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Concorso a 1148 Agenti della Polizia di Stato, si profila il raddoppio dei posti per l’ingresso nel ruolo, auspicio della CONSAP per tempi brevi nel reperire i fondi nella prossima Legge Finanziaria

Concorso a 1148 Agenti della Polizia di Stato

Concorso a 1148 Agenti della Polizia di Stato

La notizia di questi giorni è che grazie alle forti pressioni dei sindacati di categoria potrebbero non essere solo 1148 i nuovi agenti, ma il Dipartimento ha garantito che si avvierà uno sforzo per reperire, nelle pieghe della Legge Finanziaria di prossima discussione, nuove risorse che consentiranno di raddoppiare la quota portandola ad oltre duemila posti.
Si delinea anche lo scorrimento in graduatoria aperto nei prossimi tre anni, notizia che sarà resa certa nelle prossime comunicazioni.
Per quanto riguarda le notizie delle prove svolte, stilata in anticipo le graduatoria relativa ai test con quiz a risposta multipla riservata ai concorrenti al concorso per 1148 posti di Allievo
Agente della Polizia di Stato aperto alla società civile; entro i prossimi mesi si darà il via alla seconda fase con i test psico-attitudinali per coloro che sono stati ammessi dopo i quiz.
Quindi si vanno delineando i percorsi che dopo anni di mancate assunzioni consentiranno a coloro che vogliono entrare in Polizia provenendo dalla società civile di coronare il loro sogno. Per coloro che riusciranno a superare la seconda fase, si spalancheranno le porte delle scuole di polizia per iniziare l’iter che li porterà a vestire la tanto agognata divisa di poliziotto.
La CONSAP auspica che l’Amministrazione sappia garantire questo aumento che non ripianerà le carenze di organico ma senz’altro garantirà importanti risorse giovani delle quali l’istituzione dì fondamentale necessità.
In forza di questo orientamento sarà importante che la decisione
dell’ampliamento possa arrivare in tempi brevi affinché si possa prevedere un congruo numero di ammessi da inviare ai test che si preannunciano estremamente selettivi.

Il mondo alla rovescia, “la legge è colma di regole sulle cose che non si possono fare, con un pubblico pronto a dare addosso ai poliziotti…”, il pensiero del dr Edoardo Mori

Il mondo alla rovescia, la legge è colma di regole sulle cose che non si possono fare

Il mondo alla rovescia, la legge è colma di regole sulle cose che non si possono fare ( E. Mori)

A me ed a molti altri, nel leggere i quotidiani, viene in mente quell’opera intitolata “Il mondo alla rovescia”. Non so se l’espressione valga per tutto il mondo, ma sicuramente è valida per l’Italia. È difficile trovare un paese dove si vive alla giornata, ove non si applicano le regole per la sopravvivenza di uno Stato, ove si vedono tutti i problemi, ma non si pone rimedio ad alcuno di essi, perché si è incapaci di stabilire scale di valori e di priorità. Per troppi vale più la vita di un orso che quella di un uomo, troppi sono in ansia per la vita dei lupi e se fregano della vita delle pecore sbranate, guai se si suona il clacson, ma si può lasciar abbaiare il proprio cane tutta la notte (i decibel sono gli stessi!). Ma se leggo che una bionda bambina inglese di 5 anni è stata affidata ad una famiglia mussulmana, che pensa, parla e mangia da mussulmana, che mette il burka alle donne e in casa parla arabo, capisco che in nessuna parte del modo si sfugge alla regola generale di Schopenhauer secondo cui l’80% degli esseri umani sono degli idioti, indipendentemente da studio, professione, classe sociale ideologia e voti raccolti.

Tutti vedono il crescendo di una delinquenza feroce e spietata, e nulla si fa per stroncarla; i giudici, come nei minuetti del 700, fanno il loro balletto di carte e il rapinatore, il picchiatore, il violentatore, se ne escono a minacciare chi li ha denunciati. Eppure basterebbe stabilire che in ogni caso in cui vi è l’evidenza della prova si procede con giudizio direttissimo e il colpevole resta in carcere a scontare la pena fino all’ultimo giorno, senza sconti. Nel medioevo i delinquenti erano stati ridotti al minimo perché chi veniva arrestato in flagranza di reato era giudicato e giustiziato nel giorno stesso o, al massimo, il giorno dopo; e il sistema funzionava egregiamente! Disse Goethe più volte che per uno Stato è meglio un’ingiustizia che un disordine; in due secoli abbiamo capovolto il principio e le società si sfaldano perché l’ordine è un fatto concreto, la giustizia è una idea astratta irrealizzabile e opportunista.

Sono abbastanza vecchio per poter affermare che  in Italia, per un secolo, si sono fatte decine di “lotte” e che le abbiamo perse tutte: la lotta alla droga, alle mafie, alla corruzione, ai furbi, all’evasione, all’abusivismo, allo sfruttamento, ecc. Ha vinto la politica fatta di chiacchiere e di fumo negli occhi; nella Costituzione avrebbero potuto scrivere “La Repubblica italiana è basata sul fatto che è lecito fare il frocio con il culo degli altri”!

La nostra cultura si è avviata su di una strada molto strana: quella del garantismo ad ogni costo che garantisce tutti meno che il cittadino tranquillo: guai ad essere severi contro chi sporca i muri, chi danneggia i treni e le auto, chi gira ubriaco e drogato, chi schiamazza tutta la notte sotto le finestre altrui, guai a tenere in carcere chi ha fatto danni enormi alla società,ecc.  Quindi si è diffusa anche la strana idea che il cittadino tranquillo deve essere paziente perché tutti devono “esprimere la loro personalità”. Vedo decine di casi di cittadini che hanno provato a difendersi e si sono trovati denunziati, il che significa che anche fra poliziotti e carabinieri il 20% ha perso il controllo del sullodato 80%! Di fatto vige anche la regola che per sostenere le proprie idee si possono danneggiare gli altri, imbrattare i muri, bloccare il traffico, impedire ai cacciatori di cacciare, caricare la polizia. Ma si ignora la cosa ovvia che chiunque è convinto di possedere la verità è socialmente pericoloso!

L’anormale diventa non chi crea disordine urbano, ma chi ne farebbe volentieri a meno.

Ogni giorno si sente dire che i nostri problemi sono dovuti alle leggi sbagliate. È vero, ma una legge sbagliata si può correggere in un solo giorno con un bel decreto-legge. La colpa colossale è di  chi non sa o non vuole correggerle.

Tutti dicono che siamo rovinati dalla burocrazia; è vero, è una palla al piede per tutti; ma i politici sono tanto geniali da incaricare la stessa burocrazia di auto-regolamentarsi meglio; alcuni di questi regolamenti, previsti dalla legge, li aspettiamo da vent’anni.

Siamo un chiaro esempio del mondo alla rovescia in cui la legge è colma di regole sulle cose che non si possono fare, ma in cui la stessa legge se ne frega se vengono fatte; la legge penale è fatta per produrre condanne e in Italia produce solo pezzi di carta. E non è alla rovescia un sistema in cui il più grande numero di giudici e di avvocati del mondo fa più danni che utili?

Tutti sanno che l’Italia è coperta di debiti, che prima o dopo l’Europa ci presenterà il conto, che dovremmo adottare misure drastiche come la Grecia, prima fra tutte una forte imposta patrimoniale; e ogni giorno si vede che lo Stato si inventa delle nuove spese e che il debito continua a crescere miliardo sopra miliardo. Ma i debiti dello Stato li pagano tutti i cittadini; l’Italia ha scelto di farli pagare ai propri figli. Qualcuno sostiene che li pagheranno i rifugiati … con in soldi che daremo loro.

Quando poi soffia il vento elettorale, è una corsa a distribuire privilegi e soldi a man bassa; l’Italia può saltare, purché non saltino le fonti di approvvigionamento per i politici e per chi vive alle spalle degli altri. L’ultima mossa disperata delle cozze sullo scoglio del potere sarà di dare il voto ai sedicenni e agli immigrati, con o  senza jus soli.

Una qualsiasi società si legge sulla regola fondamentale “non si deve fregare niente agli altri” e da noi vediamo che la maggioranza campa fregando qualche cosa agli altri: soldi, libertà, sicurezza, ecc.

Non mi sorprende di più di tanto che sia scoppiato il problema delle occupazioni abusive. Il problema di per sé è lineare:

la legge vieta ogni occupazione di proprietà altrui, pubbliche o private;

le forze dell’ordine avrebbero il potere e dovere di intervenire immediatamente e far uscire l’occupante con educazione si comporta educatamente, o con la forza se l’occupante è violento.

la legge consente solo la resistenza passiva e ogni altro tipo di resistenza aggiunge ulteriori reati;

le forse di polizia hanno il dovere di identificare i responsabili e di arrestarli o denunziarli e di raccogliere le prove;

un edificio occupato diventa un centro di condotte illegali la cui accettazione comporta una offesa per gli onesti: se l’occupazione è commessa da molti, è certo che si crea un centro di delinquenza o di terrorismo;

accettare queste situazioni significa essere complici  dell’illegalità; in uno Stato di devono osservare solo le regole dello Stato; guai se si dà spazio alle regole di altri gruppi (mafia, rom, bande criminali, ecc.)

Pura utopia perché come detto noi siamo il mondo alla rovescia. Da anni vengono ufficializzati i centri sociali che hanno occupato vecchi edifici, nessuno si preoccupa dei campi rom improvvisati, senza acqua, luce, servizi igienici e con bande di gente senza introiti legittimi, nessuno si preoccupa di dove vanno a finire tutti gli immigrati non ufficialmente ospitati. Non c’è difficoltà a capire che nell’opinione di molti stranieri l’Italia è terra di conquista in cui si può rubare, spacciare, sfruttare la prostituzione, fare i propri comodi, senza rischiare conseguenze temibili.

Quindi chi non sa dove andare ad abitare si infila nel primo edificio che trova libero, lo occupa e poi si sente vittima di un’ingiustizia se si cerca di cacciarlo fuori.

