressioni personali, i suicidi, i rapimenti. Nell’ambito della pubblica sicurezza possono rappresentare eventi a forte impatto emotivo un arresto violento, una sparatoria improvvisa, il soccorrere durante un incidente stradale, o la perdita di un collega in servizio. Ma non solo. Sono considerate circostanze critiche tutte quelle in cui si verifica un evento improvviso che fa perdere l’abituale controllo della realtà o che comporta sconvolgimenti fisici ed emotivi. In questi casi in genere le persone vedono violati i principi che ponevano alla base del funzionamento del mondo. Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo e il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70-80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico. Questo avviene perché l’innato meccanismo di elaborazione delle informazioni presente nel cervello di ognuno di noi è stato in grado di integrare le informazioni relative a quell’evento all’interno delle reti mnestiche del nostro cervello, rendendolo “digerito”, ricollocato in modo costruttivo e adattivo all’interno della nostra capacità di narrare l’accaduto. Ma cosa succede quando questo non avviene? Alcune persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente. Questo quadro sintomatologico, che può arrivare fino a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzato appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista. Qualunque sia l’età, la preparazione professionale e l’esperienza dell’operatore, il confrontarsi con situazioni di dolore, angoscia, distruzione, perdita e morte comporta necessariamente profonde reazioni emotive, ed un non trascurabile grado di rischio psicopatologico.
Chi può utilizzare l’EMDR?
Il trattamento con EMDR consente un approccio integrato che considera tutti gli aspetti importanti dei più noti sistemi psicoterapeutici tradizionali. Si tratta infatti di un metodo complesso di psicoterapia che associa molti elementi relativi a diversi sistemi curativi con alla base il movimento oculare. L’EMDR deve però essere portato avanti esclusivamente da clinici psicoterapeuti, in quanto si tratta di una terapia complessa che richiede una professionalità ed una competenza specialistica nella sua applicazione. Gli esperti devono dunque essere formati in modo adeguato, e devono disporre di molte conoscenze nel campo del trauma: le ferite dell’anima vanno trattate con cura, attenzione, e delicatezza. Lo scopo finale del trattamento è quello di aiutare il naturale processo di elaborazione del trauma presente nella nostra mente, per consentire alle immagini negative di svanire, alle emozioni negative di placarsi, ai pensieri irrazionali venire sostituiti da interpretazioni adeguate e positive dei fatti.
Come fare per avere ulteriori informazioni sul trauma e la sua risoluzione?
Attraverso una convenzione attiva già da anni con l’Associazione Il Caleidoscopio è possibile per gli iscritti Consap-Roma usufruire della possibilità di un consulto gratuito con gli esperti della Associazione, tra cui vi sono professionisti espressamente formati alla psicoterapia e all’utilizzo dell’EMDR . Inoltre è possibile usufruire di tariffe agevolate sempre per gli iscritti Consap e per l’accesso a percorsi terapeutici, compreso il metodo EMDR.
Dott. Santo Mazzarisi
Psicologo Clinico – Psicoterapeuta
Terapeuta E.M.D.R.
Vicepresidente Associazione Il Caleidoscopio
Via del Castro Pretorio 30 Roma
Sito web:
http://www.ilcaleidoscopio.com/index.asp