È evidente che sono vi state scelte politiche e che la polizia, che deve ubbidire agli ordini non ha  colpe; ma perché la magistratura, che può disporre delle forza pubblica, non è mai intervenuta a fare ciò che precisamente le compete e ciò  intervenire in caso di reati per por termine alle situazioni illegali e punire i colpevoli? Applica le leggi o prima fa valutazioni politiche come avviene in ogni modo alla rovescia?

Forse degli errori vi sono stati sul piano operativo? Ma è proprio necessario fare uno sgombero violento mandando i poliziotti all’assalto? Credo che in molti casi sarebbe possibile usare il sistema medievale dell’assedio; acqua, luce e  gas tagliati, allagamento dei locali, filo spinato attorno all’edificio da  cui si può solo uscire, ma non entrare, ecc.

Se si cerca immediatamente lo scontro fisico è certo che si possono creare situazioni difficili  da controllare e che danno spazio a qualche esaltato il quale pensa davvero di andare a dar l’assalto al castello e non capisce che “il nemico lo ascolta”!  Mi riferisco a quel poliziotto che nell’eccitazione del momento, memore dello slogan “spezzeremo le reni alla Grecia”, si è messo a gridare “spezzate le braccia a chi lancia sassi” o cose simili; questa è una operazione usata dagli israeliani contro i palestinesi per insegnar loro a che cosa servono le braccia e ampiamente giustificata dal fatto che Davide con un sasso aveva fatto fuori Golia! Non so se fosse una frase giustificata dai fatti, non so se il poliziotto sia una valente testa di cuoio  o solo un cervello di cuoio, ma indubbiamente se agiva di più e gridava di meno era meglio. Come in una partita di calcio, la carica psicologica si dà  negli spogliatoi, non gridando cazzate sul campo.

Nel nostro mondo alla rovescia il disperdere o catturare un gruppo di violenti  che fa guerriglia non è più una operazione militare, da effettuare con tutti i mezzi richiesti dal caso,in modo quasi chirurgico ma è diventata una specie di rissa alla pari, senza arbitro e con un pubblico pronto a dare addosso ai poliziotti. Non ci si può davvero  meravigliare se poi ci sono i falli, le simulazioni di falli,  qualche gamba rotta e le espulsioni!

 

Il dr Edoardo Mori

Edoardo Mori: Ex Giudice di Cassazione, si occupa da sempre di armi. Esperto cacciatore, conoscitore di armi antiche e ancor più esperto della normativa in vigore è un importante punto informativo sempre aggiornato sulle novità legislative del nostro Paese. Articolista per le maggiori pubblicazioni di settore come Diana Armi, Armi e Tiro, Tac Armi.
Autore del sito web Enciclopedia delle Armi con 4 milioni di visitatori.
Ha  pubblicato il “IL CODICE DELLE ARMI E DEGLI ESPLOSIVI” edizione 2016

Angelo Vicari, “ La gestione dell’ordine pubblico: un mestiere difficile!.. ovvero piu’ facile a dirlo che a farlo……..”

Reparto Mobile della Polizia di Stato in Ordine Pubblico

Reparto Mobile della Polizia di Stato in Ordine Pubblico

In una società che continua ad essere contagiata e condizionata dalla sola esigenza dell’apparire, diventa facile “capro espiatorio” chi si trova esposto, in prima linea, alle riprese di televisioni, più o meno professionali, nonché di telefonini di privati che si improvvisano reporter. Così chi meglio della Polizia può servire da “capro espiatorio” quando i risultati delle operazioni attirano, in negativo, l’attenzione dell’opinione pubblica, deludendo le aspettative di coloro che le hanno decise a tavolino? L’anello debole, terminale della catena di comando, è sempre il poliziotto che si trova a gestire situazioni, troppo spesso ingestibili, sotto i riflettori di cineprese e telefonini. In questa società dell’immagine, dove conta più l’apparire che l’essere, fa notizia il comportamento sul campo delle Forze di polizia e non le riunioni politiche e tecniche che hanno preceduto, deciso e gestito, dietro le quinte, tali interventi. Non sarebbe male, per dovere e completezza di cronaca, che, quando accadono fatti come quello di Roma (e ne accadono!…), non si focalizzassero gli obiettivi solo sul poliziotto che alza il braccio con un manganello, ma anche sulle riunioni politiche e tecniche che hanno contribuito a tale comportamento. Purtroppo le interviste di coloro che sono al primo posto nella catena di comando vengono concesse e trasmesse solo quando tutto è andato liscio!…. Dunque nulla di nuovo sotto il sole. Anzi, qualcosa di nuovo c’è: si è pensato che, prima di disporre interventi di polizia, che inevitabilmente generano le contestate conseguenze, sia opportuno trovare soluzioni alternative.
Se, anche con questa nuova procedura, si ripeteranno i fatti di Roma, finalmente, anche nella società dell’immagine, farà più notizia l’inefficienza di politici e burocrati che non la foto o il video di un poliziotto che alza il braccio con il manganello.

 

dr. Angelo Vicari Dirigente della Polizia di Stato a.r.
dr. Angelo Vicari
Dirigente della Polizia di Stato a.r.
Esperto di Armi e Legislazione sulle Armi

 

Polizia, sgombero di via Curtatone a Roma, “ciò che ha detto il funzionario di polizia, per la legge, rientra nell’ambito delle cause di giustificazione che escludono la punibilità …”, l’analisi dello Studio Legale DE IURE – PP&Counselors

Ordine Pubblico, agente in servizio che calma la folla dei manifestanti

Ordine Pubblico, agente in servizio che calma la folla dei manifestanti

Lo Studio Legale DE IURE – PP&Counselors,

esprime tutta la propria vicinanza e solidarietà ai Servitori dello Stato, in merito ai gravi fatti verificatesi il 24 Agosto 2017, dove Agenti delle Forze di Polizia, nello svolgimento del loro servizio, finalizzato allo sgombero di circa 100 immigrati irregolari che avevano occupato abusivamente il Palazzo di Via Curtatone, sono stati vittime di una vile aggressione, prima fisica, con il lancio di sassi, bottiglie ed addirittura bombole a gas, e poi verbale, provenienti dagli Organi di Stampa.
In un Paese come il nostro che quotidianamente vive nell’attesa di un imminente attacco terroristico di matrice islamica, nel quale anche le abitudini estive sono cambiate, dove si ha paura al solo incrociare lo sguardo con un extracomunitario e si chiede con forza PIU’ CONTROLLI, MAGGIORE SICUREZZA, proprio nel giorno in cui i nostri Agenti sono intervenuti per sgomberare un Palazzo illegittimamente occupato da immigrati clandestini, non una parola di elogio o ringraziamento è stata formulata, ma solo feroci critiche sono state spese.
A questo punto dobbiamo chiederci se vogliamo continuare ad essere la meta di transito e soggiorno degli immigrati clandestini, che anziché rispettare le nostre leggi, tradizioni e cultura tendono semplicemente a delinquere, ad accordarsi con le organizzazioni criminali del Paese e nelle segrete stanze organizzare piani per attentati, tali da essere ricordati nella storia.
Se è questo ciò che vogliamo, allora ci meritiamo questa Classe Politica, ci meritiamo l’illegalità e il continuo flusso indiscriminato migratorio.
Se invece siamo stufi della società in cui viviamo, del mancato rispetto delle regole, della continua corruzione e della predominante attività delinquenziale e soprattutto vogliamo essere sereni quando si prende una metropolitana, un aereo o si partecipa ad un concerto dobbiamo soltanto solidalizzare con le Forze di Polizia.
Proprio gli Agenti che vivono quotidianamente con lo stress, che mettono da parte la propria vita e quella dei loro familiari per il bene comune, che sono continuamente vittime di attacchi politici e di scelte legislative prive di ragione ( si pensi all’introduzione del nuovo reato di tortura), di critiche pretestuose, hanno garantito e continuano a salvaguardare la SICUREZZA DI TUTTI NOI!!!
Dovremmo ringraziarli per il lavoro che svolgono ed invece anche una attività di prevenzione del Crimine quale quella del 24 Agosto è stata utilizzata quale pretesto per criticare ferocemente la loro Professionalità.
Non si sono lette parole di stima e ringraziamento per gli Agenti che hanno subito una vile aggressione con bombole a Gas, non un elogio per l’Agente che durante gli scontri manifesta la propria Umanità nei confronti di una migrante con una carezza, ma solo polemiche alimentate da esponenti Politici che odiano le Forze di Polizia probabilmente perché hanno il compito di far rispettare la Legge, concetto a loro non conosciuto.
Si sono scritte pagine di articoli soltanto per la frase del Funzionario di Polizia “ se tirano qualcosa spaccategli un braccio”…
E’ sicuramente una frase forte, peraltro non formulata in un contesto conviviale, ma nel pieno della Guerriglia, e comunque sempre rispettosa della legge.
Analizzando ciò che ha detto il Funzionario, si rientra nell’ambito delle cause di giustificazione che escludono la punibilità di colui che agisce nel rispetto delle stesse.
In particolare di quanto prescritto e previsto dagli articoli 52 e 53 del nostro codice penale che escludono la punibilità per chi agisce e ricorre alla violenza, qualora siano presenti 3 elementi essenziali:

  • INEVITABILITA’
  • ATTUALITA’ DEL PERICOLO
  • PROPORZIONALITA

In una guerriglia come quella scatenata dagli extracomunitari il 24 Agosto, l’Agente che avesse seguito l’Ordine del Superiore non avrebbe commesso un reato punibile.
L’inevitabilità dell’azione, l’attualità del pericolo e la proporzionalità sono rispettati nell’Ordine del Funzionario, infatti, non è stato ordinato di sparare al lancio della bombola a gas, Azione questa sì perseguibile dall’Autorità Giudiziaria.
Se vogliamo criticare questo Ordine allora dovremmo processare il Comandante che ordina di sparare al nemico.
Si dimentica il contesto nel quale la frase è stata formulata, ed effettivamente è semplice dimenticarlo: chi critica, coloro che invocano gravi sanzioni, lo fanno da una scrivania, da una spiaggia mentre prendono il sole o mentre verificano l’accredito degli stipendi e pensioni d’oro.
Sarebbe semplice comprendere che ora più che mai bisogna aiutare le Forze dell’Ordine nell’arduo compito che stanno affrontando: accanto alla lotta alla microcriminalità ed alle Mafie, devono combattere il fenomeno dell’Immigrazione Clandestina associato al Terrorismo.
Siamo oramai nelle Terza guerra Mondiale, diversa dalle prime due, e più difficile da vincere dove il nemico è nascosto, e potrebbe essere accanto a noi.
Per tale Ragione i Professionisti dello Studio Legale DE IURE – PP&Counselors, manifestano la loro vicinanza e ringraziano le Forze di Polizia per l’immenso lavoro atto a garantire la SICUREZZA ed il rispetto della Legge.

 

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors Via del Casale Strozzi, 31 - ROMA  (Piazzale Clodio)

STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors
Via del Casale Strozzi, 31 – ROMA  (Piazzale Clodio)
Sito Web – http://www.ppcounselors.it/  

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Roma, ordine pubblico, Piazza Indipendenza, scontri Forze dell’Ordine e immigrati, CONSAP ” la politica ha avviato un irreversibile processo di disgregazione del paese, la misura è colma”

Roma, Agenti di Polizia in Ordine Pubblico a tutela della sicurezza

Roma, Agenti di Polizia in Ordine Pubblico a tutela della sicurezza

Basta a tutti questi costruttori di fallimentari  strategie terzomondiste !
Basta con i pedagoghi dell’invasione interpretata ed interessata !
Basta con salvaguardare unicamente gli interessi della finanza e delle banche sulle spalle dei cittadini e dei poliziotti.
Un campo di battaglia, così come tutta l’Italia , questa era la visione che si presentava agli occhi dei cittadini romani a Piazza Indipendenza, dopo lo sgombero da parte delle forze dell’ordine del palazzo di via Curtatone, occupato dai richiedenti asilo.
Bombole di gas lanciate dalle finestre direttamente sulla testa dei colleghi con gravissimi rischi per il personale, fitte sassaiole, incendi  qua e là sulla piazza a seguito di deflagrazione delle stesse .
Ma quale orientamento  aberrante della politica può permettere tutto ciò ?
Avete avviato un irreversibile processo di disgregazione del paese e non ve ne rendete conto!
Avete scaricato tutte le tensioni sociali sulle forze dell’ordine e sui cittadini, grazie a una “logica” condivisa di polarizzazione assoluta e ricercata degli interessi personali da una parte, e dall’altra la diffusione della miseria.
Queste sono purtroppo le priorità del sistema e questo è il suo equilibrio.
La misura è…colma!!!

Taser e altri storditori elettrici, “in Italia al solito siamo allo sbando legislativo…” il parere del dr Edoardo Mori

La pistola Taser già in uso ad alcune Forze di Polizia estere

La pistola Taser già in uso ad alcune Forze di Polizia estere

La CONSAP – Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia ha chiesto al dr Edoardo Mori, tra i massimi esperti sulla legislazione delle armi, un parere sull’utilizzo della pistola Taser anche per i poliziotti italiani.

Dr Mori . Chiariamoci le idee in materia di strumenti che provano spasmo muscolare mediante una scarica elettrica o, come li ha chiamati il nostro legislatore, “storditori elettrici e altri apparecchi analoghi in grado di erogare una elettrocuzione“.

Il decreto legislativo 204/2010 li ha classificati fra le armi proprie. La Cassazione, che una ne pensa e dieci ne sbaglia, ha insistito nello scrivere  che si tratta di armi comuni da sparo! Con tutta evidenza non ha mai capito che la legge 110 1975 mette fra le armi da sparo solo quelle da fuoco e, in via eccezionale, per assimilazione, quelle ad aria compressa. Inoltre per  la direttiva europea vecchia e nuova  si intende per «arma da fuoco» qualsiasi arma portatile a canna che espelle, è progettata per espellere o può essere trasformata al fine di espellere un colpo, una pallottola o un proiettile mediante l’azione di un combustibile propellente. In questi strumenti a scarica elettrica mancano una canna  e una cartuccia e quindi non potranno mai rientrare fra le armi da sparo.

Quindi, arma sì, arma da sparo mai.

Vi sono due tipologie di strumenti:

Quelli Taser, a forma di pistola in cui due aghi collegati ciascuno con un sottile filo elettrico, lungo fino a 15 metri nella versione per polizia (circa 5 metri per i privati), vengono sparati mediante una carica di aria compressa contro il bersaglio che deve essere colpito da entrambi, un po’ distanziati  i fili trasmettono una scarica elettrica che attraversa il corpo umano tanto più ampiamente quanto più gli aghi sono distanti. La carica è ad elevata tensione e amperaggio sufficiente a provocare forti crampi muscolari e la caduta a terra della persona colpita.

Quelli detti electroshocker, a forma di parallelepipedo impugnabile, che recano la parte anteriore stretta due elettrodi distanziati di qualche centimetro l’uno dall’altro (si calcola un cm ogni 100.000 volt); se si attiva lo strumento si vede la scarica che passa da un elettrodo all’altro; se lo strumento è appoggiato al corpo umano la scarica passa da un elettrodo all’altro, ma dentro il corpo e provoca così una contrazione dolorosa del muscolo colpito.

Mentre per i Taser ormai vi è la certezza che si tratta di armi bianche vere e proprie in quanto provocano una temporanea incapacità totale della persona colpita e talvolta anche la sua morte per tachicardia e fibrillazione cardiaca. Molto dipende dai punti tra cui si verifica la scarica e dalla condizione fisica della persona colpita. Non avrebbe alcun senso usare un Taser a bassa potenza perché esso non sarebbe in grado di fermare un aggressore a distanza il quale, se non gettato a terra, continuerebbe ad avvinarsi o a fuggire.

Gli electroshocker sono costruiti con diverse potenze fino  1.2 millioni di Volt  e 14 Ampère e non vi è dubbio che al di sopra di una certa potenza rientrano anch’essi fra le armi proprie e son pericolosi quanto e più di un Taser. Molti Stati hanno quindi adottato norme per regolare il loro uso da parte dei civili.

Se prendiamo l’esempio della Germania si vede che fin dal 1977 essi sono considerati armi, salvo i tipi approvati BTB (Physikalisch-Technische Bundesanstalt), sigla a noi noto perché è quella che certifica le armi ad aria compressa liberalizzate.

Questo ente li approva se non sono idonei a provocare danni permanenti alla salute e non possono impartire una scarica che duri oltre i 10 secondi. Lo strumento può essere venduto solo maggiorenni e portato solo con una licenza speciale specifica e può essere impiegato soltanto per legittima difesa.

Di fatto in Germania sono approvati con una potenza massima di 500.000 Volt, ma se ne trovano da 200.000 e da 100.000, ben poco efficaci.

Gli effetti di quello più potente sono i seguenti: la scarica riesce a penetrare anche attraverso indumenti di un certo spessore e di cuoio, ma ovviamente l’effetto si riduce; il massimo effetto si ha con il contatto diretto sulla pelle. L’effetto inoltre è collegato alla durata del contatto. Con un contatto fino a due secondi si ha un crampo muscolare che, ad esempio, può far lasciare la presa su di un braccio o al collo o da far mollare un coltello. Con un contatto fino a quattro secondi la persona colpita in un posto sensibile soffre un forte shock, è stordita e può persino cadere. Con un contatto fino a 10 secondi il soggetto subisce un forte shock, è disorientato, non riesce a muovere la parte colpita e si può agevolmente scappare.

Si tenga presente che l’effetto sorpresa influisce molto sullo sconcerto della aggressore e che è necessario cercare di colpire parti sensibili come le parti molli, la bocca, gli occhi, il naso, il collo; una scarica sulla spalla e sull’anca possono immobilizzare l’arto colpito.

Il vero problema è quindi quello della durata del contatto; siccome questi strumenti sono abbastanza voluminosi è difficile nasconderli all’avversario e se questi è preparato, al primo contatto si scosta e perciò il tempo di scarica si deduce al massimo ad un secondo. In Internet vi sono filmati di persone che si scaricano 500.000 V sul braccio con il solo effetto di un suo modesto crampo! Per difesa privata è uno strumento sciocco, di uso scomodo, non portabile in tasca, non usabile di sorpresa, che può essere facilmente evitato dall’aggressore; molto meglio la bombolette al peperoncino che costano un decimo.

In Italia al solito siamo allo sbando legislativo. È vero che il legislatore questi arnesi li ha inseriti tutti, senza distinzione, fra le armi proprie, ma avrebbe avuto l’obbligo di stabilire oltre quale voltaggio ci si possono attendere danni alla salute, e quando si è di fronte ad un giocattolo e non ad un’arma, così come ha fatto quando ha liberalizzato gli spray al peperoncino.

Qualcuno, Ministero dell’Interno compreso, pensa che la valutazione sulla idoneità ad offendere sia stata attribuita al Banco di prova, e lo crede lo stesso Banco di prova che si è messo a dar valutazione in materia manganelli! Nulla di più sbagliato: il decreto legislativo 29 settembre 2013 numero 121 ha attribuito al Banco la competenza in materia di armi e strumenti ad aria compressa e non certo su altri strumenti atti ad offendere come coltelli, forbici e punteruoli! Del resto la valutazione sulla lesività è materia di competenza della medicina legale e non di meccanici.

La circolare del 28 luglio 2014 per spiegare il decreto legislativo ha preso quindi una grossa cantonata.

Qualche ditta  ha richiesto pareri a periti ed uno di Torino avrebbe risposto che ”l’esperienza di utilizzo pluriennale e gli studi sperimentali svolti negli Stati Uniti, condotti su stimolatori analoghi a quelli in esame, ma con repetition rate di circa 29 Hz hanno dimostrato una ridotta o nulla pericolosità di questi dispositivi in caso di utilizzo su persone e/o animali.”

L’affermazione è corretta, ma di fronte alla statuizione normativa per cui questi strumenti sono tutti armi proprie, manca una norma che consenta a chicchessia,  Banco compreso, di fare una valutazione di idoneità o meno ad offendere, come richiesto dalla legge.

In conclusione la situazione è questa: è inutile arrampicarsi sugli specchi, il legislatore considera tutti gli strumenti da elettrocuzione come armi proprie, solo una norma specifica contenuta in una legge può derogare a questo principio; non c’è bisogno di impiantare commissioni di esperti perché basta attenersi a quanto hanno già accertato altri Stati.

Veniamo ora al problema della adozione di questi strumenti non letali da parte delle forze di polizia.

Quella di essere dotati di mezzi non letali per affrontare violenti, da soli o in gruppo, è un’esigenza molto sentita dalle forze di polizia. Ed è veramente il frutto di una politica schizofrenica il mettere un agente dell’alternativa di sparare, uccidere, perdere il posto, magari essere condannato a pagare i danni, oppure prendersi sassate, bastonate e bombe molotov. È una cosa schizofrenica l’aver affermato il principio che per bloccare un ubriaco violento bisogna essere esperti di arti marziali, rischiare di prendere calci, essere almeno tre, quando vi sono tanti mezzi efficaci ed innocui. Io, nel mio piccolo, mi sono convinto che per la carriera dei politici è meglio che muoia un poliziotto piuttosto che un dimostrante mascherato e armato di ordigni esplodenti da guerra.

Nel valutare l’armamento della polizia non si deve stabilire se l’arma non letale sia più o meno dolorosa o pericolosa, ma solo se sia preferibile ad un’arma sicuramente letale ed impiegabile solo in casi estremi. Ovvio quindi, se si potessero curare i disturbi mentali e politici, che i pallettoni di gomma, le bombolette al peperoncino, gli storditori elettrici ed altre cose simili sono preferibili senza dubbi ed esitazioni.

Un bell’esempio invece, della volontà di non affrontare il problema era contenuto nel decreto-legge 22 agosto 2014 numero 119 in cui si stabiliva che :

Art. 8 comma 1-bis. Con decreto del Ministro dell’interno, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’Amministrazione della pubblica sicurezza avvia, con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica (oh bella! volevano fare esperimenti sul pubblico o non gas velenosi?) e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute, la sperimentazione della pistola elettrica Taser per le esigenze dei propri compiti istituzionali, nei limiti dì spesa previsti dal comma 1, lettera a).

Altro che 30 giorni, sono passati tre anni e non se n’è fatto nulla! E, siccome il Taser non lo hanno inventato gli italiani, e siamo gli ultimi ad avere problemi sulla sua adozione, proprio non si capisce che cosa ci fosse da sperimentare. La scienza internazionale ha già sperimentato ampiamente; fin dal 2009 si può leggere il volume di Kroll e altri TASER® Conducted Electrical Weapons: Physiology, Pathology, and Law. L’importante studio Sigitas Laim ed altri, The effect of conducted electrical weapons on the human body, in Acta medica Lituanica, 2, 2014 ha concluso che “Lo stress presente nel corpo, una malattia sistemica e la presenza di sostanze chimiche nel corpo modificano la risposta del corpo ad impulsi elettrici che aumentano direttamente il rischio di aritmia cardiaca causa lo sviluppo di fibrillazione ventricolare e la probabilità di morte cardiaca improvvisa. Si raccomanda ai funzionari che usano armi elettriche che nel luogo dell’evento ci sia personale medico qualificato (ambulanza) in grado di fornire il primo soccorso in caso di complicazioni dopo l’uso dell’arma

Di recente sull’importante American Journal of Forensic Medicine & Pathology, giugno 2015 è comparso uno studio sperimentale su esseri umani  dal titolo Electromuscular Incapacitating Devices Discharge and Risk of Severe Bradycardia in cui si valuta il rischio cardiaco della  scarica da Taser, rischio esistente, ma non letale se non in casi molto particolari. Sicuramente molto minore del rischio di un colpo di pistola!  Che cavolo possiamo mai sperimentare di diverso in Italia? La situazione di fatto è nota ed  il rischio da assumere pure; si tratta solo di decidere come hanno già fatto tanti Stati, senza attendere di trovare il modo su come mangiare sui Taser, così come è avvenuto per i braccialetti elettronici (in Germania il controllo sui detenuti rilasciati  è affidato a ditte private al costo di 20 euro per persona, fornitura del braccialetto compresa; quanto ci costa in Italia?).

Ovvio poi che ci vuole da parte dei politici quel minimo di capacità e di coraggio per stabilire con chiarezza quali sono i doveri e poteri dei poliziotti, i quali non devono dover tremare per inconsulte iniziative di PM sciocchi e. ancor più importante, quali sono i doveri dei cittadini di fronte alla polizia! Ho visto in stati confinanti, noti per la loro civiltà, che i poliziotti pretendono dai cittadino la massima educazione e il massimo rispetto e, se la trovano, sono altrettanto rispettosi. Ma sono severissimi e decisi contro i prepotenti, i violenti, i disturbatori della pace sociale e tutti coloro che pensano di avere solo diritti e non avere ma doveri.

 

Edoardo Mori

Edoardo Mori: Ex Giudice di Cassazione, si occupa da sempre di armi. Esperto cacciatore, conoscitore di armi antiche e ancor più esperto della normativa in vigore è un importante punto informativo sempre aggiornato sulle novità legislative del nostro Paese. Articolista per le maggiori pubblicazioni di settore come Diana Armi, Armi e Tiro, Tac Armi.
Autore del sito web Enciclopedia delle Armi con 4 milioni di visitatori.

 

 

Criminalità, CONSAP, eventi drammatici che si possono evitare se gli agenti possono usare la pistola elettrica, Italia dietro agli oltre 100 paesi che già la utilizzano

Pistola Taser, Italia dietro agli oltre 100 paesi che già la utilizzano

Pistola Taser, Italia dietro agli oltre 100 paesi che già la utilizzano

“Non c’è due senza tre, ma la pistola Taser resta nella “fondina”; la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia nell’esprimere solidarietà al poliziotto ferito alla stazione di Milano, segnala come la coltellata a distanza ravvicinata si sarebbe potuta evitare se il personale delle volanti di Milano avesse avuto  in dotazione la pistola elettrica Taser.
“Il tentato omicidio , perchè di questo si deve parlare – spiega il Segretario nazionale della Consap Stefano Spagnoli – è il terzo episodio grave in ordine di tempo nella sola stazione di Milano e solo per un caso anche questa volta non c’è scappato il morto.  Dopo il militare che si è quasi visto strappare l’arma e l’accoltellamento del poliziotto e di un altro militare, solo il giubbotto antiproiettile, ha impedito l’ennesima vittima del dovere. In tutti e tre gli episodi a favorire la furia omicida dei migranti è stata la necessità dei colleghi di avvicinarsi all’esagitato, circostanza che si sarebbe potuta evitare se il personale, che opera in contesti affollati, avesse avuto in dotazione la pistola elettrica Taser. Era il lontano ottobre 2014 quando arrivava il primo ok della Commissione Giustizia e Affari Costituzionali per l’uso della pistola elettrica alla Polizia di Stato nell’ambito del decreto stadi, ossia l’uso in contesti affollati; ma dopo tre anni siamo ancora qui a chiederci perché l’Italia non si allinei agli oltre 100 paesi che già la utilizzano.
“La distribuzione di questa arma di difesa  – spiega ancora Spagnoli – è pero una chimera. Non si hanno risultati circa la sperimentazione avviata mentre alcune voci che girano nei corridoi ministeriali parlerebbero di uno stop per i cosiddetti “presunti danni collaterali”, anche se esperti del settore contattati dalla Consap, dati alla mano, li escludono per quanto riguarda specificatamente la pistola Taser cosa ben diversa dalla pistola elettrica. Intanto è morto anche il secondo rapinatore di Guidonia e il collega che, ligio al dovere, lo aveva colpito per impedire una sanguinosa rapina, ormai 52 enne è stato trasferito per ragioni di sicurezza lontanissimo da casa. Noi pensiamo – conclude Stefano Spagnoli – che questi siano danni collaterali: sarebbe bastata una pistola taser ed oggi avremmo tre divise in meno accoltellate e due rapinatori in galera e non all’obitorio”.

Reparto Volanti di Roma, Caserma Maurizio Giglio, accesso luoghi di lavoro (ex art. 50 D.Lgs.vo 81/08), esito e avvio procedura informazione alle autorità competenti, denuncia CONSAP

Interno della Caserma Maurizio Giglio, sede del Reparto Volanti di ROMA

Interno della Caserma Maurizio Giglio, sede del Reparto Volanti di ROMA

Nel primo pomeriggio di mercoledì 2 agosto 2017, come concordato, al margine dell’incontro richiesto dalla Questura di Roma  – Ufficio Servizi Tecnico Logistici (Sala Prisco Palumbo), gli R.L.S.(Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) designati dalla CONSAP, hanno fatto accesso agli ambienti di lavoro della Caserma Maurizio Giglio, sede del Reparto Volanti di Roma (ex art. 50 D.Lgs.vo 81/08). Il percorso di “ispezione” e “annotazione” intrapreso dai dirigenti sindacali, alla presenza del Vice Dirigente della Sezione Volanti di Roma, ha visto l’accesso presso i locali mensa, sala benessere, zone alloggi (bagni e corridoio), Uffici Direzione Reparto, ambienti di lavoro ad uso degli operatori di Polizia.
Gli R.L.S. hanno annotato una serie gravi anomalie e criticità, molte gravissime, in contrasto con le più elementari norme igienico-sanitarie, che costituiscono pericolo per la sicurezza del personale in servizio e alloggiato presso il Reparto. Tali anomalie saranno comunicate, nei prossimi giorni, alle autorità competenti per materia.
Ci chiediamo come sindacato, ma anche come operatori, come si possa arrivare a questo punto, trascurare un reparto che rappresenta l’insieme di uomini e donne della Polizia di Stato che hanno il contatto con i cittadini, che simboleggia l’immagine della Polizia in strada, un “contenitore” di pregio e di tanta efficienza, grazie all’impegno, che non manca mai, dei suoi appartenenti, ma che al suo interno consuma e deturpa, giorno dopo giorno, il valore stesso, disobbedendo alle norme e regole che esistono e che devono essere fatte rispettare da chi ha incarichi e responsabilità assunti.

Leggi la news precedente sull’incontro con il Questore di Roma:
https://consaproma.wordpress.com/2017/08/04/sospensione-impianto-idrico-u-p-g-s-p-sezioni-volanti-esito-riunione-sala-prisco-palumbo-alla-presenza-del-questore/

R.L.S.(Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza)

Polizia, Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale, la CONSAP incontra il Direttore dott.ssa Anna Maria Di Paolo

da sinistra: il dr Domenico Cerbone, Profili, la dott.ssa Anna Maria Di Paolo, Guerrisi, Celesrino e Turicchi

da sinistra: il dr Domenico Cerbone, Profili, la dott.ssa Anna Maria Di Paolo, Guerrisi, Celestino e Turicchi

Una delegazione della CONSAP, guidata dal Segretario Generale Aggiunto di Roma Guerrisi ha incontrato la dott.ssa Anna Maria Di Paolo, Direttore dell’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. All’incontro erano presenti anche il dr Domenico Cerbone ( Dirigente Area Cerimoniale ed
Eventi – Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale) e la Segreteria CONSAP presso la Banda Musicale della Polizia di Stato, con il Segretario Locale Turicchi ed Vice Segretari Celestino e Profili.
Il cordiale incontro, richiesto dalla CONSAP, è stata l’occasione per rappresentare alcune tematiche che interessano i colleghi in servizio alla Banda della Polizia di Stato  con proposte e suggerimenti per migliorare il servizio e la qualità professionale con spunti che arrivano dal personale che da anni opera nel settore e vive nel quotidiano le difficoltà che si presentano di volta in volta.
I punti affrontati e analizzati sono stati:
::.. programmazione dei servizi  più chiara  e soprattutto ‘definitiva’ programmazione dei servizi, possibilmente quindici giorni lavorativi prima delle date dei servizi in questione. Richiesta è motivata dal fatto che molto spesso le modalità di servizio vengano rese note al personale molto a ridosso della data dello stesso – ultimo esempio eclatante il concerto ad Aosta del 21/07/2017 – servizio tenuto ‘in forse’ per quasi due mesi e confermato soltanto poco meno di una settimana prima, ciò ha provocato gravissimi disagi al personale in quanto,  ‘brancolando’ letteralmente nella più totale incertezza nelle comunicazioni dei servizi,  si fatica a poter organizzare la propria vita in funzione del servizio stesso. Si tratta di organizzazione frettolosa, qualitativamente approssimativa e soprattutto economicamente DISPENDIOSA  per l’Amministrazione, quando, una pianificazione,  da parte di chi viene chiamato ad effettuare i sopralluoghi e disporre quanto necessario per una ottimale riuscita dell’evento, risulterebbe efficace e più produttiva. Il Segretario Locale CONSAP della Banda  Turicchi ha ribadito che una programmazione dei servizi oculatamente pianificata con largo anticipo risulterebbe essere un vantaggio, non solo per il personale o gli addetti organizzazione dei sopralluoghi e/o dei servizi, ma anche per l’Amministrazione stessa sia  in termini di costi che dal punto di vista del prestigio e della qualità artistica dell’evento stesso: va da sé, infatti, che gli acquisti dei titoli di viaggio per la Banda, nonché la prenotazione degli alberghi per la stessa,  se effettuati molto prima, produrrebbero un sensibile abbattimento dei costi e la possibilità di creare anche eventi musicali di risonanza internazionale (in merito a quest’ultima proposta il Vice Segretario CONSAP Celestino ha prospettato ampia carrellata di possibili eventi da poter esaminare ed eventualmente creare:  ad esempio la  partecipazione della Banda come Ospite d’onore a Festivals Musicali, Masterclasses con Famosi direttori d’Orchestra, Concerti da Solista con Strumentisti di fama mondiale o Gemellaggi con le omologhe Bande Musicali delle Polizie di Paesi esteri;
::.. l’assegnazione di un magazzino VECA
con particolare riguardo al Vestiario ed Equipaggiamento  per il personale della Banda. I dirigenti sindacali CONSAP della Banda Turicchi e Celestino hanno ribadito che, essendo il loro un Reparto di Rappresentanza e quindi particolarmente ‘esposto’ mediaticamente, sarebbe di vitale importanza dotare il personale di un servizio inerente al vestiario più efficiente per evitare che esso debba munirsi di capi ‘fuori misura’ o di arrangiarsi alla meglio e di tasca propria per modificarli secondo le proprie esigenze.

Il Direttore, dott.ssa Di Paolo, si mostrata piacevolmente interessata agli ambiziosi progetti presentati e proposti dalla CONSAP ed ha accolto la possibilità di individuare manifestazioni musicali purché si possano trovare i fondi necessari e i contatti artistici di adeguato livello confidando su questo aspetto nella collaborazione degli orchestrali stessi.
In merito alla richiesta del vestiario e trovare soluzioni ottimali per risolvere l’annoso problema, il Direttore ha concordato, inoltre, come suggerito dalla CONSAP  la dotazione per la Banda della Polo della Polizia da indossare durante gli spostamenti e/o durante le prove prima del concerto, evitando così l’eccessiva usura dell’uniforme prima del servizio.

Ringraziamo l’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nella persona della dott.ssa Di Paolo e dr Cerbone per la cordialità e cortesia con cui ha ricevuto la nostra delegazione, dimostrando cura e attenzioni alle proposte e tematiche rappresentate, risultate, tra l’altro, di interesse e di successivo sviluppo, da parte del Cerimoniale, con gli Uffici competenti del Dipartimento della P.S. per fornire risposte dettagliate e precise alla nostra O.S.

Reparto Volanti di Roma, Caserma Maurizio Giglio, presenza di batteri nell’acqua, la CONSAP chiede l’accesso urgente ai luoghi di lavoro con la presenza del Medico Competente, R.S.P.P. e Datore di Lavoro

Roma, sede del Reparto Volanti, Caserma Maurizio Giglio

Roma, sede del Reparto Volanti, Caserma Maurizio Giglio

Presenza di batteri nell’acqua al Reparto Volanti di Roma, Caserma Maurizio Giglio, il Dirigente del Reparto vieta, con avviso urgente scritto e sottoscritto, l’utilizzo dell’acqua per fini potabili e uso docce, chiusa anche la locale mensa Ciro Capobianco ed il connesso servizio.
Anche l‘Ufficio di Gabinetto della Questura di Roma, con nota a firma del Questore Marino, inibisce, a scopo precauzionale l’uso dell’acqua ai poliziotti alloggiati ed in servizio, in attesa dell’esito delle contro analisi al prelievo dell’acqua fatto da una specifica ditta incaricata per sanificare  l’impianto.
Alla CONSAP,  più di qualcosa non convince,  si è proceduto, quindi, alla richiesta d’accesso ai luoghi di lavoro con la presenza del Medico Competente, R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e Datore di Lavoro ai sensi dell’art.50 Dlg.Vo 81/2008 .
Bisognerà adesso capire di chi è la responsabilità, cosa non ha funzionato nel dispositivo di sicurezza interno alla salute del personale, cosa ha prodotto la presenza di batteri in termini sempre alla salute del personale, occorrerà predisporre la sorveglianza sanitaria non obbligatoria al personale (a chi chiederà riscontro alla sicurezza sul proprio stato di salute avendo utilizzato e ingerito acqua nelle varie forme nei giorni precedenti).
La grave problematica era stata già segnalata i primi giorni di luglio con notizia diffusa dalla nostra Federazione con Anip-Italia Sicura e non è stato consultato nessun R.L.S. (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) come da norma (nessuno si è preoccupato…).
Comunicheremo l’esito del nostro accesso ai luoghi di lavoro richiesto con urgenza (effettuato da nostri dirigenti sindacali formati in riferimento all’81/08) con l’acquisizione e nostra consultazione delle analisi della ditta incaricata.
Batteri in acquaSi parla tanto di sicurezza e controllo dello stato di salute del personale, si garantisce a parole il massimo della professionalità con professori del decreto sulla sicurezza, si chiede il massimo del contenimento economico al personale di Polizia perchè i fondi devono essere spesi e sono spesi per ammodernare le strutture che ospitano i professionisti della sicurezza (a parole…) e poi…si entra nella struttura dello storico Reparto Volanti di Roma per vedere degrado e abbandono…servizi igienici fuori uso, box doccia fuori uso e pericolosi…e altre deprimenti visioni di inefficienza..
Pretendiamo che i poliziotti lavorino sicuri! Lo stabilisce la legge!!

Contratto, Comparto Sicurezza, CONSAP: “passerella del Governo, senza soldi e senza metterci la faccia” (il video dell’intervento alla Funzione Pubblica)

Mauro Pantano - Presidente Nazionale CONSAP

Mauro Pantano – Presidente Nazionale CONSAP

Stampa – Osservatore Politico. La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia ha bollato come “una passerella prima di raggiungere le spiagge”, l’incontro che si è tenuto ieri sera (25 luglio 2017) alla Funzione Pubblica per l’apertura delle trattative contrattuali riguardanti il personale non dirigente delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e ad ordinamento militare, nonché il personale non dirigente delle Forze Armate per il triennio 2016/2018.

Al tavolo di Palazzo Vidoni, insieme alle delegazioni di tutti i rappresentanti del personale del comparto sicurezza e difesa, solo sottosegretari di Governo ed il Vice Ministro dell’Interno Bubbico, circostanza questa che la Consap ha commentato molto negativamente: “Siamo qui senza ministri e senza soldi, dei primi possiamo fare benissimo a meno, ma le risorse adeguate sono imprescindibili”.

“Veniamo da un periodo di forte sofferenza che ha falcidiato il potere d’acquisto con una perdita secca che possiamo quantificare in 244 euro mensili – ha spiegato Mauro Pantano Presidente Nazionale Consap– la proposta economica del Governo è molti al di sotto di questa cifra e ad oggi non ci sono le condizioni per avviare una trattativa”.

“Questa trattativa potrebbe essere non solo l’occasione per sanare un abuso del Governo censurato dal Consiglio di Stato – ha commentato Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – ma l’opportunità di restituire dignità professionale, motivazione personale e efficienza operativa ad un apparato chiamato ad uno sforzo sempre maggiore per la sicurezza aggredita da minacce interne ed internazionali; l’auspicio è che il Governo Gentiloni sappia cogliere questa opportunità”.

Funzione Pubblica - Convocazione del 25 luglio 2017“Sul tavolo, il Governo vorrebbe mettere gli 85 euro d’aumento lordo, già previsto orientativamente per tutto il comparto pubblico impiego – ha concluso Pantano fondi insufficienti e per ora ipotetici, visto che dovranno essere reperiti con il prossimo Def e comunque una somma fortemente inadeguata per dare giusto riconoscimento alla specificità lavorativa ed al grande sacrificio di uomini e donne della Polizia di Stato”.

“A queste condizioni – conclude Stefano Spagnolisarà inevitabile scendere in piazza per rivendicare maggiore rispetto da parte del Governo verso forze di polizia che ormai sono attaccate quotidianamente, penalizzate politicamente con leggi anti polizia ed esposte ad una gogna pubblica, ma che rimangono uno fra i pochi punti di riferimento e di fiducia per i cittadini. Si prenda atto che i poliziotti non sono più disposti a subire”.

Articolo pubblicato – Osservatore Politico
http://www.osservatorepolitico.com/tag/mauro-pantano/


Intervento del Presidente Mauro Pantano
alla Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri

Video anti Boldrini, CONSAP: troppo astio contro i poliziotti, spropositato il provvedimento di sospensione (Stampa – Agenparl)

Stefano Spagnoli - Segretario Nazionale CONSAP

Stefano Spagnoli – Segretario Nazionale CONSAP

(AGENPARL) – Roma, 24 lug 2017 – “Siamo seriamente preoccupati per il crescendo di segnali che vanno in danno dei poliziotti”; così si pronuncia la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, in merito al video nel quale un poliziotto della Polizia Stradale immediatamente sospeso, sottolinea le difficoltà operative derivanti da immigrati irresponsabili e criminali che mettono a repentaglio la loro vita e quella degli altri girando su una bici Graziella in autostrada in pieno esodo estivo. Tutto questo in un periodo in cui l’impegno. Abnegazione e il sacrificio sono al massimo livello e richiedono una particolare attenzione da tutto il personale della polizia stradale considerando che episodi di questo tipo si susseguono su tutte le arterie più importanti del paese.

Siamo al cospetto di una classe politica, che pur cosciente di aver fallito clamorosamente in tema di controllo dei migranti, da una parte non fa nulla per rimediare e dall’altra si spertica in dichiarazioni a favore dell’invasione straniera che sono sconfessate totalmente dalla realtà dei fatti.

“Anziché sospendere il collega cosi repentinamente – afferma Stefano Spagnoli Segretario Nazionale della Consap – si sospendano immediatamente gli sbarchi mettendo un punto allo status quo e si inizi finalmente a governare un fenomeno che, non lo diciamo noi, ma la prima carica dello Stato e non certo la terza, è totalmente fuori controllo”. “Il pericolo in Italia non è certamente l’ilarità social di un poliziotto, bensì l’invasione incontrollata a cui stiamo assistendo, la cui consistenza numerica ormai ha superato di gran lunga quella dei nostri operatori in divisa”.

Volendo potremmo emendare il collega solo perché non ha saputo tener conto che la vetrina mediatica dei social è ormai paragonabile in tutto e per tutto ad un organo d’informazione e che il partito dell’antipolizia è sempre in agguato ma le sue esternazioni ricalcano le stesse frasi che ci rivolgono i cittadini, un pensiero che accomuna una percentuale sempre crescente di italiani esasperati da questa occupazione senza regole e senza rispetto per le persone e per la legge italiana.

E’ finito il tempo per i politici di nascondere la testa sotto la sabbia ma prendano atto che la misura è colma.

“Resta l’amarezza di essere ormai stabilmente sotto una gogna, finiamo sempre polverizzati come poliziotti per ogni cosa che facciamo al punto che non ci stupiremmo se dovessimo finire tutti sospesi – prosegue Spagnoli – eventualità che quasi siamo ad auspicare chiedendoci per primi noi chi scorterà o accompagnerà fare la spesa i nostri parlamentari.

“In prima linea senza tutele, trattati da torturatori e con la spada di damocle del rischio del procedimento disciplinare con danni professionali ed economici, mentre chi prova ad ucciderci viene rilasciato dopo due giorni. Un clima che ci porta a non escludere, come sindacato – conclude Spagnoli – l’organizzazione di iniziative di protesta eclatanti a tutela della dignità e della professionalità di tutte le Forze di Polizia italiane che sono dichiaratamente le migliori d’Europa”.

ARTICOLO PUBBLICATO AGENPARL

http://www.agenparl.com/video-anti-boldrini-consap-astio-poliziotti-spropositato-provvedimento-sospensione/

 

Controllo del Territorio, straordinari, servizio esterno, impiego delle pattuglie, problematiche, la CONSAP incontra il Direttore del Servizio dr Maurizio Vallone

il Direttore del Servizio Controllo del Territorio alla D.A.C. Dr Maurizio VALLONE

il Direttore del Servizio Controllo del Territorio alla D.A.C. Dr Maurizio VALLONE

Una delegazione della CONSAP, composta dal Segretario Generale Nazionale f.f. Stefano SPAGNOLI, il Segretario Nazionale Elisabetta RICCHIO e il Coordinatore della Consulta Nazionale dei Reparti Prevenzione Crimine e Segretario del Reparto Prevenzione Crimine Lazio Gianluca CASTELLI ha incontrato il Direttore del Servizio Controllo del Territorio alla D.A.C. Dr Maurizio VALLONE.
Le problematiche discusse sono state le seguenti:

  1. Pagamento straordinari arretrati,
  2. Servizi effettuati per conto della Questura di Roma,
  3. Pattuglie impiegate sul territorio capitolino,
  4. Alto Impatto nei Commissariati romani,
  5. Modalità d’impiego del Reparto,
  6. Mancato rispetto dello statuto costitutivo del Reparto .

Questa O.S. è rimasta soddisfatta dell’incontro avuto, infatti il Direttore del Servizio da subito è sembrato essere collaborativo e pronto a risolvere i problemi rappresentati.

Le risposte:

PER QUANTO RIGUARDA IL PUNTO 1°

Lo stesso ha rappresentato di aver già chiesto al Prefetto Rizzi un adeguamento del monte ore pro-capite pari a 25 ore cad., e di conseguenza si è subito adoperato a risolvere la problematica rappresentata a far si che le ore in arretrato vengano pagate in più scaglioni durante l’anno rappresentando comunque che la nostra Amministrazione ha un anno di tempo per provvedere al pagamento.

PER QUANTO RIGUARDA IL PUNTO 2°

Il Direttore, non ha potuto rivedere il numero di vetture che vengono messe a disposizione della Questura in quanto non è di sua pertinenza, ma ha dato mandato al Signor dirigente del Reparto qualora le vetture superino il numero richiesto di metterle a disposizione delle altre Questure Laziali.

PER QUANTO RIGUARDA IL PUNTO 3°
(che comprende anche i punti 4,5,6)

Per quanto riguarda il punto in questione il Direttore si è sentito subito indispettito dalla modalità d’impiego delle nostre U.O. , ed ha dato subito mandato a cura del Dirigente del Reparto vigilare sull’impiego che viene effettuato presso i Commissariati ristabilendo, avvalendosi della  collaborazione del Dirigente dell’U.P.G.S.P. sulle modalità d’impiego di  R.P.C., e chiede qualora non venga rispettato quanto stabilito dallo statuto di rappresentare con apposita relazione, immediatamente al Dirigente del Reparto per il successivo inoltro presso il Servizio Controllo del Territorio, che prenderà nota delle mancanze rappresentate.

Sebbene l’incontro sia stato collaborativo questa O.S. non si ferma qui sarà richiesto a settembre un incontro con il Prefetto RIZZI, unica persona in grado di interagire direttamente con il Ministro ed il Capo della Polizia per far si che questo Reparto e tutti i R.P.C. in Italia, tornino ad effettuare esclusivamente i compiti per il quali sono stati istituiti.

Reparto Prevenzione Crimine - Polizia di Stato

Roma, aggressione baby rom a cittadina, vicinanza e solidarietà alla Signora Maria Assunta, nella capitale gravi condizioni di continuo pericolo, denuncia CONSAP

Metro Barberini ROMA

Metro Barberini ROMA

La CONSAP esprime tutta la propria solidarietà nei confronti della Signora Maria Assunta , aggredita vigliaccamente e selvaggiamente da alcune rom minorenni, all’interno della Stazione Metro “Barberini”, tanto da ridurre  la povera donna di  anni 63 , ad una vera e propria maschera di sangue. Non è assolutamente accettabile che muoversi all’interno di una città come Roma, per di più in pieno giorno, voglia dire : accettare supinamente  condizioni per i cittadini di estremo rischio e pericolo. Il sacrificio enorme, puntuale e quotidiano di tanti uomini e donne delle Forze dell’Ordine e purtroppo largamente insufficiente, senza una precisa volontà  politica atta a ripristinare legalità e sicurezza  in un consorzio sociale sempre più degradato.

Reato di tortura, il parere degli avvocati dello Studio Legale DE IURE- PP&Counselors

Gli Avvocati Vittorio Palamenghi e Pasquale Pittella dello STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors

Gli Avvocati Vittorio Palamenghi e Pasquale Pittella dello STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors

Lo Studio Legale DE IURE – PP&Counselors,
nn merito alla nuova norma sulla tortura approvata in via definitiva in data 5 Luglio 2017 dal Parlamento Italiano con voto di 189 voti favorevoli, 104 astenuti e 35 contrari, da una preliminare lettura della norma in questione tiene ad esprimere il proprio disappunto rispetto alla stessa nei termini che sommariamente possono essere così compendiati.

Quello che tristemente risulta evidente, fuori dalla semplice critica politica espressa in un Parlamento delegittimato, è l’assoluta incapacità dell’attuale Legislatore di formulare norme capaci anche solo di resistere al successivo controllo della Corte Costituzionale.

La fattispecie di reato introdotta dall’art. 613 bis e ter codice penale, già da una preliminare lettura, non è idonea ad addivenire alle richieste avanzate dalla Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo (CEDU), sez. IV, con la Sentenza emessa il 7 Aprile 2015 (c. Cestaro c/Italia in ambito dei fatti del G8).

In particolare, la CEDU ha concluso invitando l’Italia << a munirsi di strumenti giuridici idonei a sanzionare in maniera adeguata i responsabili degli atti di tortura >>.

La stessa formulazione del nuovo art. 613-bis c.p. risulta illogica soprattutto alla luce della disposizione che punisce con la reclusione da 4 a 10 anni chiunque <<“con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa…, se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”>>.

Le ragioni di una simile conclusione sono evidenti.

Preliminarmente, innalzare lo “stress psichico verificabile a una persona privata, sebbene anche solo temporaneamente, della propria libertà personale, quale elemento costitutivo del reato di tortura, risulta essere alquanto apodittico e privo di qualsiasi supporto giuridico.

Del resto, per comprendere lo stress patito da persona sottoposta, anche solo a fermo di polizia, per non dire di misura cautelare, i parlamentari avrebbero potuto fare poca fatica; questi, infatti, volgendosi verso gli scanni limitrofi avrebbero ben potuto domandare ai loro compagni di partito, prima dell’autorizzazione a procedere, se fossero stati stressati.

È chiaro dunque che da questa semplice iperbole è facilmente individuabile il primo vulnus sulla base del quale l’impalcatura giuridica del nuovo reato possa ben essere oggetto di critica.

La diretta conseguenza, quindi, è l’esposizione/distorsione del reato in parola contro gli operanti appartenenti a tutte le Forze di Polizia non solo per mitigare le proprie posizioni, ma, vie più, anche per vendicarsi nei confronti degli stessi operanti intervenuti per tutelare i beni giuridici difesi dalla nostra Costituzione.

Simile distorsione renderà, dunque, ancora più difficoltosa la difesa dei professionisti appartenenti alle diverse Forze di Polizia, tanto più per l’elemento soggettivo richiesto.

A queste preliminari, ma già esaustive difficoltà oggettive frapposte all’ordinaria attività degli agenti, si aggiunge anche quanto previsto e punito dal nuovo art. 613 ter c.p., in materia d’istigazione da parte del pubblico ufficiale a commettere la tortura.

La lettera della norma, per l’appunto, amplia la punibilità anche nei confronti del pubblico ufficiale, non solo qualora non si realizzi il reato, bensì anche quando l’istigazione non sia stata accolta da altro appartenente alla P.G.

Unico risultato quindi della norma non è più quello di punire i responsabili di un reato, bensì di fornire a questi ultimi un valido escamotage per sottrarsi o, peggio, punire a loro volta, tutti quegli uomini e donne che puntualmente provvedono a tutelare l’ordine nelle diverse difficili realtà.

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STUDIO LEGALE DE IURE- PP&Counselors

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Concorso Agenti, reclutamento di 559 Allievi Agenti della Polizia di Stato, decreto approvazione della graduatoria e nomina vincitori

Concorso a 559 Allievi Agenti della Polizia di Stato, decreto di approvazione graduatoria e nomina dei vincitori

Concorso a 559 Allievi Agenti della Polizia di Stato, decreto di approvazione graduatoria e nomina dei vincitori

Pubblichiamo il Bollettino Ufficiale del Personale del Ministero dell’Interno relativo al Concorso Agenti, reclutamento di 559 Allievi Agenti della Polizia di Stato, decreto approvazione della graduatoria e nomina vincitori. La graduatoria finale è per un totale di 614 Allievi Agenti della Polizia di Stato, riferita ai volontari in ferma prefissata di un anno in servizio o in congedo.

 

Decreto approvazione della graduatoria
e nomina vincitori

Decreto approvazione della graduatoria e nomina vincitori

Polizia, Castro Pretorio, VITTORIA DELLA CONSAP!!! Finalmente verranno cambiati i motori dei lucernai al V piano!!

Vigilanza Compendio Castro Pretorio Polizia di Stato

Vigilanza Compendio Castro Pretorio Polizia di Stato

Circa 1 anno fa la CONSAP intraprendeva una lecita “battaglia” per sanare una situazione a dir poco Kafkiana. Difatti l’inerzia dell’Amministrazione, nonostante i numerosi solleciti e segnalazioni rappresentati in tale periodo aveva fatto si che venissero lese le garanzie fondamentali dei lavoratori sul luogo di lavoro arrecando tra le altre cose nocumento alla salute. Tali criticità sono rappresentate dai motori dei lucernai posti al V piano che essendo guasti causano elevate temperature, cattive condizioni igienico sanitarie, compromissione della qualità ambientale e della salubrità dei luoghi di lavoro. La CONSAP in virtù di tali violazioni del dl.gs n.81/2008 ha preteso nelle sedi competenti di questa Amministrazione che venisse sanata tale perdurante condizione. In ragione di ciò questa O.S. ha ottenuto: “la fornitura e l’avvio dell’installazione dei nuovi dispositivi per i quali occorreranno circa 45 gg. dall’aggiudicazione. In ultimo è stato riferito che al fine di evitare il discomfort climatico causato dal naturale fenomeno del riscaldamento delle stanze del V piano del corpo A è stata disposta la commutazione anticipata degli impianti degli edifici A, B e C dal funzionamento invernale al funzionamento estivo”. La scrivente O.S. rimane a completa disposizione di TUTTO il personale per eventuali ulteriori segnalazioni.

La Segreteria Locale CONSAP
Ispettorato di Pubblica Sicurezza  “Viminale”

Polizia, “Squadre UOPI – Unità Operative di Primo Intervento “, gravi problematiche pistole mitragliatrici HK UMP

"Squadre UOPI - Unità Operative di Primo Intervento "

“Squadre UOPI – Unità Operative di Primo Intervento ” della Polizia di Stato

AL MINISTERO DELL’INTERNO

Segreteria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza

Ufficio per le Relazioni Sindacali – Sede –

A seguito dei gravi e ripetuti malfunzionamenti tecnici riscontrati in sede di addestramento delle Squadre UOPI (Unità Operative di Primo Intervento),  l’Amministrazione, con una decisione tanto illuminata quanto tardiva, è stata finalmente costretta a prendere atto della macroscopica incompetenza tecnica e del pressappochismo amministrativo dimostrato in sede di approvvigionamento delle pistole mitragliatrici H&K mod. UMP 9, recentemente acquistate in oltre 500 esemplari.
Ci auguriamo vivamente che anche su questo ennesimo esempio di inefficienza e di cialtroneria (per non pensare ad altro…) non cali il solito velo di silenzio e che vengano acclarate e sanzionate le gravi responsabilità degli organi tecnici e amministrativi che lo hanno determinato…in questa prospettiva, questa O.S. sta già valutando la possibilità di richiedere l’accesso agli atti del procedimento al fine di verificare la correttezza e la congruità tecnica dei protocolli di prova e di sperimentazione che dovrebbero caratterizzare le procedure di adozione di ogni arma da fuoco in uso al personale della Polizia di Stato.
Tuttavia la cura proposta dai vertici dell’Amministrazione a questa incresciosa situazione rischia di rivelarsi forse peggiore della stessa malattia: ci riferiamo, infatti, alla discutibile iniziativa di redistribuire in tutta fretta agli operatori delle predette squadre di primo intervento una versione“raffazzonata” della pur sempre affidabile, ma obsoleta, Beretta PM-12 S.
Per quanto è dato di sapere, il vecchio PM-12 verrebbe “aggiornato” mediante l’installazione di una slitta “Picatinny” multipla destinata al montaggio di un apparato di puntamento optoelettronico (tipo “Red Dot” o similari) e di una torcia tattica: un simile intervento, la cui effettiva efficacia dovrebbe essere preventivamente sostenuta dal superamento di un preciso protocollo di prove e da un congruo periodo di sperimentazione (cosa che, peraltro, non risulterebbe essere stato fatto in occasione dell’acquisto della UMP 9…), comunque nulla innoverebbe con riguardo alle caratteristiche meccaniche e balistiche dell’arma il cui progetto originale, pur restando una pietra miliare nella storia delle armi portatili, risale agli inizi degli anni 60…
Inoltre, anche sotto l’esclusivo profilo addestrativo, genera non poche e indiscutibili perplessità la constatazione che il personale delle UOPI e i relativi Istruttori siano stati sottoposti, fino a pochi giorni fa, ad un impegnativo e dispendioso ciclo addestrativo basato sull’impiego di un’arma che si predispone allo sparo (quando ciò avvenga…) “ad otturatore chiuso”, come la H&K UMP 9 mentre la “nuova” dotazione consiste in una pistola mitragliatrice dalle caratteristiche di funzionamento esattamente opposte, cioè un’arma che, com’è noto, si predispone al tiro “ad otturatore aperto” , con l’immancabile conseguenza della necessita da parte del tiratore di acquisire e memorizzare sequenze di maneggio e di sicurezza altrettanto totalmente opposte…
Inoltre, il montaggio “posticcio” della slitta Picatinny (standard militare di relativamente recente concezione) comporterebbe necessariamente un eccessivo innalzamento della linea di mira dell’apparato optoelettronico di puntamento, incompatibile con l’altezza della linea di mira pupillare consentita al tiratore dall’immutata configurazione della gruccia della PM-12S.
I sempre maggiori livelli di aggressività posti in essere dalla criminalità di matrice terroristica e comune impongono risposte urgenti e adeguate ai fini della tutela dell’incolumità degli operatori di polizia e della sicurezza dei cittadini: questa O.S. ritiene che sia già trascorso il tempo delle riflessioni e auspica l’adozione di provvedimenti tempestivi, efficaci e supportati da idonee competenze tecnico-professionali da parte di personale qualificato e privo di secondi fini… E’ arrivato il momento di infrangere assurdi tabù che da troppo tempo gravano sulla gestione dei materiali di armamento ed equipaggiamento della Polizia di Stato e che trovano il loro unico presupposto nell’ignoranza e nell’incompetenza tecnica: ci riferiamo all’adozione di nuovi sistemi d’arma (peraltro addirittura previsti anche dall’ormai obsoleta normativa vigente) in grado di assicurare quelle imprescindibili caratteristiche di funzionamento e di efficacia balistico-terminale in grado di contrapporsi all’attuale minaccia.
Questa O.S. ha recentemente proposto e ottenuto la dotazione del secondo caricatore per la pistola semiautomatica in dotazione individuale per tutti gli operatori di Polizia; necessita adesso proseguire non solo sulla strada dell’ammodernamento delle armi in dotazione al personale ma anche lungo quella del parallelo adeguamento delle attività di addestramento alle tecniche operative e al tiro.
Siamo del parere che occorra dotare almeno le unità speciali della Polizia di Stato di carabine ad anima rigata in cal. 5.56 (quali, ad esempio, rimanendo in ambito nazionale, il Beretta ARX 160) provviste di idonei apparati di puntamento, accessori tattici e, soprattutto, munizionamento diversificato da poter utilizzare, all’occorrenza, in relazione ai vari scenari operativi e agli obiettivi da conseguire.
In conclusione, a parere di questa O.S., bisogna provvedere in tempi brevissimi a recuperare il divario tecnologico che rischia di vedere soccombere le donne e gli uomini della Polizia di Stato nei confronti di minacce armate sempre più aggressive e pericolose.

IL COORDINATORE NAZIONALE CONSAP Cesario BORTONE

IL COORDINATORE NAZIONALE CONSAP
Cesario BORTONE   

Villa Tevere, Reparto Scorte, cresce il consenso della CONSAP con la nuova segreteria locale, discussa e approvata la nuova “agenda di lavoro” a tutela del personale di Polizia

CONSAP Reparto Scorte "Villa Tevere", da sinistra Pangano, Guerrisi, Cento, Rizza e Scagnetto

CONSAP Reparto Scorte “Villa Tevere”, da sinistra Pangano, Guerrisi, Cento, Rizza e Scagnetto

Cresce il consenso della CONSAP al Reparto Scorte di Villa Tevere dove è stata presentata la nuova Segreteria Locale ( Alessandro Scagnetto Segretario Locale, Marco Rizza e Giovanni Pangano Vice Segretari Locale) alla presenza della Segreteria Provinciale di Roma (erano presenti il Segretario Generale Aggiunto Gianluca Guerrisi e il Coordinatore Provinciale Carolina Cento).
La proficua riunione ha stabilito i punti che saranno affrontati nei prossimi giorni con la dirigenza del Reparto prima e attenzionati poi al Signor Questore di Roma.
Una ricca “agenda di lavoro” messa a punto dai nuovi dirigenti sindacali Scagnetto, Rizza e Pangano, stimati operatori di Polizia e da sempre attenti alla cura di migliori condizioni di lavoro di uomini e donne della Polizia di Stato.
In sintesi le maggiori tematiche trattate:
Cambio turno domenicale per la corresponsione della prevista indennità;
Pulizia generale di tutti i locali destinati ai servizi di polizia all’interno del Reparto (in linea con i dettami normativi del legge 81/2008 igiene e sicurezza luoghi di lavoro);
Disponibilità quantitativo di tessere Trenitalia e Italo per fronteggiare tutte le emergenze “degli ultimi minuti” quando il servizio prevede trasferte;
Personale con corso scorte al Reparto evitando “di arruolare” operatori senza la prevista abilitazione (come accaduto e accade) e di lasciare in attesa tutti coloro che ne sono in possesso e che aspettano di essere movimentati con istanze presentate da tempo;
Distribuzione equa carichi di lavoro, adoperando i giusti criteri e la massima trasparenza, bilanciando in modo produttivo ed omogeneo la resa professionale di ogni ufficio del Reparto e singolo operatore;
Verifica equipaggiamento e mezzi di Reparto, monitoraggio per efficienza auto di servizio (che non hanno radio fissa all’interno), giubbotti antiproiettile (sottocamicia) e lampeggianti;
Alloggi di servizio, monitoraggio delle disponibilità e delle istanze degli aventi diritto, criteri assegnazione;
Tessere carburante, valide per trasferte, per fronteggiare rifornimenti in servizi notturni e festivi e che siano per distributori presenti in modo capillare sul territorio nazionale (come Agip);
Fondo cassa per trasferte come avveniva in maniera efficiente e funzionale in passato;
Richiesta postazione wi-fi, Sky e nuovi distributori vivande e snack di nuova generazione come avviene in molti reparti di Polizia della capitale.

 

Momenti di lavoro riunione CONSAP al Reparto Scorte di Villa Tevere


La Segreteria Locale CONSAP

Reparto Scorte Villa Tevere
Alessandro Scagnetto
Marco Rizza
Giovanni Pangano

Tivoli, la CONSAP incontra il Dirigente del Commissariato dr Orlando Parrella

Nella foto da sinistra: Cirignoli, Guerrisi, il dr Parrella e Segala

Nella foto da sinistra: Cirignoli, Guerrisi, il dr Parrella e Segala

Una delegazione della CONSAP Segreteria Locale presso il Commissariato di P.S. Tivoli – Guidonia (Segretario Locale Massimo Segala e Vice Segretario Locale Curzio Cirignoli ) guidata dal Segretario Generale Aggiunto di Roma Gianluca Guerrisi ha incontrato il Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza Tivoli-Guidonia  Vice Questore Aggiunto dr Orlando Parrella.
Il cordiale incontro è stata l’occasione per fare il punto della situazione e rappresentare al Signor Dirigente alcune tematiche che da alcuni giorni sono annotate sull’agenda di lavoro della Segreteria Locale CONSAP:
– Posto di Polizia di Guidonia: proposta di eliminare il turno serale e notturno giorni feriali e chiusura giorni festivi  per ottimizzare il servizio e istituire una “volantina” con turno 8.00/14.00 – 14.00/20.00 per il controllo territorio con  le finalità di offrire un servizio efficacie ai cittadini, utile deterrente per una zona molto vasta quale Guidonia;
– Sportello Amministrativo: istituzione dello sportello, in via sperimentale, nel posto di Polizia di Guidonia, con orari e giorni da concordare, per agevolare la cittadinanza rispetto al viaggio per Tivoli per raccogliere pratiche amministrative;
Rinforzi di personale giovane: urgenza d’inviare al Commissariato personale giovane e “forze fresche”, con le prossime movimentazioni di personale ambito Questura, per sostituire personale con molti anni di servizio e ormai prossimo al pensionamento, nei turni di volante.

Le tematiche discusse con il Dirigente del Commissariato Tivoli saranno, inoltre, nei prossimi giorni, rappresentate al Signor Questore di Roma dr Guido Marino.

Esterno del Commissariato P.S. Tivoli - Guidonia, da sinistra Segala, Guerrisi e CirignoliEsterno del Commissariato P.S. Tivoli - Guidonia, da sinistra Segala, Guerrisi e Cirignoli

Riordino delle carriere: “questo riordino non è per i poliziotti !! “

Riordino delle carriere: "questo riordino non è per i poliziotti !! "

Riordino delle carriere: “questo riordino non è per i poliziotti !! “

Ormai, dopo aver visionato il decreto legislativo approvato dal governo, dobbiamo prendere atto che l’amministrazione, nonostante le rassicurazioni fornite, non ha invece assolutamente recepito alcune nostre richieste di modifica del progetto di riordino che ci aveva presentato.
Ora, coloro che hanno articolato questa proposta, devono assumersi le responsabilita’ per intero dell’insoddisfazione degli uomini e delle donne della Polizia di Stato mortificati per l’ennesima volta nelle loro legittime aspettative e conseguentemente devono assumersi le responsabilita’ del personale insoddisfatto che si ripercuoteranno inevitabilmente sul servizio e quindi sulla sicurezza dei cittadini.
Dobbiamo dire la verita’, ci avevamo creduto nella possibilita’ di ottenere un buon riordino: c’erano le risorse e le condizioni per farlo! E ci avevamo creduto non per ingenuita’ma perche’ eravamo certi che il buon senso di chi rappresentava l’amministrazione avrebbe consentito di raggiungere un buon risultato.
Purtroppo ci siamo sbagliati: i burocrati dell’amministrazione non hanno saputo cogliere l’occasione per tutelare il personale della Polizia di Stato sfruttando quest’ ultima spiaggia ma anzi si sono piegati ai diktat delle altre forze di polizia.
Evidentemente il buon senso su cui confidavamo ce l’hanno, ma solo per le proprie carriere e cosi’, dopo ben 17 anni di errori commessi dall’amministrazione, ancora una volta questi illustri burocrati hanno abbandonato i loro uomini mentre la nave naufragava.
Deve anche esser chiaro che in questo riordino le organizzazioni sindacali non avevano nessun potere di veto con l’amministrazione, ma solo di carattere consultivo.
Ora non ci rimane che lottare per far apportare le indispensabili modifiche e lo faremo attraverso la politica nei prossimi mesi, durante l’iter parlamentare del decreto legislativo, approvato ieri dal governo.
Non lasceremo nulla di intentato perche’ questo riordino deve essere per i poliziotti e fara’ la differenza sull’efficienza della Polizia di Stato!

Polizia Stradale, la “grana” Colleferro sul tavolo del Direttore Centrale delle Specialità dr. Roberto Sgalla

Polizia Stradale, la "grana" Colleferro sul tavolo del Direttore Centrale delle Specialità dr. Roberto Sgalla

Polizia Stradale, la “grana” Colleferro sul tavolo del Direttore Centrale delle Specialità dr. Roberto Sgalla

La “grana” Distaccamento Polizia Stradale di Colleferro approda sul tavolo del Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato dr Roberto Sgalla. Saranno giorni decisivi, i prossimi, per capire se l’Amministrazione intende risolvere una vertenza che si trascina ormai da oltre un anno, con vari tentativi di raccordo con la Sezione di Roma e Compartimento Lazio prima e Servizio Polizia Stradale poi, con l’ultimo incontro svoltosi al Dipartimento della P.S. – Relazioni Sindacali alla presenza del Direttore dr Tommaso Ricciardi.
Nei giorni scorsi il dr Sgalla ha ricevuto una delegazione della CONSAP composta dal Segretario Generale Giorgio Innocenzi e dai Segretari Nazionali  Stefano Spagnoli e Raffaele Tavano anche alla presenza del Direttore del Servizio dr. Giuseppe Bisogno. Nell’incontro i Direttori presenti e in particolare il Direttore Centrale delle Specialità hanno assicurato intervento risolutore e l’avvio di una ispezione al Distaccamento e di comunicare, al termine, gli esiti della stessa.

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